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Edizioni di Ar: nuovi titoli

Testi di recente pubblicazione.

Per il catalogo completo: Catalogo con Note


Julius Evola, I testi de La rivolta ideale. A cura di Marco Iacona.
Contiene i 28 articoli pubblicata da Evola tra il 1949 e il 1953, e i saggi:
'Evola e la politica inattuale (1949-1953)' di M. Iacona, e
'Interregno e utopia' di P. Di Vona. Edizioni di Ar, euro 14,00
...I testi evoliani che brevemente considereremo sono caratterizzati da un Leitmotiv, da una melodia riassumibile in poche note? Pensiamo di si. Molti di questi contributi, a nostra giudizio, ripropongono un modo di argomentare tipico di uno degli 'autori di rimando' del filosofo tradizionalista: Friedrich Nietzsche....
(M. Iacona)
...Un altro aspetto imprescindibile e fondamentale degli articoli usciti su La rivolta ideale è che Evola vi definì alcuni dei concetti principali della sua dottrina... Anzitutto la tradizione da lui intesa come una forza spirituale formatrice che si mantiene una attraverso la forme varie, in cui essa storicamente si afferma...Evola poi spiega con chiarezza quale significato abbia per lui la storia...
(P. Di Vona)

Alfred Baeumler, L’innocenza del divenire, a cura di L. Alessandro Terzuolo, Edizioni di Ar, Padova 2003, collezione “Gli inattuali”. Pp. 280. 25,00
Dopo la pubblicazione di Nietzsche filosofo e politico, le Edizioni di Ar presentano qui gli scritti su Nietzsche che Alfred Baeumler, in qualità di saggista e curatore, ha pubblicato tra il 1930 e il 1964. Il titolo di questo volume, L’innocenza del divenire, riprende quello della “Postfazione” al Nachlass di Nietzsche scelto e ordinato dallo stesso Baeumler per i tipi di Kroener. Il criterio seguito nella cura di questo testo ha cercato di raccogliere da un lato le “Postfazioni” che Baeumler ha inserito nella sua edizione delle Opere di Nietzsche; dall’altro i saggi dedicati a Nietzsche - ponendo in testa al volume gli scritti “Nietzsche pensatore esistenziale” e “L’innocenza del divenire”, in considerazione del loro significato cruciale per la rappresentazione baeumleriana. Conclude il corpo dell’opera il fondamentale studio di Baeumler “La solitudine di Nietzsche”, in cui - sgombrando il campo da ogni riduzionismo psicologistico - si pone in risalto il valore storico del pensiero nietzscheano.
Oltre alla postfazione del Curatore, “Come interpretare il Nachlass di Nietzsche”, compaiono in appendice le “Postille alle tesi di Mazzino Montinari su Baeumler interprete di Nietzsche”, composte da Marianne Baeumler in replica agli “Appunti su Nietzsche e il Nazionalsocialismo (L’interpretazione di Alfred Baeumler)”, scritti da Montinari. A questo proposito, per ripristinare la verità storica sull’esegesi baeumleriana di Nietzsche (sopra tutto di fronte alle “imputazioni” di Montinari), viene qui pubblicato il saggio di Baeumler “Nietzsche e il nazionalsocialismo”.

Léon Degrelle, Militia, Edizioni di Ar, Padova 2003, collezione “Il tempo e l’epoca dei fascismi”. Euro 12.00.
Militia: per i tipi di Ar, questo ‘libro esistenziale’ vale da testo-simbolo di scritture la cui insegna è il desiderio delle idee e la considerazione delle cose pure. Raccolte in questo volume (giunto alla sua quarta edizione), le parole del leggendario Comandante Léon Degrelle esulano dalle ordinarie formulazioni mentali per riflettere verità perenni ed evocare impressioni originarie in chi abbia disposizione a udirle rettamente. Militia oltrepassa quindi la dimensione - che pure integra e configura con precisione - del ‘breviario’ etico-politico, per rappresentare una lezione di verità e una percezione ideale che stanno raccolte in sé, senza alcuna esigenza di ‘parlare’ (ovvero di confrontarsi) con situazioni ed eventi attuali. Di Léon Degrelle, il volume comprende pure lo scritto La nostra Europa, che rievoca con generosità di accenti la Sehnsucht dell’Ordine Nuovo Europeo, generata da esperienze e illuminata da visioni estranee alle pratiche e alle vedute dell’Europa odierna, guastata dalla infezione occidentalista. In chiusa, la postfazione di Anna K. Valerio, “L’ora del lupo”.

Piero Di Vona, Evola e l’alchimia dello spirito, Collezione: ‘gli Inattuali’, vol. XVI, pp.82. Euro 8.
Ingiustamente qualificata come trattazione specialistica, La Tradizione ermetica di Julius Evola è invece un testo luminoso e audace, che esalta gli aspetti attivi, eroici e regali della Tradizione. Questo studio che Piero Di Vona dedica al saggio evoliano vuole appunto scostare il velo dei simboli, vincere il labirintico e cifrato codice degli alchimisti, fino a trasformare la descrizione dell’arte alchemica nella filosofia di essa. Semplice e immediato nel suo stile, profondo e sottile nelle conclusioni che trae, Evola e l’alchimia dello spirito restituisce all’universo speculativo di Evola la sua energia suscitatrice. Che nell’intorpidirsi di quest’epoca prende risalto soprattutto per virtù di antitesi, opponendosi alla tirannia dei simboli, delle figurazioni e delle ideologie cristiane. Scrive infatti il Di Vona: “Fu un grande merito di Evola l’aver cercato di costruire un pensiero ed una visione del mondo indipendenti dalla religione venuta a dominare nel mondo occidentale”.

Alfred Baeumler, Nietzsche filosofo e politico, ‘gli Inattuali’, circa 200 pp. – volume pubblicato con il contributo dell’Università di Torino (dipartimento di discipline filosofiche) – Edizione italiana e traduzione a cura di Luigi Alessandro Terzuolo. Euro 20.
In questo suo fondamentale studio su Nietzsche, pubblicato a Dresda nel 1931, Alfred Baeumler si confronta con duemila anni di storia della civiltà europea, sottoponendone al vaglio della critica “dogmi” cardinali sotto il riguardo pratico-teoretico: dal cristianesimo alla pax romana, dal cartesianesimo alla morale borghese, dall’illuminismo al romanticismo, dal darwinismo al democratismo. Il metodo baeumleriano non si concede sottigliezze né fronzoli di sorta, e, a questo proposito, è molto semplice ed efficace: far parlare Nietzsche di Nietzsche. Ma sopra tutto far parlare la sua opera fondamentale, ovvero La Volontà di potenza, che si erge sullo sfondo delle opere di Nietzsche come il vero caposaldo metafisico del suo pensiero. Nonostante siano trascorsi ben settantadue anni dalla sua prima edizione in lingua tedesca, il testo di Baeumler continua a costituire un contributo irrinunciabile per l’interpretazione nietzscheana. Nietzsche filosofo e politico mostra infatti come Baeumler sia stato un interprete assolutamente autonomo e insieme convinto di Nietzsche, tanto da dedicare al suo Autore –oggetto di uno studio durato un’intera esistenza- una gran mole di saggi e di commenti collegati con le varie edizioni delle opere di Nietzsche curate dallo stesso Baeumler, durante un arco temporale che si tende dall’inizio degli anni Trenta agli inizi degli anni Sessanta del XX secolo. Le Edizioni di Ar stanno raccogliendo tutto il materiale edito e inedito, lasciato da Baeumler in riferimento ai suoi studi di Nietzsche, poiché reputano che sia questo il momento di presentare ai Lettori italiani un interprete nietzscheano che –pur senza far leva sui trucchi “filologici” al fine di distorcere il contenuto essenziale delle opere analizzate- può gettare molta luce sulle manipolazioni che i testi nietzscheani hanno subito dagli anni Trenta in avanti, e proprio all’interno del famoso Nietzsche-Archiv.


