Film
da riscoprire
Il
Signor 15 palle
Manhattan
Shakespeare
in love
Star
Trek IX: L'insurrezione
Accadde
a luglio...
Addio
Corrado
A.
Christie: una vita per il delitto
Lettera
aperta: pornografia on-line
Millenium
bug, il virus del 2000
Nostradamus...l'uomo
che sapeva
Spot
di dubbio gusto
Pantani:
grinta sudore e...sfortuna
L'ABC
di Marco Pantani
City
Hunter: il manga
Immortal:
"At the heart of winter"
Sinister:
"Aggressive measures"
Calciomercato:
maglie e bigliettoni
Il
calcio dei Paperoni......
Vento
non fermarti....
|
PANTANI:
GRINTA, SUDORE E...........SFORTUNA...
Era sabato 5 Giugno 1999, giorno della penultima tappa dell'82°
giro d'Italia, Madonna
di Campiglio-Aprica, era il giorno della consacrazione di Marco Pantani,
è stato il giorno della grande delusione e dello scandalo del ciclismo.....
Il Pirata viene sospeso per quindici giorni dalle competizioni perchè
il suo ematocrito è risultato superiore al 50%....e tutti a domandarsi
ma sarà vero? Certo che è vero dice uno, i ciclisti sono
tutti dopati.....a me piange il cuore a pensare a come Marco può
aver reagito alla notizia della sua "dopatura" ........qualcuno ha detto
che ha tirato un pugno su un vetro...Si, il ciclista che apparentemente
sembra sempre triste, vincente o perdente, prova delle calde emozioni
per una vittoria che è sua e che adesso vogliono togliergli per
una questione di numeri.......una vittoria che si è costruito nonostante
la sfortuna.... (una catena che cede....tanti incidenti...) con grinta
e molto sudore...
E i medici ci vengono a dire che il suo sangue è troppo denso
e che questo "potrebbe" essere indice di assunzione di eritropoietina (EPO)....
e che il pirata dovrà fare le controanalisi tra quindici giorni
e se risulterà tutto a posto la sua "fedina" rimarrà pulita
ma il suo cuore sarà infranto per un giro scippato da un medico
che non si è nemmeno preoccupato di sottoporlo ai necessari accertamenti
e ad una controprova di sicurezza, e sulla sua immagine fluttuerà
quell'alone di incertezza che mai ha contraddistinto questo campione di
Cesenatico....
Io vorrei fare chiarezza sulla situazione, ma sembra impossibile...le
opinioni dei medici sono discordanti circa l'affidabilità dell'analisi
basata sul solo ematocrito.
Ad
esempio il il professor Carlo Franzini, docente di analisi di laboratorio
all' Universita' Statale di Milano e presidente della Societa' italiana
di biochimica clinica e di medicina molecolare ha dichiarato che ''Pantani
e' stato appiedato con severita' eccessiva non suffragata da un dato clinico
probante. Un ematocrito al 52% non prova che il ciclista abbia preso eritropoietina,
perche' troppe persone, sportive e non, hanno valori naturali di ematocrito
superiori al 50%. Non e' affatto vero che con l' ematocrito al 52% si e'
malati o drogati.
Ci sono anzi moltissime ricerche scientifiche in tutto il mondo che
dimostrano l'esatto contrario''.
Inoltre i professori Renzo Galanello, docente di ematologia all'universita'
di Cagliari, e Andrea Mosca, docente di biochimica clinica all' universita'
di Milano, hanno dichiarato che ci sono strumenti assai efficaci per provare
in maniera chiara eventuali abusi di Epo, come la differenza di valori
tra le varie componenti cellulari del sangue e i test biochimici
sulle urine.
E allora mi domando come mai questa contrapposizione tra ematocrito
e test sulle urine non sia stato fatto....forse quest'epo era impossibile
da trovare, perchè effettivamente non presente...forse che Pantani
fosse squalificato avvantaggiava qualcuno....chi lo sà...
