I
grandi temi della guerra, della lotta, del combattimento, hanno sempre elargito
agli scrittori copiose fonti di ispirazione.
Romanzi
storici, racconti esotici, drammi politici, poemi epici, hanno sempre avuto come
sfondo (quando non come tema vero e proprio dell’opera stessa!) vicende
belliche e guerresche di ogni genere e di ogni epoca.
Quella
della guerra è una tematica ricorrente tanto nelle letterature classiche
e straniere quanto in quella italiana.
Poemi
come l’Orlando Furioso e la Gerusalemme Liberata sono incentrati
su grandi guerre, quasi tutti i romanzi di Salgari sono ambientati in epoche di
cruenti conflitti e di guerriglie libertarie, molte poesie di D’Annunzio e di
Marinetti costituiscono un’esaltazione roboante della guerra stessa (si pensi
che Marinetti la definì addirittura “sola igiene del mondo”!).
Ebbene,
anche i dodici racconti compresi in questo mio libro intitolato Echi di
guerre lontane, hanno come comune denominatore la guerra.
Il
tema del conflitto armato (sia che si presenti come scontro tra eserciti
regolari, come insurrezione rivoluzionaria, come azione di guerriglia o,
addirittura, come guerra futuristica con tanto di miliziani alieni e di
astronavi extraterrestri) è il filo conduttore di questi racconti che spaziano
in aree geografiche estremamente diverse tra loro.
Innumerevoli
facce della guerra sono qui raffigurate: quella della guerra aperta e totale tra
contrapposti eserciti, quella ancor più sanguinosa che vede lo scontro tra
truppe regolari e bande guerrigliere, quella della distruzione con armi di
massa, quella delle violenze a danno di civili inermi, quella dei supremi gesti
di sacrificio da parte di combattenti consci che la loro vita è giunta al
termine e che altro non possono fare se non darsi la morte o correre incontro
alla morte.
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