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Consigli e commenti

GLI EROI:

 

 

TRENTINO LA BARBA
Medaglia d'Oro

"Nobilissima tempra di patriota, si votava fra i primi con purissima fede e straordinario coraggio alla lotta armata contro l'aggressore nazi-fascista.
Sfuggito dalla prigionia in Germania e rientrato in LAnciano, aderiva con entusiasmo al Movimento Insurrezionale lancianese. Durante un'azione di sabotaggio che aveva prociurato gravi danni al nemico, dopo aver brillantemente dimostrato coraggio e personale valore, veniva catturato.
Sottoposto ad estenuanti interrogatori e torture, non rivelava i nomi dei capi del movimento, chiudendiosi in generoso mutismo.
Il suo fiero contegno esasperava gli aguzzini che barbaramente gli strappavano gli occhi prima di trucidarlo. Eroico e luminoso esempio di virtù militare e di assoluta dedizione alla Patria".

 

REMO FALCONE
Medaglia d'Argento

"Subito dopo l'armistizio, con fedeltà e con decisione, intraprendeva la lotta di liberazione dimostrando di possedere belle capacità come organizzatore e come animatore ed esimie doti di tenacia e di coraggio.
Nel corso del duro combattimento contro le forze nemiche di gran lunga superiori, accortosi che parecchi tedeschi andavano spostandosi su di un fianco e tendevano a portarsi sul tergo della propria formazione, con pronta iniziativa e con mirabile audacia si faceva loro incontro sparando allo scoperto. Con il preciso e mirabile fuoco della sua arma e più ancora con l'incertezza e lo sbigottimento conseguenti a tanto ardire, riusciva a fermare i nemici e salvare così i suoi. Ferito a morte decedeva poche ore dopo comportandosi da prode sino all'ultimo respiro. Lanciano 5-6 ottobre 1943".

 

NICOLINO TROZZI di Gaetano
Medaglia d'Argento

"Giovane studente appena quindicenne, all'indomani dell'armistizio già si arruolava nella locale formazione partigiana in via di costituzione, partecipando con fede ed entusiasmo al movimento di liberazione e segnalandosi particolarmente per la sua attività informativa. Nel corso di un'azione contro forze germaniche di gran lunga superiori per forza e mezzi, si adoperava per rifornire di munizioni i compagni combattenti incitandoli alla resistenza e quindi a sua volta imbracciava il fucile infliggendo egli pure perdite all'avversario. Ferito continuava imperterrito a combattere, fino a che nuovamente colpito da una raffica chiudeva eroicamente sul campo la sua nobile vita che aveva votato interamente alla Patria ed alla Causa della Libertà".

 

AMERICO DI MENNO DI BUCCHIANICO
Medaglia d'Argento

"Entrato, all'armistizio, nella lotta di Liberazione organizzava nella sua zona i primi nuclei partigiani. Divenuto comandante di una banda partigiana, partecipava a numerose azioni, distinguendosi per sprezzo del pericolo e capacità di comando e incoraggiando i suo uomini con l'esempio e la parola.
Sempre primo nelle piuù pericolose situazioni nonostante fosee invalido ad una gamba, seppe sfruttare ogni situazione, rischiando scientemente la vita al fine di catturare armi e provocare perdite nel campo avversario, rendendo preziosi servizi alla causa della libertà.
Lanciano 14 settembre - 3 dicembre '43".

 

VINCENZO BIANCO
Medaglia di Bronzo

Ferito a morte nel combattimento del 6 ottobre, dopo aver dato tutta la sua fede e tutto il suo fervore giovanile alla causa antinazista, chiede nel momento estremo un sorso d'acqua. L'efferato odio tedesco lo stende morto a colpi di rivoltella

 

GIUSEPPE CASTIGLIONE

Giovane ardimentoso, sente che la giovinezza non ha una sua giustificazione senza una causa che la nobiliti, e l'offre combattendo, quale figlio del popolo in nome del quale leva il libero grido di riscossa.

