Alla
casta sacerdotale e alla casta guerriera segue la casta costituita dal
popolo lavoratore. Campanella non pensa affatto che i lavoratori debbano
andare al governo: nel suo intendimento questo sarebbe una bestemmia,
un’assoluta contraddizione ai princìpi, un rovesciamento della
piramide sociale. Nella Città del Sole vi è al contrario una precisa
gerarchia, una distinzione di ordini e di funzioni che si vuole fondata
su un preciso riconoscimento delle diverse qualità e attitudini. Ma il
popolo non appare affatto quale mera classe sfruttata nell’utopia
campanelliana, ed anzi Campanella ne ritiene necessaria e prioritaria
l’istruzione e l’educazione: l’istruzione deve essere garantita a
tutti proprio in quanto lo Stato ideale non può fondarsi su un popolo
di servi ignoranti e analfabeti. (Dall’Introduzione)