Santa Maria della Spina
Home Su Santa Maria della Spina La vita al vento L'avventura...

 

I - II
III - IV - V
VI - VII - VIII
IX - X - XI
XII - XIII - XIV
XV - XVI - XVII
XVIII - XIX - XX
XXI - XXII - XXIII
XXIV -  XXV - XXVI
XXVII - XXVIII

Aldo Capasso
su Santa Maria della Spina

Lucio D'Ambra su
La Spada d'Orlando

La Barunissa di Carini: Introduzione, traduzione e note di 
F. D. M.

 

Queste pagine sono in corso di allestimento

Indice dei capitoli:

I - II - III - IV - V - VI - VII - VIII - IX - X - XIXII - XIII - XIV - XV - XVI - XVII - XVIII - XIX - XXXXI - XXII - XXIIIXXIV - XXV - XXVI - XXVII - XXVIII

Prefazione

Alla terza edizione

Questo libro à una storia; coloro cui può sembrarne indegno me lo perdonino, ma l’à.

Io giuro che ne avrei fatto a meno: gli avevo anzi quasi composto una bara nella mia stessa memoria, come avevo tutto di me medesimo deposto nell’ombra discreta, perché non s’offuscasse alla soverchia luce elettrica che oggi s’espande da ogni umana attività post-bellica.

Ma qualcuno lo ritrovò e lo volle trarre dal buio. Perché? non oso pensare perché se ne innamorasse troppo e lo ritenesse così prossimo all’assoluta bellezza da presceglierlo fra quante opere rappresentino questa nostra malata anima odierna, ed esibirlo come un saggio di quella perfezione che egli avrebbe ambita. Se così fosse stato, io dovrei, anzi, oggi essergli grato come a un ammiratore eccessivo, a un fratello d’elezione.

Egli forse ritenne che il mio povero "me" fosse completamente cancellato dal ricordo degli uomini, pur dopo soli sette anni, e tolta di peso l’opera mia, pubblicata a Forlì nel 1912, si prese la semplice pena di fare un frego sul titolo e sul nome dell’autore, la chiamò Vita lontana, vi applicò in calligrafia ben leggibile il proprio nome, la presentò all’editore Lattes, ne riscosse un compenso e la rimise in circolazione, tranquillo e soddisfatto di sé e degli altri.

Io non sarei mai stato il primo a leggere Vita lontana di un qualsiasi autore e avrei chissà come a lungo ignorato il suo reale stato civile. Ma tra coloro che lo lessero primi, uno ce ne fu, che conosceva già Santa Maria della Spina e sotto il lievissimo e balordo travestimento la ravvisò nel romanzo apocrifo, e pubblicamente denunziò la truffa: e fu Giuseppe Ravegnani di Ferrara.

L’editore Lattes allibì: truffato quanto me, invocò anche lui la luce, e si rivolse per averla all’autore di Vita lontana accusato di non essere l’autore di Santa Maria della Spina, il quale, con una naturalezza capace di scrollare anche le mie convinzioni, fe’ sapere che sì, Federico de Maria era stato un suo pseudonimo.

Minacciato dal pericolo di non esistere e di non essere mai esistito che come semplice pseudonimo, io volli fare tutte le prove e controprove. Ma la fede di nascita, il congedo militare, un passaporto coi connotati, pur non volendo dar credito a tutto il resto, diavolo! c’erano, e parlavano chiaro. E confesso che io tenevo alla mia personalità e alla mia esistenza almeno quanto al mio romanzo.

Diamo una prova mi dissi a questo signore che esagera alquanto nell’ impadronirsi della roba mia, diamogli una prova che il mio nome non è un semplice astratto, ma accompagna concrete carni e ossa e un poco più di cervello di quel che a lui basterebbe per farne un fritto misto.

E prosaicamente lo querelai.

Sulle soglie del Tribunale egli rinsavì e riconobbe che il sottoscritto non era soltanto un biglietto da visita. Gli chiesero perché avesse fatto tutto questo; e rispose risentito, rivendicando il suo diritto a commettere la corbelleria che più gli piacesse. Oh, che tutti gli uomini non sono padronissimi di fare qualche corbelleria?

Ed ecco come,  per questo diritto di cotale signore che mi predilesse,  l’editore Lattes,. tratto in perfetta buona fede da un illusionista in questa contesa ripubblica ora il presente libro col suo titolo originario e col nome del suo vero e unico autore.

F. d. M.

Giugno 1922.

 

 
Home ] Cenni biografici ] Tutte le opere ] Poesia ] Romanzi ] Teatro ] Saggi ] Stampa - Critica ] Inediti ]