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FILM
DA RISCOPRIRE
Ci sono film che, schiacciati dalla concorrenza dell'ultima luccicante
'americanata' o messi fuori gioco da una critica troppo intellettualmente
positiva, durano al cinema solo lo spazio di un week-end.
E' il caso delle due pellicole che vi presentiamo questo mese con l'accorato
consiglio di andarle a recuperare in qualche polverosa videoteca, per gustarle,
magari, mentre in TV danno l'ennesima fiction italiana.
VIVERE!
La gallina crescerà e diventerà oca, l'oca diventerà
capra, la capra diventerà bue, e dopo il bue c'è il Comunismo.
E' l'insegnamento di Fu Gu ai figli, quasi uno slogan in cui è
racchiusa tutta la speranza e la fiducia nel comunismo. Ma, alla
fine, il povero marionettista cinese dovrà ricredersi: punto
di partenza e d'arrivo di qualunque viaggio non può che essere l'uomo,
l'individuo che va al di là di qualsiasi ideologia o filosofia.
"Vivere !", una delle opere più intense del grande regista cinese
Zhang Yimou, narra la storia di un uomo e un donna, una coppia
che vive fino in fondo la propria vita: pianti e risa, gioie e dolori,
dubbi e certezze, il tutto in un momento storico particolare
che vedeva la Cina dare l'addio ad una tradizione millenaria per
intraprendere l'esaltante avventura di Mao Tse Tung (o Tong, come dicono
i cinesi!).
Il film è una maestosa ricognizione storica di
quella grande utopia che fu il comunismo: affascinante e spaventoso allo
stesso tempo è vedere migliaia di persone UGUALI (nei
vestiti, nei comportamenti, nel taglio di capelli), e più di una
volta il pensiero corre alla terribile visione di Orwell, un
mondo dove c'è spazio solo per le idee e gli inni del Partito.
Il tutto è, però, filtrato attraverso tanti piccoli quadretti
familiari: squisiti bozzetti minimalisti in cui risplende l'unicità
di quelle persone che qualcuno dall'alto avrebbe voluto ridurre
in massa.
E non stupisce, anzi appare scontato, il fatto che in Cina la
pellicola sia stato censurata e al regista Zhang Yimou negato il permesso
di andare Cannes. Ciò, comunque, non impedì al film di trionfare
sulla Croisette, riportando a case il 'Gran premio della giuria' e la 'Palma
d'oro' al migliore attore per la straordinaria interpretazione di
Ge You (per non parlare di Gong Li: semplicemente splendida, capace di
far innamorare chiunque della Cina e delle cinesi !!!).
"Vivere!" è un film incantevole e commovente (a tratti anche
molto divertente!). Una vera e propria magia per gli occhi, il cuore e
la mente: lo spettatore che vorrà (ri)scoprirlo ne sarà
coinvolto e travolto. Un vero peccato perderlo.
L'ARTICOLO 2
"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo,
sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si
svolge la sua personalità": così recita l'articolo 2 della
Costituzione italiana, e sono belle parole...ma fino a che punto questi
diritti inviolabili non rimangono macchie d'inchiostro su un pezzo di carta
?
La verità è che sono proprio i diritti dei più
deboli (i poveri, gli anziani, gli immigrati) ad essere più spesso
violati.
"L'Articolo 2", scritto e diretto da Maurizio Zaccaro, è un
viaggio all'interno del mondo sconosciuto di quelli che oramai tutti
chiamano extracomunitari, di quanti cioè hanno scelto il
nostro paese per continuare ad avere una possibilità di vita.
Ma l'Italia degli spot televisivi (luccicante, ricca, felice) è
lontana anni luce da quella vera, ancora carica di pregiudizi e
paure nei confronti del "diverso"
Il film narra la storia di Said, interpretato dall'ottimo Mohamed
Miftah, un algerino che vive e lavora a Milano con la sua famiglia.
La sua è un'esistenza normale, quasi felice, certo migliore di quella
di chi deve guadagnare ad un semaforo qualcosa da mangiare. Ma anche nella
vita di Said non mancano esemplari di bravi italiani purosangue,
la cui unica preoccupazione pare essere quella di ricordargli di
essere uno straniero, un immigrato, un africano: sono i vicini
di casa, i compagni di scuola del figlio, il questore
che continua a chiamarlo 'marocchino' "tanto voi siete tutti uguali".
Così, a un tratto, il fragile equilibrio di serenità
si spezza: Said ha una seconda moglie in Algeria che decide
di raggiungerlo a Milano e questo, per la legge italiana, non è
ammissibile. Comincia allora un'estenuante odissea giudiziaria fino alla
ridicola sentenza degna del miglior azzeccagarbugli: Said può
tenersi le due mogli ma in due case diverse.
"L'Articolo 2" è un film intelligente che ha il suo punto
di forza nella continua giustapposizione delle scene di degradata periferia
urbana italiana e di sterminati paesaggi africani; gran
parte della storia è in arabo, una scelta sicuramente
azzeccata per avvicinarsi un po' di più ad una cultura così
vicina eppure (ancora) così lontana.
Retoricamente si potrebbe affermare che pellicole come queste andrebbero
proiettate a scuola come fondamentale sostegno alla coltivazione di valori
quali la solidarietà, l'amore, la generosità.
Senza dimenticare che prima (e dopo) ogni altra cosa ci deve essere
il rispetto: il rispetto per tutti, anche per chi qualcuno continua a definire
diverso.
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