Cristoforo Andreoli, La politica totale di Pitagora. Per la cura di Anna K. Valerio, il volume comprende infine la versione italiana (con il testo greco a fronte) dei Versi Aurei pitagorei, seguita dallo scritto “Una chiamata per anime di vetta” sulla ‘vocazione’pitagorica. Collezione: Paganitas. Pp. 100. 2 illustrazioni. 12.
Il pensiero di Pitagora e dei Pitagorici è stato letto dai suoi interpreti in tutti gli elementi primi -scientifici, matematici, esoterici e simbolico-religiosi- che lo formano. Ma dove esso tende al superamento della interruzione tra il superiore e l’inferiore, tra l’immateriale e il pratico, ovvero tra l’idea della politica e la sua prassi, le letture non si sono soffermate, benché le testimonianze antiche siano generose di rimandi a questa dimensione dello “stile di vita” pitagorico. Infatti i testi di Giamblico e di Porfirio accennano sovente alla politica di Pitagora, indugiando sulle trasformazioni dell’assetto di governo e del tessuto sociale intervenute nel mondo greco tra il VI e il V secolo a. C. Questo studio di Cristoforo Andreoli si propone quindi di dimostrare come le allusioni di Giamblico e Porfirio alla genesi della democrazia greca e alla sua azione livellatrice, tirannica e intollerante, siano indispensabili per comprendere i motivi dell’intervento politico dei Pitagorici, basato sul rifiuto della demagogia, il ripristino dell’ethnos ellenico, la selezione e la formazione degli uomini adatti al governo della comunità ossia in grado di tradurre in pratica l’essenza della regalità sacra.

Julius Evola, I testi del ‘Meridiano d’Italia’. A cura di Francesco Ingravalle. Contributi di F. Ingravalle: ‘Una meditazione per l’azione’; P. Di Vona: ‘Evola, il fascismo e la ricostruzione nazionale’; A. Braccio: ‘Nota sul ‘Meridiano d’Italia’’ Collezione ‘I testi di Julius Evola’. Pp. 240 circa. 21.
Gli interventi evoliani sul ‘Meridiano d’Italia’, dal ‘49 al ‘58, costituiscono un contributo dottrinario per l’azione. Scrive F. Ingravalle: “L’ambiente della ‘destra radicale’ italiano fu effettivamente formato, sotto il profilo teorico, da Evola. Che, poi, la sua parola, trasposta sul terreno della prassi, paia ‘semplificata’, è cosa normale per ogni idea che sia trasposta sul terreno della prassi”.

Pietrangelo Buttafuoco, "Fogli consanguinei", Avvertenza di Franco Freda.
Prefazione di Giuliano Ferrara. Pp. 88. Euro 7
"La democrazia non è un sofisma né un obbligo, ma solo una possibilità".
Così nella presentazione di Giuliano Ferrara a questo testo, che raccoglie
tra i più dispittosi e intelligenti articoli di Pietrangelo Buttafuoco,
giornalista del Foglio. Sgorgati per caso dalle urgenze della cronaca, ma
generati verso l'alto, essi compongono un seducente florilegio dei pensieri
antimoderni. Ogni cosa, sapientemente annerita dall'inchiostro di
Buttafuoco, può prendere aspetti paradossali, ironici e irriverenti. È in
questo modo che la virtualità dello scrivere (esaltata dal virtuosismo della
scrittura) fa le proprie vendette contro la prepotenza del secolo e la sua
malattia più fortunata: la democrazia. La prima parte di Fogli consanguinei
considera infatti le interviste ad alcuni tra i nemici peggiori del mondo
moderno (indignati intellettuali, polemisti estetizzanti, persone
irriducibili al dramma storico). La seconda è invece pura prosa di
divagazione e tentativo. Quale sarebbe la sua mitologia, se la modernità
potesse averne una? Tra il beffardo e l'ironico la risposta.
Il libro contiene gli articoli dell'inchiesta, pubblicata dal quotidiano "Il Foglio", sul pensiero non democratico:

Obiezioni alla democrazia
I Franco Freda
II Luciano Canfora
III Ulderico Nisticò
IV Massimo Fini
V Brunico
VI Domenico Fisichella
VII Geminello Alvi
VIII Carmelo Bene

e altri scritti, tra cui l'intervista a Pio Filippani Ronconi

Julius Evola, I testi di 'Totalità', 'Il Borghese', 'la Destra'.
A c. di R. Melchionda. Contributi di Roberto Melchionda: "Politica dell'apolitìa. Evolismo metafisico ed evolismo politico" e di Piero di Vona: "Osservazioni". Collezione: I testi di Julius Evola. Euro 18
Il volume contienegli articoli di Julius Evola pubblicati dai periodici Totalità' di Firenze, 'Il Borghese' di Milano, 'la Destra' di Roma.
Con l'eccezione di un articolo del 1953, gli scritti appartengono tutti agli ultimi sette anni di vita dell'Autore.

Julius Evola, I Testi del 'Corriere Padano'. A cura di Giovanni Damiano.
Contributi di G. Damiano: 'Negli anni della decisione. Appunti su Evola e il fascismo'; P. Di Vona: 'Evola fra Tradizione e Cattolicesimo'. Euro 40,00
La collaborazione di Evola al 'Corriere Padano' va dal 1933 al 1942 e consta di più di cento articoli. La collaborazione di Evola al 'Corriere Padano', "espressione ufficiale del fascismo ferrarese', confrontata con la sua collaborazione ad altri giornali e riviste fasciste del tempo, dimostra che egli estese a tutti gli ambienti fascisti del tempo che poté raggiungere, la sua propaganda tradizionalista.

Beniamino M. di Dario, Il Sole Invincibile. Aureliano riformatore politico e religioso. Presentazione di Luca Leonello Rimbotti. Euro 12,00.
E' al culmine di una congiuntura terribile per l'Impero Romano, devastato sfigurato, spaccato, vacillante al punto da far ritenere agli stessi contemporanei di doverne salutare l'ultima ora, che sorge e si impone l'astro salvifico dell'imperatore Aureliano. In soli cinque anni di regno (270-275), con volontà ferrea, il grande Illirico, attraverso vittorie militari di eccezionale portata e una serie di riforme radicali (nel senso etimologico del termine), porta a compimento un disegno i cui contorni hanno del portentoso, riunificando un impero poco prima agonizzante sotto l'egida di un "nuovo" sovrano divino, Il Sole Invincibile.

Jack London , Il vagabondo delle stelle. Il Cavallo alato.Traduzione a cura di Fabrizio Sandrelli. Euro 20,00
Nel vagabondo delle stelle (The Star Rover, 1915), romanzo “spirituale” di Jack London (18761916), reale e fantastico si confondono senza posa in una narrazione dinamica. La rappresentazione e la denuncia del violento universo carcerario si alternano, infatti, con racconti e riflessioni sui rapporti tra spirito e materia, mente e corpo che evocano, direttamente o indirettamente, i concetti di evoluzione, “memoria atavica” e reincarnazione. Protagonista dell’opera, che si ispira in parte alle vicende di personaggi reali, è Darrell Standing, un professore di agronomia condannato prima all’ergastolo per l’omicidio di un collega e poi alla forca per l’aggressione di un secondino. Segregato in una cella d’isolamento e stretto nella camicia di forza, egli riesce ad annullare temporaneamente, con uno sforzo di volontà, il corpo fisico e a liberare il proprio spirito da ogni vincolo spazio-temporale. Darrell Standing o, piuttosto, il suo sé immortale, può così ricordare e rivivere la lunga sequela delle sue precedenti incarnazioni, dei suoi amori e dei suoi odi. Attraverso i millenni, sotto molteplici sembianze, egli ha sperimentato ogni aspetto e ogni possibilità della condizione umana e può infine salire al patibolo irridendo i suoi ottusi carnefici. O, forse, come insinua un altro carcerato, tutto questo non è che una patetica illusione, un sogno evanescente, come quello prodotto da una droga.

