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LEGGI PER IL SOSTEGNO DI INZIATIVE IMPRENDITORIALI

 

 

L’idea di uno strumento di agevolazione per la creazione di imprese, rivolto esclusivamente ai giovani, nacque tredici anni fa, con il varo della legge 44/86. Successivamente sono state emanate altre leggi per il sostegno di iniziative imprenditoriali giovanili:

 

 

·        misure straordinarie per la promozione e lo sviluppo della imprenditorialità giovanile nel Mezzogiorno.

 

·        per favorire la creazione di nuove imprese giovanili nei settori dei servizi riguardanti la fruizione di beni culturali, turismo, manutenzione di opere civili ed industriali, tutela ambientale, innovazione tecnologica, agricoltura.

 

·        per incentivare il lavoro autonomo sono stati previsti un contributo a fondo perduto, un finanziamento a tasso agevolato ed una partecipazione alle prime spese dell’azienda.

 

La selezione dei progetti presentati nell’ambito di queste leggi è operata dalla Ig S.p.A. (la Società per l’imprenditorialità giovanile)

 

Per l’imprenditorialità femminile è stato creato uno strumento mirato:

Questa legge intende promuovere imprese (ma anche l’acquisto di attività preesistenti) nella produzione di beni in agricoltura, artigianato e industria; nella fornitura di servizi in tutti i settori; nel turismo e nel commercio.

 

 

 

 

PERCHE’ UN UFFICIO PER L’IMPRENDITORIA GIOVANILE ?

L’Ufficio per l’imprenditoria giovanile, coordinato dall’europarlamentare Roberta Angelilli, nell’ambito dell’attività del Dipartimento di Alleanza Nazionale "Iniziative Sociali e Problemi del Lavoro" svolge opera di approfondimento, studio ed informazione sulle tematiche riguardanti l’occupazione ed il lavoro, con particolare attenzione ai giovani e alle leggi nazionali ed europee di sostegno all’imprenditoria giovanile ed al lavoro autonomo.

 

 

LE BANCHE DATI

A tal fine l’Ufficio dispone, tra l’altro, di collegamenti in abbonamento a tutte le principali banche dati ufficiali, a carattere legislativo e non, di interesse comunitario (Banca dati di Camera e Senato, della Commissione Europea, del Parlamento Europeo, ecc).

 

 

LE GUIDE PRATICHE

Gli studi più approfonditi, sfociati nella realizzazione di guide per i giovani "aspiranti imprenditori", sono stati effettuati sulla legge 44/86 (misure di sostegno per la creazione di imprenditorialità giovanile nelle aree depresse del Paese) e sulla legge 236/93 (incentivi per la creazione di giovani imprese nel mezzogiorno nei settori del turismo, beni culturali, innovazione tecnologica), e sono stati svolti in collaborazione con la Società per l’Imprenditoria Giovanile (IG Spa.), responsabile dell’attuazione delle leggi stesse. Nel seguito si allegano due brevi riassunti di queste guide.

Un lavoro analogo è in preparazione per la legge 215/92 (sostegno all’imprenditorialità femminile), la cui guida presto sarà disponibile (non prima comunque che il Governo emani i tanto attesi provvedimenti attuativi della legge).

 

 

 

 

 

 

 

L’EUROPA

Notevole lavoro è stato svolto sulla questione dei Fondi strutturali comunitari, con la realizzazione di materiale informativo di varia natura (di cui qui viene allegato un esempio), e prestando gratuitamente opera di consulenza orientativa per l’utilizzo dei Fondi stessi : tutto ciò ha portato, soprattutto nel settore della formazione professionale, alla presentazione di alcuni progetti.

Stessa opera è stata realizzata per i programmi di finanziamento di interesse comunitario (LEONARDO, SOCRATE, RAFFAELLO, OCCUPAZIONE, ECC), a stretto contatto con gli uffici della Commissione a Bruxelles : sono in preparazione delle guide pratiche per i programmi che rivestono particolare importanza.

Inoltre l’Ufficio ha spesso realizzato circolari informative per gli Amministratori locali del Partito, molti dei quali hanno anche ricevuto la copia "pilota" di una agenzia informativa sull’Unione europea chiamata Euroinfo.

Nel contesto della rubrica "Millecittà" del Secolo d’Italia, l’Ufficio cura una pagina relativa a bandi di concorso e gare d’appalto di livello europeo.

