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  di Patrizia Lungonelli
Cimurro, epatite, rabbia ... prevenire è meglio che curare!
Le vaccinazioni in questo mondo "cane"

Analogamente a quanto fatto per il gatto, in questa scheda parlerò sinteticamente di alcune malattie, infettive e non, più diffuse per il cane, per le quali (eccetto la filariosi cardiopolmonare per la quale utilizziamo un altro tipo di profilassi), è possibile una prevenzione per mezzo di un adeguato protocollo vaccinale.

Malattie di virali:
Cimurro (malattia di Carré)
Epatite infettiva contagiosa (malattia di Rubarth)
Gastroenterite virale (parvovirosi)
Virosi respiratorie: Tosse dei canili e Parainfluenza
Rabbia
 
Malattie di altra eziologia:
Leptospirosi
Leishmaniosi
Filariosi cardio-polmonare

Cimurro

Causa
E' sostenuta da un Paramyxovirus.
Può colpire i cani di tutte le età, ma i cuccioli tra i 3 e 6 mesi sono più recettivi.

Vie di trasmissione
Il virus viene eliminato con tutte le escrezioni organiche (feci, urine, saliva), ma si diffonde soprattutto attraverso materiale proveniente dal secreto oculo-nasale, dalle vie respiratorie di cani infetti (goccioline di Pfuffer) o dei portatori sani.
La porta d'ingresso dell'agente patogeno nell'organismo è rappresentata dalle tonsille e dai linfonodi faringei; da queste sedi si diffonde a milza, stomaco, intestino tenue e linfonodi meseraici e fegato, fino ad invadere il sistema nervoso centrale.
Il virus pur, diffondendosi per via aerogena anche a notevoli distanze, non è molto resistente nell'ambiente esterno e viene inattivato dai comuni disinfettanti, come per es. una soluzione di ipoclorito di sodio al 10% (la comune "varechina").

Manifestazioni cliniche
La malattia esordisce dopo un'incubazione di 3-7 giorni.
I primi sintomi sono: febbre elevata, forte abbattimento, anoressia e interessamento di:
apparato respiratorio con rinite, tosse, scolo nasale, laringite, tracheite, bronchite, broncopolmonite.
occhio con congiuntivite muco-purulenta associata talora a cheratite ulcerativa.
apparato digerente con vomito e diarrea anche emorragica.
cute con lesioni vescicolo-pustolose sulla pelle e in particolare sul piatto interno della coscia.


Spesso può seguire una fase di relativo miglioramento, a cui seguono però gravi sintomi a carico del sistema nervoso centrale: convulsioni, spasmi, contrazioni involontarie della muscolatura degli arti, ipermotilità, encefalite, meningite, paresi, paralisi, cecità.
La sintomatologia nervosa si conclude con la morte del soggetto.
Nei decorsi protratti può comparire ipercheratosi (indurimento) dei cuscinetti plantari (hard pad desease) e del tartufo
Il decorso della malattia può durare dai 10 ai 28 gg, sempre accompagnato da febbre continua o intermittente, eccetto nel momento della comparsa dei sintomi nervosi.
Il cimurro ha una mortalità dell'80%; nei casi in cui alcuni soggetti sopravvivano, possono rimanere "affetti" da sintomi nervosi quali epilessia e paralisi.
Nei cani adulti che contraggono la malattia è stata osservata una encefalite denominata "old dog encephalitis", caratterizzata dalla comparsa dei soli sintomi nervosi, non preceduti, come nei cuccioli, dagli altri: respiratori, gastroenterici, oculari.

Diagnosi
Si effettua, oltre che dai sintomi clinici, dagli esami di laboratorio come la messa in evidenza delle tipiche inclusioni intracitoplasmatiche indotte dal virus nelle cellule epiteliali o in quelle della mucosa congiuntivale.

Prevenzione
E' rappresentata dalla vaccinazione del cucciolo. Vista la presenza di tassi anticorpali materni che proteggono i piccoli fino alla 6°-14° settimana di età, si può procedere con il primo intervento vaccinale dal 45° giorno di età in poi.