Corneliu Zelea Codreanu, Il Capo di cuib. Collana Il tempo e l'epoca dei fascismi. In appendice: Giovanni Damiano, Platonismo legionario.
Euro 12
Nuova edizione di questo breviario di ortodossia e di ortoetica che,
scritto da Codreanu per i legionari della ‘Guardia di Ferro’,
con l'intento di allevare anime, di fare dell'anima il soggetto che nell'uomo guida la contemplazione e ne disciplina la concentrazione e la comprensione,
venne da Nae Jonescu paragonato agli Esercizi spirituali di S. Ignazio di Lojola.

Simone Paliaga, L’uomo senza meraviglia. La globalizzazione nell’epoca della rete. Prefazione di C. Bonvecchio. Euro 9.
La meraviglia divampa dalla pluralità. L’esperienza delle differenze (come Erlebnis: senso della vita) innerva l’uomo, e lo stupore che ne viene destato lo chiama, pretende da lui una risposta. La chiamata è una domanda intorno al senso del mondo, cui egli non può sottrarsi, pena la rinuncia alla libertà. Allorché dispiega le sue maglie sull’intero pianeta, la globalizzazione finisce con l’avvolgerlo in una flessibile quanto fitta rete di scambi commerciali e finanziari. Irretito in una trama inesauribile di contatti virtuali, il mondo si immergein un chiarore grigio, da cui non trapela alcun segno che annunci la presenza della pluralità delle culture, dei popoli - delle forme viventi. Il mercato si espande e qualsiasi prodotto che vi circoli deve proporsi ovunque, come cosa mutilata proprio di quelle differenze che, intarsiando la terra, rivelano la bellezza-bontà della imago mundi. La rete, che diffonde le merci in ogni contrada, deve risultare indispensabile. E’ allora che il pensiero unico assurge a condizione essenziale per il funzionamento di questo apparato di fragile complessità. La estinzione delle diversità culturali diviene la condizione del sussistere di una economia-mondo, per conformare e strutturare l’universo dell’homo oeconomicus. E al sistema reticolare che regge la sussistenza economica spetta il compito di esonerare l’uomo dal partecipare alla vita, ossia all’anima, dei suoi luoghi, di coltivare i suoi rapporti con il mondo, di instaurare le proprie relazioni con gli altri: poiché ogni suo bisogno troverà soddisfazione con l’accesso a questo meccanismo.
Così, l’onere di confrontarsi con un mondo abitato dalle differenze, di parlare con esse, si dilegua. A quest’uomo muto e mutilo tocca solo sviluppare le competenze che gli consentiranno di accedere ai servizi offerti dall’unica rete disponibile. Allora la pluralità diserterà il tempo degli uomini, di essa restando solo esangui simulacri e avanzi induriti. Così come si eclisserà la Stimmung che rende la vita meritevole di essere vissuta: l’aura del meraviglioso. Svuotato di essa, disanimato, l’uomo non saprà più diventare ciò che è, ma si perderà nella gestione dell’esistente - senza meraviglia.

Chiara Stellati, Una ideologia dell’Origine. Franco Freda e la Controdecadenza. Prefazione di Anna K. Valerio («La misteriosa audacia del radicalismo»); Conclusione di Piero Carini («Vera Destra», «radicalismo di Destra» e «cultura integrale»). Edizioni di Ar. Collezione ‘Consonanze’, 6, pp. 200. Euro 21,00.
Il testo raccolto in questo volume è una tesi di laurea (Franco Freda e la componente tradizionalista della destra radicale. 1963-1996. Università degli studi di Perugia, 1998/99) che descrive l’esperienza politico-culturale e accenna all’universo ideale di Franco G. Freda. Asettico e ricognitivo, il racconto dell’Autrice comincia dalla fondazione del Gruppo di Ar di quasi quarant’anni fa, e si conclude con l’avventura del Fronte Nazionale. Senza troppo indulgere nell’aneddotico, mira a cogliere l’atmosfera (la Stimmung?) dell’‘ambiente’ della destra radicale. Un denso coro di voci -citazioni di storici, avversari, camerati- che la Stellati, con cura opportuna e intelligente, allega alla propria, dà modo di mettere a paragone il recto e il verso delle questioni. La sua narrazione tende infatti all’oggettività (solo a tratti qualche accenno di giudizio). (dalla prefazione di Anna K. Valerio).

Indice:

La misteriosa audacia del radicalismo (Anna K. Valerio)

Introduzione

I. A destra dopo il fascismo
La riorganizzazione della destra dopo il ’45: i presupposti
Il clandestinismo e il partito: le diverse anime della destra
I Far e il «processo alle idee»
La politica missina e l’extraparlamentarismo
Il «cattivo maestro»
L’idea di Tradizione
Contro il «mondo moderno»
«In piedi tra le rovine»
Cavalcare la tigre e il concetto di apolitìa
I «discepoli» di Evola
Oltre il fascismo

II. Franco Giorgio Freda
Un uomo, una funzione: la «pedagogia politica»
Fascismo e Tradizione
Evola e Freda per cavalcare la tigre
La contestazione studentesca e la politica missina
Lotta di Popolo
La disintegrazione del sistema
Platone. Lo Stato secondo giustizia
La rivoluzione islamica di Khomeini
Il nazi-maoismo
I precedenti storici: la «rivoluzione conservatrice»
Parola d’ordine: ‘andare oltre’. «Costruiamo l’azione» e «Terza posizione»
La diffusione e l’efficacia politica de La disintegrazione
Lo spontaneismo armato, la violenza degli anni ’70 e i «cattivi maestri»
Le vicende processuali dell’editore

III. Soldati della Tradizione: Gruppo di Ar ed Edizioni di Ar
Il Gruppo di Ar
La prospettiva metafisica
La storia come decadenza
L’uomo e la comunità secondo la dottrina tradizionale
Disgregazione dell’umano e degradazione della sfera politica
La rivoluzione tradizionale
Il soldato politico
La politica come ascesi
L’aristocrazia rivoluzionaria
Le Edizioni di Ar: l’attività editoriale come milizia politica

IV. Il Fronte Nazionale
La dottrina spiritualista della razza
Il Fronte Nazionale
Il razzismo morfologico
Natura e struttura del Fronte Nazionale

Conclusione

«Vera Destra», «radicalismo di Destra» e «cultura integrale» (Piero Carini)

Bibliografia
Indice dei nomi

Junyû Kitayama, Lo Stile eroico. L'eroismo in Giappone, pp. 136. Traduzione a cura di Vittorio Penzo. Collezione Ryû, per i tipi di Sannô-kai, VIII, 2002. Euro12,00.
Severa e sublime come quell’incrocio di destini che portò, con Junyû Kitayama, il Giappone in Prussia, quest’opera sfida i limiti delle rappresentazioni occidentali dell’eroicità. È un poema che sgorga da una struttura saggistica: racconto di ‘portamenti’ grandiosi, florilegio di gesta e di gesti magnanimi della personalità. Disegnando una sorta di ‘metafisica dello stile’, l’Autore delinea i profili della condizione eroica.
Junyû Kitayama nasce nel 1902. Dal 1930 al 1936 è ‘lettore’ di cultura e lingua giapponese all’università di Francoforte nonché assistente all’università di Marburgo, in cui, a partire dal 1940, insegna come ‘professore onorario’ religioni e cultura dell’Asia orientale. Nel maggio 1945, arrestato per collaborazionismo a Praga, sconta in diversi campi di concentramento cecoslovacchi la pena di un anno ai lavori forzati. In seguito, dal governo cecoslovacco non gli viene mai consentito di lasciare quel Paese. Muore a Praga nel 1962 (dal risvolto di copertina).

