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Presentazione

 

1 L’ambiente geografico e storico

Breve cenno storico: il 1800
Al centro di una struttura feudale
La situazione italiana

A cavallo del secolo

 

2 Risalire alle origini

La dinastia dei Tolo
Ricerca Araldica

Don Monserrato Tolo
Riferimenti storici

 

3 La Famiglia Calamida

Alberto CALAMIDA
Raffaele CALAMIDA

Salvatore CALAMIDA

Efisia CALAMIDA

Oliena 31 Gennaio 1898

Discendenza Alberto CALAMIDA

 

4 La Famiglia Fel e

La Famiglia Fele

Francesco Fele

Discendenza Francesco FELE

 

5 Le poesie di Francesco

Le poesie

TRIPOLI

 

6 Idee Sparse

Dal Diario

30 Settembre 1923

4 Novembre 1923

2 Ottobre 1930

 

7 Archivio fotografico

Archivio fotografico

 

8 Conclusioni

Conclusioni

Bibliografia

Indice delle fotografie

Indice generale

 

1 L’ambiente geografico e storico

A Cavallo del secolo

Francesco nacque nel 1865 da una famiglia benestante, in una Sardegna legata (in realtà solo in parte) al regno sabaudo.

L’Italia, infatti, era nel pieno delle sue fatiche nel tentativo di unificarsi e non vantava, certo, giorni felici.

A metà del 1800 l’Italia contava circa trenta milioni di abitanti; registrava un reddito pro capite fra i più bassi d’Europa e un tasso di analfabetismo pari al 67% della popolazione totale, con punte che nel mezzogiorno superavano l’80%. Soltanto il 4,2% della popolazione ebbe diritto di voto. Per chi aveva un’occupazione la giornata lavorativa variava dalle 12 alle 14 ore, per sette giorni a settimana; non esisteva alcuna forma di legislazione sociale e contro lo stato di miseria e la disattenzione governativa e padronale la rivolta o lo sciopero cominciarono a diventare le uniche armi possibili. Nel 1885 uno sciopero dei contadini di Burgo di Monza si protrasse per quattro mesi: “più del 90% della popolazione – per usare le parole di Sidney Sonnino – si sente estranea alle istituzioni”.

 

Nel periodo in cui Francesco si fidanzò con Efisia, periodo del quale ci sono rimaste alcune sue lettere (scritte tra il 1897 e il 1898) l’intera Italia si stava risollevando dalle fatiche dell’unità, avvenuta solo nel 1870.  

Superati gli anni meno propizi, tra il 1870 ed il 1890, negli anni seguenti, l’Europa e il mondo si avviarono a una prosperità economica quale mai prima si era vista né immaginata, e che andò aumentando fino alla brusca interruzione della guerra. L’Europa tutta era in piena evoluzione generale. Tale evoluzione fu caratterizzata da un grande progresso materiale (che segnò il massimo sviluppo dell’economia capitalistica), da un’evoluzione in senso democratico (sempre più larga la partecipazione alla vita politica, estensione del benessere, diffusione della cultura, evoluzione del proletariato, sviluppo del socialismo), da un nuovo clima spirituale e dalla crescita degli imperialismi.

Si svilupparono le industrie (metallurgia, chimica – per l’utilizzo dei sottoprodotti del carbone – soprattutto in Germania), incominciarono le industrie elettriche e quelle del petrolio, destinate entrambe a sviluppi enormi: l’illuminazione ed i motori elettrici ed a scoppio. Nel 1879 Edison inventò la lampadina.

 

Foto 3 – (Collezione L.Ledda):

Salvatore Calamida con una delle prime biciclette viste in paese

 

 Anche se dal 1890 cominciò nel resto del paese a diffondersi la bicicletta, in Sardegna, e ancor più in Barbagia, si viaggiava col cavallo.

Solo ai primi del 1900 alcuni giovani di famiglie agiate cominciarono in Barbagia  a far mostra di se a “cavallo“ delle nuovissime biciclette sulle strade polverose.

 L’abbigliamento era inappuntabile: giacca a doppio petto, magari la paglietta, ed i pantaloni tenuti stretti con le mollette intorno alle caviglie.

 

ATTIVITA’ LAVORATIVE DELLA BORGHESIA: aumenta il numero degli avvocati e dei notai.

 La borghesia dell’Italia, a cavallo fra i due secoli, riunisce figure molto diverse: burocrati, professionisti, imprenditori, commercianti, proprietari terrieri grandi e piccoli, ma soprattutto impiegati del settore pubblico e privato.

