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Cimurro, epatite, rabbia ... prevenire è meglio che
curare!
Le vaccinazioni in questo mondo "cane"
Analogamente a quanto fatto per il gatto, in questa scheda parlerò sinteticamente
di alcune malattie, infettive e non, più diffuse per il cane, per le quali
(eccetto la filariosi cardiopolmonare per la quale utilizziamo un altro
tipo di profilassi), è possibile una prevenzione per mezzo di un adeguato
protocollo vaccinale.
Causa
E' sostenuta da un Paramyxovirus.
Può colpire i cani di tutte le età, ma i cuccioli tra i 3 e 6 mesi sono
più recettivi.
Vie di trasmissione
Il virus viene eliminato con tutte le escrezioni organiche (feci, urine,
saliva), ma si diffonde soprattutto attraverso materiale proveniente dal
secreto oculo-nasale, dalle vie respiratorie di cani infetti (goccioline
di Pfuffer) o dei portatori sani.
La porta d'ingresso dell'agente patogeno nell'organismo è rappresentata
dalle tonsille e dai linfonodi faringei; da queste sedi si diffonde a
milza, stomaco, intestino tenue e linfonodi meseraici e fegato, fino ad
invadere il sistema nervoso centrale.
Il virus pur, diffondendosi per via aerogena anche a notevoli distanze,
non è molto resistente nell'ambiente esterno e viene inattivato dai comuni
disinfettanti, come per es. una soluzione di ipoclorito di sodio al 10%
(la comune "varechina").
Manifestazioni cliniche
La malattia esordisce dopo un'incubazione di 3-7 giorni.
I primi sintomi sono: febbre elevata, forte abbattimento, anoressia e
interessamento di:
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apparato respiratorio con rinite, tosse, scolo nasale,
laringite, tracheite, bronchite, broncopolmonite. |
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occhio con congiuntivite muco-purulenta associata
talora a cheratite ulcerativa. |
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apparato digerente con vomito e diarrea anche emorragica. |
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cute con lesioni vescicolo-pustolose sulla pelle e
in particolare sul piatto interno della coscia. |
Spesso può seguire una fase di relativo miglioramento, a cui seguono però
gravi sintomi a carico del sistema nervoso centrale: convulsioni, spasmi,
contrazioni involontarie della muscolatura degli arti, ipermotilità, encefalite,
meningite, paresi, paralisi, cecità.
La sintomatologia nervosa si conclude con la morte del soggetto.
Nei decorsi protratti può comparire ipercheratosi (indurimento) dei cuscinetti
plantari (hard pad desease) e del tartufo
Il decorso della malattia può durare dai 10 ai 28 gg, sempre accompagnato
da febbre continua o intermittente, eccetto nel momento della comparsa
dei sintomi nervosi.
Il cimurro ha una mortalità dell'80%; nei casi in cui alcuni soggetti
sopravvivano, possono rimanere "affetti" da sintomi nervosi quali epilessia
e paralisi.
Nei cani adulti che contraggono la malattia è stata osservata una encefalite
denominata "old dog encephalitis", caratterizzata dalla comparsa dei soli
sintomi nervosi, non preceduti, come nei cuccioli, dagli altri: respiratori,
gastroenterici, oculari.
Diagnosi
Si effettua, oltre che dai sintomi clinici, dagli esami di laboratorio
come la messa in evidenza delle tipiche inclusioni intracitoplasmatiche
indotte dal virus nelle cellule epiteliali o in quelle della mucosa congiuntivale.
Prevenzione
E' rappresentata dalla vaccinazione del cucciolo. Vista la presenza di
tassi anticorpali materni che proteggono i piccoli fino alla 6°-14° settimana
di età, si può procedere con il primo intervento vaccinale dal 45° giorno
di età in poi.
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Epatite Infettiva
Causa
Adenovirus canino tipo1 (CAV1), scoperto in Svezia da Rubarth.
Malattia estremamente contagiosa, " aggressiva" e a rapida evoluzione,
per cui o il soggetto guarisce o muore entro 2 settimane (ma la maggior
parte dei cani soccombono).
Possono essere colpiti cani di qualsiasi età, ma i giovani sono i più
sensibili.