 

Gian Pio Mattogno, L’antigiudaismo nell’Antichità classica, pp. 230. Collezione “Paganitas”, VIII, 2002, Euro 21,00.
L’opera curata da Gian Pio Mattogno costituisce la prima raccolta organica sinora apparsa in Italia di testi antigiudaici relativi all’antichità classica nonché l’unica, in assoluto, dopo le opere di Th. Reinach e di M. Stern. In essa, inoltre -ed è questa una caratteristica che la differenzia da tutte le altre ricerche affini-, i testi sono preceduti da uno studio che li inserisce sistematicamente nel contesto delle origini della questione ebraica nel mondo ellenico-romano. Mentre i numerosi saggi sull’antigiudaismo nel mondo antico si dimostrano, in generale, lavori apologetici che, rifiutando di analizzare le cause reali, preferiscono affidare a espedienti propagandistici la spiegazione dell’ostilità (“calunnia”, “menzogna”, “pregiudizio” etc.), la ricerca di Gian Pio Mattogno si propone di verificare oggettivamente la veridicità delle accuse degli Autori classici sulla scorta delle fonti giudaiche contemporanee (Bibbia, Talmud di Gerusalemme, Talmaud babilonese, Midrash, Apocrifi) (dal risvolto di copertina).
S o m m a r i o:
Parte prima. Le origini della questione ebraica nel mondo greco-romano.
1. Introduzione. 2. L’antigiudaismo classico nella storiografia nazional-socialista. 3. La storiografia apologetica moderna. 4. La genesi greco-egizia dell’antigiudaismo classico. 5. L’antigiudaismo nella letteratura latina. 6. L’autodifesa del giudaismo nell’apologetica antica. 7. Le cause reali dell’antigiudaismo classico. 8. Esclusivismo etnico-religioso, misantropia e misoxenia nella letteratura giudaica antica. 9. Messianesimo e dominio mondiale giudaico nelle fonti letterarie ebraiche e nelle guerre escatologiche contro Roma.
Parte seconda. L’antigiudaismo nelle fonti greco-romane.
1. Ecateo. 2. Manetone. 3. Agatarchide. 4. Posidonio. 5. Apolonio Molone. 6. Stradone. 7. Lisimaco. 8. Cheremone. 9. Apione. 10. Damocrito. 11. Tolomeo. 12. Filostrato. 13. Cicerone. 14. Pompeo Trogo. 15. Seneca. 16. Plinio il Vecchio. 17. Tacito. 18. Svetonio. 19. Persio. 20. Petronio. 21. Giovenale. 22. Quintiliano. 23. Celso. 24. Cassio Dione. 25. Giuliano. 26. Rutilio Namaziano.


Pierre Drieu La Rochelle, L’agente doppio, pp. 84. Traduzione a cura di Tiberio Graziani, con testo originale a fronte. Collezione gli ‘Inattuali’, XIII, 2002. Comprende un corollario di note di commento a opera di: Gruppo di Ar (“Una professione di fede”); Dragos Kalajic (“Il contesto storico de ‘L’agente doppio’”); Claudio Mutti (“Strane riconciliazioni”); Anna K. Valerio (“Coniunctio oppositorum”). Euro 7,00.
Il protagonista del racconto L’agente doppio è una spia russa. Non tradisce per denaro, per paura, per scambio di favori. Ma per vocazione: per una sorta di inusitata vocazione. Nessun idealismo condiziona la scelta dell’agente russo, nessuna bandiera di colore opposto, ma il fastidio verso ogni tipo di ‘colore’, tinto com’esso è da una fantasia da ceto medio, sintomo del suo sciatto negligente vizio di esigere, sopra tutto, la classificazione. Invece, l’onore della Russia è il solo buon motivo per cui la spia sa che si può pensare grandiosamente e affermativamente. È l’onore ciò che salda i due labbri dell’anima divaricata dell’agente doppio; che mette d’accordo il suo doppio rifiuto (contro i bianchi, contro i rossi); che trasforma infine in rivolta (in creazione, in vita che si rinnova) la congestione novecentesca della negazione (dal risvolto di copertina).

Julius Evola, I testi de 'Il Conciliatore', pp. 228, a cura di Anna K. Valerio, con uno scritto di Piero Di Vona e una nota di Aldo Braccio, Collezione " I testi di Julius Evola", 2002,   Euro 21.00.
"Le parole di Evola sembrano fatte ad arte per resistere. Per rovesciare - a dirla con sua formula - il tavolo del gioco. Che siano linee accennate su giornali, o pensieri definitivi consegnati ad un'opera che ha la certezza di imporsi al tempo (naturalmente contro il tempo), i ritmi restano quelli di chi conosce il vero, ne ha sostenuto la vertigine, ha imparato a rispettarlo e ora ne disciplina il culto" (dalla prefazione di Anna K. Valerio).

Adriano Segatori, La comunità vivente. Organismo comunitario e organizzazione sociale, pp. 112, con una presentazione di Luca Leonello Rimbotti, Collezione "Le due bestie", 2002,   Euro 9.00
L'Autore sviluppa l'analisi dell'antagonismo tra i significati della comunità e i contenuti della società, proponendo le sue considerazioni da una prospettiva che riflette la visione tradizionlistica del mondo e della vita, alla luce sopra tutto degli insegnamenti di Julius Evola.

Julius Evola, I Testi di 'Ordine Nuovo', pp. 164. a cura di R. del Ponte, con una notizia di P. Di Vona. Collezione ‘I testi di Julius Evola’. 2001. L. 35.000

Evola dopo il 1951 continuerà ad offrire, fino all’ultimo giorno della sua esistenza, un appoggio morale e un apporto culturale a chi ancora si proponeva di resistere “in un mondo di rovine”. Pure il significato della sua cooperazione sarà esclusivamente quello di un contributo dottrinle per un valido sostegno delle vocazioni e un corretto orientamento delle qualità nell’epoca “dell’uomo sfuggente”. È in questo senso che andranno intese le collaborazioni date, a partire dal 1955, a Ordine Nuovo e alle varie testate che, con diverse denominazioni, ne seguirono le sorti sino alla metà degli anni settanta. (Dall’introduzione di R. del Ponte)
 
Julius Evola, I testi de 'La Rassegna Italiana', pp. 126, a cura di A. Braccio, con una notizia di P. Di Vona Collezione "I testi di Julius Evola", 2001, Edizioni di Ar, L. 25.000 
"Gli scritti di Evola, che coprono un arco di tempo cha va dal 1933 al 1952, apparsi sul mensile fondato nel 1917 da Tomaso Silani. 
Anche negli articoli pubblicati su 'La Rassegna Italiana' vi sono elementi di dottrina degni di grande attenzione per lo studioso, e di essere ripresi in uno studio generale del pensiero di Evola (...)"