 

 

LE INTERROGAZIONI AL PARLAMENTO EUROPEO

L’Ufficio per l’imprenditorialità giovanile, grazie all’accesso a svariate fonti di informazione in ambito europeo, può supportare efficacemente l’attività politica, anche al di fuori del suo specifico ambito di lavoro. Vale la pena citare, a titolo puramente esemplificativo, tre casi emblematici : l’interrogazione rivolta alla Commissione Europea sulla privatizzazione dell’ACEA, quella sulla costruzione a Roma della Metro C ed infine quella relativa alle irregolarità in alcuni corsi di formazione professionale finanziati dalla Regione Lazio. Nei primi due casi la Commissione ha gravemente censurato, sulla base della normativa europea vigente, l’operato dell’Amministrazione capitolina di Rutelli, avviando procedure di sanzione in proposito. Relativamente invece ai corsi di formazione irregolari, la Commissione europea ha avviato una ispezione alla Regione Lazio, e la vicenda si è conclusa con alcuni rinvii a giudizio da parte della Procura di Civitavecchia.

 

 

 

La legge 44

La legge 44, nota anche come Legge De Vito, viene approvata il 28 Febbraio del 1986 con lo scopo dichiarato di favorire e promuovere la nascita di nuove imprese, a conduzione prevalentemente giovanile, e di conseguenza lo sviluppo economico ed occupazionale delle aree più depresse del nostro Paese, nello specifico quelle del Mezzogiorno (Obiettivo 1 dei Fondi strutturali europei).

Del compito di gestire l’applicazione della legge viene investito il Comitato per lo sviluppo di nuova imprenditorialità giovanile in qualità di organismo pubblico alle dipendenze del Ministero del Tesoro; al Comitato, che rappresenta una specie di Agenzia Centrale, ed attiene il compito di selezionare gli aspiranti imprenditori, di controllare l’afflusso degli aiuti finanziari, di gestire direttamente o indirettamente i servizi reali che la legge prevede debbano essere forniti alle imprese, nonché di effettuare un monitoraggio costante sui risultati prodotti dalla legge. Di fatto, dunque, la 44 si propone di seguire attraverso il Comitato tutta la "storia" delle neo-imprese, dalla loro fondazione alla definitiva entrata sul mercato fornendo loro tutti i mezzi possibili, sia finanziari che tecnici, per una migliore riuscita.

Diciamo subito che sin dal suo esordio la legge 44 si evidenzia come uno strumento se vogliamo "anomalo" rispetto alla normativa che gestiva gli aiuti alle imprese nel quadro dell’intervento allora straordinario nel Mezzogiorno. E ciò non solo perché la legge mirava e mira ancora oggi a dar voce solo a chi veramente possiede capacità e predisposizione all’attività imprenditoriale ma soprattutto perché l’attuazione della legge viene effettuata dal Comitato con criteri di natura prevalentemente tecnica ed oggettiva e non nel consueto stile "burocratico-clientelare". Rimane a questo punto da chiedersi se siano state proprio queste "anomalie" a permettere che la legge sia ancora oggi viva e vegeta, nonostante alcune modificazioni che non ne hanno però intaccato la sostanza, contrariamente a quanto è accaduto alla maggior parte del quadro normativo di aiuti previsto dal piano di intervento straordinario.

Come si è avuto or ora modo di dire, attraverso una serie di decreti e di leggi che ne hanno tra l’altro definito volta per volta gli stanziamenti, la legge ha subito nel tempo alcune modificazioni che hanno principalmente riguardato: l’area geografica di applicabilità, le aree settoriali di interesse, il calcolo dei benefici finanziari, la forma giuridica del Comitato.

In particolare la recente legge 95 del 1995, che converte il decreto 695/94, stabilisce l’applicabilità della legge, che per consuetudine continueremo a chiamare 44, ai comuni afferenti agli Obiettivi 1, 2 e 5b del Quadro Comunitario di Sostegno; dunque non soltanto ai comuni del Mezzogiorno ma anche a quelli delle aree depresse del Centro-Nord (Ob.2) ed a quelli delle aree rurali (Ob.5b). Inoltre, sempre la legge 95, oltre a definire i settori di interesse per le nuove imprese, stabilisce una nuova forma giuridica per chi gestisce la legge. Il "vecchio" Comitato per lo sviluppo di nuova imprenditorialità giovanile viene tramutato in Società per l’imprenditorialità giovanile S.p.A.; dunque, una Società per azioni a tutti gli effetti con una maggioranza di quote comunque in mano al Ministero del Tesoro.

