Witz: between psychoanalysis and humour

 
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 In this page you can find informatrions about congresses and meetings regarding the therapeutic power of humour.

In questa pagina segnaliamo congressi ed eventi riguardanti il potere terapeutico dell'umorismo.

Dans cette web page nous signalons les congrèsses et les colloques qui concernent le pouvoir thérapeutique de l'humour.

 8.01.2015

Commemorating Wolinski, Cabu, Charb,  Tignous and Honoré by their cartoons

 about psychoanalysis

En commémorant Wolinski, Cabu, Charb,  Tignous and Honoré par leur dessins 

 sur  la psychanalyse

 
Campagne publicitaire sur la dépression - Charlie Hebdo n° 805 - 21 nov. 2007
Onfray moi peur - Charlie Hebdo N°931 - 27 avril 2010
Des spécialistes sur toutes les chaînes - par Cabu - 25 mai 2011
Faut-il évaluer des enfants de cinq ans ? - par Cabu - 19 octobre 2011
10.10.2008 

(italian  Source:Corriere della Sera, 1.10.08)

Iniziò la carriera di caricaturista nel 1919, quando era giovane soldato dell'Armata Rossa

Addio a Boris Efimov,
il vignettista che piaceva a Stalin

Morto all'età di 108 anni il caricaturista amato da Trotzkij e gradito anche a Krusciov e Breznev

MOSCA - È morto a Mosca all'età di 108 anni Boris Efimov, vignettista preferito da Stalin. L'artista era nato infatti il 28 settembre 1900 a Kiev. Si racconta che da piccolo Boris Fridlyand, questo il suo vero nome, fosse stato accarezzato da Nicola II. Colonna portante per decenni della grafica e della satira del quotidiano Izvestia, Efimov conquistò la popolarità per le sue caricature politiche, in particolare quelle di Adolf Hitler e degli altri gerarchi nazisti, prima e durante la seconda guerra mondiale. Fu il caricaturista amato da Trotzkij e poi il disegnatore satirico prediletto di Stalin; in seguito ha sempre lavorato per la stampa sovietica, essendo gradito anche a Krusciov e Breznev, ma anche a Eltsin e Gorbaciov. Nel 2002 Vladimir Putin lo ha insignito di un'alta onorificenza russa.

LA CARRIERA - Efimov iniziò la carriera di caricaturista nel 1919, quando era giovane soldato dell'Armata Rossa. Nel 1921 realizzò i primi disegni per la Pravda. Il suo talento, messo al servizio della «battaglia contro il capitalismo», fu presto conquistato dal regime sovietico: le sue vignette da allora apparvero regolarmente sui giornali Izvestia, Krokodil e Ogonyok. Nel 1924 pubblicò il suo primo libro di caricature politiche, «Politicheskiye Karikatury», dove comparivano i disegni dei protagonisti della Rivoluzione russa presentati da una prefazione del suo mentore, Lev Trotsky. Nonostante l'amicizia con Trotsky, agli inizi degli anni Trenta Efimov era già entrato nelle grazie di Stalin. Fu proprio Stalin infatti a inviare Efimov al processo di Norimberga perché realizzasse le caricature dei nazisti processati per i loro crimini di guerra. Dal 1948 fu il vignettista principe di Agitprop e collaborò alla Pravda fino al 1989. Per il suo centesimo compleanno, nel 2000, pubblicò un'autobiografia. Efimov ricevette da Stalin nel 1950 il premio di Stato dell'Urss e nel 1967 fu nominato Artista del Popolo.


(english )

Russian Cartoonist, Boris Efimov, has died

He was born on September, 28, 1900 in Kiev and was a Soviet and Russian
political cartoonist and propaganda artist best known for his
political caricatures of Adolf Hitler and other Nazis produced before
and during the Second World War, and currently the chief artist of the
newspaper Izvestia.
 

