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1 L’ambiente geografico e storico Breve
cenno storico: il 1800
La
dinastia dei Tolo Don
Monserrato Tolo
Alberto
CALAMIDA
Conclusioni Bibliografia
Indice
delle fotografie
Indice
generale
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1 L’ambiente geografico e storicoA Cavallo del secoloFrancesco nacque nel 1865 da una famiglia benestante, in una Sardegna legata (in realtà solo in parte) al regno sabaudo. L’Italia, infatti, era nel pieno delle sue fatiche nel tentativo di unificarsi e non vantava, certo, giorni felici. A
metà del 1800 l’Italia contava circa trenta milioni di abitanti; registrava
un reddito pro capite fra i più bassi d’Europa e un tasso di analfabetismo
pari al 67% della popolazione totale, con punte che nel mezzogiorno superavano
l’80%. Soltanto il 4,2% della popolazione ebbe diritto di voto. Per chi aveva
un’occupazione la giornata lavorativa variava dalle 12 alle 14 ore, per sette
giorni a settimana; non esisteva alcuna forma di legislazione sociale e contro
lo stato di miseria e la disattenzione governativa e padronale la rivolta o lo
sciopero cominciarono a diventare le uniche armi possibili. Nel 1885 uno
sciopero dei contadini di Burgo di Monza si protrasse per quattro mesi: “più
del 90% della popolazione – per usare le parole di Sidney Sonnino – si sente
estranea alle istituzioni”.
Nel
periodo in cui Francesco si fidanzò con Efisia, periodo del quale ci sono
rimaste alcune sue lettere (scritte tra il 1897 e il 1898) l’intera Italia si
stava risollevando dalle fatiche dell’unità, avvenuta solo nel 1870. Superati
gli anni meno propizi, tra il 1870 ed il 1890, negli anni seguenti, l’Europa e
il mondo si avviarono a una prosperità economica quale mai prima si era vista né
immaginata, e che andò aumentando fino alla brusca interruzione della guerra.
L’Europa tutta era in piena evoluzione generale. Tale evoluzione fu
caratterizzata da un grande progresso materiale (che segnò il massimo sviluppo
dell’economia capitalistica), da un’evoluzione in senso democratico (sempre
più larga la partecipazione alla vita politica, estensione del benessere,
diffusione della cultura, evoluzione del proletariato, sviluppo del socialismo),
da un nuovo clima spirituale e dalla crescita degli imperialismi. Si
svilupparono le industrie (metallurgia, chimica – per l’utilizzo dei
sottoprodotti del carbone – soprattutto in Germania), incominciarono le
industrie elettriche e quelle del petrolio, destinate entrambe a sviluppi
enormi: l’illuminazione ed i motori elettrici ed a scoppio. Nel 1879 Edison
inventò la lampadina.
Foto 3 – (Collezione L.Ledda): Salvatore
Calamida con una delle prime biciclette viste in paese
Anche se dal 1890 cominciò nel resto del paese a diffondersi la bicicletta, in Sardegna, e ancor più in Barbagia, si viaggiava col cavallo. Solo ai primi del 1900 alcuni giovani di famiglie agiate cominciarono in Barbagia a far mostra di se a “cavallo“ delle nuovissime biciclette sulle strade polverose. L’abbigliamento era inappuntabile: giacca a doppio petto, magari la paglietta, ed i pantaloni tenuti stretti con le mollette intorno alle caviglie.
ATTIVITA’
LAVORATIVE DELLA BORGHESIA: aumenta il numero degli avvocati e dei notai. La
borghesia dell’Italia, a cavallo fra i due secoli, riunisce figure molto
diverse: burocrati, professionisti, imprenditori, commercianti, proprietari
terrieri grandi e piccoli, ma soprattutto impiegati del settore pubblico e
privato. Il
numero degli impiegati statali in quegli anni registra un incremento
significativo: da 126.000 nel 1891 raggiunge la cifra di 376.000 nel 1910.