Vie di trasmissione
Il virus passa da un soggetto infetto e uno sano per contatto diretto
con saliva, urine, feci ( materiali organici che possono rimanere infettanti
per 6 mesi), essudato proveniente dalle vie respiratorie.
La porta d'ingresso del virus è la mucosa oro-faringea; da qui colonizza
a livello di tonsille che fungono da stazione di replicazione diffondendo
la malattia a linfonodi, fegato, rene.
Sintomi
Dopo un'incubazione di 2-5 giorni si ha: profonda depressione, anoressia,
vomito, dolori colici, ingrossamento delle tonsille e spesso dei linfonodi
in generale, febbre (oltre 40°C).
Nei casi iperacuti la morte avviene in 12-24 ore, in seguito a collasso
cardio-circolatorio o coagulazione intravascolare disseminata, accompagnati
da dolori colici lancinanti e talora ematemesi (vomito di sangue).
Nei casi di minore intensità i sintomi sono generici: anoressia, febbre
e abbattimento, che si accompagnano a gastroenterite, lesioni all'occhio
( il virus invade i tessuti oculari provocando lesioni corneali, il cd."occhio
blu") in genere unilaterali, che compromettono la funzione visiva.
In alcuni casi, quando il sistema immunitario del soggetto si attiva contro
il virus, la malattia evolve in epatite cronica attiva o in una cirrosi
epatica.
Diagnosi
Non è semplice se si basa solo sulla sintomatologia clinica, perché spesso
è difficile differenziare l'epatite infettiva da altre malattie quali
il cimurro o le virosi respiratorie del cane.
Comunque si ricorre a test ematologici di laboratorio ( quelli di routine)
e alla ricerca degli anticorpi indotti dal virus con l'immunofluorescenza.
Prevenzione
L'immunità materna protegge i cuccioli fino a 5-7 settimane di vita.
Essendo questa una malattia altamente contagiosa, si impone la prevenzione
vaccinale come unica arma valida.
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Gastroenterite virale
Causa
Sostenuta da un Parvovirus che presenta strette correlazioni antigeniche
col virus della Panleucopenia
del gatto; infatti è possibile che i felini possano infettarsi col
virus canino senza ammalarsi, ma diffondendolo poi nell'ambiente esterno.
Vie di trasmissione
Il contagio avviene per contatto diretto o tramite alimenti contaminati
dal virus.
Si possono infettare cani di tutte le età, ma i cuccioli sono i più sensibili.
Essendo questo un virus molto resistente a temperatura e disinfettanti,
è possibile un contagio soprattutto nei canili o nelle comunità, anche
tramite veicoli passivi quali attrezzature e strumenti.
Sintomi
Esordio brusco con febbre (40°- 41°C), dolore addominale, diarrea, vomito
con sangue, enterite emorragica, disidratazione, shock al quale segue
morte.
Possibile la comparsa di ittero.
Ai sintomi gastroenterici possono unirsi quelli a carico dell'apparato
respiratorio (tosse, difficoltà respiratoria, rantoli polmonari) e una
grave forma di miocardite virus-indotta che spesso è causa di morte improvvisa
dei cuccioli in brevissimo tempo (24 ore).
Diagnosi
Oltre che dei sintomi clinici, si avvale degli esami di laboratorio (come
l'evidenziazione del virus nelle feci dei soggetti sospetti) e degli esami
sierologici per la ricerca degli anticorpi antivirus.
Prevenzione
La protezione anticorpale materna nei confronti di PVC perdura più a lungo
rispetto a quella per altri virus.
Il 25% dei cuccioli perde la protezione materna dalla 6° -18° settimana
di vita, per cui si consiglia di eseguire la prima vaccinazione al massimo
verso i 2 mesi di età.
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Virosi respiratorie
Causa
Le cause comprendono virus come: Adenovirus Canino 2 (CAV 2), responsabile
della cd. "tosse dei canili" e Paramixovirus (SV5), responsabile della
parainfluenza del cane.
Spesso sono associati batteri come: Pasteurella, Bordetella Bronchiseptica,
Micoplasmi, che complicano la malattia indotta primariamente dal virus.
Sintomi
Questi virus sono responsabili di tracheo-bronchite, ma l'azione congiunta
dei batteri può determinare bronchite o broncopolmonite anche mortale.
