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Anatomia
e fisiologia dell’arto inferiore Nell’arto
inferiore ci sono due sistemi venosi (profondo e superficiale),
collegati tra loro dalle vene perforanti. Queste vene, che sono la causa
dei più evidenti problemi estetici, si trovano: nella caviglia (dove
mettono in comunicazione la safena interna con le vene profonde della
gamba), sopra il polpaccio (perforanti muscolari). Tutte le vene sono
munite di valvole, che hanno il compito di favorire il ritorno venoso.
Il flusso venoso di ritorno è reso funzionale oltre che dal gradiente
pressorio, attivato dalla pompa cardiaca, anche dalla pompa muscolare e
plantare. Il microcircolo linfatico contribuisce anch’esso alla
normale fisiologia della gamba. Malattie
venose
Le
malattie venose possono essere causate da: un processo infiammatorio,
stasi, problemi di coagulazione. Quando la componente infiammatoria è
prevalente si parla di tromboflebite. Nei casi cui non compare la
componente flogistica, si configura il concetto di flebotrombosi. I due
eventi patologici sono difficilmente distinguibili. Malattie
venose superficiali
-Flebiti
migranti: sono una delle forme più comuni di flebiti, hanno la
caratteristica d’interessare piccoli tratti venosi, spesso spariscono
spontaneamente per ricomparire altrove. -Trombosi
venose superficiali: sono causate da una formazione di trombi per
un’anomala aggregazione piastrinica. Terapia trombosi superficialeLa
terapia della trombosi ha due indirizzi terapeutici in relazione alla
presenza della componente infiammatoria. -In
presenza di flogosi: antinfiammatori per uso topico e sistemico (Ketoprofene,
Fenilbutazone, Benzidamina…), terapia antibiotica in presenza di
complicanze batteriche. -Senza
flogosi: Eparina calcica, eparinoidi per uso topico. Malattie
venose profonde
La
trombosi venosa profonda è caratterizzata dall’occlusione di una vena
profonda ad opera di un trombo. La formazione del coagulo è favorita
dalla stasi venosa. Il sangue a causa della stasi coagula inizialmente
in prossimità dei seni valvolari (particolari valvole a tasca che
favoriscono il ritorno venoso). L’accertamento di questa malattia è
effettuata nella maggior parte dei casi con i seguenti mezzi
diagnostici: -Ecodoppler:
individua la presenza della stasi venosa grazie alle proprietà di un
segnale ad ultrasuoni, che varia il proprio rumore in base alla velocità
del flusso sanguigno. -Flebografia:
è il metodo più attendibile ma può dare luogo a manifestazioni
allergiche per la presenza dello Iodio nel mezzo di contrasto.
L’infusione del liquido diagnostico, nel tratto venoso da esaminare,
è seguita da una radiografia. La
trombosi venosa profonda è la terza malattia cardiovascolare per
diffusione dopo l’infarto e l’ictus. Può provocare gravissime
conseguenze: embolia polmonare, gangrena venosa. Terapia
trombosi profonda La
terapia della trombosi profonda può essere sia farmacologia sia
chirurgica. -Terapia
farmacologia: si basa prevalentemente sull’uso dell’eparina (che ha
la proprietà di bloccare il processo trombotico impedendo
l’estensione della malattia), e farmaci trombolitici (Urokinasi,
Streptochinasi che sono particolari sostanze che provocano la
disgregazione dei trombi, ma causano possibili rialzi pressori ed
emoraggie). -Terapia
chirurgica: trombectomia (introduzione, nella vena da trattare, di un
catetere Fogarty attraverso il quale è possibile eliminare il trombo,
questo particolare catetere danneggia in maniera irreversibile il
sistema valvolare), legatura venosa (consiste in una particolare
legatura della vena da trattare, che permette un normale deflusso venoso
impedendo contemporaneamente il passaggio di grossi frammenti trombotici),
fasciotomia (particolari incisioni cutanee con le quali si tenta di
ridurre l’edema).