Early life
He was born in Kiev as Boris Fridlyand, the second son of a Jewish
shoemaker. Shortly after his birth, his family moved to Białystok,
where he grew up alongside his older brother Mikhail. During the First
World War, his family fled the advancing German armies and returned to
Kiev, where he pursued legal studies, only to be interrupted by the
October Revolution when he was drafted into the Kievian Red Army
dealing with subsequent turmoil.[citation needed] He began to express
his emotions through caricatures of politicians, the first of which
were published in 1919 and circulated in the Kievian Red Army.
 

 Career
From 1920 to 1921, Efimov designed posters and brochures for the
communist organisation Agitprop, finally moving to Moscow after his
brother, who worked as an editor for Pravda, offered him a job drawing
political cartoons. His artistic talent, directed mainly against the
"capitalist west", gained him prominence, and his work started
appearing in such titles as Izvestia, Krokodil and Ogonyok, a magazine
founded by his brother Mikhail Koltsov (1898-1940). 1924 saw the
publication of his first book, Politicheskiye Karikatury, which
included a foreword from Leon Trotsky, a risky move considering
Stalin's antipathy. It therefore met with initial disapproval from the
publisher, Yuri Steklov, who would later pay with his life for not
having Trotsky's words removed. As the 1920s waned, Efimov managed to
avoid Stalin's wrath by portraying Trotsky as a traitor and fascist,
despite their friendship.
 

Following the war, he traveled to the Nuremberg Trials with the task
of caricaturizing the Nazi defendants. He was then ordered to poke fun
at the Western powers in what was transforming into the Cold War. He
went on to become the chief editor at Agitprop, and cooperated with
Pravda until the 80s. He published an autobiography, Moi Vek, for his
centennial, and currently resides in Moscow.
 

He received USSR State Prizes in 1950 and 1951 and was named People's
Painter of the USSR in 1967.
 

In a 2005 interview with the Russian TV Yefimov, recalled his
experiences in Petrograd during the Russian Revolution, admitting that
he had changed his real name in order to dissimulate his Jewish
origins. While his name seems to be best known in English as "Efimov",
an alternative transliteration of "Yefimov" is also sometimes used
(and is much closer to the true sound of his name in Russian).
 

In 2008, at 108 years old, Boris Efimov is still working, primarily
writing memoirs and drawing friendly cartoons. Also, he still accepts
active participation in public life: he acts at whatever possible
memorials and anniversary meetings, soirees and actions there are. On
September 28, 2007, his 107th birthday, he was appointed to a post of
the chief artist of the Izvestia newspaper.
 

In occasion of Boris Efimov's death, we propose an interview he gave almost ten years ago, published in 1999 by Abamedia.

click here to read B. Efimov's interview

18.06.2008 

(italian)

Presentazione del libro "Hammer &

 Tickle, a history of communism

 told through communist jokes".

 

(Fonte: La Repubblica del 2.06.2008)

In un libro pubblicato a Londra gli "anekdot" vietati
Ritratto semiserio di una società destinata al collasso

Ecco le barzellette che hanno seppellito l'Unione Sovietica

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI


 

LONDRA - Sarà una risata che vi seppellirà: il vecchio slogan anarchico potrebbe andare bene come epitaffio per l'Unione Sovietica (1917-1991), o più in generale per il comunismo, perlomeno inteso come sistema di governo. E' la tesi di un libro pubblicato in questi giorni in Gran Bretagna, "Hammer & Tickle, a history of communism told through communist jokes" (Martello e Solletico, una storia del comunismo raccontata attraverso le barzellette comuniste - con un gioco di parole intraducibile in italiano, poiché in inglese tickle rima con sickle, falce).

L'autore, Ben Lewis, apprezzato regista di documentari per la Bbc, che sul tema ha realizzato anche un film. ha dedicato anni a raccogliere storielle irriverenti in tutti gli angoli dell'Europa orientale, da Mosca alle capitali dei suoi ex-paesi satelliti; e alla fine si è convinto che il cosiddetto anekdot, l'aneddoto, come si chiama in russo, non sia servito soltanto ad alleviare le sofferenze di chi viveva sotto il comunismo sovietico, ma che descrivendo costantemente quel sistema come qualcosa di ridicolo, patetico, incapace di funzionare, ha contribuito al suo collasso.

