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 ETTORE  MUTI     

di Enrico Mancini

 
“Il Partito è una milizia dove vi sono a capo degli Italiani con maggiori oneri. Chi sbaglia è giusto che paghi.”

Ettore Muti

 

Prefazione
I primi anni - In fuga verso il fronte
La questione di Fiume
La guerra d'Etiopia
Legionario di Spagna
Dalla segreteria del P.N.F. ai primi anni di guerra
Verso la fine - parte I
Verso la fine - parte II

 
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Dalla segreteria del P.N.F. ai primi anni di guerra

Nel 1939 gli fu affidata la segreteria del P.N.F., in un periodo estremamente delicato per le sorti della nazione. Quello di cui il partito aveva bisogno era un uomo puro, di valore. E Muti riportò all'interno del partito l'ordine e la purezza delle origini. Ma non era un incarico fatto per lui; un combattente non può stare dietro una scrivania. Gli avvenimenti bellici fecero sì che un anno dopo riconsegnasse la tessera n°1 al Duce per tornare a combattere per la Patria.
Durante i primi anni di guerra Muti era onnipresente, come sempre. Le sue azioni si concentrarono principalmente sul Mediterraneo. Egli aveva capito l'importanza dei rifornimenti e degli approvvigionamenti nella guerra moderna, per cui concentrò i suoi sforzi a mettere in difficoltà il nemico in questo campo.
Leggendario fu il bombardamento di Caifa, importantissimo centro petrolifero, al compimento del quale, ancora a bordo dell'aereo, fece trasmettere a Mussolini il seguente marconigramma: “Se volete vedere il più grande incendio del mondo andate a Caifa. Nerone”.
Per questa ed altre azione gli venne concessa un'altra medaglia d'argento: “Portava ripetutamente su di un importantissimo centro petrolifero nemico l'offesa dei suoi reparti conseguendo eccezionali risultati. Magnifico esempio di comandante di animatore di combattente”.
Nel 1942 fu promosso tenente colonnello e gli venne assegnata una terza squadriglia, diventò il comandante del famoso 41° gruppo aerosiluranti, il cui motto era “Usque ad inferos”. E fino all'estate del 1943 non si fermò un momento. Questa volta però il problema era abbastanza serio: i vapori della benzina gli avevano indebolito sensibilmente il visus dell'occhio sinistro. Fu trasferito al Servizio Informazioni e gli venne affidata una missione in territorio spagnolo.