(Dall'appunto di Piero di Vona)

Julius Evola, I testi de 'La Difesa della Razza', a cura di P. Di Vona, Collezione "I testi di Julius Evola", L. 40.000.
Ne "I testi di Julius Evola" le Edizioni di Ar - che già nel 1970 avevano ristampato i saggi di Evola apparsi su "Bilychnis" e su "Nuova Antologia" - pubblicano la raccolta di tutti gli articoli composti dall’Autore per ciascuno dei periodici a cui egli prestò la sua collaborazione. Inaugura la collezione questo volume, che comprende i trentaquattro articoli di Evola pubblicati su "La Difesa della Razza" dal 5 gennaio 1939 al 20 aprile 1942 - allorché insanabili dissidi dottrinari interruppero la sua collaborazione al quindicinale diretto da Telesio Interlandi.
Anche se il motivo specifico di ciascuno scritto risulta chiaramente ripreso nel motivo conduttore della razza, per cui è questo tema generale il Leitmotiv dell’intera composizione, il contenuto di questi articoli si può (utilmente purché non rigidamente) classificare secondo il loro argomento.
Un primo gruppo comprende i numerosi articoli di soggetto razziologico; un secondo gruppo riguarda Roma e le sue origini; un terzo gruppo considera le origini della civiltà; un quarto gruppo, le questioni inerenti all’arianità; un quinto gruppo, alcuni simboli dell’arianità e della romanità; un sesto gruppo il problema del rapporto tra la razza e la filosofia; un settimo gruppo, infine, il problema dell’ebraicità e dell’ebraismo.
Tutti i volumi di questa collezione sono curati dal comitato di edizione formato da Aldo Braccio, Giovanni Damiano, Italo De Giorgi, Beniamino M. di Dario, Francesco Ingravalle, Massimo Pacilio. Il comitato di edizione è presieduto da Piero Di Vona e la sua attività viene coordinata da Roberto Melchionda.

Carlo Mattogno, "Sonderbehandlung" ad Auschwitz. Genesi e significato, 188 pp., lire 38.000 
Nei documenti tedeschi su Auschwitz del periodo 1942-1944 appaiono termini enigmatici come “Sonderbehandlung” (trattamento speciale”), “Sonderaktion” (azione speciale”) e altri di tal fatta che, secondo una convenzione instaurata  nel 1946 dalla “Commissione centrale di inchiesta sui crimini tedeschi in Polonia” e divenuta poi patrimonio storiografico comune,  sarebbero dei criptonimi escogitati dalle SS per nascondere delitti inconfessabili.
Nessuno storico, tuttavia,  ha mai verificato questo postulato; e nessuno storico si è  mai curato di  ricercare nuovi documenti  di questa categoria e di studiarli  nel loro contesto storico.   Perciò, fino ad ora, non è mai stato pubblicato uno studio  specifico su  questo problema, non certo irrilevante, della storia del campo di Auschwitz:  perfino gli specialisti si sono limitati a trasmettersi l’un l’altro  in  poche righe  l’interpretazione della Commissione polacca, apportando ad essa, al più, qualche lieve ritocco.
Nello studio recentemente pubblicato dalle Edizioni di Ar  “Sonderbehandlung” ad Auschwitz. Genesi e significato, Carlo Mattogno ha colmato questa  grave lacuna  sulla base di una documentazione di prima mano, in massima parte inedita e ignota anche agli specialisti di Auschwitz, da lui reperita  negli archivi moscoviti, di cui in appendice presenta un’ampia crestomazia  (26 documenti).
Grazie ad  una  penetrante analisi storico-documentaria e ad una  sapiente ricostruzione  degli scenari  storici che fanno da sfondo ai documenti, Mattogno fornisce una interpretazione non conformista  che non manca di riservare  sorprese insospettate, ma documentariamente fondate, come  quella relativa alla visita di Himmler ad Auschwitz  nel luglio 1942  o quella che riguarda  l’attribuzione  al personale dei crematori della denominazione di “Sonderkommando”.

Julius Evola, Metafisica della guerra, a cura di Roberto Melchionda. Collezione ‘gli Inattuali’. L. 30.000
Aber das Leben ist Krieg: in sé la vita è guerra, affermava Spengler. Necessaria alla libertà quanto la pace, la guerra è nel destino inaugurale della vita umana: essa procede dallo stesso principio dell’essere in quanto coscienza e libertà. Cause svariatissime, ideali e materiali, nobili e ignobili generano storicamente le guerre. Nel 1940, Julius Evola constatava: "In Occidente, tensioni spirituali e materiali si sono a tal punto compresse, negli ultimi anni, che esse alla fine possono venir risolte solo attraverso il combattimento". Oggi, noi sappiamo che le ‘crociate’ pacifiste, umanitarie e poliziesche, al servizio delle sovrane ragioni dell’economia, assicureranno un futuro rigoglioso alle guerre nucleari e informatiche…
Questi testi divulgativi di Evola sulla metafisica della guerra presumono un lettore non sordo a ciò che si può chiamare l’eroicità latente dell’uomo, l’ "archetipo dell’eroe". Seguendo un ritmo di espansione concentrica di considerazioni su questo tema, l’Autore afferma che la guerra -tra gli uomini e dentro l’uomo- è soltanto un aspetto della contesa che sta nelle cose del mondo, ma il suo atto di nascita va ricondotto al sopramondo. L’esperienza propriamente eroica deve coinvolgere le strutture della coscienza, deve schiudere il coraggio fisico-morale del combattente, in modo che questi sciolga l’anima dal corpo per volgerla definitivamente allo Spirito. La guerra ‘materiale’, quella che cade nella storia, diventa quindi mezzo per la guerra ‘spirituale’, quella che si dispiega nella metastoria.
Per chi ritenga di dovere, e senta di potere, trasmutare in farmaco il veleno della Modernità, la lettura dei pensieri contenuti in Metafisica della guerra -oltre a confermare la profonda coerenza speculativa del loro Autore- contribuirà a rivelargli le necessarie forme di coesione implicite nella propria decisione etica di stare ‘combattivamente’ nella storia.
Introdotto dalle considerazioni di Roberto Melchionda Sulla doppia guerra, questo volume -curato dallo stesso Melchionda- raccoglie alcuni scritti pubblicati da Julius Evola, nell’arco di tempo compreso tra il 1935 e il 1950, su quotidiani e periodici quali "il Regime Fascista", "La Vita Italiana", "Augustea", "La Stampa", nonché la versione italiana (con testo originale a fronte) della conferenza "Die arische Lehre von Kampf und Sieg", pronunziata dall’Autore in lingua tedesca a Roma, il 7 dicembre 1940.

Beniamino M. di Dario, La via romana al Divino. Julius Evola e la religione romana. Collezione ‘Paganitas’, L. 30.000
Con questo studio, l’autore tenta per la prima volta di ricostruire in maniera organica l’interpretazione del culto romano e, più in generale, della civiltà di Roma propria di Julius Evola. Pur se Evola non ha mai trattato della religione romana in un’opera specifica e unitaria, di Dario individua i passaggi-cardine della sua configurazione sviluppando gli accenni presenti nei testi evoliani -compresi alcuni saggi e scritti d’occasione- e soprattutto ripercorrendo lo svolgimento dell’idea di tradizione nella fondamentale opera Rivolta contro il mondo moderno, in cui Evola stesso indica le "categorie" del mondo tradizionale. Nel ciclo romano Evola coglieva infatti la manifestazione di alcuni capisaldi della sua formulazione dell’idea di tradizione: le dottrine della regalità e dell’imperium, la forza impersonale del rito, la via dell’azione. E’ soprattutto su quest’ultima che l’autore si sofferma ogni qualvolta essa conduca l’interpretazione di Evola verso determinate conclusioni, marcandone in tal modo il carattere di "predisposizione". Nel delineare progressivamente la visione evoliana del culto e della civiltà romana, il libro tocca via via questioni imprescindibili, quali la sistemazione del ciclo romano all’interno delle complesse concezioni cosmostoriche di Evola e la comprensione del "significato ultimo" di Roma, nonché il tema del rapporto tra Evola e il cristianesimo - meglio definito dallo svolgersi del suo "paganesimo" – fino a trattare della posizione tenuta da Evola nei confronti del fascismo e del tradizionalismo romano. Il di Dario non manca poi di studiare la formazione di alcune tesi evoliane in base al costante confronto con le proposizioni di pensatori quali il Bachofen e il Piganiol: attraversando una progressiva ‘decantazione’, le caratteristiche storiche del loro pensiero si trasformano nei caratteri metastorici (e metafisici) delle considerazioni di Evola.