Le barzellette contro il sistema, in Russia, sono sempre esistite, fin dai tempi di Gogol. Negli annali dell'Urss cominciarono a essere classificate come un reato nel 1933, l'anno del terrore staliniano, quando uno zelota di Stalin le denuncia in un discorso davanti al Comitato Centrale del Partito comunista sovietico (Pcus). Anche questo, ben presto, diventò una barzelletta: "Un giudice si piega in due dal ridere. Un collega gli chiede cosa c'è di così buffo. "Ho appena sentito la storiella più divertente della mia vita", gli risponde il giudice. "Raccontamela", lo prega il collega. E il giudice: "Non posso, ho appena condannato un tizio a cinque anni di lavori forzati per averlo fatto".


Dopo la morte di Stalin nel '54, la gente prese a raccontarle più arditamente e diventarono sempre più cattive. "Quali furono le ultime parole di Mayakowskij prima di suicidarsi? "Compagni, vi prego, non sparate"". Oppure: "L'insegnante chiede all'alunno chi sono suo padre e sua madre. "Mia madre è la Russia e mio padre è Stalin", risponde pronto il bambino. Compiaciuta, l'insegnante insiste: "E tu cosa vuoi diventare da grande?" E il bambino: "un orfano"".

Dopo averne elencate centinaia, il libro di Lewis si chiude con un interrogativo: perché il comunismo ha prodotto così tante barzellette, e il nazismo praticamente nessuna? La risposta contenuta nel volume è che il nazismo esemplificava il Male, mentre il comunismo, elevato a forma di governo, ha rappresentato soprattutto la Stupidità: mentre il primo fa rabbrividire, della seconda si può anche ridere.
Come in questa barzelletta, che ho imparato quando facevo il corrispondente da Mosca per Repubblica, sul finire della perestrojka gorbacioviana, epoca di code e razionamenti per tutto. "Un operaio va a comprare la macchina, paga, poi chiede all'impiegato quando gliela consegneranno. Quello controlla su un librone e dice: "Fra dieci anni". "D'accordo", replica l'operaio, "ma di mattina o di pomeriggio?". "E che ti importa - risponde l'impiegato - tanto è fra dieci anni". "No, vedi compagno - spiega l'operaio - è che di mattina viene l'idraulico".

 

 

18.08.2007 

(italian)

Segnalazione convegno:

L'UMORISMO IN TERAPIA

28 e 29 settembre 2007

Sede: COLLEGNO (TO) VILLA 5 VIA TORINO 9/6 10093

Organizzazione: ISTITUTO EMMECI Società cooperativa

Info:

PGDEFILIPPI@HOTMAIL.COM bergonzoadriano@libero.it

Curriculum D. Solfaroli Camillocci

 

Danilo Solfaroli Camillocci, psicologo e psicoterapeuta sistemico relazionale, didatta dell’Istituto Italiano di Psicoterapia Relazionale.

Tra i suoi lavori ricordiamo Né con te, né senza di te (1992), con Gaspare Vella; Identità e relazione (2001) con Enrico Visani. ­

 

 

Abstract

 

Il terapeuta della famiglia si trova spesso ad ascoltare, nel suo lavoro, espressioni (“perché non ridiamo più come una volta?”, “nella nostra famiglia non si ride mai”) che appaiono come segno inequivocabile di relazioni non soddisfacenti, come se l’assenza del ridere, in una realtà familiare o coniugale in cui la sofferenza ha progressivamente sostituito il piacere e la gioia, fosse il sintomo più acutamente condiviso. Ma in che modo si ride e perché si ride nelle famiglie cosiddette normali?

C’è un membro della famiglia (il “clown familiare”) che svolge il ruolo di sollecitatore del riso?

L’esperienza di questo aspetto delle relazioni familiari (un aspetto più “serio” di quanto potrebbe sembrare) sollecita ad estendere una riflessione agli aspetti antropologici e filosofici del ridere, alle sue funzioni sociali, alla sua capacità di costituirsi come elemento di identificazione culturale, per poi analizzarne le funzioni nei gruppi familiari e nella terapia della famiglia.