VARICI Si definiscono varici quelle vene che hanno subito un processo di dilatazione e allungamento. Le cause possono essere: -Essenziali:
quando dipendono da un malfunzionamento o alterazione localizzate della
parete venosa. -Secondarie: dovute ad ostruzioni del sistema venoso profondo, ereditarietà, malattie neoplastiche. Diagnosi La
comparsa delle varici è determinata dalla rottura di un delicato
equilibrio che si stabilisce tra parete venosa, valvole, pressione
endovasale. I principali fattori predisponesti sono: ereditari,
alterazioni congenite. Questi fattori possono diventare determinanti
quando si sommano situazioni fisiologiche quali: gravidanza, obesità,
sedentarietà, calore, alterazioni ortopediche (piedi piatti, lussazione
dell’anca), etilismo, senilità. Le
varici più comuni sono: -Della
safena (varice del ciclista), tipica di chi pratica alcuni sport. Sono
causate da un’alterazione di una vena perforante. Queste varici
possono essere isolate o presenti in entrambe le gambe. -Edema
della caviglia: si presenta con una pigmentazione cutanea, che può
degenerare in una sindrome varicosa. Terapia
delle varici essenziali Il
principale trattamento è quello chirurgico. La tecnica più utilizzata
è quello denominata “Stripper”. Essa consiste nell’isolare la
safena da asportare con una legatura per poi strapparla con uno speciale
catetere ad oliva. Nell’applicare questa tecnica occorre porre grande
attenzione alle condizioni delle vene perforanti, che devono essere in
perfette condizioni pena emorragie diffuse. Nei casi meno gravi e più
localizzati può essere utilizzata la terapia sclerosante, che consiste
nell’introduzione di particolari medicamenti che provocano la chiusura
di vene in particolari punti, in modo da ridurre il sovraccarico.
L’alternativa alla terapia chirurgica è soltanto la
elastico-compressiva (uso di particolari calze elastiche). Varici
secondarie Sono varici causate da un’ostruzione del sistema venoso profondo. I segni clinici più evidenti sono: edema della caviglia, stasi, ipertensione venosa, eczema, ulcera. Le vene superficiali, a causa dell’aumentato flusso, tendono a dilatarsi causando un’alterazione valvolare irreversibile. Diagnosi La diagnosi di questa patologia si avvale sia dell’uso del Doppler sia della manovra di Pethers, che consiste nell’osservare l’eventuale aumento della dilatazione venosa, dopo aver fatto camminare il paziente con l’applicazione di due lacci emostatici posti in particolari punti della gamba. Terapia Le terapie utilizzate sono: -Elasto-compressiva: applicazione di particolari calze elastiche, dalla compressione particolarmente elevata, che possono aumentare la velocità di flusso e diminuire la stasi. Questa terapia può essere utilizzata anche a scopo preventivo. -Medica: si utilizzano farmaci che aumentano il tono venoso e diminuiscono la permeabilità (eparinoidi, diosmina, rutosidea), o che riducono l’edema (diuretici). -Chirurgica: è utilizzata nei casi più gravi, consiste nella legatura delle perforanti. In alcuni casi la legatura può essere sostituita dalla terapia sclerosante. TERAPIA
PREVENTIVA Dopo l’estenuante lettura delle “Patologie degli arti inferiori”, vorrei porre in rilievo tutte le possibili strategie che possono essere messe in atto per prevenire o ridurre tali problemi. Norme
igieniche -Calo ponderale: da leggere “Come dimagrire senza illusione”, il “Chitosano”. -Esercizio fisico quotidiano: camminare a passo veloce per almeno 30 minuti al giorno. Ricordarsi sempre la regola del 12, la pompa plantare e muscolare entrano in azione solo dopo dodici passi, quindi se vi dovete spostare per fare qualsiasi attività sarebbe necessario rispettare questa semplice norma. -Astensione dal fumo. -Corretta elevazione degli arti di notte: occorrerebbe sollevare i piedi del letto di almeno 8 cm. Prodotti
uso topico -Antibiotici, se vi è la presenza di un’ulcera. -Eparinoidi (Lioton, Reparil...), trombosi senza infiammazione. -Antinfiammatori (Tantum, Feldene, Voltaren…), trombosi con infiammazione. Elastocompressione Uso di calze o calzini elastici, con una compressione di almeno 70 denari (13-17 mm/Hg). Chi lavora in posizione eretta deve avere l’accortezza di calzare zoccoli anatomici in legno. Terapia
farmacologia Può essere utile l’uso di farmaci flebotonici per ridurre la permeabilità capillare e aumentare il tono venoso. Farmaci consigliati: diosmina (Daflon, Arvenum, Venosmine), centella asiatica (Centellase, Centella complex, Centella Pharbenia), rutosidea (Venoruton, Essaven), Se le citate terapie igieniche non dovessero avere nessun riscontro positivo è consigliabile fare un’accurata visita da un bravo angiologo. maggio 2003.
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