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Epatite Infettiva

Causa
Adenovirus canino tipo1 (CAV1), scoperto in Svezia da Rubarth.
Malattia estremamente contagiosa, " aggressiva" e a rapida evoluzione, per cui o il soggetto guarisce o muore entro 2 settimane (ma la maggior parte dei cani soccombono).
Possono essere colpiti cani di qualsiasi età, ma i giovani sono i più sensibili.

Vie di trasmissione
Il virus passa da un soggetto infetto e uno sano per contatto diretto con saliva, urine, feci ( materiali organici che possono rimanere infettanti per 6 mesi), essudato proveniente dalle vie respiratorie.
La porta d'ingresso del virus è la mucosa oro-faringea; da qui colonizza a livello di tonsille che fungono da stazione di replicazione diffondendo la malattia a linfonodi, fegato, rene.

Sintomi
Dopo un'incubazione di 2-5 giorni si ha: profonda depressione, anoressia, vomito, dolori colici, ingrossamento delle tonsille e spesso dei linfonodi in generale, febbre (oltre 40°C).
Nei casi iperacuti la morte avviene in 12-24 ore, in seguito a collasso cardio-circolatorio o coagulazione intravascolare disseminata, accompagnati da dolori colici lancinanti e talora ematemesi (vomito di sangue).
Nei casi di minore intensità i sintomi sono generici: anoressia, febbre e abbattimento, che si accompagnano a gastroenterite, lesioni all'occhio ( il virus invade i tessuti oculari provocando lesioni corneali, il cd."occhio blu") in genere unilaterali, che compromettono la funzione visiva.
In alcuni casi, quando il sistema immunitario del soggetto si attiva contro il virus, la malattia evolve in epatite cronica attiva o in una cirrosi epatica.

Diagnosi
Non è semplice se si basa solo sulla sintomatologia clinica, perché spesso è difficile differenziare l'epatite infettiva da altre malattie quali il cimurro o le virosi respiratorie del cane.
Comunque si ricorre a test ematologici di laboratorio ( quelli di routine) e alla ricerca degli anticorpi indotti dal virus con l'immunofluorescenza.

Prevenzione
L'immunità materna protegge i cuccioli fino a 5-7 settimane di vita.
Essendo questa una malattia altamente contagiosa, si impone la prevenzione vaccinale come unica arma valida.

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Gastroenterite virale

Causa
Sostenuta da un Parvovirus che presenta strette correlazioni antigeniche col virus della Panleucopenia del gatto; infatti è possibile che i felini possano infettarsi col virus canino senza ammalarsi, ma diffondendolo poi nell'ambiente esterno.

Vie di trasmissione
Il contagio avviene per contatto diretto o tramite alimenti contaminati dal virus.
Si possono infettare cani di tutte le età, ma i cuccioli sono i più sensibili.
Essendo questo un virus molto resistente a temperatura e disinfettanti, è possibile un contagio soprattutto nei canili o nelle comunità, anche tramite veicoli passivi quali attrezzature e strumenti.

Sintomi
Esordio brusco con febbre (40°- 41°C), dolore addominale, diarrea, vomito con sangue, enterite emorragica, disidratazione, shock al quale segue morte.
Possibile la comparsa di ittero.
Ai sintomi gastroenterici possono unirsi quelli a carico dell'apparato respiratorio (tosse, difficoltà respiratoria, rantoli polmonari) e una grave forma di miocardite virus-indotta che spesso è causa di morte improvvisa dei cuccioli in brevissimo tempo (24 ore).

Diagnosi
Oltre che dei sintomi clinici, si avvale degli esami di laboratorio (come l'evidenziazione del virus nelle feci dei soggetti sospetti) e degli esami sierologici per la ricerca degli anticorpi antivirus.

Prevenzione
La protezione anticorpale materna nei confronti di PVC perdura più a lungo rispetto a quella per altri virus.
Il 25% dei cuccioli perde la protezione materna dalla 6° -18° settimana di vita, per cui si consiglia di eseguire la prima vaccinazione al massimo verso i 2 mesi di età.

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Virosi respiratorie

Causa
Le cause comprendono virus come: Adenovirus Canino 2 (CAV 2), responsabile della cd. "tosse dei canili" e Paramixovirus (SV5), responsabile della parainfluenza del cane.
Spesso sono associati batteri come: Pasteurella, Bordetella Bronchiseptica, Micoplasmi, che complicano la malattia indotta primariamente dal virus.