 

 
Il nuovo libro dell’artista e scrittore edito da Einaudi s’intitola «Lavoratori di tutto il mondo, ridete»

La Rivoluzione umoristica di Ovadia

Carlo Muscatello

(Fonte: Gruppo Editoriale L'Espresso)

L’epopea comunista riletta attraverso le storielle che circolavano in Russia

 

Non ci resta che ridere, verrebbe da dire parafrasando il titolo di un vecchio film. E «Lavoratori di tutto il mondo, ridete» è il consiglio marxista - nel senso di Groucho, ovviamente... - che Moni Ovadia offre già nel titolo del suo nuovo libro (Einaudi Stile Libero, pagg. 276, euro 15.50), che ha per sottotitolo «La rivoluzione umoristica del comunismo».
L’ironia, quand’è completa anche di autoironia, è sempre più necessaria per sopravvivere in questo mondo. Ma come vanno in fretta, ultimamente, le cose della politica. Che il comunismo non sia più nemmeno di moda è un dato di fatto. La falce e martello è stata riposta da tempo in soffitta. Le bandiere rosse sventolano ormai solo il primo maggio e in qualche corteo sindacale. In giro per il mondo resistono pallide parvenze (o caricature) di comunismo a Cuba e nella Corea del Nord, mentre la Cina è un ossimoro vivente con il suo comunismo capitalista e la Russia si è convertita al nemico di ieri, il capitalismo appunto, ma gestito e governato dagli stessi vecchi comunisti dell’Unione Sovietica che fu. In Italia, già patria del più grande partito comunista d’Occidente, gli eredi di Togliatti e Berlinguer, anzi, la maggior parte di quegli eredi ha appena rotto gli indugi decidendo di fare un partito unico, «Democratico» e stop, assieme agli eredi (anche qui: solo la maggior parte...) di De Gasperi e Moro. Una fusione a freddo, dicono i più critici. Nella quale già chiamarsi «compagni» potrebbe presto diventare un problema...
Ma il comunismo - spiega all’inizio del libro Salomone detto Moni Ovadia, classe 1946, nato a Plovdiv, in Bulgaria, ma milanese d’adozione e molto legato a Trieste - non è stato soltanto è stato anche centinaia di milioni di donne e di uomini che hanno aderito «al più grande ideale di liberazione mai partorito dalla mente umana senza ricorrere alla fede, alla religione o ad altre forme di credenza».
Certo, il sistema partorito da quegli ideali teorici era iniquo e fallimentare e dunque è crollato miseramente. Ma non sono tramontati gli ideali, le ragioni, i valori che «hanno mobilitato lo slancio prometeico, l’energia, l’abnegazione e il sacrificio dei comunisti». Che si chiamano tuttora giustizia sociale, uguaglianza, fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
«Un revisionismo strumentale - scrive Ovadia - oggi vorrebbe far credere, per precise motivazioni politiche, che quella del comunismo fu solo una storia di orrori. Non è cosí: fu una storia di uomini, di idee, di sacrifici, di dedizione, di tradimenti, sofferenze e dolori che non può essere archiviata nel bidone della spazzatura della storia televisiva. Gli uomini che diedero la vita per l'utopia del grande riscatto meritano uno sguardo che ne ricordi l'umanità estrema, una pietas che non li trasformi in numeri. Il tutto visto attraverso la lente dell'umorismo, l'arma piú potente che abbiamo per prevenire la violenza».
A quelle donne e a quegli uomini traditi nelle proprie speranze l’artista e scrittore yiddish dedica il volume. E a loro ricorda il dovere di fare propri i motivi del fallimento fino alla più spietata autocritica. Anche quando sconfina nell’ironia e nell’autoironia, doti di cui il potere, da che mondo è mondo, è sempre stato privo.
Ecco allora l’epopea della grande Unione Sovietica raccontata con lo stesso approccio del witz mitteleuropeo, della storiella ebraica - della quale Ovadia è maestro sopraffino nonchè massimo divulgatore in Italia - ma anche dei vecchi aneddoti e delle vecchie storielle che circolavano, quasi sempre di nascosto, ai tempi dell’Urss. La battuta antistalinista, contrariamente a quanto si può credere, è nata dunque proprio a Mosca, partorita fra la rassegnata pazienza del popolo russo e l’eterna stupidità della burocrazia sovietica. Con un debito proprio nei confronti di quegli ebrei centro-europei che in Unione Sovietica avevano trovato rifugio.
Fino a un certo punto. Perchè anche lì d’un tratto le cose cambiarono radicalmente e tragicamente. Moni Ovadia è uomo di sinistra ma anche uomo di mondo. La sua formazione marxista, più volte ripercorsa criticamente e comunque mai rinnegata, non gli impedisce dunque di ammettere amaramente: «Io, ancorchè ”comunista”, se considero la mia storia personale dal punto di vista retrospettivo, a differenza di tanti anticomunisti odierni da salotto televisivo, sarei stato inesorabilmente una vittima dello stalinismo».
Di più. Identifica anche il giorno della sua virtuale fucilazione: il 12 agosto 1952, quando tutti i grandi dell’intelligenza ebraica bolscevica venne uccisi per ordine di Stalin. Quello stesso «caro e dolce padre» che nella copertina del libro, bell’esempio di iconografia sovietica, sorride rassicurante e paterno alla bimbetta bionda che gli cinge con le braccia il primo maggio di quello stesso ’52, sullo sfondo di una Piazza Rossa pavesata di fiori e bandiere.
Quante speranze, quanto dolore, quanta violenza dietro il tragico destino del comunismo sovietico, dietro la rivoluzione tradita e l’utopia di un mondo migliore. Moni Ovadia offre al lettore il tesoro della diceria popolare, della canzonatura, della storiella umoristica autodelatoria e tutta una tradizione satirica su Lenin, Stalin, Breznev...
Ecco allora un’originale storia del comunismo, dalla Rivoluzione del 25 ottobre 1917 alla caduta dell’Unione Sovietica, attraverso le debolezze, le manie, persino le perversioni dei suoi leader. Attingendo, sulla falsariga della storiella e del motto ebraico, a un vastissimo materiale inedito di storielle, aneddoti, barzellette, pubblicazioni censurate... E la gigantesca macchina della retorica di regime rivela il suo volto patetico di fronte alla fulminante sintesi del motto di spirito, della storiella.
Come quella che dice: «Qual è la principale differenza tra la società capitalista e quella socialista? In una società capitalista l’uomo sfrutta l’uomo. In una società socialista, viceversa». Pare che piaccia molto a Berlusconi...

