La
vita e' bella
City
of angels
Il
piccolo diavolo e il grande genio
Editoriale
NICE
PRICE: Kill'Em All
Marlene
Kuntz: Biografia
The
Scorpions: Biografia
John
Spencer blues explosion
"Spiritual
black dimensions"
"On
Two Legs"
Omaggio
a una regina della neve
Calcio:
Europei, tante polemiche
Calcio:
Europa, l'Italia avanza
Ciclismo:
il Giro delle Fiandre
Tennis:
Fallimento azzurro in Davis
Libri:
storie di donne
Libri:
70 anni del giallo Mondadori
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MESSAGGIO
LATENTE:
Non posso continuare a mentirmi.
E' troppo forte e definito questo sentimento dentro di me.
Quando ti sto vicino e tu mi parli, mi racconti i tuoi problemi.
Ah... e quando mi guardi! Che vuoto mi prende!
E' bellissimo, e lo sento tutti i giorni ormai, anche quando non ci
vediamo.
Ti prego continua a leggere, e' importante, piu' di quello che penserai
di me dopo questa lettera.
Oggi pomeriggio, mentre studiavamo assieme, tu avevi finito un capitolo
e passeggiavi per la stanza, io invece ero alle prese con la fisica. Ero
proprio senza concentrazione, facevo sempre lo stesso errore e non riuscivo
a far quadrare il risultato, cosi' ti chiesi, tanto per fare una pausa:
"Non e' che ci capisci qualcosa?".
Non me l'aspettavo, e' stata una sensazione fortissima, ma allo stesso
tempo rilassante. Tu ti sei avvicinata, in piedi, e come se mi abbracciassi,
hai preso la mia matita e hai cominciato a darmi suggerimenti su come risolvere
l'esercizio.
All'inizio ho provato a seguirti, ma qualcosa dentro di me mi faceva
rilassare troppo, avevo la testa in aria e mi sentivo dolcemente bene.
Un po' come quando ci si sveglia la mattina e si rimane per qualche minuto
a letto, avvolti da una forte sensazione di benessere e dalle rassicuranti
coperte, o un po' come quando si resta incantati da una musica e non si
riesce a fare niente, tranne che farla suonare dentro se stessi.
Ho provato questo, tu mi avvolgevi e mi incantavi allo stesso tempo.
Io mi cullavo e mi lasciavo aiutare da te.
Ma c'e' qualcos'altro. Mentre mi parlavi, nella tua voce delicata c'era
un messaggio che non era fatto da parole, forse che neanche tu eri cosciente
di trasmettere, ma che mi comunicava chiaramente, ed era cosi' anche nel
tuo modo di guardarmi e di muoverti, tutto di te mi diceva (ed e' questo
che mi ha fatto decidere a scriverti) che anche tu stavi bene in quel momento.
A me piaceva farmi aiutare e a te piaceva aiutarmi, e cosi' sarebbe al
contrario e cosi' in altre mille situazioni, noi ci completiamo, lo senti?
(io so che la risposta e' si).
So che la situazione agli occhi di un altro puo' sembrare stupida,
ma non per me (e per te). E' stato solo un pretesto, che mi ha fatto trovare
il coraggio di dirmi (e dirti) quello che provo quando sto con te.
E' bellissimo, e spero che anche se non dovessi condividere le mie
sensazioni potro' restare sempre una tua amica.
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