G. Simmel, Il conflitto della cultura moderna. Collezione ‘gli Inattuali’. L. 30.000
Mentre la "Grande Guerra" si andava spegnendo, Georg Simmel dava alle stampe una conferenza dedicata al conflitto inevitabile fra la "vita" e le "forme della cultura". Il contenuto di questa conferenza raffigura efficacemente la lacerazione che contrassegna il moderno inteso come propaggine estrema della modernità. Alla fine delle "grandi narrazioni" metafisiche, la cultura moderna è la consapevolezza del carattere necessariamente aperto del conflitto tra fluire della vita e forme culturali, della relatività e della provvisorietà di ciascuna forma culturale. Questa coscienza della relatività delle forme culturali appare a Simmel come la fase in cui la vita, il puro movimento – il puro divenire inteso nel senso voluto da Eraclito – tenta di manifestarsi in modo assoluto, al di là di ogni forma: nell’arte espressionistica, nella filosofia pragmatistica, nell’etica e nella religione.
In tutta la sua vita, Georg Simmel fu il più onesto analista del negativo, dell’angoscia del moderno. Tutti noi siamo intessuti anche della negatività che ha lacerato il moderno. Superare questa negatività in una sintesi: è il motivo che spiega la pubblicazione del Conflitto della cultura moderna (con testo originale a fronte) nella collezione ‘gli Inattuali’ per i tipi di Ar.
In Georg Simmel e la cultura moderna -lo scritto del curatore Francesco Ingravalle che conclude questo volume- vengono infine descritte le molteplici linee teoriche, convergenti in questa opera di Simmel, che hanno segnato il processo di conversione della filosofia moderna in filosofia della vita e in visione del mondo.
Georg Simmel (1858-1918) insegnò filosofia alle Università di Berlino e di Strasburgo. Con Ferdinand Toennies, Max Weber, Werner Sombart partecipò alla fondazione (1909) della "Deutsche Gesellschaft fuer Soziologie". Allo scoppio della "Grande Guerra" assunse posizioni nazionalistiche.

Jean Haudry, Gli Indoeuropei. Edizione italiana rivista e aumentata. Traduzione a cura di Fabrizio Sandrelli. Collezione Gli "inattuali", 16 ill., L. 40.000.
Non di una semplice arca linguistica indoeuropea occorre parlare, ma di una vera e propria comunità etnica indoeuropea, che prende forma in epoca preistorica: è la convinzione espressa ripetutamente in questo saggio di Jean Haudry. Sulla scorta dei fondamentali contributi di Georges Dumézil e di Emile Benveniste sull’ideologia della tripartizione funzionale e sulle quattro cerchie dell’appartenenza sociale, lo studioso francese si propone di restituirci, nelle dimensioni di una Weltanschauung indoeuropea, le idee e i significati che hanno generato le istituzioni religiose, giuridiche e socio-economiche di quella comunità primordiale. Concentrando le sue analisi sui contenuti più convergenti della mitologia e del patrimonio lessicale degli Indoeuropei, l’Autore traccia con efficacia la fisionomia spirituale del popolo ario: questa si riflette, in particolare, nel ritmo di chiarezza, di stabilità e di ordine gerarchico delle sue stratificazioni sociali, trasmettendosi a quel "culto della verità" che rappresenta l’essenza della sua religione. A conclusione del suo studio l’Autore, dopo aver affermato che i dati antropologici precisano l’appartenenza degli Indoeuropei, o almeno della loro aristocrazia, alla "razza nordica", rivaluta le tesi di Tilak e Klause che situavano la patria originaria di quel popolo nelle regioni circumpolari dell’Europa settentrionale. Egli si sofferma quindi sull’espansione indoeuropea, la cui forza impulsiva si rinviene nei lineamenti dell’anima di quelle genti -in quelli che Spengler avrebbe definito i segni naturali della loro ‘animità’-, più che in sollecitazioni di ordine demografico e ambientale. 
Poggiando su una sicura consistenza di testimonianze letterarie e archeologiche, questo libro di Jean Haudry permette a noi, lontani e distanti discendenti delle tribù indoeuropee, di portare uno sguardo complessivo sul mondo dei nostri antenati ari: sul senso remoto di un vivere che, pur da noi abbandonato in numerosi suoi elementi, rimane come contenuto latente di aspetti fondamentali della nostra esistenza moderna, e può quindi sempre riapparire nella sua dinamica con i caratteri di una risorgenza - o riaffiorarvi nei tratti di un ‘ritorno del rimosso’.

 

Franco Freda - I lupi azzurri. Documenti del Fronte Nazionale, a cura di Giovanni Damiano. Corollario con scritti del curatore e di Francesco Ingravalle. Nell’appendice scritti di E. Santarelli, F. Ingravalle, A. Brandirali, P. Buscaroli, C. Taormina, G. Damiano. Collezione ‘Iperborei ed Etiopi’, L. 25.000.
In antichi testi europei, "lupi azzurri" sono chiamati i proscritti, gli espulsi: coloro che, sentiti come estranei e perciò dichiarati inassimilabili, vengono messi al bando dalla comunità. Per analogia, il titolo di questo libro riguarda i membri di un sodalizio razzista, il Fronte Nazionale, fondato nel 1990 dall’autore e sciolto dal Consiglio dei Ministri nel 2000. Ponendo al centro delle proprie intenzioni pedagogico-politiche l’idea-forma di razza e affermando l’equivalenza tra l’immigrazione di masse extraeuropee e l’invasione dell’Europa, il Fronte Nazionale è stato il primo gruppo politico italiano ad avvertire sugli effetti del disgregamento dei nessi razziali ed etnici: lo snaturamento delle stirpi europee nella "massa mondiale", la loro dissoluzione nella società globale –la scomparsa dei popoli del Continente dalla "storia mondiale".
Il volume, che contiene tutti i documenti del Fronte Nazionale, è stato curato da Giovanni Damiano secondo un criterio di sviluppo ‘genealogico-gerarchico’. Esso infatti riporta all’inizio lo Statuto, in quanto atto di nascita -di riconoscimento della natura e del significato dell’azione- del sodalizio. Quindi, le relazioni del suo reggente, che riflettono il carattere proprio, metapolitico e dottrinario, del Fronte Nazionale: la sua dimensione normativa, orientata alla selezione qualitativa dei membri del gruppo e alla pratica delle tesi del "razzismo morfologico". In seguito, i manifesti, che rappresentano invece l’applicazione, sul piano della divulgazione politica, dei precetti professati dal sodalizio e dei suggerimenti del reggente. Raccolte nel corollario, le considerazioni di Francesco Ingravalle (Una metafisica della forma: il "razzismo morfologico") e di Giovanni Damiano (La paganità di un sodalizio) compiono poi la ricognizione analitica delle proposizioni dottrinarie del Fronte Nazionale. Nell’appendice, infine, vengono ospitati alcuni scritti aggiuntivi (di Enzo Santarelli, Francesco Ingravalle, Aldo Brandirali, Piero Buscaroli, Carlo Taormina e Giovanni Damiano), riconducibili direttamente alle vicende giudiziarie dei "lupi azzurri".


