PRESENTAZIONE
edizione 1970
La presente pubblicazione è dovuta all'iniziativa
assunta dall’Amministrazione comunale ed al lavoro svolto da
un ristretto Comitato di appassionati ricercatori, concordemente impegnati
nel proposito di voler rendere un duraturo omaggio ai Caduti delle
giornate ottobrine del 1943, allo spirito di libertà che ispirò
gli atti dei protagonisti di quelle giornate, alla Città di
Lanciano che fu partecipe di quegli atti e vittima delle rappresaglie
che ne seguirono.
E’ mia convinzione che per la Città di Lanciano nessuna
rievocazione di eventi possa essere nello stesso tempo più
doverosa, più ricca di significato, più esaltante di
quella dei fatti del 5 e 6 Ottobre 1943 perché la porta a rivivere
una gloriosa pagina della sua più recente storia, ad esprimere
la perenne riconoscenza dei vivi per quelli che hanno fatto sacrificio
della loro vita per gli ideali della libertà, della democrazia,
della pace, a tenere acceso nelle nuove generazioni l'amore per quegli
stessi ideali.
E la pubblicazione, in effetti, vuole essere permanente rievocazione
delle memorabili giornate nelle quali entro le mura di questa Città
esplose in azioni di guerra l'animo indomito di un popolo incapace
di subire e di soffrire soprusi, anche quando coperti dalla macchina
bellica della Germania di Hitler, in quel momento ancora tra le più
poderose e le più temibili in campo.
Il 5 e 6 Ottobre del 1943, nella Città di Lanciano che ha sempre
educato i suoi figli al culto della libertà, all'amore della
giustizia, alla venerazione del diritto, si ebbe la misura di ciò
che il respiro della libertà, il senso della giustizia, il
rispetto del diritto connaturati nell'animo dei cittadini avevano
saputo ispirare alla parte più sensibile e più generosa
della gioventù provocata dalla prepotenza e non disposta a
subire la sopraffazione.
In quei giorni pieni di trepida ansia, in un, ora di grave turbamento
e smarrimento dell'intera Nazione, qui si confusero insieme lacrime
di mamme e sangue di giovani vite, trasformando le vie della Città
e le strade delle sue campagne come le mura delle sue case, in altare
della Patria sul quale poterono cominciare a riaccendersi, con i propositi
di riscatto, le luci della speranza e la fiducia nell'avvenire.
Un pugno di eroi, espressione della insofferenza di un polo e della
sua sete di libertà, destinato a soccombere di fronte alla
gigantesca potenza di un nemico avviato ormai inesorabilmente a chiudersi
nella morsa della più cieca disperazione, un piccolo episodio
bellico nel quadro dell'immenso dramma di una guerra senza confini;
un segno, comunque, non rimasto sterile perchè divenuto subito,
travalicando i confini della regione e dell'Italia, esempio agli oppressi,
monito agli oppressori che compresero quale aspra lotta li attendesse
da parte dei popoli di ogni contrada, di ogni terra: ecco la sintesi
dei fatti di Lanciano che il 6 ottobre 1943 lasciarono mura e strade
di questa Città bagnate di un sangue che doveva purtroppo chiamare
altro sangue, poichè il suo calvario era destinato a continuare
oltre i giorni della rivolta armata.
Ma il valore umano, morale, civile, storico di ciò che qui
è stato allora compiuto è ancora da scoprire nelle sue
reali dimensioni perchè quel sacrificio non fu inutile, risultando
prezioso contributo al prezzo necessario per la riconquista delle
libertà democratiche all'Italia ed al mondo; così come
la elevatezza del rango che, nella scala dei valori morali, il sacrificio
di quei giovani ha meritato per sempre alla Città di Lanciano
- di cui è segno cospicuo ed indiscusso la massima decorazione
assegnatale - è ancora tutta da apprezzare.
Di qui l'avvertito desiderio della fedele rievocazione e testimonianza
dei fatti di Lanciano dell'ottobre 1943 di cui vuole essere documento
la pubblicazione che esce dalle stampe a celebrazione del 27°
anniversario della Rivolta.
Mentre pubblicamente ringrazio per il benemerito lavoro svolto i Collaboratori
del Comitato di redazione, chieggo venia per le, certamente non volute,
possibili omissioni di nomi e di circostanze, oltre che per le manchevolezze
ed insufficienze che dovessero essere riscontrate nell'opera.
Il Sindaco di Lanciano
Errico D'Amico
Lanciano, 6 Ottobre 1970.
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