La febbre non è sempre presente, mentre compaiono: abbattimento più o
meno marcato, congiuntivite, rinite, tonsillite, faringite, tosse stizzosa,
difficoltà di respiro.
L' evoluzione è di 3-6 settimane.
La morte, nel 20% dei casi circa, avviene per insufficienza respiratoria.
Diagnosi
Si effettua mediante isolamento del virus o dei batteri con tampone nasale
o faringeo.
Prevenzione
Esistono in commercio vaccini polivalenti che comprendono anche ceppi
dei suddetti virus e batteri.
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Rabbia
Causa
Malattia contagiosa per cane, gatto, uomo e animali selvatici (volpi,
lupi), provocata da un Rhabdovirus.
Vie di trasmissione
Il virus si diffonde nell'ambiente dalla saliva dei soggetti infetti,
quindi ferite e abrasioni provocate dal morso sono la causa della diffusione
della malattia.
Il periodo di incubazione è lungo 20-60 giorni nel cane, 15-30 nel gatto.
Il virus presente nella saliva essiccata perde potere patogeno in poche
ore a temperatura ambiente.
Sintomi
I sintomi si devono alla localizzazione dell'agente infettante a livello
dei gangli spinali intervertebrali, dove si moltiplica per poi raggiungere
i neuroni cerebrali.
I nervi sono le vie di diffusione del virus per raggiungere anche altri
distretti: in primis la ghiandole salivari, ma poi anche milza, rene,
fegato, polmoni.
Prima è presente un periodo prodromico nel quale il soggetto cambia carattere,
manifesta sintomi di agitazione immotivata, inquietudine motoria, sofferenza
per gli spazi angusti e salivazione.
Dopo circa 36 ore abbiamo il sopraggiungere della sintomatologia vera
e propria nella "rabbia furiosa" o nella "rabbia paralitica".
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Forma furiosa
Presenta uno stadio di eccitazione marcato, nel quale l'animale diventa
aggressivo: morde oggetti e persone, presenta nervosismo e mancanza
di socialità con estranei e successivamente anche con il proprietario.
Tende a liberarsi, a scappare, a mordere ciò che attira la sua attenzione,
può provocarsi automutilazioni, ferite profonde , si lacera lingua
e labbra, emette saliva spesso schiumosa e mista a sangue, latrati
e lamenti rauchi dovuti alla paralisi delle corde vocali.
Il soggetto ha anche difficoltà ad ingerire cibo, per il quale non
mostra alcun interesse, per paralisi dei muscoli della deglutizione.
Gli occhi sono sbarrati, le pupille dilatate, ha impossibilità ad
abbassare le palpebre, per cui la cornea diviene opaca e si essicca.
L'idrofobia sembra non essere presente nel cane al contrario dell'uomo.
Possono seguire episodi convulsivi che precedono la comparsa di incoordinazione
muscolare. |
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Forma paralitica
I sintomi sono meno evidenti di quelli della forma furiosa.
La paralisi colpisce prima i muscoli della testa e del collo: il cane
non riesce a masticare, né a deglutire.
La mandibola è come perduta, per cui la bocca non rimane chiusa e
quindi c'è continua perdita di saliva.
Spesso questa sintomatologia viene imputata dal proprietario alla
presenza di corpi estranei fermatisi trasversalmente nella gola.
Alla paralisi locale segue la paralisi generale e la morte dopo 48
ore dalla comparsa della sintomatologia. |
Diagnosi
La diagnosi clinica trova conferma da esami istologici del tessuto cerebrale
prelevato dai soggetti deceduti sospetti; questi esami sono effettuati
da istituti di ricerca specializzati come gli Istituti Zooprofilattici.
Prevenzione
Considerando la pericolosità e l'esito mortale della malattia, l'unico
mezzo preventivo è la vaccinazione, che può essere eseguita nel cane all'età
di 3-4 mesi con richiami annuali.
L'obbligo di vaccinazione è richiesto per il transito e per il soggiorno
all'estero.
In Italia la normativa dipende dalle Autorità
Sanitarie Regionali.