Franco Giorgio Freda - La Disintegrazione del sistema, quarta edizione, integrata con scritti degli anni 60/80, a cura di Francesco Ingravalle. Corollario con scritti del Curatore, di Giovanni Damiano e Piero Di Vona. Collezione ‘Consonanze’, L. 25.000.
La disintegrazione del sistema manifesta una intuizione che è stata sviluppata dall’autore nella pratica politica non meno che nell’opera editoriale: la possibilità di invertire la tendenza del decadimento dell’occidente, di restaurare la Gestalt aria attraverso il disfacimento della civilizzazione del Terzo Stato. Disintegrare il sistema borghese equivale a eliminare ciò che, integrando le sue parti complementari, ne permette il funzionamento: ossia eliminare la proprietà privata dei mezzi di produzione e la funzione di sintesi sociale propria del danaro.
Freda ha colto con chiarezza come l’ostacolo alla realizzazione del "vero Stato" sia l’organizzazione capitalista della società, oltre all’ethos borghese che la fonda (e che su di essa si fonda).
La disintegrazione del sistema è l’unico esempio di "platonismo politico" all’interno della cultura italiana contemporanea. Dietro questo scritto di Freda c’è Platone, ossia la più compiuta formulazione del "vero Stato", che è paradigma intemporale destinato a "incarnarsi" di volta in volta nella realtà storica senza mai esaurirsi totalmente in essa. Pertanto lo "Stato Popolare" di Freda altro non è che la proiezione dell’idea platonica dell’Ordine adattata a un particolare contesto storico.
La disintegrazione del sistema non è però il patetico tentativo di annullare tutta la distanza storico-temporale che ci separa dal modello (lo Stato platonico): essa ha invece rappresentato il tentativo di vivificare il passato alla luce del presente, di far iniziare in modo nuovo (con il rimando allo "Stato popolare") quel che è perenne (il "vero Stato").
Rileggere oggi La disintegrazione del sistema significa riflettere su quanto l’autore scriveva allora: "Nella Disintegrazione non vi è nulla di originale; di personale vi sono i punti e le virgole; di originario quasi tutto." Quasi tutto: non la tattica, legata a fattori contingenti; non la configurazione dello "Stato popolare", mero strumento per eliminare la cultura borghese. Ma l’idea-forma del vero Stato: il contenuto essenziale, il punto perenne da cui si sviluppano tutte la possibili figure della prassi politica.
A cura di Francesco Ingravalle, questa edizione della Disintegrazione del sistema è integrata da una raccolta di testi -composti dall’autore tra il 1961 e il 1988- e arricchita da un corollario di saggi, a opera di Giovanni Damiano (Un agguato alla storia), Piero Di Vona (Spinozismo di destra, spinozismo di sinistra) e Francesco Ingravalle (Un comunismo dorico).

Indice degli scritti: La disintegrazione del sistema, Alienazioni e prospettive, Per un radicalismo di destra: Cavalcare la tigre, "Le fascisme, notre mal du siècle", Gruppo tradizionalista di Ar, Manifesto dell'Argo, L'ordine di Sparta, Il vero Stato secondo Platone, Due lettere controcorrente, Risguardo, Ordine dei Ranghi, Il cattiverio e le beatitudini, Lettera a un commilitone, La rievocazione di un autore Corollario: Un 'agguato' alla storia, Spinozismo di destra spinozismo di sinistra, Un comunismo 'dorico'

 

Julius Evola, Orientamenti. Undici punti, a cura di Franco Freda. Collezione "Gli inattuali". L. 20.000
Il magistero della dottrina politica e metapolitica di Julius Evola può condensarsi in questo precetto: ‘Occorre tornare alle origini: attraversando e superando la sostanza erronea della modernità - colonizzata dal razionalismo e dal materialismo -, si deve riscoprire e riassumere la forza essenziale delle verità perenni’. Con il potere di un cantus firmus simile insegnamento è diffuso nelle stesse pagine di Orientamenti, breve ma solenne testo che l’Autore scrisse nel 1950, con l’intento particolare di rivolgersi, nella voragine carsica della sconfitta, alla nobiltà degli sconfitti: quegli ‘scudieri’ che, rispondendo alla chiamata del loro Capo, si erano levati in armi nella milizia della Rsi. Il perno su cui si innestano Orientamenti è l’uomo nella sua qualità spirituale, il vir nelle sue virtù dell’anima, nella sua formazione caratteriale - non il sistema ideologico, il programma politico o l’organizzazione partitica. A quest’uomo, la permanenza della fisionomia legionaria avrebbe richiesto, ora, di proseguire la propria milizia per un ordine considerato come luogo dello spirito, con il proposito di fondere le condizioni normative, interiori ed esteriori, dello Stato giusto, di trasformare l’operato politico: da gestione del potere in esercizio della potenza come pratica dell’idea. Orientamenti richiama condizioni formative di simboli e miti, rimanda a una misteriosa forza generativa, essenziale e immateriale, che dall’alto sgorga e fluisce nello spazio dello Stato vero, rendendolo così corpo mitico e mistico dell’idea di Stato. "Fluido" invisibile ma reale, essa non può non inerire - in un grado germinativo pur elementare - nella religiosità politica dei sodalizi che aspirano al vero regimen della comunità. Nel linguaggio concentrico di Orientamenti, conclusivo di contenuti latenti che ‘si danno’ per manifestazione intuitiva, punto di intersezione è la nozione di "visione del mondo". E’ questa il puro centro di gravità della "forma interna" per un Lettore che avverta in sé, in qualche modo e misura, la vocazione a guardarla e custodirla. Una Weltanschauung fondativa, che non viene mediata dalla dialettica e dalla retorica, né distratta dalle verifiche razionali, ma è - sul piano dell’anima - originaria intuizione-percezione-contemplazione (Anschauung) del mondo (Welt). Attorno a Orientamenti- e ai due brevi scritti coevi inclusi in questa edizione curata da Franco Freda - si sviluppa un ricco corollario. Qui (applicando valori interpretativi diversi) Giovanni Damiano, Piero Di Vona, Enzo Erra, Roberto Melchionda, Giovanni Perez considerano lo specifico contenuto storico politico del testo, inserito nelle generali dimensioni metastoriche e metapolitiche dell’etica e dei "pensier contemplativi" del Maestro Evola. Gli exerga ospitano, infine, la glossa marginale di Luciano Licandro e una aggiunta editoriale. 

 

Piero Di Vona, Metafisica e politica in Julius Evola, Postfazione di Giovanni Damiano, Collzione "Gli inattuali", L. 30.000
Mancava sinora un testo in grado di riconoscere, attraverso una indagine rigorosa, le articolazioni fondamentali dell'opera di Julius Evola, restituendone le funzioni nel significato generale della sua intuizione del mondo. La lacuna viene colmata da questo studio, che, sin dal titolo, illustra con efficacia il complesso di motivi esaminati. Infatti la congiunzione di metafisica e politica segna il punto capiatale in cui converge quella prospettiva da cui Evola ricompone - quasi fosse una "immagine latente" - la figura tradizionale dell'universo umano.