Resta il fatto che l'indice dell' ematocrito ha forte variabilità,
indipendentemente dall'uso di sostanze dopanti e che non ci sono prove
che un ciclista con un ematocrito alto sia dopato.
Anche il professor Giovanni Tredici, docente di anatomia alla Facoltà
di medicina di Milano, nonché medico del Giro d'Italia ha dichiarato:
"L'ematocrito alto non prova l'uso di EPO. Il range maschile, riportato
nei testi di medicina, arriva fino a 52, valore che segna l'ingresso in
una condizione di policitemia. Il test introdotto dalla UCI, in effetti,
non vuole rilevare l'uso di qualcosa di illecito, ma impedire a una persona
che ha un ematocrito elevato di correre per otto ore sotto il sole, con
un rischio crescente di trombosi e di embolia".
Mentre il dottor Laird dubita dell'affidabilità del test dell'ematocrito
poichè dal momento che se ad un atleta scaltro, sotto EPO, fosse
ritrovato un valore di ematocrito superiore al limite, questi potrebbe
attribuirlo ad un recente allenamento in quota od ad una recente disidratazione
(ad esempio da diarrea), chiamerebbe subito il suo legale, chiederebbe
una controanalisi, riposerebbe tracannando
bibite sportive ed in breve tempo diluirebbe il suo ematocrito quel tanto
necessario per superare il test. Nel caso in cui quell'atleta sia stato
monitorato per un anno intero ed il suo valore "normle" sia risultato tra
43 e 47, allora un valore di 52-53 prima di una gara é veramente
sospetto per EPO, ma se lui é abbastanza furbo da fermarsi e chiedere
un altro test, a quel punto sarebbe difficile portarlo in giudizio."
Quando l' Unione Ciclistica Internazionale (UCI) decise nel gennaio
1997 di introdurre il test dell'ematocrito per rivelare l'uso di EPO, fissando
come limite discriminante il valore del 50%. ci fu un'accesa protesta da
parte di molti esperti che ritenevano questo valore troppo basso e tale
da portare a falsi risultati.
Ora io credo che anche ammettendo che il test sull'ematocrito sia una
prova idonea all'esclusione di uno sportivo dalle competizioni, mi chiedo
come mai l'UCI non abbia prelevato contemporaneamente due provette di sangue
a Pantani onde evitare reclami. Cioè Pantani potrebbe fare ricorso
dicendo che quello non è il suo sangue e non avendo una controprova
come si fa per stabilire chi ha ragione?
Se l'UCI avesse prelevato due provette che avessero dato il medesimo
risultato non ci sarebbero state tutte queste polemiche.
Inoltre ci sono molte altre cose che non tornano...Si è capito
che l'ematocrito da solo non dimostra niente, ma in contrapposizione con
l'emoglobina può indicare l'uso di EPO.
Dunque l'emoglobina deve essere 1/3 del valore dell'ematocrito, se
è troppo alta significa che hai preso qualche sostanza dopante,
infatti è l'emoglobina che ti fa andare veloce non l'ematocrito.
Marco Pantani ha riportato una serie di risultati sorprendenti :
Venerdì 4/6 EMOGLOBINA 16,
EMATOCRITO 48 (nella norma)
Sabato 5/6 (mattina) EMOGLOBINA
16, EMATOCRITO 52 (mistero)
Sabato 5/6 (dopo tre ore) EMOGLOBINA
16, EMATOCRITO 48 (nella norma).
Io sono sempre qui a domandarmi come mai questi rapporti non siano
stati presi in considerazione.
Nella conferenza stampa proclamata dopo pochi giorni dall'avvenuta
sospensione il Pirata ha dichiarato: " Nel nostro ambiente c'è poca
professionalità. Tirare giù dal letto un atleta e controllarlo
in quel modo (un corridore ha solo sette minuti per fare l'analisi dopo
la sveglia) sembra un agguato"
Io credo effettivamente
che quei medici siano poco professionali non solo per quanto è successo
a Pantani, ma per quanto è accaduto ad un ciclista che pochi conoscono,
Loda, il quale ai controlli ad Agrigento è stato sospeso perchè
aveva l'ematocrito a 50.2%. Questo corridore ben sapendo di non essere
dopato è andato a farsi fare le controanalisi a Losanna in un'ospedale
accreditato dall'UCI, e si è sentito rispondere che gli dispiaceva
molto ma che i medici ad Agrigento si erano sbagliati e che lui aveva un
ematocrito alto di natura.....