Sintomi
Questi virus sono responsabili di tracheo-bronchite, ma l'azione congiunta dei batteri può determinare bronchite o broncopolmonite anche mortale.
La febbre non è sempre presente, mentre compaiono: abbattimento più o meno marcato, congiuntivite, rinite, tonsillite, faringite, tosse stizzosa, difficoltà di respiro.
L' evoluzione è di 3-6 settimane.
La morte, nel 20% dei casi circa, avviene per insufficienza respiratoria.

Diagnosi
Si effettua mediante isolamento del virus o dei batteri con tampone nasale o faringeo.

Prevenzione
Esistono in commercio vaccini polivalenti che comprendono anche ceppi dei suddetti virus e batteri.

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Rabbia

Causa
Malattia contagiosa per cane, gatto, uomo e animali selvatici (volpi, lupi), provocata da un Rhabdovirus.

Vie di trasmissione
Il virus si diffonde nell'ambiente dalla saliva dei soggetti infetti, quindi ferite e abrasioni provocate dal morso sono la causa della diffusione della malattia.
Il periodo di incubazione è lungo 20-60 giorni nel cane, 15-30 nel gatto.
Il virus presente nella saliva essiccata perde potere patogeno in poche ore a temperatura ambiente.

Sintomi
I sintomi si devono alla localizzazione dell'agente infettante a livello dei gangli spinali intervertebrali, dove si moltiplica per poi raggiungere i neuroni cerebrali.
I nervi sono le vie di diffusione del virus per raggiungere anche altri distretti: in primis la ghiandole salivari, ma poi anche milza, rene, fegato, polmoni.
Prima è presente un periodo prodromico nel quale il soggetto cambia carattere, manifesta sintomi di agitazione immotivata, inquietudine motoria, sofferenza per gli spazi angusti e salivazione.
Dopo circa 36 ore abbiamo il sopraggiungere della sintomatologia vera e propria nella "rabbia furiosa" o nella "rabbia paralitica".
Forma furiosa
Presenta uno stadio di eccitazione marcato, nel quale l'animale diventa aggressivo: morde oggetti e persone, presenta nervosismo e mancanza di socialità con estranei e successivamente anche con il proprietario.
Tende a liberarsi, a scappare, a mordere ciò che attira la sua attenzione, può provocarsi automutilazioni, ferite profonde , si lacera lingua e labbra, emette saliva spesso schiumosa e mista a sangue, latrati e lamenti rauchi dovuti alla paralisi delle corde vocali.
Il soggetto ha anche difficoltà ad ingerire cibo, per il quale non mostra alcun interesse, per paralisi dei muscoli della deglutizione.
Gli occhi sono sbarrati, le pupille dilatate, ha impossibilità ad abbassare le palpebre, per cui la cornea diviene opaca e si essicca.
L'idrofobia sembra non essere presente nel cane al contrario dell'uomo.
Possono seguire episodi convulsivi che precedono la comparsa di incoordinazione muscolare.
Forma paralitica
I sintomi sono meno evidenti di quelli della forma furiosa.
La paralisi colpisce prima i muscoli della testa e del collo: il cane non riesce a masticare, né a deglutire.
La mandibola è come perduta, per cui la bocca non rimane chiusa e quindi c'è continua perdita di saliva.
Spesso questa sintomatologia viene imputata dal proprietario alla presenza di corpi estranei fermatisi trasversalmente nella gola.
Alla paralisi locale segue la paralisi generale e la morte dopo 48 ore dalla comparsa della sintomatologia.

Diagnosi
La diagnosi clinica trova conferma da esami istologici del tessuto cerebrale prelevato dai soggetti deceduti sospetti; questi esami sono effettuati da istituti di ricerca specializzati come gli Istituti Zooprofilattici.