A proposito di rabbia, il regolamento di Polizia Veterinaria, all'articolo
86, prevede, nel caso in cui il cane abbia morso persone (o altri animali),
la denuncia alle Autorità Sanitarie competenti (Servizio Veterinario)
e che il soggetto morsicatore venga sottoposto ad un periodo di osservazione
di 10 giorni, durante il quale il cane non può ricevere alcun trattamento
terapeutico o vaccinale per non confondere o falsare una eventuale sintomatologia
in atto.
Ricordo che aver eseguito regolarmente la prevenzione vaccinale non sottrae
l'animale morsicatore alla procedura di tale Regolamento, ma è un fattore
tranquillizzante per le persone che hanno subito le lesioni da morso.
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Leptospirosi
Causa
Malattia sostenuta da batteri: Spirochete (cd. per la loro forma a spirale),
genere Leptospira, presenti e diffuse nelle acque di fiume, di lago, di
scolo e del mare.
Questi microrganismi sopravvivono poco all'ambiente esterno, infatti sono
necessarie particolari condizioni di umidità, PH e temperatura.
Tutti gli animali domestici (uomo compreso) possono essere infettati,
ma la principale riserva è rappresentata dai roditori: ratto, topo, arvicola.
Oltre ai roditori anche gli animali selvatici possono fungere da serbatoio
della malattia (es. il riccio e volpe).
Le leptospire patogene per il cane sono la Ictero-hemorragiae (agente
del morbo di Weil) e la Canicola (malattia di Stoccarda).
Vie di trasmissione
Il cane, analogamente all'uomo, può infettarsi attraverso escoriazioni
cutanee, mucose di occhi, naso, cavo orale, o tramite ingestione di materiale
contaminato soprattutto dalle urine dei portatori sani o dei soggetti
ammalati che eliminano germi per 15-20 giorni.
L'infezione può trasmettersi anche per via placentare da madre a feto.
Sintomatologia
Dalla sede d'ingresso, le leptospire raggiungono il torrente sanguigno
nel quale si moltiplicano; è questa la fase setticemica nella quale si
manifestano i sintomi della malattia.
Dalla fase setticemica, che dura 4-8 giorni, si passa allo stadio tossiemico,
con localizzazione del germe a livello di vari organi e tessuti.
Nella leptospirosi itteroemorragica i sintomi nella fase invasiva sono:
febbre elevata (40-41°C), prostrazione, anoressia, dolori muscolari, congestione
delle mucose oculo-congiuntivali, vomito.
Nella fase tossiemica successiva, i sintomi sono legati all'aggressione
degli organi indotta dall'agente patogeno: fegato (epatite), rene (tubulonefrosi),
apparato digerente (gastro-enterite).
In questa seconda fase la temperatura corporea diviene normale per poi
scendere al di sotto dei valori fisiologici, compare l'ittero dal caratteristico
colore giallo-arancio, associato a gravi disturbi della funzione renale,
vomito, diarrea emorragica.
In alcuni casi ci può essere compromissione polmonare ed emorragie diffuse
sulle mucose apparenti.
Nella forma sostenuta da L. Canicola la fase invasiva setticemica è analoga
a quella della L. itteroemorragica, ma talvolta può comparire solo il
sintomo di una insufficienza renale che ha evoluzione cronica; l'ittero
è presente nel 15% dei casi.
Diagnosi
Esami di laboratorio per mettere in evidenza la funzionalità epato-renale,
e conferma dei sintomi clinici tramite gli esami sierologici che consistono
nella ricerca degli anticorpi antileptospira nei soggetti ammalati.
Prevenzione
Dal momento che la terapia antibiotica in corso di infezione ha spesso
valore irrilevante se non è intrapresa nelle prime fasi della malattia,
la prevenzione vaccinale, praticata seguendo protocolli e scadenze, risulta
l'unica difesa per il soggetto.
La vaccinazione può essere eseguita dalla 9°-10° settimana di vita e in
genere viene associata a quella del cimurro e dell' epatite infettiva.
L'immunità ottenuta dura 8-12 mesi e quindi sono consigliabili richiami
ogni 6-12 mesi a seconda del rischio epidemiologico presente nella zona
dove vive il soggetto.
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Leishmaniosi
Causa
Malattia protozoaria presente in tutti i Paesi europei del bacino mediterraneo;
in Italia le aree più colpite sono quelle a clima caldo-umido del centro-sud
e l'agente è la Leishmania donovani infantum, responsabile della leishmaniosi
viscerale del cane e della leishmaniosi viscerale e cutanea nell'uomo.
