Tour du Mont Blanc

"diario-guida" del trekking attorno al tetto d'Europa

mappa del TMB

html e testi a cura di Nicola Tosi e Elena Montini
foto di Matteo Costa e Nicola Tosi

[ Il TMB - L'itinerario - Informazioni pratiche ]


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IL TMB

Il giro del Monte Bianco rappresenta uno dei trekking più spettacolari d'Europa. In dodici giorni di cammino si percorrono quasi duecento chilometri di sentieri che attraversano sette valli e tre paesi diversi (Italia, Svizzera e Francia), alla scoperta di paesaggi spettacolari e panorami entusiasmanti che non possono che impressionare per la loro bellezza e grandiosità. Le innumerevoli varianti permettono di modificare il percorso a seconda delle proprie esigenze e di approfondire la conoscenza delle cime e delle vallate che fanno da contorno al Gigante.

L'ITINERARIO

La bellezza del TMB risiede soprattutto nella possibilità di personalizzare l'itinerario a proprio piacimento servendosi delle decine di varianti sparse lungo l'intero percorso, che permettono di adattare il tour alle proprie esigenze e ai propri desideri. È possibile ad esempio decidere di percorrere sentieri più o meno frequentati o di muoversi prevalentemente in ambiente pedemontano o d'alta quota.

Abbiamo percorso l'intero giro in sei, cinque ragazzi ed una fanciulla (Carlo, Matteo, Fabio, Giorgio, Nicola e Elena) pernottando negli accoglienti e numerosi rifugi sparsi lungo tutto il percorso, tranne in alcuni casi in cui abbiamo trascorso la notte a fondovalle, dove abbiamo dormito in campeggio nelle tende che avevamo portato con noi. In realtà abbiamo cominciato il cammino in sette, ma il povero Riccardo è stato costretto ad abbandonare dopo tre giorni a causa di un insostenibile dolore all'articolazione del ginocchio.

Siamo partiti da Courmayeur l'8 agosto e vi siamo ritornati il 19: complessivamente dodici giorni di cammino in parte sul tracciato classico ed in parte su alcune varianti:

INFORMAZIONI PRATICHE

Difficoltà

Si tratta di un percorso fisicamente impegnativo, caratterizzato da alcune tappe lunghe e faticose, che andrebbe affrontato con la dovuta preparazione fisica e mentale. I sentieri, che in media non sono tecnicamente impegnativi, possono essere classificati, seguendo l'usuale scala di difficoltà utilizzata dal CAI (T-itinerario turistico, E-itinerario escursionistico, EE-itinerario per escursionisti esperti, EEA-itinerario per escursionisti esperti attrezzati), come "E". Ciononostante si incontrano talvolta alcuni passaggi un po' esposti attrezzati con manovie metalliche o scalette a pioli, qualche ghiaione e qualche nevaio, per percorrere i quali è necessaria la dovuta attenzione. Tuttavia è assolutamente fuori luogo portare con sé attrezzature specifiche, quali corde, moschettoni e imbragature. Se il tour viene percorso a inizio stagione però (attorno alla metà di giugno, per intenderci), potrebbe essere utile avere con sé i ramponi e la piccozza per superare quei passaggi dove le nevi invernali non si sono ancora sciolte completamente.

L'unico genere di inconveniente in cui si rischia di incappare è il cattivo tempo: sono presenti tratti che con la pioggia ed il terreno bagnato potrebbero diventare piuttosto pericolosi. Consiglio quindi di mettersi in cammino con la pioggia solo se la tappa lo consente, ovvero se, dopo aver studiato attentamente il percorso previsto per la giornata, si è certi di non dover affrontare salite o discese che si sviluppano su terreni particolarmente insidiosi. Complessivamente, noi siamo stati piuttosto fortunati, perché ad eccezione dei primi tre giorni, durante i quali abbiamo dovuto sopportare una pioggerella incessante e fastidiosa, il bel tempo ci ha ripagati per tutto il resto della vacanza.

Quando e per quanto tempo

Il periodo durante il quale si può percorrere il TMB va dalla seconda metà di giugno a fine settembre. A inizio stagione bisogna fare attenzione ai nevai che si possono incontrare lungo il tragitto, mentre a fine stagione, oltre a dover fare attenzione alla marcata variabilità meteorologica, bisogna aver cura di verificare l'apertura dei rifugi che in quel periodo appunto iniziano a chiudere o a restare aperti solo durante i week-end.

La durata del giro può variare a seconda della disponibilità di tempo e della voglia di camminare. Per noi dodici giorni hanno rappresentato una durata ideale, tenendo conto anche del fatto che, per percorrere alcune varianti alle quali non abbiamo voluto rinunciare, abbiamo allungato un po' il percorso ufficiale. I tempi si possono tagliare evitando le varianti e servendosi, dove possibile, di autobus per percorrere alcuni tratti di fondovalle e di cabinovie per risparmiarsi qualche salita o qualche discesa particolarmente lunga e faticosa.

