Clinamen

Tra un anno, in venti righe.

Ho riposto i giocattoli nello scatolone, ma c'è ancora confusione per la stanza e devo stare attento a dove metto i piedi. Sto sempre attento a dove metto i piedi, così non guardo mai il cielo o ragnatele che penzolano come ghiaccioli di polvere. Devo sistemare molte altre cose; dio è posto, nel fienile dal tetto cadente tra assi scomposte dai topi e manciate di pula secca, ma qui in casa è un bel casino e fa freddo. Dentro casa fa sempre freddo, è sempre inverno. Fuori sulla scogliera qualcuno pesca e qualcun altro fa il bagno e c'è un sole che fa invidia e asciuga il sale tra i tagli delle rocce.

Qui in casa si cammina appena; stanze strette e pavimenti protetti dal caos. Fuori c'è un grande slargo, l'asfalto è coperto da gente che beve e brinda al cazzo e alla fica, tra motorini accatastati da ragazzi che vanno a baciarsi a ridosso del mare. Per confondere il sospiro con lo sbattere dell' onda su massi che raccoglieranno sale tra le piaghe. Sarà asciugato dal sole di domani. Qui in casa il sole è una mosca, e si posa sul braccio per strofinarsi gli occhi; io lo catturo, lo scuoto nel pugno e lo lancio fuori dalla finestra.

Fino al grande slargo dove per terra, gente che ha brindato e bevuto, dorme tra motorini abbandonati da ragazzi nascosti in anfratti salini di rocce riscaldate da un pugno di sole. Ho riposto i giocattoli. Se ne riparlerà tra un anno.

Gaez