Un’ultima modificazione di notevole importanza riguarda il calcolo dei benefici finanziari a cui è possibile accedere. Con il nuovo regolamento di attuazione della legge, i finanziamenti previsti sono stati inquadrati dal punto di vista quantitativo nel quadro delle direttive comunitarie in materia di aiuti dello Stato alle imprese. Se, infatti, in precedenza i benefici finanziari potevano essere calcolati liberamente da ogni Stato membro, oggi devono rispondere a dei requisiti imposti dall’Unione, al fine di preservare il carattere di concorrenzialità dei mercati interni ed esterni al paese membro.

I finanziamenti complessivi vengono oggi calcolati dalla Società per l’imprenditorialità giovanile in sede istruttoria, mediante il parametro europeo della cosiddetta Equivalente sovvenzione netta (Esn). La base di calcolo di tale parametro consente, infatti, agli uffici dell’Unione Europea di verificare, attraverso il "metodo comune di valutazione", la compatibilità degli aiuti pubblici alle imprese con la politica della concorrenza. L’ESN viene usato come comune denominatore dell’intensità di aiuti statali che, nei diversi Stati membri dell’UE, seguono modalità di erogazione molto diverse e che difficilmente potrebbero compararsi ricorrendo al semplice rapporto tra ammontare dell’aiuto e ammontare dell’investimento.

 

 

A chi è rivolta

Possono accedere ai benefici previsti dalla Legge le nuove società composte esclusivamente da giovani tra i 18 e i 35 anni oppure composte nella maggioranza di quote di partecipazione da giovani tra i 18 e i 29 anni che abbiano la residenza nei comuni per cui è valida la legge alla data del 1° gennaio 1994 (cfr. Elenco dei comuni alla fine).

Per società si intendono: s.n.c., s.a.s., s.p.a., s.a.p.a., s.r.l., s.s. e cooperative. Sono escluse pertanto le ditte a socio unico e le società di fatto. Le società, al momento della presentazione della domanda, non devono inoltre aver già iniziato l’attività.

 

 

I Progetti che possono essere finanziati

Sono finanziabili tutti i progetti (con l’esclusione di alcune particolari attività) che riguardano la produzione di beni nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato e dell’industria. Sono inoltre finanziabili i progetti relativi alla fornitura di servizi a favore delle imprese appartenenti a qualsiasi settore.

Restano dunque esclusi i progetti relativi alla produzione di servizi destinabili direttamente alla vendita.

Sono inoltre esclusi i progetti che:

·        non prevedono l’ampliamento della base imprenditoriale, produttiva ed occupazionale;

·        non presentano il requisito della novità della iniziativa;

·        prevedono investimenti totali superiori a 5 miliardi di lire (in base al nuovo regolamento di attuazione).

L’attività di impresa prevista nel progetto deve inoltre essere svolta per un periodo minimo di dieci anni.

 

 

Quali aiuti sono previsti

I benefici previsti dalla legge riguardano e comprendono:

·        Contributi in conto capitale e mutui agevolati secondo i limiti fissati dalla Unione Europea in termini di ESN (equivalente sovvenzione netta) o di ESL (equivalente sovvenzione lorda), calcolati sulla base delle spese ammissibili.

Per la realizzazione del progetto sono ammissibili, e quindi finanziabili, le spese sostenute in data posteriore a quella di presentazione della domanda e relative a:

  1. studio di fattibilità comprensivo dell’analisi di mercato, nella misura del 2% per investimenti fino a 1.000 milioni, dell’1,5% da 1.000 milioni a 2.500 e dell’1% da 2.500 milioni a 5.000 milioni;
  2. terreno;
  3. opere edilizie, da acquistare o da eseguire, compresi gli oneri dovuti per la eventuale concessione edilizia e le spese necessarie per la progettazione esecutiva, nel limite del 40% della spesa complessiva per la realizzazione del progetto;
  4. allacciamenti, macchinari, impianti ed attrezzature nuovi di fabbrica;
  5. altri beni materiali ed immateriali ad utilità pluriennale direttamente collegati al ciclo produttivo.

Per i progetti concernenti la produzione di beni nei settori dell’artigianato e dell’industria non sono ammissibili al contributo in conto capitale le spese relative all’acquisto del terreno. Per i progetti relativi alla fornitura di servizi restano escluse dalle agevolazioni le spese per la costruzione e per l’acquisto degli immobili.

·        Contributi per le spese correnti di gestione per i primi tre anni di attività.

