Clinamen

Quanti urli

Quanti urli e parole, un po' mi dispiace. Pensiamoci: siamo perfettamente liberi di colorare la rete come ci garba: possiamo sbatterci addirittura le foto amatoriali delle nostre scopazzate, pubblicare la nuova fottutissima guida "Hackers against the machine: the motherfuckers" o enunciare i dieci comandamenti del rigoroso nazista, tanto nessuno ci dice niente, l'importante è ignorare che qualcuno sappia chi siamo e cosa facciamo.

Ho sentito parlare di libertà non-libertà. L'unica libertà che ho riconosciuto in rete è quella di fuggire dai disturbi anti-vitali depressivi che ci corrodono quotidianamente. Sostanzialmente, come qualcuno ha detto (me compreso), c'è la libertà di parlare e fiocinare (o lobotomizzare) il rimasuglio cerebrale del prossimo con la propria opinione, poiché almeno ne abbiamo il diritto. Ma attenzione: sembra che si tratti di urla che rimbalzano fino a poco lontano oltre i confini del villaggio globale. Lo vedo tutti i giorni. Il caso Internet desta interesse nella maggioranza degli animi insonni finché si tratta di trattare soldi, cliccare per conoscere l'orario dei voli, guardare un paio di tette famose, inondare i server IRC di corteggiamenti pre-cybersex. Almeno io non ci vedo niente di scandaloso, si chiama libertà. A codesta maggioranza non importa granché dei problemi che assillano il nostro mondo occidentale catodico e disperatissimo, perché formata da personcine che tutto sommato stanno bene così o hanno crucci più importanti a cui pensare. Perciò quando le belle iniziative che arrivano da Internet cozzano sul loro cervello, si polverizzano prima ancora di rimbalzare...

Poi c'è una relativa minoranza che si culla in rilassanti chiacchierate ironiche o nel crescere culturalmente tramite il confronto, lottare aspirando ad un paese dei balocchi meno farlocco o informando(si) su come gira il mondo o come girano le palle all'amico. Anche questo è lecito e penso che in questa minoranza rientriamo noi (non escludo però che ci siano "membri" appartenenti anche all'altro gruppo più grande - io per esempio sbavo sulle tette dei deputati donne, soprattutto se (de)cadenti e con molti peli intorno ai capezzoli). Quello che questa minoranza (noi) non ha ancora capito, è che serve solo per se stessa, proprio per il fatto che è una minoranza e sempre lo sarà. Le parole, le urla, le iniziative... sono solo urla silenziose, che qua vengono sparate e qua restano, se non per essere derise. Certo, almeno c'è la libertà di esprimersi, ma in definitiva non può essere cambiato nulla, perchè è una minoranza. Fra tutte le verità esistenti, una è che Internet va a braccetto con la democrazia e la democrazia se la fa con l'economia meglio di chiunque altro, in quanto oserei dire che la democrazia è utile per garantire a tutti senza distinzioni la possibilità di spendere, viaggiare, consumare... in quanto non cittadini, ma prima di tutto consumatori. Quindi ne consegue che la democrazia esiste per tutelare gli interessi di coloro che ce la garantiscono. Internet è dunque la nuova illusione di un mondo migliore per gli utopici moderni? La mia risposta è sì e io mi considero il primo utopico della lista.

Penso al popolo di Seattle: una barchetta contro una flotta di incrociatori. Un prurito al sistema, insomma, fanno solo ridere. Basterebbe soltanto una scorreggia per zittirli tutti quanti. Tutti. Perché oltre al potere costituito ne esiste un altro ancora più dannoso che si chiama indifferenza; e siccome non bastiamo noi 10 chiecchieroni ogni 10.000 individui per plasmare il mondo secondo la nostra volontà, allora ci conviene migliorare la qualità delle nostre illusioni. Per quanto mi riguarda controllerò meglio i congiuntivi.

Hastur