LA RELIGIONE.

Vincoli religiosi comuni univano i membri delle tribù; il re, che era investito di una funzione religiosa, partecipava attivamente ai riti. Divinità panceltiche convivevano con divinità locali, associate a singole tribù o a luoghi sacri. Alcune informazioni sulla mitologia celtica vengono fornite dal ritrovamento di oggetti rituali, come il calderone Gundestrup, un grande calderone d’argento con decorazioni a rilievo rinvenuto in una palude nello Jutland (Danimarca). Tracce di antichi miti celtici sono rintracciabili anche nelle letterature medievali dell’Irlanda e del Galles.
Le più importanti divinità celtiche erano: TUATHA DE DANNAN era la dea madre; NUADA era il re degli dei; DAGDA era il dio padre; BOBD era la dea del fuoco; BRIGID era la dea della poesia; ANGUS era il dio dell’amore; DONN era il signore dei morti; LIR e MANANNAN erano gli dei del mare; LUGH BRACCIOLUNGO era il dio guerriero;

DIANCECHT e MIACH erano gli dei della medicina; ARTAIOS era il messaggero degli dei; GOIBNIU era il fabbro degli dei; CREDNE era il dio metallurgo. I siti destinati al culto comprendevano recinzioni sacre, ma anche strutture più complesse, quali pozzi, forse collegati al culto della terra, in cui venivano gettate le vittime di sacrifici (uomini in caso di necessità o animali), spade e altre offerte votive. Anche una serie di elementi naturali aveva significato religioso: l’agrifoglio e il vischio, ad esempio, erano sacri, così come le querce e i boschi. Gli animali erano venerati come totem tribali; era inoltre praticata l’arte divinatoria, interpretando il volo degli uccelli o le viscere delle vittime sacrificali. Questo compito era affidato ai druidi.
I druidi erano sacerdoti degli antichi Celti , abitanti della Gallia e delle isole britanniche dal II secolo a.C. al II secolo d.C. Nelle zone della Gran Bretagna non invase dai Romani, il Druidismo sopravvisse finché fu soppiantato dal Cristianesimo qualche secolo dopo; era una religione fondata sulla fede nell’immortalità dell’anima che, al momento del trapasso, entrava nel corpo di un neonato, e sulla credenza che i druidi discendessero da un essere supremo.
Gli antichi resoconti affermano che ai druidi spettavano gli incarichi del sacerdozio, dell’educazione religiosa e dell’amministrazione giudiziaria e civile. I druidi infatti avevano il diritto di decidere in quasi tutte le controversie pubbliche e private, di emettere sentenze e di comminare punizioni per delitti di ogni genere e questioni di confine. Chi disubbidiva loro non poteva assistere ai sacrifici, durissima punizione, perché chi ne era colpito era un fuorilegge senza diritti. Il potere supremo era detenuto da un arcidruido all’autorità del quale erano sottoposti gli altri druidi; quando questi moriva, a succedergli era il più autorevole ma se la scelta si rivelava difficile la decisione veniva presa tirando a sorte oppure con un duello. Esistevano tre classi di druidi: profeti, bardi e sacerdoti propriamente detti, assistiti da profetesse o maghe dotate di minor potere e privilegio. I druidi praticavano particolarmente l’astrologia e la magia, e conoscevano i misteriosi poteri di animali e piante; veneravano il vischio e la quercia. Uno dei loro compiti consisteva nel convincere il popolo che l’anima era immortale e che dopo il decesso passava da un corpo all’altro, cosa che costituiva uno dei principali incentivi del valore militare. Un altro scrittore romano insiste sull’efficacia di tale insegnamento: certi Celti, sostiene, per disprezzo della morte andavano in battaglia indossando solo una cintura, e uscivano dallo schieramento dei carri per sfidare i guerrieri avversari.
Gli archeologi ritengono che i druidi usassero come altari e templi i blocchi di pietra conosciuti come dolmen (da dol=tavola min=pietra), trovati in regioni in cui il Druidismo era diffuso. Riferisce Cesare che i druidi mandavano a mente un’enorme quantità di versi e che alcuni di essi studiavano per vent’anni, ritenendo disdicevole l’uso della scrittura a fini di apprendimento, sebbene si servissero dell’alfabeto greco per quasi ogni necessità.
I druidi guidarono il loro popolo nella lotta contro i Romani, ma il potere fu indebolito dalla ribellione dei guerrieri Galli, invidiosi della loro autorità politica. La superiore potenza militare dei Romani e la conversione al cristianesimo di molti seguaci del Druidismo ne provocarono la scomparsa.

Presso i Celti e i Barbari in generale, non esisteva l'ideale di perfezione o di peccato, così come lo concepivano i Cristiani. Per i Celti la morale significava semplicemente il rispetto delle tradizioni e dei costumi tribali.

La religione dei Celti, come la maggior parte delle religioni antiche, aveva due aspetti: uno esoterico e uno popolare. Sacerdoti e custodi della religione celtica furono i Druidi. Il livello popolare era costituito da una mitologia accessibile e da una serie di riti che avevano pian piano inglobato anche alcuni elementi arcaici risalenti al neolitico e provenienti da culti solari tellurici e lunari.

Si è creduto erroneamente per lungo tempo che le pietre erette (menhir), le tombe a camera megalitiche (dolmen), i grandi cerchi (cromlech) e gli allineamenti di pietre giganti fossero tutti monumenti eretti dai Druidi; ma oggi sappiamo che essi furono eretti almeno un millennio prima dalle grandi culture del neolitico. I Druidi si limitarono a utilizzarli. Ogni popolo in Gallia si sceglieva un proprio nume protettore attribuendogli parimenti un nome particolare, così che, analizzando le caratteristiche degli oltre trecento Déi celtici di cui si trova almeno una volta menzione epigrafica, alla fine si ha l'impressione di ritrovarsi dinanzi a molte divinità doppione, simili per attributi, ma celate sotto nomi diversi.

 

       



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