 

GIOVANNI CALABRO'

E' un profugo della generosa Calabria. Più della vita gli sta a cuore la libertà e l'onore. Ha con sé la moglie, compagna di peregrinaggi e di esilii. Entrambi hanno negli occhi l'ossessionante visione delle violenze teutoniche.
Cade al mattino del 6 ottobre, rinnovando lo slancio di Niso, mentre si protende sul corpo agonizzante di un giovane compagno.

 

ACHILLE CUONZO

Sente la bellezza del sacrificio e si dona alla Patria, col gesto di chi al dono non condiziona il cornpenso.
Come tutti gli altri compagni corre al grido lancianese di: “…jame, jame: è la guerre condre li tidische...”.

 

ADAMO GIANGIULIO

E' come tanti altri un figlio del popolo, di età giovanissima. Ha l'ardore della giovinezza e sente, come i giovani onesti e generosi, l'amore della Patria.
Contro ogni pericolo, schivo di ogni difesa, cade con il moschetto tra le mani in battaglia aperta e decisa. Non ha dato tregua alla sua persona, non ha obbedito a consigli di prudenza, quasi sentendo la necessità del sacrificio.

 

GIUSEPPE MARSILIO
Medaglia di Bronzo

A quindici anni non conosce che il tepore del focolare, la poesia della scuola e il raccoglimento del Tempio donde muove comunicato nel corpo e nei pensieri, verso il sacrificio. Forse egli sa la certezza della sua morte nella lotta impari contro il nemico agguerrito, e nel cuore gli trema il pensiero dei genitori, anch' essi esposti al pericolo, non della sua giovinezza lanciata nel gioco mortale.

 

GUIDO ROSATO

orpreso con le armi in mano viene addossato al muro per essere fucilato. Ma egli sa bene, come gli altri commilitoni, la causa a cui si è eletto spontaneamente.
Non impallidisce, non trema e copre lo scroscio della mitraglia col grido di «Viva l'Italia Libera! ».

 

RAFFAELE STELLA

Generosa espressione del popolo lancianese, insofferente come tutti del tracotante contegno tedesco, affronta senza paura il nemico e cade combattendo nelle prime file.

 

Mons. PIETRO TESAURI

Tesauri Mons. Pietro, Arcivescovo di Lanciano e Vescovo di Ortona. Morto il 25 agosto 1945, stroncato dalle sofferenze fisiche e morali patite durante la guerra nelle devastate Diocesi, rimaste per otto mesi sulla linea del fronte.
Croce al V. M. «Durante tutto il periodo dell' occupazione germanica nella zona si prodigava in ogni modo per dare aiuto, assistenza e protezione ai patrioti, ai militari sbandati, ai profughi, agli ex prigionieri alleati, non esitando ad affrontare rischi e pericoli pur di riuscire a portare la sua parola di conforto e di incitamento là dove fosse necessaria e per intervenire con il suo alto prestigio di prelato onde impedire, o quanto meno attenuare, le dure rappresaglie decretate dall'occupante contro la popolazione e le stesse formazioni partigiane locali. Altissimo esempio di cristiana abnegazione e di profondo amor di Patria».


Lapide affissa nella Casa Comunale


Lapidi affisse nella Casa Comunale nel 1993

 


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MOTIVAZIONE DELLA RICOMPENSA


PRESENTAZIONE edizione 1970

PRESENTAZIONE edizione 2003

INTRODUZIONE

RELAZIONI PER LA CONCESSIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO

GLI EROI

TRUPPE TEDESCHE

I GIORNI DELLO SFOLLAMENTO E DELLA LIBERAZIONE

DALLA STAMPA

TESTIMONIANZE

IL 6 OTTOBRE NEL CANTO DI ALCUNI POETI

MONUMENTO E SACRARIO DEI CADUTI

INTITOLAZIONI

CONTRIBUTO DI LANCIANO ALLA GUERRA DI LIBERAZIONE

LE CIFRE DELLA RESISTENZA

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