Dove dormire

Gli escursionisti che affrontano il tour possono usufruire di svariati rifugi, privati o di proprietà dei locali club alpini, disseminati lungo tutto il percorso. Quasi ovunque si ha la possibilità di scegliere se dormire in camere a due-tre letti o camerate a più letti, soluzione quest'ultima certamente più economica. In alta stagione, se si parte con gruppi numerosi, è bene prenotare in anticipo perché i rifugi possono essere molto affollati.

Quando l'itinerario prevede pernottamenti a fondovalle si può decidere di dormire in una pensione oppure, come abbiamo fatto noi per risparmiare, si può scegliere di usare le tende e andare in campeggio. In tutti i paesi di fondovalle in cui abbiamo dormito, ovvero La Fouly, Champex e Les Houches, abbiamo optato per questa soluzione nonostante il freddo che siamo stati costretti a patire durante la notti ed il carico in più da trasportare sulle spalle.

Di seguito trovate un breve elenco dei rifugi nei quali abbiamo pernottato. I due indirizzi web che compaiono sono gli unici ufficiali che siamo riusciti a trovare in rete: ciò non significa né che il sito ufficiale non esista né che sia impossibile reperire sul web informazioni utili riguardanti i vari rifugi citati.

Rifugio

Proprietà

Località

n° telefonico

Rifugio Giorgio Bertone

Privato

Courmayeur

0165 - 844612

Rifugio Walter Bonatti

Privato

Lavachey

0165 - 869723

Refuge du Peuty

Privato

Le Peuty (Trient)

0041 - 792191418

Refuge Albert Premier

CAF

Le Tour

0033 - 450540620

Refuge de la Flégère

Privato

Les Praz

0033 - 450530613

Hôtellerie de Trélatê

Privato

Les Contamines

0033 - 450470168

Refuge de la Croix du Bonhomme

CAF

Le Chapieux

0033 - 479070528

Rifugio Elisabetta Soldini

CAI

La Lex Blanche

0165 - 844080

L'attrezzatura

L'equipaggiamento da portare con sé durante il trekking costituisce uno dei punti più delicati: ogni grammo in più che ci si porta sulle spalle può costare molta fatica aggiuntiva. Bisognerà cercare di portare il minimo indispensabile rinunciando ad ogni cosa che non si è certi di utilizzare.

È necessario disporre di un completo corredo da escursionismo da montagna. Lo zaino dovrà essere piuttosto capiente, diciamo dai 50 litri in su, tale quindi da poter contenere comodamente tutta l'attrezzatura; attenzione però che non sia troppo grande, perché la tentazione di riempirlo sarà irresistibile! Gli scarponi dovranno essere robusti e impermeabili e, soprattutto, ben collaudati, onde limitare le inevitabili vesciche che accompagnano tutti i camminatori. A tal proposito consiglio di spalmarsi sui piedi un po' di vaselina tutte le mattine prima di partire: rende i piedi morbidi ed evita che sfreghino duramente contro le calze. È consigliabile usare abbigliamento "a strati" per far fronte ai forti sbalzi di temperatura cui si è soggetti, in modo quindi da essere in grado di coprirsi e scoprirsi rapidamente; in genere, comunque, un capo in pile o un maglione di lana pesante saranno sufficienti per ripararsi dal freddo. Fondamentale anche il "guscio" di una giacca a vento ed un coprizaino impermeabile per proteggere il bagaglio quando si cammina sotto la pioggia. Indispensabili poi: una borraccia termica da almeno un litro, barrette energetiche, occhiali da sole ed un berretto con cui ripararsi nelle ore più calde, un coltellino milleusi ed una mini farmacia da campo. Tutti noi abbiamo beneficiato dei bastoncini telescopici: aiutano in salita e risparmiano le articolazioni in discesa; sono stati talmente utili che anche chi, scettico, non li possedeva alla partenza, si è visto costretto ad acquistarli lungo il percorso (e per di più in Svizzera, dove si sa quanto sono alti i prezzi!).

Se si decide di dormire alcune notti in tenda è assolutamente necessario disporre di un buon sacco a pelo, in grado di riparare almeno fino a 5 °C: alcuni di noi che avevano un semplice sacco a pelo estivo sono stati costretti a dormire completamente vestiti, addirittura con la giacca a vento. Se invece si pensa di dormire sempre in rifugio, consiglio di non portare il sacco a pelo (alleggerirete le vostre spalle di almeno 1,5 / 2 kg), ma soltanto un semplice sacco-lenzuolo da usare con le coperte che tutti i rifugi mettono a disposizione degli ospiti.

Cartine e bibliografia

Anche se il percorso è quasi sempre ben segnalato è opportuno avere con sé una mappa dettagliata. Noi abbiamo usato le due ottime cartine francesi dell'"Institut Géographique National" (scala 1:25000), precisamente i due fogli "Chamonix" e "Saint Gervais". Si possono usare anche le classiche mappe Kompass che però, essendo in scala 1:50000, risultano di qualità inferiore.

L'itinerario e le varianti che abbiamo seguito sono stati presi dall'ottima guida di Stefano Ardito "Il giro del Monte Bianco", edita da Vivalda. Utile anche il supplemento n°92 del giugno 2000 alla rivista "Itinerari e luoghi", che riporta un lungo e dettagliato articolo dedicato al TMB.

E per qualunque informazione scrivetemi!


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