Pathway Journal - Index Cinema
Luglio 1999SommarioAnno 1  - Numero 4

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MANHATTAN SECONDO ALLEN: OVVERO COESISTENZA DI ELEMENTI METROPOLITANI E FAVOLISTICI
CoverSiamo alla fine degli anni '70, e nel cinema americano si sta muovendo qualcosa . Di fronte alle mega-produzioni quali Superman, e ai film meno costosi ma puramente americani come I guerrieri della notte, c'e' un 
autore/attore/regista che cerca di discostarsi da questo tipo di cinema, e presta la sua attenzione all'Europa. 
L'arte europea lo affascina molto, e in particolar modo un certo Fellini e un certo Bergman. 
L'autore/attore/regista di cui sto parlando e' il piu' europeo fra gli artigiani della celluloide americani . Piu' che il piu' europeo e' senza dubbio quello che non ha nessun pudore nel confessare apertamente gli influssi del vecchio continente nel suo modo di intendere l'arte e, probabilmente viene da se', nel suo modo di   intendere la vita. 
Sto parlando da tre ore di questo personaggio ma immagino che abbiate 
capito tutti che parlo di Woody Allen, se non altro a intuito, dal momento 
che i credits iniziali segnalavano la recensione di un suo film, o per 
meglio dire "del"suo film per antonomasia! 
Del resto vi posso garantire che basterebbe soffermarsi sulla figura di 
Allen per fare un'analisi-per di piu' dettagliata-di ogni suo film . 
Chi ancora non ha visto questo film, leggendo la trama potrebbe dire : "Eh 
bella novita'!" . Ed e' proprio questo il bello di questo cineasta : il 
riuscire a nobilitare, a illuminare con una differente focalita' argomenti 
abusati dal cinema di tutti i tempi . 

Volendo sintetizzare la trama di Manhattan, verrebbe piu' o meno cosi' : 
Isaac, sceneggiatore televisivo di successo, conoscitore dell'elite 
intellettuale newyorchese (alla quale lui stesso appartiene, anche se la 
considera una specie ignobile!), vive una situazione sentimentale molto 
confusa : si e' appena separato da una ex-moglie bisessuale, che si 
appresta a scrivere un libro compromettente sul loro rapporto di coppia . 
Tenta di colmare il vuoto con una diciottenne, che sottovaluta per la sua 
giovine eta' ma per la quale nutre un affetto paterno . C'e' anche un 
amico, che gli presenta la sua amante, una intellettuale della peggior 
razza (splendido il battibecco sul cinema di Bergman, che l'una considera 
un "accostamento dei propri problemi a tematiche universali", con relativo 
accanimento del secondo) . Questa giornalista-interpretata da una Diane 
Keaton in forma-non si sente a suo agio con un uomo che e' gia' sposato, e 
allo stesso tempo si sente attratta dal fascino di Isaac . Non tarderanno a 
simpatizzare e a finire a letto assieme . Tutto fino a quando lei non si 
ri-innamora dell'amico di lui . 
Nel frattempo Isaac ha cercato in tutti i modi di staccarsi dalla 
diciottenne, convincendola a recarsi a Londra per un corso di recitazione. 
Quando sta per raggiungerla all'aeroporto per convincerla a rimanere a New 
York, e' gia' troppo tardi : la giovane ha acquistato coscienza, e stavolta 
e' lei a convincere lui che bisogna avere pazienza, che col tempo si 
risolve tutto . 

Dove sta dunque la novita' in tutto questo???nello straordinario affresco 
che ci fornisce Allen della sua citta' natia . 
New York nella sua mente assume dei connotati quasi metafisici : e' la 
citta' dei suoi sogni, una metropoli che non puo' permettersi di vivere a 
colori come tutte le altre, ma deve distinguersi col suo sublime bianco e 
nero (firmato Gordon Willis, il direttore della fotografia che 
seguira'Allen anche in molti suoi progetti futuri) . 
Se poi a tutto questo aggiungiamo le suadenti note di George Gershwin (che 
guarda caso nacque come Allen a Brooklyn, ed entrambi erano figli di ebrei 
emigrati dalla Russia negli Stati Uniti) con quel tripudio di suoni che e' 
la Rapsodia in blu, ecco a voi, signore e signori, il capolavoro di Woody 
Allen e una delle pietre miliari di tutta la cinematografia mondiale . 

Una volta qualcuno disse che "Manhattan e' l'opera di tutte le opere, 
saggio e commedia, romanzo e cinema, dramma e geniale futilita' " . Un 
esagerazione??? 
forse si' . Lasciatemi dire comunque che qui fra i grattacieli di New York 
Allen ha raggiunto l'apice della sua ispirazione, e che questa ispirazione, 
raggiunta con modesti mezzi e conomici, vale piu' di cento Armageddon messi 
in fila indiana. 
Parola d'onore. 

CAST TECNICO ARTISTICO 

Regia: Woody Allen 
Sceneggiatura: Woody Allen, Marshall Brickman 
Durata: 96' 
(USA, 1979) 
Distribuzione cinematografica: MEDUSA 

PERSONAGGI E INTERPRETI 

Isaac Davis: Woody Allen 
Mary Wilke: Diane Keaton 
Yale: Michael Murphy (I) 
Tracy: Mariel Hemingway 
Jill: Meryl Streep 
Emily: Anne Byrne 
Connie: Karen Ludwig 
Dennis: Michael O'Donoghue 
 

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