Il cane rappresenta il reservoir domestico principale della malattia,
il ratto quello selvatico.
Vie di trasmissione
Sono rappresentate da un insetto ematofago, il flebotomo, nel quale il
protozoo compie cicli di sviluppo prima di essere inoculato col pasto
di sangue nell'ospite definitivo, cane o uomo.
L'incubazione della malattia è lunga, fino ad un anno.
Sintomi
Quadro clinico polimorfo: dimagrimento progressivo notevole nonostante
l'appetito del soggetto, facile affaticamento per anemia marcata, epistassi,
ulcere cutanee (alle orecchie, naso, sporgenze ossee), dermatite con squame
di forfora colore chiaro, ingrigimento del pelo, cheratite, congiuntivite,
ingrossamento generalizzato dei linfonodi, aumento di volume della milza.
La temperatura corporea all'inizio può essere febbrile e poi scendere
a valori normali.
Il decorso della malattia è cronico e l'animale muore per complicazioni
bronco-polmonari, renali, epatiche o cardiache.
Diagnosi
Nelle zone endemiche, come le aree mediterranee, la concomitanza di uno
o più sintomi citati deve sempre far sospettare la malattia.
Gli esami di laboratorio (emocromocitometrico, Ves, protidogramma) e i
test sierologici sono le metodiche attuate per il riconoscimento della
malattia.
Terapia
E' lunga e non sempre efficace o tollerata dal paziente a causa degli
effetti tossici del farmaco sul cane, delle resistenze, createsi negli
anni da parte delle Leishmanie al prodotto impiegato per la terapia, e
perché l'infezione può recidivare, dopo apparente guarigione, anche dopo
6-12 mesi dall'ultimo trattamento farmacologico.
Prevenzione
Se il soggetto vive in aree a rischio o se staziona nelle zone di vacanza
mediterranee dove sono presenti i flebotomi, l'uso di collari o spray
antiparassitari cutanei ad azione repellente per l'insetto, rappresenta
l'unica forma di prevenzione attualmente disponibile.
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Filariosi cardio-polmonare
Causa
Malattia sostenuta da un nematode: Dirofilaria immitis.
E' riscontrata, pure se raramente, anche nel gatto, nel quale si localizza
nello stadio adulto, nel cuore e nelle arterie polmonari.
Vie di trasmissione
L'infestazione avviene tramite la zanzara della specie comune, che funge
da ospite intermedio e inocula nel cane le larve infestanti col pasto
di sangue.
La diffusione della malattia è condizionata da fattori ambientali quali
temperatura e umidità che permettono lo sviluppo e la sopravvivenza dell'insetto
vettore.
Sintomi
I principali sono a carico dell'apparato cardio-respiratorio.
Generalmente si nota: stanchezza o apatia, progressivo dimagrimento, anemia.
I sintomi cardiaci sono dati da insufficienza valvolare, dilatazione cardiaca,
aritmie, sincopi.
I sintomi respiratori sono: difficoltà respiratoria, tosse aggravata da
esercizio fisico, anche se minimo, emottisi.
Sotto sforzo il cane può presentare: lipotimie, convulsioni, paralisi
degli arti posteriori.
Con il progredire della malattia, lo scompenso cardiaco, porta a morte
il soggetto.
Diagnosi
Semplice e veloce con test sierologico.
E' opportuno sospettare la malattia nelle aree endemiche ogni volta che
il cane presenta disturbi quali debolezza muscolare, facile affaticamento,
respiro affannoso, anche dopo breve esercizio, o riluttanza al movimento.
Terapia
La cura, nel caso di infestazione, intrapresa secondo il parere del veterinario,
porta alla morte dei parassiti adulti e delle larve circolanti nel torrente
sanguigno, ma spesso il cane può rimanere un soggetto affetto da sofferenza
cardiaca cronica.
Prevenzione
Chemioprofilassi con la somministrazione di prodotti specifici (da aprile
a novembre) che neutralizzano la larve trasmesse dalle zanzare.
Nelle zone ad alto rischio (es. Pianura Padana) la somministrazione del
prodotto deve essere effettuata per tutto l'anno.
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