(26 aprile 2007)
 
 

 

 


15^ Congress of European Association for Psychotherapy (EAP) congiunto al 3^ Congresso della Federazione Italiana Associazioni di Psicoterapia (FIAP)

Humour and other strategies to survive emotional crisis

Umorismo e altre strategie per sopravvivere alle crisi emozionali.

15-17 giugno 2007

Palazzo dei Congressi

FIRENZE

 

Con il patrocinio di:

Regione Toscana

Provincia di Firenze

Comune di Firenze

Fondazione Meyer

Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze

Università degli Studi di Siena

Società Italiana di Psichiatria

Ordine Nazionale degli Psicologi

Ordine degli Psicologi della Toscana

Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri

Ordine degli Assistenti Sociali della Toscana

Coordinamento Nazionale delle Scuole Private di Psicoterapia

 

 
 
 

Il 15° Congresso

 dell’Associazione Europea

 di Psicoterapia (EAP),

 insieme al 3° Congresso

 della Federazione Italiana

 Associazioni di

 Psicoterapia (FIAP), si

 terrà a Firenze dal 14 al

 17 Giugno 2007.

  

I temi

  • L’umorismo in psicoterapia
  • L’umorismo sulla psicoterapia
  • Strategie per sopravvivere alle crisi emozionali
  • Relazione terapeutica e umorismo
  • L’umorismo nella formazione degli psicoterapeuti
  • L’umorismo in altri campi sociosanitari

 

scarica la locandina

Lectio Magistralis
PATCH ADAMS (da confermare)
VITTORIO GALLESE
GUGLIELMO GULOTTA