Tali contributi sono garantiti nei limiti percentuali esposti nella Tabella 1 e riguardano:

    1. spese per acquisti di materie prime, semilavorati e prodotti finiti;

b) spese per prestazioni di servizi;

oneri finanziari, con esclusione di quelli relativi al mutuo agevolato di cui al precedente punto.

Rimangono dunque escluse le spese relative al pagamento dei salari e degli stipendi ai dipendenti ed al compenso dei soci.

·        Assistenza tecnica da parte della Società per l’imprenditorialità giovanile nella fase di realizzazione degli investimenti, avvio delle iniziative e maturazione dei processi aziendali.

Tale forma di consulenza viene compiuta dalla Società sia direttamente, sia indirettamente attraverso l’assegnazione di un’azienda tutor che, dietro il pagamento di un compenso, ha il compito di seguire la nascente impresa e di aiutarla a risolvere tutti quei problemi che ragionevolmente possono porsi a chi per la prima volta si "improvvisa" imprenditore e che senza alcun aiuto esterno potrebbero diventare insormontabili.

Il più delle volte il tutor è rappresentato da una azienda leader nel settore in cui la neo impresa ha intenzione di introdursi, ma non sono infrequenti casi in cui il tutor è una vera e propria società di consulenza aziendale in grado di fornire indicazioni preziose sul come, dove, quando ed a quali condizioni produrre.

La scelta dell’azienda tutor è a discrezione della Società per l’imprenditorialità giovanile che comunque non disdegna di tenere in considerazione eventuali richieste particolari avanzate dalla impresa che si appresta a beneficiare della legge.

·        Attività di formazione e di qualificazione professionale funzionali alla realizzazione del progetto, svolta dalla Società per l’imprenditorialità giovanile.

 

 

 

In che cosa consiste il calcolo della Equivalente Sovvenzione Netta

Come abbiamo accennato, l’utilizzo dell’ESN è dettato dalle norme dell’Unione Europea in materia di concorrenza e di aiuti regionali e costituisce lo strumento per calcolare l’intensità di un aiuto statale rispetto all’investimento totale, considerando il valore della sovvenzione nel tempo, nelle sue differenti forme qualitative ed al netto delle detrazioni fiscali.

Sarebbe infatti economicamente errato stabilire semplicemente una percentuale finanziabile rispetto all’investimento globale: con l’ESN si procede innanzitutto a riparametrare le diverse forme di aiuti evitando di mettere sullo stesso piano cifre uguali solo in valore assoluto ma il cui valore effettivo varia a seconda che siano destinate a coprire le spese correnti, la formazione o gli investimenti in conto capitale.

In sostanza, attraverso formule più o meno complesse che la Società per l’imprenditorialità giovanile provvede a calcolare, si procede individuando dall’intensità nominale di aiuto (percentuale dell’investimento sovvenzionato), l’equivalente sovvenzione lorda (ESL) attraverso l’attualizzazione degli investimenti e degli aiuti nella qualità e nel tempo così da giungere all’intensità effettiva del contributo.

Successivamente, attraverso la valutazione quantitativa dell’impatto fiscale dell’investimento, è possibile calcolare l’Equivalente Sovvenzione Netta che, dunque, altro non è se non il parametro che permette di valutare il beneficio effettivo di un contributo considerato nel tempo e nello spazio al netto delle detrazioni fiscali (anche future).

 

 

 

La legge 236

La legge 236/93 intende favorire la crescita occupazionale nel Paese attraverso la creazione di nuove attività imprenditoriali da parte dei giovani del Sud. Come è già stato rilevato in Italia esiste già dal 1986 la legge 44 che prevede una serie di agevolazioni non solo finanziarie per i giovani che intendono avventurarsi nel campo imprenditoriale. Tuttavia, nonostante gli ottimi risultati raggiunti, l’azione della legge 44 è limitata esclusivamente ai settori "tradizionali" dell’agricoltura dell’industria e dei servizi alle imprese.

 

 

Nuovi settori di applicazione

La legge 236 estende di fatto il tipo di politica occupazionale basata sulla creazione di piccola impresa giovanile anche al mercato dei servizi rivolti al privato e dunque a settori, come il turismo o la fruizione dei beni culturali, che possiedono, per la ricchezza del patrimonio ambientale e culturale in nostro possesso, un potenziale economico ed occupazionale di sicura rilevanza.

I settori interessati dalla legge sono i seguenti:

·        turismo

·        fruizione dei beni culturali

·        manutenzione delle opere civili ed industriali

·        tutela del patrimonio ambientale

·        innovazione tecnologica

·La stessa legge individua nella Società per l’imprenditorialità giovanile (IG s.p.a.) l’organismo più idoneo per gestire l’attività di creazione d’impresa, secondo le modalità già in uso per la legge 44.

