Clinamen

Il mio alito fa cagliare il latte

Allora, non è che voglio fare il polemico, ma cerco di offrire uno spunto di riflessione, regalo una mia opinione al mondo nichilista, ed è una cosa che offro molto più volentieri rispetto a tante altre perché gratuita. Il fatto è che questi spunti vengono talvolta scambiati per polemiche, anzi spesso, mica talvolta, e mi tocca spiegare che non è così, e mi si ribatte che non ci sono solo io ed esistono molteplici verità… ok son d’accordo, ma non è che posso rispondere con molto altro.

Per esempio, la letteratura. Alle 7 e venti del mattino in stazione, mi capita Colombo, un mio ex compagno delle medie, e che fa? Mi parla delle sue preferenze letterarie e il discorso capita sullo stile. La mia opinione era che preferivo una scrittura chiara, senza tanti voli pindarici, poca retorica e che arrivasse al sodo. Invece lui no, lui l’amante delle parole rare, dei costrutti raffinati e dei termini latini sbattuti qui e là nemmeno fosse un dotto rinascimentale, dichiarava che si dovrebbe dare più valore alla forma, ovvero che l’anima della scrittura non si trovasse in quello che si scrive ma nella sua forma. Ok interessante, però poi continuava, stressava, diceva che sbagliavo a pensarla a modo mio, e ridacchiava soddisfatto di aver ragione. Va bene, io ho il mio punto di vista e tu il tuo, e che ci possiamo fare se non la pensiamo uguale?

Non è che posso rispondergli molto altro a Colombo (il bello è che sfotte). Un altro esempio dai. Le forbici e il coltello. In certe circostanze è meglio usare le forbici, in altre il coltello, in altre è indifferente, o forse sono io che lo ritengo indifferente. Sì ma chi può deciderlo? Stamattina ho aperto il sacchetto delle noccioline con il coltello (già tanto se non l’ho fatto con i denti). Arriva mia mamma e (inspiegabilmente) grida “Da quando in qua si taglia col coltello?

Le forbici non sai usarle?”. Ecco, provateci voi a spiegarle che è indifferente, che se a me vien da usare il coltello perché mi piace lo faccio, cosa devo tirar fuori, un discorso sulla libertà individuale? E anche se lo tirassi fuori (il discorso) è sicuro che la risposta sarebbe “Questa è casa di persone civili, quindi tu fai la persona civile e usi la forbice”. Non c’è verso, capito? Impossibile far accettare anche il mio punto di vista. Alla fine non è che posso dire molto a mia mamma.

La tv. A casa mia ci manca solo che si dispone la tv di una ciotola con del cibo, un vestito carino e una gellata (quindi anche una parrucca). Ma siamo pazzi? Forse è la miglior amica dell’uomo (della donna nel caso di rete4) ancora più del cane, dato che non bisogna portarla fuori a far la pipì e non vuole essere accesa se sta spenta per troppo tempo (e meno male). Odio la tv, ve lo confesso. Detto questo, una schiera di paladini sbraitano contro di me. A casa mia si dice così: “Perché te ne vai? Non puoi star con noi a vedere un po’ di tv?, e io: “Non ho voglia non mi piace” e loro: “Ti farebbe bene sentire qualcosa, apprendere un po’ di notizie qua e là”. Perfetto, ma io non ho voglia, mi annoia, spiegare ancora la mia posizione è inutile. C’è chi dice che la tv ormai racchiude cio che è la cultura, gli usi e i costumi della nostra società e denigrare la tv significherebbe rifiutare la società stessa. Grandioso, han detto tutto. Dal canto mio non posso rispondere con molto altro, no?

La musica. Ho un debole per il rock, non voglio dire che ne sono un fanatico perché ritengo il rock una faccenda veramente seria e non sembrerei serio dicendolo, però mi garba, ecco. Comunque non posso incontrare qualcuno a lavoro e confrontarmi liberamente sul rock. “Che roba è?”, “Ma che ascolti oh!?”, “Sei un duro eh?”, “Ma fammi il piacere…”, “Questo gruppo non lo conosce nessuno”,”Ma dai, sei uno sfigato”. Queste le risposte senza parolacce (per quelle con le parolacce mandatemi una mail). Diciamocelo, la disco music e il pop delle prime 10 posizioni sono i generi che vanno più di moda. Ok a me non piacciono, perché mi devi dire che son malato? No, non sono fissato su queste cose, ma è una questione di principio. Non criticarmi se siamo diversi, fai come me: sai cosa penso di te? Che ascolti musica orrenda e che in materia non capisci una sega, però non te lo vengo a dire, ecco. Sono un ipocrita, va bene, una merdina, va bene. Se continuo a parlarci finisce che litighiamo e non posso certo fare un discorso sui valori delle cose genuine come l’aria violentata da un’onda distoria, non lo capirebbe. Che faccio? Niente, incasso, non posso certo rispondere con molto altro, sono un tipo pacifico io. Sabato sera. Città-pattume della zona-pattume per eccellenza: Cantù di Brianza.

Ma almeno qualche locale si salva. Ce n’è uno davvero carino, si chiama “1 e 35 circa”, come il disco di Vinicio Capossela! Ecco, ci andiamo spesso, a scambiarci parole seduti a un tavolino, mi sento quasi umano in quei momenti. A un certo punto si alza qualcuno e fa: “Ok, tutti all’Alexander!” che è una birreria lontana 10 km. Ora, dico io, 15 km per andare in una birreria quando qua in paese ce ne stanno 3? Va beh, andiamo. Dopo 2 ore che stiamo all’Alexander si risveglia la voce del movimento: “Ok, tutti allo Scage!” che è un locale di Como, lontano da lì 20 km. Ok, mo ci parlo. Gli spiego la mia idea, torniamo tutti in quel di Cantù, come dici? Allo Scage c’è un concerto? Ma non potevamo andarci all’inizio? Lo sai che non mi piace girare in trenta locali per fare le cose che puoi fare in uno. Non ho voglia dai, un’altra volta, vado a casa ormai, ah e se io andassi tutta questa gente rimane a piedi? Ma perché sono un coglione? Beh che s’arrangino, anzi li porto a casa ora, e adesso sarei anche un asociale? Ma… ma… ecco, vedete? Cosa devo fare io? Non posso certo dire molto a questo qui.

Capodanno. Dove si va a Capodanno? Ah, voi andate in discoteca, è tanto che non ballate e volete scatenarvi, quanto costa? 200 mila, no guarda, non è proprio per il prezzo, è che posso divertirmi gratis allo stesso modo senza pagare una lira e senza ballare, dove vado? Vado a casa di Teo, conosci? Organizza una festa a casa sua, si beve, si chiacchiera, si suona, ah sì suoniamo, vuoi venire? Non ti piace ok, no guarda io non vengo in disco, impazzirei, anzi lo sai che mi sta sulle palle tutto l’ambiente, però se ti va fai pure, ognuno si diverte come gli pare no? Ok sono un pirla, ma cerca di capire… come cosa faccio da Teo? Te l’ho spiegato, no guarda non ho voglia… ma dai, perché sarei stronzo?… ehi poi tanto ci rivedremo presto… ok buon anno anche a te. Visto? E poi sono io il polemico, io che ho solo espresso la mia opinione, io che mi incazzo soltanto quando mi offrono birra calda. Non potevo certo rispondergli con molto altro, anzi, una cosa la posso dire, liberatoria, rinfrancante, sincera più di tutto: MA VAFFANCULO!

Hastur