Tra gli oratori

Maurizio Andolfi, Carlo Barburini, Joel S. Bergman, Annibale Bertola, Fabio Bassoli, Paul Boyesen, Paolo Busoni, Simona Caprilli, Rodolfo de Bernart, Mony Elkaim, Alexander Filts, Gianni Francesetti, Serge Ginger, Annette Kreuz, Camillo Loriedo, Vicktor V. Makarov, Mario Mariotti, Michel Meignant, Paolo Migone, Carmen Moran, Patrizia Moselli, Luigi Onnis, Roberto Parrini, Piero Petrini, Alfred Pritz, Adrian Rodhes, Massimo Rosselli, Giuseppe Ruggiero, Willy Szafran, Margherita Spagnuolo Lobb, Peter Stratton, Laura Vagnoli, Arlene Vetere, Riccardo Zerbetto, Alberto Zucconi.

Interverranno inoltre
Anita Casadei, Luca Casadio, Pasquale Chianura, Cristina Dobrowolski, Franco Fasolo, Giancarlo Francini, Gabriella Gandan, Daniela Giommi, Lino Grandi, Elisabeth Jupiter, Pierluigi Lattuada, Conny Leporatti, Leonardo Magalotti, Francesca Mugnai, Nossrat Peseschkian, Vladimir & Yury Olshansky, Alessandro Perondi, Anna Ravenna, Valerio Sgalambro, Danilo Solfaroli Camillocci, Alessandro Vannucci e molti altri.

Perché un Congresso sull’umorismo in psicoterapia?
Ogni terapeuta sa quanto l’umorismo possa essere d’aiuto nel curare. Ricerche specifiche dimostrano il potere di questo atteggiamento in terapia, ma spesso questo modo di lavorare con i pazienti è sottostimato e non viene menzionato nei lavori e nelle comunicazioni ufficiali. In questo congresso cercheremo di confrontare metodi differenti dell’uso dell’umorismo e altre strategie utili a superare le crisi emozionali e ad aiutare i nostri pazienti e noi stessi. Un grande aiuto per comprendere questo potrà venire da professionisti del campo come attori, registi, scrittori intervistati da membri del nostro settore. Naturalmente, useremo film e video per vedere l’umorismo in azione e cercheremo di fare insieme alcune esperienze dal vivo.

Razionale introduttivo:

In un mondo in cui siamo confrontati in permanenza con la distruttività, con catastrofi personali e naturali e con il dolore, l’umorismo è uno strumento importante per portare una luce a coloro che sono colpiti da queste spiacevoli circostanze. L’umorismo ci dà infatti una possibilità di sfuggire a pensieri depressivi anche  se solo per un solo momento e di pensare ai problemi da un altro punto di vista. E’ come quando siamo intrappolati in qualche valle nebbiosa, dove tutti sono in uno stato d’animo triste e vediamo un raggio di sole che attraversa le nuvole, decidiamo di arrampicarci su una collina dove il sole splende e vediamo il cielo azzurro e la nebbia   giù lontana nella valle. Questa esperienza porterà un sorriso sulle nostre labbra e d’un tratto anche la nebbia sembrerà meno fitta e più leggera.

Sarà un Congresso sicuramente diverso da quelli a cui siamo abituati. Parlare dell’umorismo non è facile neppure per grandi Psicoterapeuti, quali sono i relatori invitati. Ci aiuterà la presenza di autori che sono da sempre ‘divertenti’ come Gulotta o Elkaim, o che hanno inventato la comicità in terapia come Patch Adams. Ma cercheremo di riflettere anche sulle modalità attraverso le quali l’umorismo è efficace.

Ci saranno anche molte occasioni di confronto apportate dai molti esperti del campo, attori, registi, clowns etc, che parteciperanno attivamente o indirettamente  al congresso.Soprattutto sarà possibile sperimentare l’umorismo sul campo nei workshop esperienziali.

E non dimentichiamo le altre strategie richiamate dal titolo. Parleremo di EMDR (importantissima nelle situazioni post-traumatiche da stress, ma utilizzabile anche per superare l’impasse in tante terapie invidiali o di coppia), di Pet-therapy, di teatro e di altro ancora. La collaborazione con la Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze ci collegherà con l’uso dell’umorismo in medicina e pediatria.

