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Presentazione

 

1 L’ambiente geografico e storico

Breve cenno storico: il 1800
Al centro di una struttura feudale
La situazione italiana

A cavallo del secolo

 

2 Risalire alle origini

La dinastia dei Tolo
Ricerca Araldica

Don Monserrato Tolo
Riferimenti storici

 

3 La Famiglia Calamida

Alberto CALAMIDA
Raffaele CALAMIDA

Salvatore CALAMIDA

Efisia CALAMIDA

Oliena 31 Gennaio 1898

Discendenza Alberto CALAMIDA

 

4 La Famiglia Fel e

La Famiglia Fele

Francesco Fele

Discendenza Francesco FELE

 

5 Le poesie di Francesco

Le poesie

TRIPOLI

 

6 Idee Sparse

Dal Diario

30 Settembre 1923

4 Novembre 1923

2 Ottobre 1930

 

7 Archivio fotografico

Archivio fotografico

 

8 Conclusioni

Conclusioni

Bibliografia

Indice delle fotografie

Indice generale

 

1 L’ambiente geografico e storico

Al centro di una struttura feudale

 

E’ da considerare che in Sardegna, così distante dal Continente, molte innovazioni arrivarono in ritardo.

L’isola, durante gli anni napoleonici era stata amministrata direttamente da Vittorio Emanuele 1, il sovrano in esilio, quindi da Carlo Felice, il quale si era distinto soltanto per un’opera di repressione del brigantaggio.

Infine Carlo Alberto, che non sopportava l’aria tetra che si viveva in Torino (fin dal periodo in cui gli fu imposto, diciassettenne, lo sposalizio con Maria Teresa di Lorena - 1817 circa), andò diverse volte in Sardegna. La prima volta che decise un viaggio sull’isola così la descrisse:

“mi trovo al centro di una struttura feudale al pieno delle sue forze. I feudatari mi circondano e mi accompagnano in tutte le loro residenze, dove per autorità sono pari ad altrettanti sovrani. I loro vassalli rendono loro omaggio baciandogli la mano.”

La visita dell’isola risvegliò in lui i ricordi militari quando, sedicenne, era stato luogotenente nel VIII Reggimento dei dragoni napoleonici.

Fu comunque attratto dalla selvaggia bellezza dell’isola e dalla rudezza di quelle genti, descrivendoli come : “uomini bruni e tetri, armati e sempre a cavallo, immersi in una natura dove anche per otto ore si può camminare senza incontrare una casa”.

Quando Carlo Alberto tornò in Sardegna nel 1841 e nel ’43, in viaggi quasi di svago, descrisse ancora quei paesaggi che “davano l’impressione di trovarsi in un angolo della terra totalmente appartato”. Registrò il lento avvio delle coltivazioni agricole, riportò notizie sull’economia sarda, sulla vita dei contadini, dei pastori e dei marinai. Prese anche a servizio due  galluresi. Raccontò anche che il 13 maggio del ’43 a un ballo popolare era stata notata una danzatrice che aveva qualcosa di strano: infatti era un uomo. Si trattava di un  delinquente, pluriomicida, che aveva trovato quell’espediente per scendere a valle e rivedere la sua donna.

La tradizione racconta anche la storia di un intraprendente pescatore (corso o genovese), che si impadronì dell’isola di Tavolara, tale Giuseppe Bertoleoni. Carlo Alberto, sceso sull’isolotto per delle battute di caccia, lo incontrò e lo prese in simpatia ed alla morte del Bertoleoni, il figlio Paolo chiese udienza al re ed ottenne una pergamena con la notazione di investitura al titolo di sovrano di Tavolara. Quando anche Paolo morì venne sepolto nel cimitero di Tavolara con questa iscrizione: “Paolo I, re di Tavolara, 1812, 1886”.