 

 

Chi può accedere ai benefici della legge ?

Possono accedere ai benefici previsti dalla Legge le nuove società composte nella loro totalità da giovani tra i 18 e i 35 anni che abbiano la residenza, alla data del 1° gennaio 1994, nei territori per cui è valida la legge. Nel caso vi siano uno o più soci sprovvisti dei requisiti di età e residenza ricordati, allora la società deve essere composta nella maggioranza assoluta da giovani tra i 18 ed i 29 anni residenti nei territori di applicazione della legge alla data del 1° gennaio 1994.

La sede operativa, amministrativa e legale della società deve inoltre essere ubicata nei territori di applicazione della legge.

Per società si intendono: s.n.c., s.a.s., s.p.a., s.a.p.a., s.r.l., cooperative e piccole cooperative. Sono escluse pertanto le ditte individuali, le società di fatto e le società aventi un unico socio.

L’ambito di applicazione della L. 236 è costituito dalle Regioni del Mezzogiorno di cui all’obiettivo 1 dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea:

Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Non risultano accoglibili i progetti che:

·        prevedono investimenti complessivamente superiori al miliardo di lire;

·        non prevedono l’ampliamento della base imprenditoriale, produttiva ed occupazionale.

Le agevolazioni previste

I benefici previsti dalla legge comprendono sia agevolazioni di tipo finanziario, sia la possibilità di usufruire di servizi gratuiti di assistenza tecnica.

Le agevolazioni finanziarie riguardano:

·        Contributi a fondo perduto e mutui agevolati secondo i limiti fissati dalla Unione europea in termini di ESN (equivalente sovvenzione netta) o di ESL (equivalente sovvenzione lorda), calcolati sulla base delle spese di investimento ammissibili alle agevolazioni.

·        Contributi per le spese di gestione nei primi quattro anni di attività. Le percentuali di agevolazione in conto gestione variano di anno in anno. Per spese di gestione si intendono le spese strettamente relazionate all’attività dell’azienda che da luogo a costi di funzionamento e ricavi.

Accanto alle tradizionali agevolazioni di tipo finanziario, la legge 236 prevede la possibilità per il giovane neo imprenditore di avvalersi di diversi servizi di assistenza tecnica, alcuni curati direttamente dalla Società per l’imprenditorialità giovanile, altri forniti da aziende esterne.

 

