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L'affresco - Storia
testi: S. Baroni - Redazione Sacrum Luce
L'età moderna
Con i Carracci, che adottano una più ricca gamma di pigmenti, si
definisce la pratica dell'affresco barocco. I procedimenti non
cambiano sostanzialmente da quelli dei secoli precedenti, se non nella
ricerca di accorgimenti volti a soddisfare nuove esigenze estetiche:
colore e luce sono i mezzi espressivi più sfruttati di questo periodo e
sono ottenuti, il primo con impasti di colore a corpo e sempre più
ricchi, il secondo con una stesura di intonaco granuloso anziché liscio,
che accentua la luminosità del colore ed evoca la pittura ad impasto su
tela.
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In questo periodo, l'uso del bozzetto a disegno e del modello a colori,
consentono non solo prove successive e sempre più vicine alla
realizzazione definitiva ma anche una precisa sperimentazione
preliminare, dato che l'affresco investe ormai spazi sempre più legati
alle strutture architettoniche (archi, volte, pennacchi, cupole). Il
riporto è ancora a ricalco o a spolvero e sfruttatissimo è il sistema
della graticolazione prospettica per la riproduzione in scala sui
soffitti e volte, descritto dal padre gesuita Andrea Pozzo ne "L'arte di
dipingere a fresco" (1693), unica trattazione pratica del Seicento in
materia.
Intanto viene introdotta nella prassi antica un'altra importante
modifica, resa possibile proprio dalle frequenti addizioni di calce alla
stesura dei colori: la "granitura". Si tratta di fatto della lavorazione
che consente di "rilevare il pelo della malta", alzando sulla superficie
i singoli grani di sabbia che la compongono. Rispetto alle stesure su
intonaco liscio, si ottengono effetti cromatici diversi della pittura sovrammessa, accelerando però notevolmente l'essiccazione dell'intonaco. |
L'affresco rimane la tecnica per eccellenza nella decorazione parietale
godendo di una larghissima fortuna nell'arte settecentesca dell'intera
Europa , mentre nel primo
Ottocento inizia un lento ma continuo declino, legato alla scomparsa
della grande pittura storica e prospettica, che coincide con l'avvento
del neoclassicismo e con i tentativi di ritrovare i modi dell'antica
pittura parietale ad encausto, tecnica che prevede come legante la cera
a caldo.
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Più tardi anche il gusto romantico-primitivistico porterà a
vari tentativi di recupero che avranno varia fortuna ma scarso seguito:
un esempio a Lucca è quello del pittore
Michele Ridolfi che eseguì opere e restauri con la tecnica ad
encausto, cui dedicò anche una trattazione teorica.
Frattanto anche i materiali sono mutati: alle calci ottenute con pietre
scelte si sostituiscono prodotti industriali, spesso di minor qualità e
costo; si introducono nuovi pigmenti dalle belle e preziose tonalità, ma
non resistenti alla causticità dell'intonaco. |
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Anche il mestiere del pittore cambia: la grande tradizione della bottega
cede progressivamente il passo alla formazione scolastica di Accademia,
talvolta lontana dalle preoccupazioni tecnico-pratiche del mestiere e
dalle lunghe stagioni passate sui ponteggi.
Tentativi di tornare alla tecnica dell'affresco vennero effettuati in
Italia, dopo la stagione dell'Art Nouveau, durante il periodo fascista,
ma con scarso successo perché fondati più su retorici ritorni al passato
piuttosto che su effettive esigenze di ricerca di nuovi mezzi espressivi
e reali conoscenze tecniche. |
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