Importante è poi il tipo di specializzazione richiesta ai nuovi notabili: sono
medici, ingegneri sanitari, veterinari, geometri i nuovi professionisti che
invadono soprattutto gli enti locali. Cambia anche in parte la composizione
socio-culturale del parlamento: tra il 1892 e il 1913 diminuisce il numero dei
proprietari terrieri e aumenta quello degli avvocati e dei notai (dal 40 al
48%). Complessivamente i laureati in materie giuridiche passano da circa 5.000
nel 1890 a 9.000 nel 1914, molti se confrontati con i laureati in materie
letterarie che negli stessi anni passano da 1.000 a 2.700. il numero di avvocati
e procuratori aumenta soprattutto nel centro e nel sud, dove questi non sempre
riescono a raggiungere posizioni di prestigio, al punto di dover escogitare
mezzi discutibili per inserirsi nel mondo lavorativo a livello locale. (da
“L’età giolittiana” di Gabriele D’Autilia).
Foto
4 – (L.Ledda): Oliena, la valle e, sullo sfondo, Nuoro col monte Ortobene La
rete viaria non era molto sviluppata. Gli spostamenti in Barbagia avvenivano
principalmente col cavallo (chi poteva permetterselo). Nel nuorese durante
l’inverno gli spostamenti erano più problematici, poiché con le piogge i
fiumi a valle si ingrossavano e non era sempre possibile guadare.
L’illuminazione era scarsa o assente, e ciò rendeva ancora più difficili gli
spostamenti, causa anche la breve durata della giornate che potesse consentire
un agevole viaggio nelle ore tarde. Cosa significasse recarsi semplicemente a Nuoro da Oliena, a metà del 1800, ci viene raccontato dal “continentale” Antonio Bresciani[1] che, dopo un piacevole soggiorno in paese ospite di Antonio Tolo, (vedi dinastia Tolo) venne riaccompagnato da personaggi illustri.
…”Dopo
un lungo tratto pervenimmo ai confini del territorio, i quali son rasentati dal
fiume Cedrino, che scende dalle balze montane d’Orgozzolo. La notte era
largamente piovuto a’ monti, la riviera ingrossata e profonda. Tutti ci
soffermammo lungo le ripe, e il Secretario del Comune spinse innanzi due
gagliardi garzoni a guisa di veliti a tentare il guado. Si videro i cavalli
pescar nell’acqua insino al petto. Allora si spiccarono a un tratto dieci
Barancelli e si misero in ischiera entro il fiume a guisa di rosta, forse
temendo che io, inghiottito dalla corrente, non dessi animo al mio cavallo, e la
forza delle acque via mi portasse. Non temete di nulla, dissero due robusti; e
messisi co’ loro cavalli ai miei fianchi spronammo a dentro. Si levarono
subitamente tante voci per concitare le bestie, i piè di tanti cavalli alzarono
si alti sprazzi, il fiume muggiva si forte, la corrente era si viva, le spume
ribollivan si spesse, che l’avreste detto il passaggio del Rubicone. Giunsero
i cavalli tutti sbuffanti e molli sull’altra riva: i primi aspettarono il
retroguardo, ed io stavo come colui che Si volge all’acqua perigliosa e guata.
…” (Da
A.Bresciani – Dei costumi dell’Isola di Sardegna – Napoli 1850).
Francesco
poté comunque studiare avvocatura e divenire notaio. Una delle sue prime
attività (se non proprio la prima), fu quella di impiegato come notaio comunale
in Orgosolo. Non
potendosi muovere sempre con facilità, quindi, soprattutto d’inverno,
Francesco approfittava dei conoscenti o parenti di passaggio per affidare loro
lettere e bigliettini da recapitare in Oliena. Durante
l’autunno/inverno 1897 - 1898 la frequenza della corrispondenza di Francesco
fu all’incirca di una letterina o un bigliettino ogni dieci, quindici giorni. Una
sola letterina purtroppo si è conservata in risposta a Francesco firmata da
Efisia, datata 31 Gennaio 1898. NDR:
(Le lettere di Francesco ad Efisia sono raccolte nel volumetto “All’ombra
del Corrasi” di Luciano Ledda).
[1]Antonio Bresciani, scrittore (Ala, Trento, 1798 – Roma 1862). Gesuita, fu tra i fondatori della rivista La Civiltà Cattolica. Rappresentò l’opposizione al romanticismo inteso come sinonimo di liberalismo (Del romanticismo italiano, 1839). |