Legge 25 febbraio1992, n. 215

Area geografica:Tutto il territorio nazionale. Beneficiari:Tutte le società costituite dopo il 23 marzo del 1992 a gestione prevalentemente femminile: società di persone e società cooperative costituite per almeno il 60% da donne  società di capitale le cui quote di partecipazione siano detenute per almeno i 2/3 da donne ed i cui organi di amministrazione siano affidati a queste per almeno i 2/3;  ditte individuali il cui titolare è donna Settori d'intervento:Nuove iniziative e acquisto di attività preesistenti nei seguenti settori:  produzione di beni in agricoltura, artigianato e industria  fornitura di servizi in tutti i settori  turismo  commercio Investimenti ammessi 1) avvio di nuove attività:  spese per impianti generali, attrezzature, macchinari, progettazione e direzione lavori, acquisto di software e brevetti;  2) acquisto di attività preesistenti:  costo del rilievo limitatamente alle spese indicate al punto 1, ammodernamento, ristrutturazione e ampliamento  (comprese le spese di ristrutturazione dei locali);  3) progetti aziendali di innovazione di prodotto, tecnologica o organizzativa:  spese sostenute per personale adibito alla realizzazione del progetto,  impianti, attrezzature, macchinari, progettazione e studi di fattibilità, acquisto di software e brevetti;  4) acquisizione di servizi reali:  spese sostenute per l'acquisizione di servizi diretti  all'incremento delle produttività, all'innovazione organizzativa,  al trasferimento delle tecnologie, alla ricerca di nuovi mercati per il collocamento dei prodotti, all'acquisizione di nuove tecniche di produzione, alla gestione e commercializzazione e per lo sviluppo dei sistemi di qualità.  Le agevolazioni possono essere concesse alternativamente per le spese di tipo 1, 2 o 3.  Le agevolazioni per le spese di tipo 4 possono anche essere richieste cumulativamente alle altre Agevolazioni previste. Le agevolazioni comprendono incentivi finanziari così articolati:  contributi a fondo perduto, o in alternativa, crediti d'imposta di valore equivalente  50% delle spese di tipo1), 2) e 3);  30% delle spese di tipo 4);  Il contributo a fondo perduto non può comunque superare il 60% della spesa ammissibile nelle zone più svantaggiate ed il 50% nelle altre zone, e non oltre i 300 milioni di finanziamento agevolato.  Il credito d'imposta può essere utilizzato ai fini del pagamento Irpef, Irpeg, imposta sostitutiva Dlgs e IVA.  Finanziamenti agevolati concessi in ESL, a seconda dei territori di ubicazione dell'iniziativa:  nei territori dell'obiettivo 1 sono compresi tra il 65 ed il 40%;  nelle altre zone sono pari al 20 o al 15%.  L'importo massimo è pari a 300 milioni di lire restituibili in 5 anni.  Il totale delle agevolazioni non può superare l'80% della spesa ammissibile. Procedura:La domanda, predisposta secondo lo schema previsto dalla legge va spedita a:  Ministero dell'Industria, Direzione Generale della Produzione Industriale, Divisione II, Via Molise n. 2 00187 Roma,  Regione nella quale è ubicata l'iniziativa,  Istituto di credito abilitato (se è stato richiesto il finanziamento a tasso agevolato).  Alla domanda vanno allegati non solo alcuni documenti tecnici specificati nel regolamento attuativo, ma anche la descrizione dettagliata dell'iniziativa e la scheda di notizie sull'idea d'impresa.  Le domande devono essere presentate entro il 31 dicembre di ogni anno.  Le domande vendono "istruite" dal Ministero, che compila una graduatoria entro il 30 aprile di ogni anno Le agevolazioni sono concesse fino ad esaurimento dei fondi disponibili sulla base di graduatorie settoriali. Riferimenti normativi: Principali riferimenti normativi per la legge sull’imprenditoria femminile sono:  legge n. 215 del 25 febbraio 1992, pubblicata sulla G.U. n.56 del 7 marzo 1992;  decreto ministeriale n. 706 del 5 dicembre 1996 pubblicato sul supplemento ordinario n. 87/L della G.U. n. 95 del 24 aprile 1997;  decreto del 20 dicembre 1996 pubblicato sulla G.U. n. 95 del 24 aprile 1997. I FINANZIAMENTI PER L'IMPRENDITORIA GIOVANILE

Legge 608/96

Area geografica:Per tutto il primo anno di esercizio l’incentivo al lavoro autonomo dei disoccupati è stato riservato al Mezzogiorno, poi con il collegato alla finanziaria 1998, è stata disposta l’estensione del prestito ad alcune aree di crisi del Centro – Nord Beneficiari e requisiti:I tre punti cardine del prestito d’onore sono: attività autonoma con un investimento massimo di 50 milioni;  stato di disoccupazione o inoccupazione del proponente da almeno sei mesi;  residenza e realizzazione del progetto in una delle aree agevolate.  Anche se il finanziamento è concesso dalla Ig non sono previsti limiti di età, è sufficiente che il richiedente sia maggiorenne; è importante, invece, che nei sei mesi precedenti la richiesta il proponente non abbia svolto nessun tipo di attività dipendente, neanche a part-time, a tempo indeterminato, oppure in cassa integrazione.Settori d'intervento:Può essere presentata qualsiasi idea imprenditoriale, purché sia realizzata con un’attività autonoma in forma individuale e i progetti "siano ritenuti validi sotto il profilo delle attitudini e della capacità del soggetto, nonché della fattibilità tecnica e della redditività dell’iniziativa. Agevolazioni previste:Le agevolazioni prevedono la copertura totale dell’investimento con due strumenti: contributo a fondo perduto, pari al 60% dell’investimento, per un massimo di 30 milioni;  mutuo a tasso agevolato sul restante 40% delle spese, da restituire in cinque anni con rate annuali posticipate. Il tasso applicato corrisponde al 36% di quello di riferimento per le operazioni di credito agevolato alle imprese artigiane di durata superiore a 18 mesi. Spese ammissibili:Per realizzare il progetto sono ammissibili al netto dell’Iva le spese per l’acquisto di attrezzature e di altri beni materiali e immateriali a utilità pluriennale direttamente collegati al ciclo produttivo. L’elenco dettagliato riguarda, invece, le spese non ammesse ai fini dell’investimento: l’acquisto di terreni;  la costruzione, la ristrutturazione, l’acquisto anche in leasing, di beni immobili;  la prestazione di servizi;  gli stipendi e i salari.  Gli stessi limiti valgono per le spese di gestione sostenute nel primo anno, che possono essere solo di tre tipi: acquisto di materie prime, semilavorati e prodotti finiti;  utenze e canoni di locazione degli immobili;  oneri finanziari, esclusi gli interessi sul mutuo agevolato.  Non sono ammissibili al finanziamento le spese per prestazioni di servizi e per stipendi e salari. Non sono ammissibili al finanziamento le spese per gli investimenti e le spese di gestione sostenute anteriormente alla data del provvedimento di ammissione alle agevolazioni. Procedura:Per richiedere le agevolazioni si devono compilare i moduli disponibili negli uffici di tutti i Comuni agevolati e nei loro punti Informagiovani, oltre che nelle filiali regionali della Ig. Il modulo, diviso in due parti consiste in dodici pagine da compilare con una serie di dati riguardanti la persona e con una sintetica presentazione dell’idea imprenditoriale. E’ d’uopo ricordare che il modulo, predisposto per la lettura ottica, deve essere presentato in originale, scritto in stampatello e non va piegato. Le domande di finanziamento possono essere spedite con una raccomandata al seguente indirizzo:  Società per l'Imprenditorialità giovanile  Unità lavoro autonomo  via Pietro Mascagni, 160  00199 Roma Procedura per il rimborso delle spese. I documenti da presentare sono i seguenti: autocertificazione comprovante l’inesistenza di procedure concorsuali, procedimenti cautelari e procedure esecutive a suo carico; certificato della Camera di commercio; certificato di apertura della posizione Iva; documentazione amministrativa per comprovare la sussistenza dei requisiti indispensabili per ottenere il finanziamento; ordine scritto al fornitore, accettazione della proposta d’ordine oppure la copia autentica del contratto di acquisto dei beni, copia autentica delle fatture e delle bolle di accompagnamento comprovanti la consegna del bene al beneficiario dell’agevolazione;

