Il simbolo. Esso compendia
e fa saltare ogni mediazione razionale: esso è modello oppure esempio. Nel
teatro è l’azione a farsi simbolo e, dunque, modello o esempio. Nel
caso del teatro di Ferri, l’azione sta nella rottura del cerchio stregato
della vita alienata, del culto della superficie, dell’ordine basato sulla pura
imitazione degli uni con gli altri: è necessario quindi, ci suggerisce l’Autore,
disintegrare l’ordine affinché sia possibile l’apertura al nulla.
Ripetiamo: tutto questo senza alcun punto di riferimento esterno. In un certo
senso, è la tragedia attica del V secolo mutilata: se infatti – stiamo
facendo un esempio – si toglie all’Edipo re di Sofocle ogni
collegamento con gli Dei e con il loro volere, se si dimentica che Sofocle ha
scritto anche un Edipo a Colono, l’intero dramma si dissolve
progressivamente e si riduce ad una trama di apparenze e di superfici oltre le
quali c’è un essere parricida e incestuoso, del tutto solo di fronte a se
stesso e a ciò che ha fatto. E sullo sfondo il nulla, il non-senso.
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