Resta il fatto che non ha potuto partecipare al giro d'Italia....
Inoltre Marco ha dichiarato che c'è bisogno di regole certe
e non di lotta per le poltrone...
Francamente questa dichiarazione mi ha lasciata per un attimo interdetta
poi mi è venuto in mente che la dura presa di posizione contro il
doping da parte dell’Uci, la federazione ciclistica internazionale, attraverso
analisi longitudinali per i corridori durante l’arco della stagione, una
carta sanitaria (una sorta di "diario di bordo" del ciclista) continuamente
aggiornata, un calendario rivisitato e punteggi modificati era stata
presa dagli stessi dirigenti (dell’Uci) che fino a ieri avevano ignorato
il problema doping, mettendo la testa sotto la sabbia.
Per il molto onorevole Hein Verbruggen, presidente della federazione
internazionale, a fine dicembre ’96 il problema Epo semplicemente non esisteva
(esistevano già, purtroppo, anche i morti per questo famigerato
ormone). Poi, a gennaio ’97, sulla spinta dei corridori, ha dovuto introdurre
i controlli sull’ematocrito. Ed è lo stesso personaggio che a luglio,
in coda al terribile scandalo del Tour, diceva allargando le braccia "Non
siamo in grado di individuare l’Epo", dimenticando di aver finanziato per
anni ricercatori e strutture che periodicamente ci dicevano pieni di fiducia
che "ormai era solo questione di giorni, di settimane al massimo" per arrivare
ai nuovi efficacissimi test. Né serve guardare all’orto del vicino,
agli altri sport che ancora non introducono neppure i blandi controlli
sull’ematocrito. Perché adesso siamo già oltre l’Epo con
prodotti terrificanti pubblicizzati perfino su Internet.
Sono gli stessi dirigenti che per citare solo l’ultimo esempio non
si sono peritati di svalutare perfino una manifestazione come il campionato
del mondo, trasferito a ottobre nel disinteresse di tutti grandi campioni,
in nome dei contratti tv e dei soldi da incassare. E adesso ci dicono che
vogliono gestire la lotta al doping come se il lupo si fosse improvvisamente
trasformato in agnello. È credibile? Non sarà ancora
una volta una pura questione di potere? Pensate solo
un attimo alla "quantità" di potere che passa nelle mani di chi
gestisce commissioni e controlli. In assenza di organismi staccati ed indipendenti
dallo sport (come in Francia) la lotta al doping può diventare grande
strumento di ricatto e organizzazione del consenso. O sei con me e magari
in nome dello spettacolo sono disposto a chiudere un occhio, oppure
ti tormento con i controlli finché non soccombi. Tutto ciò
è già successo.
Una cosa è certa: non si esce dal circolo vizioso se gli interessi
dei controllati coincidono con quelli dei controllori. È la prima
regola per poter parlare di serio controllo e di "ciclismo più sicuro
e pulito" rispetto al passato.
Il Pirata Marco Pantani non ha bisogno di epo per vincere ma solo di
montagne e salite.
E' sempre stato un'incredibile scalatore fin dalle categorie minori.
L'ultima immagine che mi viene in mente è quando Marco durante
il giro del 1994 fece le scarpe ad un certo Miguel Indurain sulla lunga
salita del Mortirolo.....
Questo ricordo unito all'espressione stremata di Marco che arriva al
traguardo dopo una tappa in salita mi basta per essere tranquilla e pensare
a come il pirata vince.....
Con grinta, sudore e......nonostante la sfortuna il ciclista triste
scoffigge tutti, perciò ti prego PIRATA CONTINUA A PEDALARE......LUNGO
STRADE INFINITE.
|