 

 

Le possibilità di finanziamento offerte

dall’Unione europea

Per capire a fondo le reali possibilità di coinvolgimento delle imprese e degli Enti locali italiani nelle politiche di finanziamento comunitarie, è utile schematizzare, anche se solo in modo indicativo, le varie categorie di interventi dell’Unione europea.

Tale suddivisione è certo estremamente indicativa, ma può servire ad orientarsi opportunamente nel variegato panorama delle politiche europee.

 

 

Fondi strutturali

I 4 Fondi strutturali dell’Unione europea sono :

  1. Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)
  2. Fondo Sociale Europeo (FSE)
  3. Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEAOG)
  4. Strumento Finanziario di Orientamento alla Pesca (SFOP).

Essi, tramite una concertazione tra Stato membro e Commissione europea, cofinanziano dei piani di sviluppo concentrati su 6 obiettivi prioritari, ognuno dei quali ha una precisa localizzazione geografica. La programmazione può avvenire secondo due diverse modalità :

  1. lo Stato membro presenta un Programma di sviluppo, la Commissione su questa base emana un Quadro Comunitario di sostegno (QCS) che contiene l’indicazione degli interventi ammissibili, lo Stato membro sottopone alla Commissione i propri Programmi Operativi (PO) che contengono gli impegni di spesa veri e propri, su questa base Regioni e Ministeri emanano i bandi.
  2. lo Stato membro, o l’Ente da esso preposto, elabora un DOCUP (Documento Unico di Programmazione) che già contiene l’indicazione degli interventi e gli impegni di spesa, la Commissione lo approva, l’Ente preposto sulla base del DOCUP emana i bandi.

Qui di seguito si da una indicazione degli obiettivi e della procedura scelta per la programmazione dall’Italia.

Obiettivo 1 : favorire le regioni in ritardo di sviluppo (QCS e PO validi per il periodo 1994-1999)

Obiettivo 2 : favorire la riconversione delle zone in declino industriale (2 DOCUP validi rispettivamente per il triennio 1994-1996 e 1997-1999. Al momento le Regioni hanno appena realizzato i nuovi DOCUP)

Obiettivo 3 : lotta contro la disoccupazione di lunga durata e agevolazione dell’inserimento professionale dei giovani (QCS e PO 1994-1999)

Obiettivo 4 : adeguamento alle mutazioni industriali e dei sistemi di produzione tramite formazione e riqualificazione professionale (DOCUP 1994-1999)

Obiettivo 5a : adeguamento delle strutture di produzione, trasformazione, commercializzazione dei prodotti agricoli e della pesca alla Politica Agricola Comune (PAC) (QCS 1994-1999)

Obiettivo 5b : recupero e sviluppo delle zone rurali ; (DOCUP 1994-1999)

Obiettivo 6 : favorire lo sviluppo nelle zone troppo poco popolate (non presente in Italia).

