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BIOFLAVONOIDI

bioflavonoidi

I Bioflavonoidi sono sostanze di origine vegetale che hanno una composizione chimica risultante dalla combinazione di una struttura flavonica con zuccheri. Si trovano comunemente contenute in alcune piante: arance, albicocche, more, ciliegie, grano saraceno. Esercitano un'azione protettiva sui capillari riducendone la permeabilità; presentano inoltre proprietà antiossidanti, antiaggreganti, epatoprotettrici, e antiemorragiche. Favoriscono l'assorbimento della vitamina C la quale ne potenzia l'azione capillaroprotettore. Il rapporto ottimale tra quantità di vitamina C assorbita e bioflavonoidi è di 5 a 1.

Molti organi di stampa hanno lanciato numerosi allarmi sulla pericolosità di queste sostanze . Le notizie riportate affermavano la possibile insorgenza di leucemie infantili in seguito alla loro somministrazione in gravidanza. Gli allarmi sono stati motivati perché si scoperto che un bioflavonoide di sintesi riusciva ,in vitro, ad inibire la Topoisomerasi II, determinando alterazioni cromosomiche.

In un articolo pubblicato nel numero 5 anno 2002 del “Bollettino di i formazione dei farmaci” si ridimensiona notevolmente la pericolosità dei bioflavonoidi. È dunque allarme rientrato?

Vi invito a leggere l'articolo citato:

I bioflavonoidi:

Tanto rumore per nulla

Per quanto l’attenzione dei media sia ben presto sfumata, alcuni organi di stampa hanno costruito dei titoli che ricordano l’ormai famoso “caso cerivastatina”. Questa volta i farmaci additati come molecole killer rientrano in una non facilmente precisabile classe di principi attivi presenti in molti integratori vitaminici. Tali posizioni, insieme alle preoccupazioni di alcune magistrature, legate soprattutto alla presenza di questi composti anche in integratori alimentari, hanno scatenato un certo allarme cui ha fatto seguito una nota della Direzione Generale degli Alimenti che, come misura di estrema cautela, richiedeva di indicare sull’etichetta dei prodotti contenenti bioflavonoidi l’avvertenza Non assumere durante la gravidanza.

Di tutto questo si è interessata la stessa Sottocommissione di Farmacovigilanza della Commissione Unica del Farmaco (CUF), in quanto i bioflavonoidi sono contenuti anche in alcuni medicinali.

I flavonoidi sono pigmenti ubiquitari facilmente reperibili nei fiori, nei frutti e nelle foglie di numerose specie vegetali, compresi legumi e cereali. In natura si calcola che ne esistano oltre 4.000 tipi, accomunati da una struttura chimica di tipo fenolico: alcune di queste sostanze possono trovarsi libere, sotto forma di agliconi o di giucosidi (quercitina), oppure di dimeri e polimeri (procianidine), o anche esterificate in strutture più complesse. Nella maggior parte dei casi, nella stessa pianta, si trovano vari tipi di flavonoidi, diversi in relazione alla specie botanica, alla parte della pianta utilizzata ed alla tecnica estrattiva utilizzata.

I flavonoidi più conosciuti e presenti in alcune specialità farmaceutiche sono la rutina, la diosmina e l'esperidina; questi composti sono presenti anche negli agrumi ed in piante del genere Citrus, e vengono presentati come efficaci in una presunta capacità di riduzione della permèabilità capillare con attività antivaricose ed antiemorroidarie; a questi si aggiungono gli antocianosidi del mirtillo che sono invece promossi come efficaci nella ‘cura’ della rétinopatia e del l’angiopatia diabetica e come endotelioprotettori (tabella I). Oltre a quelli contenuti nelle specialità medicinali, i flavonoidi rappresentano una componente importante anche di molti estratti fìtoterapici quali il carciofo, la passiflora, il timo e numerosissime altre piante officinali. Tali composti sono presenti, in concentrazioni molto variabili, anche negli alimenti e come costituenti di vari integratori dietetici. Per quanto riguarda l’efficacia di questi composti il condizionale è d’obbligo in quanto non vi sono chiare evidenze che dimostrino un beneficio legato al loro utilizzo nelle indicazioni sopra riportate. Infatti, tutte queste specialità rientrano in una lista di tarmaci identificate come ’’categorie di dubbia efficacia.” ed attualmente in esame alla CUF per verificare quanto debbano ancora esistere sotto forma di medicinali.