Il numero degli impiegati statali in quegli anni registra un incremento significativo: da 126.000 nel 1891 raggiunge la cifra di 376.000 nel 1910. Importante è poi il tipo di specializzazione richiesta ai nuovi notabili: sono medici, ingegneri sanitari, veterinari, geometri i nuovi professionisti che invadono soprattutto gli enti locali. Cambia anche in parte la composizione socio-culturale del parlamento: tra il 1892 e il 1913 diminuisce il numero dei proprietari terrieri e aumenta quello degli avvocati e dei notai (dal 40 al 48%). Complessivamente i laureati in materie giuridiche passano da circa 5.000 nel 1890 a 9.000 nel 1914, molti se confrontati con i laureati in materie letterarie che negli stessi anni passano da 1.000 a 2.700. il numero di avvocati e procuratori aumenta soprattutto nel centro e nel sud, dove questi non sempre riescono a raggiungere posizioni di prestigio, al punto di dover escogitare mezzi discutibili per inserirsi nel mondo lavorativo a livello locale.

 (da “L’età giolittiana” di Gabriele D’Autilia).

  

Foto 4 – (L.Ledda): Oliena, la valle e, sullo sfondo, Nuoro col monte Ortobene

 La rete viaria non era molto sviluppata. Gli spostamenti in Barbagia avvenivano principalmente col cavallo (chi poteva permetterselo). Nel nuorese durante l’inverno gli spostamenti erano più problematici, poiché con le piogge i fiumi a valle si ingrossavano e non era sempre possibile guadare. L’illuminazione era scarsa o assente, e ciò rendeva ancora più difficili gli spostamenti, causa anche la breve durata della giornate che potesse consentire un agevole viaggio nelle ore tarde.

 Cosa significasse recarsi semplicemente a Nuoro da Oliena, a metà del 1800, ci viene raccontato dal “continentale” Antonio Bresciani[1] che, dopo un piacevole soggiorno in paese ospite di Antonio Tolo, (vedi dinastia Tolo) venne riaccompagnato da personaggi illustri.

 

…”Dopo un lungo tratto pervenimmo ai confini del territorio, i quali son rasentati dal fiume Cedrino, che scende dalle balze montane d’Orgozzolo. La notte era largamente piovuto a’ monti, la riviera ingrossata e profonda. Tutti ci soffermammo lungo le ripe, e il Secretario del Comune spinse innanzi due gagliardi garzoni a guisa di veliti a tentare il guado. Si videro i cavalli pescar nell’acqua insino al petto. Allora si spiccarono a un tratto dieci Barancelli e si misero in ischiera entro il fiume a guisa di rosta, forse temendo che io, inghiottito dalla corrente, non dessi animo al mio cavallo, e la forza delle acque via mi portasse. Non temete di nulla, dissero due robusti; e messisi co’ loro cavalli ai miei fianchi spronammo a dentro. Si levarono subitamente tante voci per concitare le bestie, i piè di tanti cavalli alzarono si alti sprazzi, il fiume muggiva si forte, la corrente era si viva, le spume ribollivan si spesse, che l’avreste detto il passaggio del Rubicone. Giunsero i cavalli tutti sbuffanti e molli sull’altra riva: i primi aspettarono il retroguardo, ed io stavo come colui che Si volge all’acqua perigliosa e guata. …”

(Da A.Bresciani – Dei costumi dell’Isola di Sardegna – Napoli 1850).

 

Francesco poté comunque studiare avvocatura e divenire notaio. Una delle sue prime attività (se non proprio la prima), fu quella di impiegato come notaio comunale in Orgosolo.

Non potendosi muovere sempre con facilità, quindi, soprattutto d’inverno, Francesco approfittava dei conoscenti o parenti di passaggio per affidare loro lettere e bigliettini da recapitare in Oliena.

Durante l’autunno/inverno 1897 - 1898 la frequenza della corrispondenza di Francesco fu all’incirca di una letterina o un bigliettino ogni dieci, quindici giorni.

Una sola letterina purtroppo si è conservata in risposta a Francesco firmata da Efisia, datata 31 Gennaio 1898.

 NDR: (Le lettere di Francesco ad Efisia sono raccolte nel volumetto “All’ombra del Corrasi” di Luciano Ledda).

  

Foto 5 – (L.Ledda): Il Cedrino presso Oliena in un tratto a valle verso est (Papaloppe, ponte romano)

 

[1]Antonio Bresciani, scrittore (Ala, Trento, 1798 – Roma 1862). Gesuita, fu tra i fondatori della rivista La Civiltà Cattolica. Rappresentò l’opposizione al romanticismo inteso come sinonimo di liberalismo (Del romanticismo italiano, 1839).