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MANHATTAN
SECONDO ALLEN: OVVERO COESISTENZA DI ELEMENTI METROPOLITANI E FAVOLISTICI
Siamo
alla fine degli anni '70, e nel cinema americano si sta muovendo qualcosa
. Di fronte alle mega-produzioni quali Superman, e ai film meno costosi
ma puramente americani come I guerrieri della notte, c'e' un
autore/attore/regista che cerca di discostarsi da questo tipo di cinema,
e presta la sua attenzione all'Europa.
L'arte europea lo affascina molto, e in particolar modo un certo Fellini
e un certo Bergman.
L'autore/attore/regista di cui sto parlando e' il piu' europeo fra
gli artigiani della celluloide americani . Piu' che il piu' europeo e'
senza dubbio quello che non ha nessun pudore nel confessare apertamente
gli influssi del vecchio continente nel suo modo di intendere l'arte e,
probabilmente viene da se', nel suo modo di intendere la vita.
Sto parlando da tre ore di questo personaggio ma immagino che abbiate
capito tutti che parlo di Woody Allen, se non altro a intuito, dal
momento
che i credits iniziali segnalavano la recensione di un suo film, o
per
meglio dire "del"suo film per antonomasia!
Del resto vi posso garantire che basterebbe soffermarsi sulla figura
di
Allen per fare un'analisi-per di piu' dettagliata-di ogni suo film
.
Chi ancora non ha visto questo film, leggendo la trama potrebbe dire
: "Eh
bella novita'!" . Ed e' proprio questo il bello di questo cineasta
: il
riuscire a nobilitare, a illuminare con una differente focalita' argomenti
abusati dal cinema di tutti i tempi .
Volendo sintetizzare la trama di Manhattan, verrebbe piu' o meno cosi'
:
Isaac, sceneggiatore televisivo di successo, conoscitore dell'elite
intellettuale newyorchese (alla quale lui stesso appartiene, anche
se la
considera una specie ignobile!), vive una situazione sentimentale molto
confusa : si e' appena separato da una ex-moglie bisessuale, che si
appresta a scrivere un libro compromettente sul loro rapporto di coppia
.
Tenta di colmare il vuoto con una diciottenne, che sottovaluta per
la sua
giovine eta' ma per la quale nutre un affetto paterno . C'e' anche
un
amico, che gli presenta la sua amante, una intellettuale della peggior
razza (splendido il battibecco sul cinema di Bergman, che l'una considera
un "accostamento dei propri problemi a tematiche universali", con relativo
accanimento del secondo) . Questa giornalista-interpretata da una Diane
Keaton in forma-non si sente a suo agio con un uomo che e' gia' sposato,
e
allo stesso tempo si sente attratta dal fascino di Isaac . Non tarderanno
a
simpatizzare e a finire a letto assieme . Tutto fino a quando lei non
si
ri-innamora dell'amico di lui .
Nel frattempo Isaac ha cercato in tutti i modi di staccarsi dalla
diciottenne, convincendola a recarsi a Londra per un corso di recitazione.
Quando sta per raggiungerla all'aeroporto per convincerla a rimanere
a New
York, e' gia' troppo tardi : la giovane ha acquistato coscienza, e
stavolta
e' lei a convincere lui che bisogna avere pazienza, che col tempo si
risolve tutto .
Dove sta dunque la novita' in tutto questo???nello straordinario affresco
che ci fornisce Allen della sua citta' natia .
New York nella sua mente assume dei connotati quasi metafisici : e'
la
citta' dei suoi sogni, una metropoli che non puo' permettersi di vivere
a
colori come tutte le altre, ma deve distinguersi col suo sublime bianco
e
nero (firmato Gordon Willis, il direttore della fotografia che
seguira'Allen anche in molti suoi progetti futuri) .
Se poi a tutto questo aggiungiamo le suadenti note di George Gershwin
(che
guarda caso nacque come Allen a Brooklyn, ed entrambi erano figli di
ebrei
emigrati dalla Russia negli Stati Uniti) con quel tripudio di suoni
che e'
la Rapsodia in blu, ecco a voi, signore e signori, il capolavoro di
Woody
Allen e una delle pietre miliari di tutta la cinematografia mondiale
.
Una volta qualcuno
disse che "Manhattan e' l'opera di tutte le opere,
saggio e commedia, romanzo e cinema, dramma e geniale futilita' " .
Un
esagerazione???
forse si' . Lasciatemi dire comunque che qui fra i grattacieli di New
York
Allen ha raggiunto l'apice della sua ispirazione, e che questa ispirazione,
raggiunta con modesti mezzi e conomici, vale piu' di cento Armageddon
messi
in fila indiana.
Parola d'onore.
CAST TECNICO ARTISTICO
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen, Marshall
Brickman
Durata: 96'
(USA, 1979)
Distribuzione cinematografica:
MEDUSA
PERSONAGGI E INTERPRETI
Isaac Davis: Woody Allen
Mary Wilke: Diane Keaton
Yale: Michael Murphy (I)
Tracy: Mariel Hemingway
Jill: Meryl Streep
Emily: Anne Byrne
Connie: Karen Ludwig
Dennis: Michael O'Donoghue
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