Ciò che però ha attirato l’attenzione dei media non è stata la pur poco definita questione di effìcacy ma piuttosto un problema di safety. Recentemente, infatti, i bioflavonoidi sono stati oggetto di ipotesi e discussioni scientifiche riguardanti una eventuale “pericolosità” legata all’aumento del rischio di insorgenza di leucemie infantili acute a seguito della loro assunzione in gravidanza. All’origine di tale allarme si pone un recente lavoro scientifico che, sulla base di esperimenti in vitro, sembra dimostrare come alcuni flavonoidi hanno la capacità di provocare delle alterazioni cromosomiche a livello del gene MLL per via di un’azione inibitoria della topoisomerasi II. Questo tipo di alterazione è la stessa presente in un’alta percentuale di leucemie infantili acute. Probabilmente e stato “questo elemento a far dedurre ad alcuni autori la possibilità che i bioflavonoidi possano giocare un ruolo determinante nell’incidenza di tale malattia. A ciò si aggiunge il fatto .che i bioflavonoidi attraversano la barriera placentare3 e questo potrebbe esporre il feto all’attività della topoisomerasi II in una fase delicata della gestazione. In realtà molti dei tarmaci che vengono attualmente utilizzati – probabilmente la maggior parte4 – passano la barriera placentare e quindi tale dato non può essere di per sé valutato come un indicatore di rischio. A ciò va aggiunto il fatto che l’unica pubblicazione relativa al passaggio placentare si riferisce ad un solo bioflavonoide di natura sintetica (EMD-49209) e non certo che gli stessi risultati siano estendibili alla vasta famiglia di composti identificabili come bioflavonoidi. A testimonianza, dell’incertezza legata a questo fenomeno valga il fatto che due studi, condotti con diosmina su donne in stato di gravidanza con insufficienza venosa o patologia emorroidaria, non hanno evidenziato effetti tossici sul feto, ne sul bambino nato, ne sulla gestante. Se quanto detto può riguardare i medicinali a base di bioflavonoidi, qualcuno potrebbe obiettare che gli integratori dietetici attualmente in commercio contengono dosaggi più elevati e accumulabili fino ad arrivare ai dosaggi pari a quelli considerati potenzialmente capaci di inibire la topoisomerasi II. Bisogna tuttavia tener conto che le dosi dei bioflavonoidi contenute negli integratori dietetici sono molto distanti da quelle considerate negli esperimenti in vitro ed il raggiungimento delle dosi ritenute pericolose per via di un accumulo in donne in gravidanza rimane per ora privo di fondamento scientifico.

Un altro elemento che pareva sostenere l’allarme iniziale è costituito dai dati di un recente studio caso-controllo che, secondo l’interpretazione di alcuni autori, avvalorerebbe l’ipotesi biologica: i bambini esposti in utero a tarmaci di origine vegetale mostrerebbero una maggiore probabilità di insorgenza di leucemie acute. Anche in questo caso però l’analisi dettagliata dello studio in questione aiuta a capire l’equivoco che ha inserito questa indagine tra le “prove” utili a sostenere le ragioni di un allarme. Infatti, lo studio caso-controllo citato, nel riferire le esposizioni a farmaci e ad altri composti avvenute in gravidanza, in funzione del rischio di insorgenza di esiti spiacevoli nei neonati, fa un riferimento a 27 esposizioni a composti genericamente indicati come “herbal medicines”, senza specificare se si tratti di bioflavonoidi ma indicando altro tipo di fitoterapici (quasi tutte tisane). Gli stessi autori di questo studio, nella discussione dei risultati ot- tenuti, non ritengono di particolare rilevanza il dato relativo alla esposizione ai farmaci vegetali / per quanto riguarda l’aumento del rischio di’ leucemie infantili acute, ne indicano i bioflavonoidi tra i composti potenzialmente pericolosi qualora assunti in gravidanza.

A quanto sopra esposto va aggiunto che le maggiori banche dati specialistiche nell’archiviazione di studi riguardanti la fetotossicità e la teratogenicità dei medicinali e di composti utilizzati negli integratori o nelle piante officinali (Reprorisk, Teris, Sheppard list, ecc.) non indicano i bioflavonoidi tra le sostanze potenzialmente fetotossiche, ne al momento esistono in letteratura case report o studi sull’essere umano che associno l’uso di queste sostanze con la leucemia infantile acuta o con una più alta insorgenza di reazioni avverse nel neonato esposto, in utero.

L’inibizione in vitro della topoisomerasi II attribuita ai bioflavonoidi è propria di molti composti largamente usati sia come alimenti sia come medicinali, tra cui: le catechine del cioccolato, le catechine del tè, la caffeina, i lassativi antrachinonici, gli antibiotici chinolonici, ecc. Per tale motivo è giusto pensare che “un ruolo importante di questi composti nell’insorgenza delle leucemie acute infantili risulterebbe in numeri ben diversi dagli attuali casi di bambini con questa patologia.

