Pathway Journal - Index Cultura
Agosto 1999SommarioAnno 1  - Numero 5

 Cinema 
         Full monty 
         Il padrino parte I 
         L'avvocato del diavolo 
         Martha da legare 

 Cultura e società 
        Accadde ad agosto... 
        Capolavori del teatro: Kohlhaas 
        La morte di JJK e quella di P.Tardif 
        Miss Selinunte 

 Libri e Fumetti 
         7 anni di sodalizio con Leopardi 
         Lamu', la ragazza delle stelle 
         Magic Knight Rayearth 
         Rough di Mitsuru Adachi 
         Tre uomini in barca 

 Musica 
         I Litfiba si separano 
         I siti del mese scelti da Gandalf 
         Meeting delle etichette indipendenti 
         Speciale "Arezzo wave" 

 Sport 
         Basket: Azzurri sul tetto d'Europa 
         L'addio al calcio di Toto' Schillaci 

 Green Corner 

 Mail - L' angolo della posta

 Pinocchio - I vostri racconti

 Archivio 

 Eppy Page - La pagina della redazione 

 Help - Spiegazioni sul sito 

 Links - Collegamenti ad altri siti web 

 News - Le ultime notizie da ''Amico'' 

 PJ and Co. - Per collaborare con noi

CAPOLAVORI DEL TEATRO: KOHLHAAS 

Una, sedia, un uomo, una luce. 
Non c'è bisogno di niente altro per raccontare una storia. 
Così una scelta coraggiosa diventa una sfida vincente. 
Che  splendido narratore è Marco Baliani, uno dei più grandi attori italiani contemporanei, dotato della straordinaria capacità di tratteggiare vicende e  personaggi con uno sguardo, un gesto, un calo di voce. 
La sua figura domina la scena ma non la soffoca: l'ascoltatore è  lasciato libero di perdersi nelle pieghe della narrazione, a costruirsi il suo spettacolo personale. 
Questo magnifico "Kohlhaas" nasce dalla rielaborazione dell'omonimo racconto di Kleist. Ma si intuisce subito che sarà tutta un'altra cosa: la vicenda vive una vita sua, si conquista uno spazio  privilegiato, superando i  limiti  della  parola scritta. 
La  storia acquista toni epici e  come  una  valanga s'ingrossa, acquistando  vigore e potenza  man  mano  che rotola a valle. 
Baliani è nudo sulla scena, le sue uniche armi sono la parola e il gesto. Il  pubblico, come ipnotizzato, evade dal chiuso del  teatro per  raggiungere una Germania cinquecentesca e partecipare alla disperata epopea di Kohlhaas: piange, ride, s'indigna, s'interroga per quest'uomo disperato. 
Michele  Kohlhaas è un allevatore di cavalli  che  sacrifica tutto (la moglie, il lavoro, la casa, i figli) per inseguire la Giustizia. Ruba, stupra, uccide alla kafkiana ricerca di questo ideale superiore. 
Giusto? Sbagliato? Nessuno può dirlo. 
Marco Baliani  non  vuole,  forse  non  può,  assolvere o condannare Kohlhaas. 
Né può farlo qualcuno giù in platea. 
Ognuno è, alla fine,  luteranisticamente solo con la  propria coscienza. 
Nessuno esce con la risposta in tasca....forse, solo più ricco di qualche domanda. 
 

Scrivi a Judas!