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Maschera di scimmia
"Sembra funzionare il nuovo mecenatismo dei paesi anglofoni: dal Canada arriva un'ottima produzione cinematografica lesbica e dall'Australia questo giallo incantevole... "
   
a cura di Piera Zani

Un posto dove trovarsi ad intrecciare discorsi, per discutere, dibattere e magari anche litigare, per costruire insieme questo pensiero che ancora...
non c'è.

   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
 
La perla

"Voglio che le tasse pagate dai cittadini vengano utilizzate dai figli dei poveri e non per pagare i vizi dei diversi." Francesco Storace, AN

IL MANIFESTO
26 aprile 2001


"Tolgo i soldi ai viziosi"
Storace: abolisco i diritti "dei diversi". Gay, o non sposati

di Carla Casalini


"Voglio che le tasse pagate dai cittadini vengano utilizzate dai figli dei poveri, e non per pagare i vizi dei diversi": in visita in Kosovo, ieri, il presidente della Regione Lazio Francesco Storace ha fatto di tutto per non farsi dimenticare da noi, e fra le altre esternazioni ha partorito questo distillato del suo repertorio. Il bersaglio è la "legge regionale sulla famiglia", che la sua giunta "cambierà, subito dopo la questione 'parità scolastica'". Incriminato è il primo articolo della legge, che "equipara ogni tipo di convivenza alla famiglia fondata sul matrimonio", sì da sembrare "la sanatoria di un abuso edilizio".
Parole sordide per coprire un obiettivo violento, e concretissimo: togliere qualunque sostegno pubblico a quei "cittadini" del Lazio che hanno un figlio con handicap fisici o psichici, o magari un nonno ridotto all'inabilità, se non sono in grado di esibire un certificato di matrimonio. Perché di questo si occupa la famigerata "legge regionale sulla famiglia": il riconoscimento - tradotto in finanziamenti o accesso privilegiato alle strutture pubbliche - delle "funzioni sociali" esercitate in casa, nei rapporti interpersonali quotidiani con persone che necessitano di un'assistenza costante, oltre le capacità dei "servizi" pubblici o privati che siano. Sono loro, per Storace, "i diversi", perciò viziosi e da privare dei diritti di cittadinanza.
E' Giulia Rodano, vicepresidente della commissione sanità del Lazio, e prima firmataria della legge che fu approvata in regione nell'ottobre del '99 da tutta la maggioranza di centro sinistra, che ne chiarisce l'oggetto. "La legge si occupa delle politiche sociali, non della definizione di 'famiglia'": si prende semplicemente atto che esistono anche altre forme di convivenza, oltre la 'coppia sposata', "è la stessa definizione recentemente votata dal partito popolare europeo". Che dire delle esternazioni di Storace? "Rispecchiano l'animo al fondo razzista del presidente della giunta. La legge intende usare i soldi dei cittadini per aiutare quelli tra loro che hanno più probelmi: se c'è un bimbo down, che sia figlio di coppia sposata o convivente, cosa cambia?". Semmai "è Storace che da quando è al governo ha cominciato a usare i soldi pubblici per favorire interessi privati, come quelli delle cliniche private...".
Prende già atto dei nuclei stabili e residenti - matrimoniali o no - in difficoltà di reddito, anche la legge regionale dell'87 sull'attribuzione delle case popolari. In gioco anch'essa nelle parole di Storace, che neppure ieri ha resistito alla sua ossessione, vera e incontenibile passione, per gli "omosessuali: perché loro devono avere diritto a una casa popolare?". Quando le leggiamo le dichiarazioni kosovare il commento di Imma Battaglia, presidente del circolo Mario Mieli, è mirato, in teoria e concretezza. Veloce sulle definizioni di Storace, "non sorprendono, è la linea di questa coalizione di centrodestra, lui ha solo un'attitudine più fascista", Imma gli "ricorda" alcune questioni "non secondarie". Anche gli omosessuali appartengono a "famiglie", e li vuole discriminare un tale "strenuo difensore di famiglie"?. Poi, "noi paghiamo le tasse, anzi, poiché costretti alla condizione di single, siamo una fascia ben tartassata. Bene, siccome siamo in uno stato laico, e ancora in democrazia, anche se può dispiacergli, a Storace facciamo sapere che non vogliamo che le nostre tasse servano per le scuole private e la sanità privata". Sappia anche, il presidente della giunta, che "farà i conti con manifestazioni di piazza": lui deve rendere conto di come usa le tasse dei cittadini, i soldi pubblici, in quanto è "rappresentante del popolo", "finché lo sarà, perché come è andato lì, andrà via, e anche presto", conclude Imma Battaglia.
E a Berlusconi, impegnato a mettere toppe alle esternazioni di 'casa sua' sull'omicidio D'Antona, comprese quelle di Storace - l'omicidio è da attribuire ai "signori comunisti" - Imma fa presente che gli omosessuali sono il 5% degli italiani, "con le famiglie a carico l'8%". Se vuol mettere una toppa anche qui...


 

 

 

a cura di Roberta Calì
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"Voglio che le tasse pagate dai cittadini vengano utilizzate dai figli dei poveri e non per pagare i vizi dei diversi."
Francesco Storace, AN
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