Antonio Venier, Il disastro di una nazione. Saccheggio dell'Italia e globalizzazione, Presentazione di Bettino Craxi, L. 28.000
In totale dissenso dalla vulgata propagandistica di "Mani pulite", questo libro espone un'analisi non convenzionale degli avvenimenti italiani succedutisi nell'arco di tempo 1992-1998. Per l'Autore vanno compresi nella considerazione del perverso mercato totale senza limiti né scopi, sicché non si rivelano certo pure coincidenze: la sottomissione al trattato di Mastrìcht; le grandi 'privatizzazioni' e la demolizione dei servizi pubblici; il progressivo impoverimento suscitato dall'attacco alla Stato 'sociale'


Ulderico Nisticò, Prontuario oscurantista, Prologo di Pietrangelo Buttafuoco, Collezione "Gli inattuali", Lire 30.000
Prontuario Oscurantista è ­p;nel titolo e nel contenuto- una negazione irriverente dei luoghi comuni, una ricusazione irridente della propaganda illuministica: sopra tutto una affermazione della verità, sottratta alla menzogna in cui da due secoli si perdono gli accadimenti che -attraverso sanguinari sacrifici giacobini- segnalarono la dissolvenza della cultura etnica della patria meridionale.


Oswald Spengler, Albori della storia mondiale, vol. II. Frammenti del lascito manoscritto.
L. 30.000
Versione italiana di Carlo Sandrelli.
Questo secondo volume di inediti frammenti spengleriani presenta, accanto allo sviluppo di tesi e intuizioni espresse già nella prima parte della raccolta, nuovi tratti di riflessioni attorno ad alcuni dei motivi più caratteristici della speculazione storico-filosofica dell'Autore del 'Tramonto dell'Occidente'.
La parte degli abbozzi spengleriani qui contenuta fa centro sui seguenti nodi tematici: il senso del divino; il senso della vita e della morte; il rapporto tra maschile e femminile; l'appartenenza dell'uomo al suo paesaggio; significato e funzione del carro da combattimento.


Giovanni Damiano, Elogio delle differenze. Per una critica della globalizzazione. L. 30.000
I più si dispongono a sottomettersi alla globalizzazione dietro questa assicurazione consolatoria: la globalizzazione è un fenomeno di natura (quasi esclusivamente) economica. L'"Elogio delle differenze" sostiene invece la tesi contraria: la globalizzazione deve essere sentita e compresa come il risultato di una variegata, ma identica, volontà di trasformazione, che sviluppandosi secondo numerose dimensioni - tutte tra loro congiunte, o connesse, e convergenti -, tende ad imporre l'egemonia di un modello generale unico ai vari aspetti della vita e del mondo degli uomini.
...
In particolare, questo testo si sofferma criticamente sulla società globale o multirazziale di cui rintraccia i presupposti giuridico-ideologici, per poi delineare in una prospettiva radicalmente estranea alla globalizzazione, i caratteri dell'universo delle differenze.



Max Scheler, Modelli e capi. L. 40.000
Edizione italiana a cura di Francesco Ingravalle. Traduzione di Franco Freda.
'Modelli e capi', con le aggiunte recuperate dagli scritti postumi, non vide mai la luce durante la vita di Max Scheler. Questo testo conobbe una lunga elaborazione che non giunse mai alla fine. I manoscritti che ci sono pervenuti risalgono tutti a un arco di tempo che va dal 1911 al 1921.
Per il significato etico-anagogico che il modo d'essere del modello possiede, la nozione di modello assume in Scheler maggiore rilevanza, teorica e pratica, rispetto alla nozione di capo, le cui caratteristiche hanno un rilievo propriamente sociologico ed 'etologico'.
Per l'Autore tutte le forme dell'autorità sono riconducibili tipologicamente alla «autorità carismatica personale»: il capo deve sapere e e volere essere capo - ed è questa la vera legittimazione della sua funzione.
Rifiutando il determinismo - nelle sue varianti positivistiche o darwinistiche o marxiane -, Scheler sostiene che sono le costanti essenziali, antropologiche e sociologiche, 'personificate' nei modelli e nei capi a orientare non solo la vita storica dei gruppi umani ma la corrente vitale creatrice che sostanzia tutte le forme dell'essere.
Precede il testo di 'Modelli e capi' l'ampio studio di Francesco Ingravalle dedicato a «Max Scheler e il problema dei valori».


Martin Walser, La banalità del bene. Come nasce una predica critica. L. 10.000
Edizione italiana e traduzione a cura di F. Coppellotti. Con un elogio di F. Schirrmacher e una considerazione critica di di F. Coppellotti.
Con il titolo "La banalità del bene" si pubblica la trasposizione in lingua italiana - accompagnata da testo tedesco - della predica critica che l'Autore ha tenuto l'11 ottobre 1998 nella Paulskirche di Francoforte, in occasione del premio della pace dei librai tedeschi per il 1998.
Giustamente il Seminario di retorica universale di Tubinga, dichiarando che la predica critica di Walser e stata "il discorso dell'anno", ha sostenuto che si tratta "dell'operazione retorica di maggior valore scritta in lingua tedesca".
Ignatz Bubis, capo del consiglio della comunità ebraica tedesca ha accusato l'Autore di "incendio doloso intellettuale".


Francesco Ingravalle, La teoria e le sue ombre. Sul vero come dissonanza. L. 28.000
Presentazione di Piero Di Vona.
Il presente scritto è la continuazione del precedente "Nietzsche, illuminista o illuminato?", e verte sul rapporto Teoria/Prassi e sul legame tra verità e visioni del mondo.


Alfred Baeumler, Estetica. £. 30.000
Pp. 168. Presentazione di Marzio Pinottini e Francesco Ingravalle. Traduzione di Francesco Coppellotti.
Partendo dal presupposto secondo cui "La riflessione estetica si è accesa davanti all'apparizione del bello e non di fronte a quella dell'arte", Baeumler sviluppa in due sezioni ("L'idea del bello" e "Il concetto dell'arte") l'intera vicenda dell'estetica occidentale, da Platone e Aristotele fino ai teorici rinascimentali dell'arte.
Conclude il volume un breve schizzo sulle tendenze estetiche dal XVIII al XX secolo. All'antitesi Classicismo/Romanticismo e Impressionismo/Espressionismo, Baeumler oppone la visione dell'arte come stile: "L'arte può nascere solo dalla volontà di fissare un contenuto per l'eternità, e lo stile è l'espressione di questa volontà {...}. "Il sentimento supremo di potenza e di sicurezza trova la sua espressione in ciò che ha grande stile", come afferma Nietzsche nel GÖtzendammerung.


Bernard Faÿ, La massoneria e la rivoluzione intellettuale del Settecento. £. 40.000
Pp. 302. Edizione italiana e traduzione a cura di Italo De Giorgi. Con una appendice di Julius Evola.
Una ricerca che, al di là delle suggestioni e del conformismo della storiografia dominante, indaga i veri restroscena delle rivoluzioni del Settecento, da quelle intellettuali a quelle politiche che sfociarono nella Rivoluzione Francese - la "Grande Rivoluzione".
In pagine penetranti e briose, non prive di una certa predilezione per il lato aneddotico e il bozzetto psicologico, con la sua opera Bernard Faÿ documenta il ruolo determinante svolto dalla massoneria - arma "formidabile" - nella diffusione delle nuove idee illuministiche e nella preparazione del 1789.
Egli offre in questo modo un importante contributo al dibattito storiografico sulle origini della Rivoluzione francese, inserendosi a pieno titolo nel filone della migliore storiografia controrivoluzionaria che ebbe nell'abate Augustin Barruel, autore dei "Mémoires pour servir à l'histoire du jacobinisme" (1797-98), il padre incontestato.



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