Le immagini, i film, le tecniche non verbali in genere ci aiuteranno a coinvolgerci nei contenuti al di là delle differenze di lingua e cultura. I partecipanti  infatti vengono da tutta l’Europa ma anche da Australia, Asia, Africa e Stati Uniti. La lingua sarà l’Inglese con traduzione Italiana o viceversa.

Saranno presenti rappresentanti di tutte le forme di Psicoterapia , dalla Psicoanalisi alla Terapia Familiare Sistemico Relazionale, alla Terapia Cognitivo Comportamentale, a quella Corporea, Gestaltica etc.

La FIAP e l’EAP rappresentano circa l’80 % degli psicoterapeuti europei ed italiani e ci saranno anche i colleghi della FAIP.

 

Ogni terapeuta sa quanto l’umorismo possa essere d’aiuto nel curare. Ricerche specifiche dimostrano il potere di questo atteggiamento in terapia, ma spesso questo modo di lavorare con i pazienti è sottostimato e non viene menzionato nei lavori e nelle comunicazioni ufficiali. In questo congresso cercheremo di confrontare metodi e differenti dell’uso dell’umorismo e di altre strategie utili a superare le crisi emozionali e ad aiutare i nostri pazienti e noi stessi.

Si cercherà di dare una valutazione alla parte negletta dell’uso dell’humour in psicoterapia; di far confrontare teorici e tecnici di vari approcci psicoterapici sull’umorismo e vedere le applicazioni anche in situazioni gravi psicologiche o psichiatriche, pediatriche, mediche.

 

Ci saranno molte occasioni di confronto apportate dai molti esperti del campo, attori, registi, clowns etc, che parteciperanno attivamente o indirettamente  al congresso, soprattutto sarà possibile sperimentare l’umorismo sul campo nei workshop esperienziali, con lezioni integrate da dibattiti, esperienze guidate, tavole rotonde, role playing e drammatizzazione.

E non dimentichiamo le altre strategie richiamate dal titolo. Si parlerà di EMDR (importantissima nelle situazioni post-traumatiche da stress, ma utilizzabile anche per superare l’impasse in tante terapie invidiali o di coppia), di Pet-therapy, di teatro e di altro ancora. La stretta collaborazione con la Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze collegherà con l’uso dell’umorismo in medicina e pediatria.

Le immagini, i film, le tecniche non verbali in genere aiuteranno a coinvolgere i congressisti nei contenuti al di là delle differenze di lingua e cultura. Saranno presenti rappresentanti di tutte le forme di Psicoterapia, dalla Psicoanalisi alla Terapia Familiare Sistemico Relazionale, alla Terapia Cognitivo Comportamentale, a quella Corporea, Gestaltica etc.

 

Quote d’iscrizione:

EAP-FIAP membri                                               300,00 euro

EAP-FIAP non membri                                       400,00 euro

Delegati Paesi dell’Est - Studenti        200,00 euro

Studenti di Istituti CNSP                                     200,00 euro

Accompagnatori                                   150,00 euro

 

 

 


 
Roma, 23,24,25 Febbraio 2007

Morire dal ridere - ridere per

 guarire

L'azione terapeutica

 dell'umorismo

Organizz.: ISIPSÉ - Istituto di

 specializzazione in psicologia

 del sé e psicoanalisi

 relazionale Scuola di

 psicoterapia in psicologia del

 sé e psicoanalisi relazionale

 

 
 




 

 





 

 

 

Updated: Jan., 8, 2015



                  


 



Related Links

Bibliography about Humour and Therapy

Philosophy and Humour: Interview to Simon Critchley

"Jewish Humour on Psychoanalysis" by David Meghnagi  (abstract)

"Some Reflections on Humour in Psychoanalysis" by Ronald Baker (abstract)

(in german)

Psychowitze

(in spanish)

What's Witz?

(in italian)

Che ridere questo Freud!  (intervista a Moni Ovadia)

 





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