Prevenzione
Considerando la pericolosità e l'esito mortale della malattia, l'unico mezzo preventivo è la vaccinazione, che può essere eseguita nel cane all'età di 3-4 mesi con richiami annuali.
L'obbligo di vaccinazione è richiesto per il transito e per il soggiorno all'estero.
In Italia la normativa dipende dalle Autorità Sanitarie Regionali.
A proposito di rabbia, il regolamento di Polizia Veterinaria, all'articolo 86, prevede, nel caso in cui il cane abbia morso persone (o altri animali), la denuncia alle Autorità Sanitarie competenti (Servizio Veterinario) e che il soggetto morsicatore venga sottoposto ad un periodo di osservazione di 10 giorni, durante il quale il cane non può ricevere alcun trattamento terapeutico o vaccinale per non confondere o falsare una eventuale sintomatologia in atto.
Ricordo che aver eseguito regolarmente la prevenzione vaccinale non sottrae l'animale morsicatore alla procedura di tale Regolamento, ma è un fattore tranquillizzante per le persone che hanno subito le lesioni da morso.

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Leptospirosi

Causa
Malattia sostenuta da batteri: Spirochete (cd. per la loro forma a spirale), genere Leptospira, presenti e diffuse nelle acque di fiume, di lago, di scolo e del mare.
Questi microrganismi sopravvivono poco all'ambiente esterno, infatti sono necessarie particolari condizioni di umidità, PH e temperatura.
Tutti gli animali domestici (uomo compreso) possono essere infettati, ma la principale riserva è rappresentata dai roditori: ratto, topo, arvicola.
Oltre ai roditori anche gli animali selvatici possono fungere da serbatoio della malattia (es. il riccio e volpe).
Le leptospire patogene per il cane sono la Ictero-hemorragiae (agente del morbo di Weil) e la Canicola (malattia di Stoccarda).

Vie di trasmissione
Il cane, analogamente all'uomo, può infettarsi attraverso escoriazioni cutanee, mucose di occhi, naso, cavo orale, o tramite ingestione di materiale contaminato soprattutto dalle urine dei portatori sani o dei soggetti ammalati che eliminano germi per 15-20 giorni.
L'infezione può trasmettersi anche per via placentare da madre a feto.

Sintomatologia
Dalla sede d'ingresso, le leptospire raggiungono il torrente sanguigno nel quale si moltiplicano; è questa la fase setticemica nella quale si manifestano i sintomi della malattia.
Dalla fase setticemica, che dura 4-8 giorni, si passa allo stadio tossiemico, con localizzazione del germe a livello di vari organi e tessuti.
Nella leptospirosi itteroemorragica i sintomi nella fase invasiva sono: febbre elevata (40-41°C), prostrazione, anoressia, dolori muscolari, congestione delle mucose oculo-congiuntivali, vomito.
Nella fase tossiemica successiva, i sintomi sono legati all'aggressione degli organi indotta dall'agente patogeno: fegato (epatite), rene (tubulonefrosi), apparato digerente (gastro-enterite).
In questa seconda fase la temperatura corporea diviene normale per poi scendere al di sotto dei valori fisiologici, compare l'ittero dal caratteristico colore giallo-arancio, associato a gravi disturbi della funzione renale, vomito, diarrea emorragica.
In alcuni casi ci può essere compromissione polmonare ed emorragie diffuse sulle mucose apparenti.
Nella forma sostenuta da L. Canicola la fase invasiva setticemica è analoga a quella della L. itteroemorragica, ma talvolta può comparire solo il sintomo di una insufficienza renale che ha evoluzione cronica; l'ittero è presente nel 15% dei casi.

Diagnosi
Esami di laboratorio per mettere in evidenza la funzionalità epato-renale, e conferma dei sintomi clinici tramite gli esami sierologici che consistono nella ricerca degli anticorpi antileptospira nei soggetti ammalati.

Prevenzione
Dal momento che la terapia antibiotica in corso di infezione ha spesso valore irrilevante se non è intrapresa nelle prime fasi della malattia, la prevenzione vaccinale, praticata seguendo protocolli e scadenze, risulta l'unica difesa per il soggetto.
La vaccinazione può essere eseguita dalla 9°-10° settimana di vita e in genere viene associata a quella del cimurro e dell' epatite infettiva.
L'immunità ottenuta dura 8-12 mesi e quindi sono consigliabili richiami ogni 6-12 mesi a seconda del rischio epidemiologico presente nella zona dove vive il soggetto.

