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AFC Architettura Amica
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Caramelle alla frutta

Meno di sei anni separano il primo articolo -apparso su una rivista specializzata- e il secondo -uscito su un settimanale a grande diffusione-. Ma sono bastati meno di tre anni perchè con la prima rivoluzione estetica del personal computer le osservazioni di Michele De Lucchi sul grigiore dei PC ricevessero una risposta concreta oltre le più favorevoli aspettatve con la presentazione, agosto 1998, della prima collezione di iMac.


DOMUS n.775, 10/1995
Michele De Lucchi

"Il colore che c'è e che non c'è"

"...
Tutti infatti ci domandiamo perchè il computer, che ha tanto invaso il nostro spazio di vita, sia sempre di questo colore grigio così neutro e triste.
...
La prima ragione è che i computer colorati in realtà nessuno li vuole comprare, e questo è vero tanto quando il fatto che quei pochi produttori che si sono azzardati a lanciare PC colorati hanno duvuto subito fare marcia indietro riuniformandosi allo standard per non fallire miseramente.
...
Un'altra semplicissima ragione è che noi stessi siamo abituati alle forme di prodotti affermati e fatichiamo a riconoscere le stesse qualità in prodotti della stessa natura ma vistosamente diversi: un computer di tanti colori ci apparirebbe facilmente come un giocattolo e non saremmo capaci di attribuirgli valori tecnologici di avanguardia. Il computer è e rimarra ancora per un po' uno strumento per l'ufficio e come tutti gli strumenti dovrà apparire 'professionale' - e la professionalità inevitabilmente passa attraverso l'immaginario dell'esperienza consolidata.

l'inumaine Rue Mallet Stivens

Tutto questo non significa che il mondo non si evolverà, perché nel campo dell'alta tecnologia vince chi è leader tecnologico e da sempre chi guida detta le leggi del mercato.
Qualche grande azienda di vasta competenza tecnologica potrebbe infatti lanciare prodotti innovativi abbinati ad un colore altrettanto innovativo, dettando quindi un nuovo standard figurativo. Se questo succederà, tutti dovranno adeguarsi e se la grande azienda lancerà il computer rosa tutti i 'followers' dovranno adattarsi. Queste possibilità però si stanno riducendo sempre più perchè il parco macchine istallato è ormai così grande che nessuna azienda è tanto potente e presuntuosa da immaginare di lanciare un nuovo standard di semplice identità figurativa con il rischio che il colore diventi una ragione per vendere meno piuttosto che non un motivo di vendita.
...
Anche la plastica, come il più artificiale dei materiali artificiali, vive questa stagione di insicurezza e si è trasformata in un materiale più genuino, più autentico, quasi con un senso di ritrovata dignità. Le ultime plastiche sono trasparenti, gelatinose, colorate con colori di plastica, artificiali, al neon.
..."


LA STAMPA-SPECCHIO n.263 del 26/02/2001
Chiara Sottocorona, Salvatore Romagnolo

"Jonathan, lo stilista dei computer"

"Il suo motto è:'Beige, no grazie'. La sua missione: portare un po di colore nel freddo mondo dei computer. E così a soli 34 anni, Jonathan Ive, nel mondo dell'informatica, è già un mito. Il suo Message Pad Newton 130, un bloc-notes elettronico, fa bella mostra di sé al Moma, il Museo d'Arte Moderna di New York. La sua realizzazione più nota l'iMac, il computer traslucido della Apple, ha letteralmente rivoluzionato i concetti -almeno quelli estetici- dei computer per uso personale. Presentato nell'agosto del 1998, è riuscito a rimettere in sesto i conti della Apple e ora la filosofia colorata del designer inglese è stata adottata per tutti i modelli della casa di Cupertino e imitata, a volte goffamente, dalla concorrenza.
Jonathan Ive iMac AppleLa carriera di Jonathan Ive è iniziata a Londra dove, appena 22enne, ha cominciato disegnando lavandini e vasche da bagno per Tangerine, uno studio di design della capitale. A 25 anni attraversa l'Atlantico e, assieme alla moglie Heather, si istalla a San Francisco. Quando arriva alla Apple, nel 1992, per la casa della Mela è un brutto momento. L'azienda continua a perdere quote di mercato e molti analisti la danno ormai per spacciata. «Alla Apple -racconta- ancora in molti erano convinti che si poteva andare controcorrente rispetto al mercato informatico». Ma perché nell'azienda ritorni il gusto e il coraggio di tentare qualcosa di nuovo bisogna attendere il ritorno del fondatore della società, Steve Jobs, nell'agosto 1997. L'iMac, il frutto del loro lavoro, è un prodotto insolito che unisce tecnologia e gusto estetico. Ogni dettaglio è stato progettato con cura maniacale. «In questi ultimi cinquant'anni -sostiene Ive- si è voluto prima di tutto che gli oggetti fossero funzionali. Aggiungere abbellimenti significava deistoglierli dalla loro funzione. Io penso che la mancanza di decorazioni sia un fallimento spirituale. Non dobbiamo forse vivere una parte sempre maggiore del nostro tempo con i computer? Allora perchè non farli belli e seducenti?»."
iMac Apple decorati collezione 2000
La collezione iMac 2001 promette volere frantumare persino l'ultimo taboo in tema di 'professionalità da ufficio' o di 'sindrome della grisaglia'. Non più solo strumenti di lavoro di elevate prestazioni, coloratissimi e trasparenti come caramelle alla frutta, ma, procedendo sul terreno delle allusioni amiccanti e delle contaminazioni a tutto campo, persino decorati a fiori o a pois come fossero primaverili foulards anni sessanta.
Le ricerche italiane sulle superfici decorate, e sulla contaminazione industrial design - moda, radicalmente all'avanguardia a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, hanno trovato - vent'anni dopo - nuovi e di maggior respiro campi di applicazione? AFC/01.

Borsette con decorazioni
Borsette con decorazioni d'ispirazione pop (coll. 2001). Bulgari, Fendissime, Genny.

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