Pathway Journal - Index Cinema
Luglio 1999SommarioAnno 1  - Numero 4

 Cinema 
         Film da riscoprire 
         Il Signor 15 palle 
         Manhattan 
         Shakespeare in love 
         Star Trek IX: L'insurrezione 
 
 Cultura e società 
        Accadde a luglio... 
        Addio Corrado 
        A. Christie: una vita per il delitto 
        Lettera aperta: pornografia on-line 
        Millenium bug, il virus del 2000 
        Nostradamus...l'uomo che sapeva 
        Spot di dubbio gusto 

 Dossier 
         Pantani: grinta sudore e...sfortuna 
         L'ABC di Marco Pantani 

 Libri e Fumetti 
         City Hunter: il manga 

 Musica 
         Immortal: "At the heart of winter" 
         Sinister: "Aggressive measures" 

 Sport 
         Calciomercato: maglie e bigliettoni 
         Il calcio dei Paperoni...... 
         Vento non fermarti.... 

 Green Corner 

 Mail - L' angolo della posta 

 Pinocchio - I vostri racconti 

 Archivio 

 Eppy Page - La pagina della redazione 

 Help - Spiegazioni sul sito 

 Links - Collegamenti ad altri siti web 

 News - Le ultime notizie da ''Amico'' 

 PJ and Co. - Per collaborare con noi

FILM DA RISCOPRIRE 

Ci sono film che, schiacciati dalla concorrenza dell'ultima luccicante 'americanata' o messi fuori gioco da una critica troppo intellettualmente positiva, durano al cinema solo lo spazio di un week-end. 
E' il caso delle due pellicole che vi presentiamo questo mese con l'accorato consiglio di andarle a recuperare in qualche polverosa videoteca, per gustarle, magari, mentre in TV danno l'ennesima fiction italiana. 
 

VIVERE! 

La  gallina crescerà e diventerà oca, l'oca diventerà capra, la capra diventerà bue, e dopo il bue c'è il Comunismo. 
E' l'insegnamento di Fu Gu ai figli, quasi uno slogan in cui è racchiusa  tutta la speranza e la fiducia nel comunismo. Ma, alla fine, il povero marionettista cinese dovrà ricredersi: punto  di partenza e d'arrivo di qualunque viaggio non può che essere l'uomo, l'individuo che va al di là di qualsiasi ideologia o filosofia. 
"Vivere !", una delle opere più intense del grande regista cinese Zhang  Yimou, narra  la storia di un uomo e un donna, una coppia che vive  fino in fondo la propria vita: pianti e risa, gioie e dolori, dubbi  e certezze,  il tutto in un momento storico particolare che  vedeva la Cina dare l'addio ad una tradizione millenaria per  intraprendere l'esaltante avventura di Mao Tse Tung (o Tong, come dicono i cinesi!). 
Il  film è una maestosa ricognizione storica  di  quella grande utopia che fu il comunismo: affascinante e spaventoso allo stesso tempo è vedere migliaia di persone UGUALI  (nei  vestiti, nei comportamenti, nel taglio di capelli), e più di una volta  il pensiero  corre alla terribile visione di Orwell, un  mondo dove c'è spazio solo per le idee e gli inni del Partito. 
Il tutto è, però, filtrato attraverso tanti piccoli quadretti  familiari: squisiti bozzetti minimalisti in cui risplende l'unicità  di quelle persone che qualcuno dall'alto  avrebbe  voluto ridurre in massa. 
E non stupisce, anzi appare scontato, il  fatto che in Cina la pellicola sia stato censurata e al regista Zhang Yimou negato il permesso  di andare Cannes. Ciò, comunque, non impedì al film di trionfare sulla Croisette, riportando a case il 'Gran premio della giuria' e la 'Palma d'oro' al migliore  attore per la straordinaria interpretazione di Ge You (per non parlare di Gong Li: semplicemente splendida, capace di far innamorare chiunque della Cina e delle cinesi !!!). 
"Vivere!" è un film incantevole e commovente (a tratti anche molto divertente!). Una vera e propria magia per gli occhi, il cuore e la  mente: lo spettatore che vorrà (ri)scoprirlo ne sarà coinvolto e travolto. Un vero peccato perderlo. 
 

L'ARTICOLO 2 

"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili  dell'uomo,  sia  come singolo, sia nelle formazioni sociali  ove  si svolge la sua personalità": così recita l'articolo 2 della Costituzione italiana, e sono belle parole...ma fino a che punto questi diritti inviolabili non rimangono macchie d'inchiostro su un pezzo di carta ? 
La verità è che sono proprio i diritti dei più deboli (i poveri, gli anziani, gli immigrati) ad essere più spesso violati. 
"L'Articolo 2", scritto e diretto da Maurizio Zaccaro, è un viaggio all'interno del mondo sconosciuto di quelli che oramai  tutti chiamano  extracomunitari, di quanti cioè hanno scelto il  nostro paese  per continuare ad avere una possibilità di vita. Ma l'Italia degli spot televisivi (luccicante, ricca, felice) è lontana anni luce da quella  vera, ancora carica di pregiudizi e  paure nei  confronti del "diverso" 
Il  film narra la storia di Said, interpretato dall'ottimo Mohamed Miftah,  un algerino che vive e lavora a Milano con la sua  famiglia. La sua è un'esistenza normale, quasi felice, certo migliore di quella di chi deve guadagnare ad un semaforo qualcosa da mangiare. Ma anche nella vita di Said non mancano esemplari di bravi  italiani purosangue, la cui unica preoccupazione pare essere quella di  ricordargli di essere  uno straniero,  un immigrato, un africano: sono i vicini di  casa,  i compagni  di scuola del figlio, il questore che continua a  chiamarlo 'marocchino' "tanto voi siete tutti uguali". 
Così, a un tratto, il fragile equilibrio  di serenità si spezza: Said ha  una seconda  moglie in Algeria che decide di raggiungerlo a Milano e questo, per la legge italiana, non è ammissibile. Comincia allora un'estenuante odissea giudiziaria fino alla ridicola sentenza degna del miglior  azzeccagarbugli: Said può tenersi le due mogli ma in  due case diverse. 
"L'Articolo  2" è un film intelligente che ha il suo punto di forza nella continua giustapposizione delle scene di degradata periferia urbana  italiana e di sterminati paesaggi africani;  gran  parte della  storia  è  in arabo, una scelta sicuramente azzeccata per avvicinarsi un po' di più ad una cultura così vicina eppure (ancora) così lontana. 
Retoricamente si potrebbe affermare che pellicole come queste andrebbero proiettate a scuola come fondamentale sostegno alla coltivazione di valori quali la solidarietà, l'amore, la generosità. 
Senza dimenticare che prima (e dopo) ogni altra cosa ci deve essere  il rispetto: il rispetto per tutti, anche per chi qualcuno continua a definire diverso. 
 

Scrivi a Judas!