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Leishmaniosi

Causa
Malattia protozoaria presente in tutti i Paesi europei del bacino mediterraneo; in Italia le aree più colpite sono quelle a clima caldo-umido del centro-sud e l'agente è la Leishmania donovani infantum, responsabile della leishmaniosi viscerale del cane e della leishmaniosi viscerale e cutanea nell'uomo.
Il cane rappresenta il reservoir domestico principale della malattia, il ratto quello selvatico.

Vie di trasmissione
Sono rappresentate da un insetto ematofago, il flebotomo, nel quale il protozoo compie cicli di sviluppo prima di essere inoculato col pasto di sangue nell'ospite definitivo, cane o uomo.
L'incubazione della malattia è lunga, fino ad un anno.

Sintomi
Quadro clinico polimorfo: dimagrimento progressivo notevole nonostante l'appetito del soggetto, facile affaticamento per anemia marcata, epistassi, ulcere cutanee (alle orecchie, naso, sporgenze ossee), dermatite con squame di forfora colore chiaro, ingrigimento del pelo, cheratite, congiuntivite, ingrossamento generalizzato dei linfonodi, aumento di volume della milza. La temperatura corporea all'inizio può essere febbrile e poi scendere a valori normali.
Il decorso della malattia è cronico e l'animale muore per complicazioni bronco-polmonari, renali, epatiche o cardiache.

Diagnosi
Nelle zone endemiche, come le aree mediterranee, la concomitanza di uno o più sintomi citati deve sempre far sospettare la malattia.
Gli esami di laboratorio (emocromocitometrico, Ves, protidogramma) e i test sierologici sono le metodiche attuate per il riconoscimento della malattia.

Terapia
E' lunga e non sempre efficace o tollerata dal paziente a causa degli effetti tossici del farmaco sul cane, delle resistenze, createsi negli anni da parte delle Leishmanie al prodotto impiegato per la terapia, e perché l'infezione può recidivare, dopo apparente guarigione, anche dopo 6-12 mesi dall'ultimo trattamento farmacologico.

Prevenzione
Se il soggetto vive in aree a rischio o se staziona nelle zone di vacanza mediterranee dove sono presenti i flebotomi, l'uso di collari o spray antiparassitari cutanei ad azione repellente per l'insetto, rappresenta l'unica forma di prevenzione attualmente disponibile.

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Filariosi cardio-polmonare

Causa
Malattia sostenuta da un nematode: Dirofilaria immitis.

E' riscontrata, pure se raramente, anche nel gatto, nel quale si localizza nello stadio adulto, nel cuore e nelle arterie polmonari.

Vie di trasmissione
L'infestazione avviene tramite la zanzara della specie comune, che funge da ospite intermedio e inocula nel cane le larve infestanti col pasto di sangue.
La diffusione della malattia è condizionata da fattori ambientali quali temperatura e umidità che permettono lo sviluppo e la sopravvivenza dell'insetto vettore.

Sintomi
I principali sono a carico dell'apparato cardio-respiratorio.
Generalmente si nota: stanchezza o apatia, progressivo dimagrimento, anemia.
I sintomi cardiaci sono dati da insufficienza valvolare, dilatazione cardiaca, aritmie, sincopi.
I sintomi respiratori sono: difficoltà respiratoria, tosse aggravata da esercizio fisico, anche se minimo, emottisi.
Sotto sforzo il cane può presentare: lipotimie, convulsioni, paralisi degli arti posteriori.
Con il progredire della malattia, lo scompenso cardiaco, porta a morte il soggetto.

Diagnosi
Semplice e veloce con test sierologico.
E' opportuno sospettare la malattia nelle aree endemiche ogni volta che il cane presenta disturbi quali debolezza muscolare, facile affaticamento, respiro affannoso, anche dopo breve esercizio, o riluttanza al movimento.

Terapia
La cura, nel caso di infestazione, intrapresa secondo il parere del veterinario, porta alla morte dei parassiti adulti e delle larve circolanti nel torrente sanguigno, ma spesso il cane può rimanere un soggetto affetto da sofferenza cardiaca cronica.

Prevenzione
Chemioprofilassi con la somministrazione di prodotti specifici (da aprile a novembre) che neutralizzano la larve trasmesse dalle zanzare.
Nelle zone ad alto rischio (es. Pianura Padana) la somministrazione del prodotto deve essere effettuata per tutto l'anno.

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