In conclusione, non sembra che ci siano elementi di allarme riguardo all’esposizione di questi composti in gravidanza; ciò troverebbe conferma anche in quanto recentemente pubblicato sulla stampa scientifica internazionale8. Tuttavia, in una valutazione di beneficio/rischio, qualora il beneficio non sia dimostrato’ una qualsiasi ed anche ipotetica indicazione di rischio può bastare per sconsigliare l’uso di questi composti. Per tale motivo, in attesa della conclusione dell’esame delle categorie di dubbia efficacia si è reso necessario uniformare le avvertenze dei foglietti illustrativi delle specialità riportate in tabella alla comune avvertenza: La sicurezza del farmaco in gravidanza non è stata determinata, pertanto è opportuno non somministrare il prodotto durante la gravidanza, ^f

Bibliografia

1. Decreto 27 gennaio 2000. Programma di revisione per il bien-
nio 2000-2001 dei medicinali registrati da più di 10 anni ai
sensi dell’ari. 4 della legge 14 ottobre 1999, n. 362.

2. Strick R, Strissel PL, Borgers S, Smith SL, Rowley JD. Dietary bio-
flavonoids induce cleavage in thè MLL gene and may contributo
to infant leukemia. Proc Nati Acad Sci U S A 2000; 97: 4790-5.

3. Schroder-van der Eist )P, van der Heide D, Rokos H, Morreale de
Escobar C, Kohrie ). Synthetic flavonoids cross thè placenta in thè
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4. Koren G, Pastuszak A, Ito S. Drugs in pregnancy. N EngI j Med
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5. Meyer OC. Safety and security of Daflon 500 mg in venous
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7. Alexander FÉ, Patheal SL, Biondi A et al. Transplacental chemi- cal exposure and risk of infant leukemia with MLL gene fusion. Cancer Res 2001; 6: 2542-6.

8. Clementi M, Ciavini E, Mantovani A. Avoidance of bioflavonoid supplements during pregnancy. Lancet 2003; 361: 261-2.



 

I – Elenco delle specialità medicinali contenenti bioflavonoidi registrate in Italia.

Principio attivo

Nome commerciale

Indicazioni terapeutiche riportate nella scheda tecnica dei tarmaci

DIOSMINA

Venosmine, Doven , Diosven, Alven.

Coadiuvante nel trattamento delle varici e delle complicazioni flebitiche, delle emorroidi interne ed esterne e, in genere, negli stati di fragilità capillare e nelle loro manifestazioni (ecchimosi, ematomi, porpora).

0-B-IDROSSIETIL RUTOSIDEA

Venoruton, Fleboside, Venolen

Malattie da aumentata fragilità capillare;trattamento delle ulcere varicose e degli stati emorroidali. Malattie da aumentata fragilità capillare;


 

Dermoangiopan

Dermatiti flebopatiche, distrofie cutanee da varici venose, stati linfedematosi. Contusioni, ematomi, ecchimosi


 

Traumal

Contusioni, ematomi, ecchimosi.

ESPERIDINA

Reparil

Terapia degli edemi negli interventi chirurgici in generale. Stasi venose, varici, emorroidi, tromboflebiti.


 

Edeven

Edemi cerebrali da trombosi; emorragie cerebrali; stasi venose, varici, emorroidi, tromboflebiti.

FRAZIONE FLAVONOICA PURIFICATA E MICRONIZZATA

Arvenum, Daflon.

Coadiuvante nel trattamento delle varici e delle complicanze flebitiche; degli stati di fragilità capillare; delle emorroidi interne ed esterne.

COMPLESSO ANTICIANOSIDICO DEL MIRTILLO AL 36% DI ANTICIANOSIDI

Tegens

Coadiuvante nel trattamento sintomatico dei disturbi da varici da alterata permeabilità capillare.


 

Ultarvisin

Retinopatie vascolari; turbe della visione notturna e crepuscolare;miopia elevata e degenerativa.

  febbraio 2004

Le indicazioni che troverete tra queste pagine vengono fornite al solo scopo informativo e non possono sostituire la consulenza di un medico. Ricordate che l'autodiagnosi e l'autoterapia possono essere pericolose. E' possibile rintracciare dei centri dove con breve attesa e pagando un ticket si può essere visitati. Anche il vostro medico di famiglia potrà esservi di aiuto.