Agli obiettivi 3, 4 e 5a è ammesso tutto il territorio nazionale.

All’obiettivo 1 sono ammesse le regioni del Meridione, le Isole e l‘Abruzzo (quest’ultimo solo fino al 1996).

All’obiettivo 5b è ammessa una lista di comuni di zone non già obiettivo 1 valida fino al 1999 e stabilita nel 1994.

All’obiettivo 2 è ammessa una lista di comuni di zone non già obiettivo 1 valida fino al dicembre 1996, e che è stata riformulata, senza sostanziali modifiche, per il periodo 1997-1999.

L’intervento diventa dunque effettivo sotto forma di Programmi Operativi Multiregionali (sotto la responsabilità del Ministero interessato) o Regionali, o sotto forma di DOC.U.P. (DOCumenti Unici di Programmazione, sotto la responsabilità delle Regioni).

Sulla base dei suddetti documenti l’ente preposto, che comunque nella maggioranza dei casi è la Regione, emana dei bandi che specificano le modalità, gli importi ed i possibili beneficiari degli interventi.

Raramente nel caso di soggetti privati il finanziamento copre l’intero costo dei progetti presentati. Nel caso di Enti pubblici la percentuale di finanziamento è in genere più elevata. In regioni obiettivo 1 l’entità delle sovvenzioni è notevolmente maggiore.

 

 

 

AZIONI INNOVATIVE

Ogni fondo strutturale, nella misura di una piccola percentuale della propria dotazione (attorno all’1% generalmente), può finanziare progetti pilota e di studio, e azioni innovative a livello comunitario. L’intervento si manifesta tramite bandi che escono sulle Gazzette Ufficiali delle Comunità Europee (GUCE), sotto la responsabilità diretta della Commissione.

 

 

SOVVENZIONI GLOBALI

La sovvenzione globale consiste in sostanza in uno stanziamento di risorse messe a disposizione di un intermediario finanziario nazionale a cui spetta il compito di coinvolgere altri operatori economici su scala regionale o locale. Anche qui per ulteriori informazioni conviene comunque riferirsi alle amministrazioni regionali, o esaminare i QCS e i DOCUP relativi.

 

 

INIZIATIVE COMUNITARIE

Le iniziative comunitarie sono 13 in tutto (una delle quali però riguarda solo il Portogallo), e sono interventi che, attingendo sempre dalle risorse dei Fondi strutturali, la Commissione europea propone di sua iniziativa agli Stati membri, assieme ai quali concerta e cofinanzia specifiche misure di aiuto. Le iniziative proposte per i 6 anni dal 1994 al 1999 riguardano l’industria tessile (RETEX), l’industria militare (KONVER), il sostegno alla piccola e media imprenditoria e l’artigianato (PMI), l’industria siderurgica (RESIDER), l’occupazione e la formazione professionale (OCCUPAZIONE e ADAPT), lo sviluppo urbano e l’assetto del territorio (URBAN), la valorizzazione delle zone rurali (LEADER II), il riassetto della pesca (PESCA), le regioni ultraperiferiche (REGIS II), le regioni di confine tra Stati (INTERREG II), le zone carbonifere (RECHAR II).

Per conoscere più a fondo le modalità nella particolare zona interessate, simili comunque a quelle già viste per i 6 obiettivi dei Fondi strutturali, compresa in alcuni casi la localizzazione geografica, occorre riferirsi agli assessorati regionali competenti.

In alcuni casi escono sulle GUCE dei bandi sotto la diretta responsabilità della Commissione europea.

 

 

PROGRAMMI D’AZIONE COMUNITARIA

Hanno dotazione molto ridotta rispetto agli interventi di tipo strutturale, e sono gli strumenti con cui la Commissione stimola la creazione di politiche innovative a livello comunitario nei settori più disparati (energia, sviluppo delle piccole e medie imprese, aiuti agli investimenti all’estero, creazione di partenariati internazionali tra imprese, formazione professionale, istruzione superiore ed universitaria, volontariato, sviluppo della società dell’informazione, ambiente, sicurezza sul lavoro, ricerca e sviluppo tecnologico, ecc.).

Anche qui l’intervento si manifesta tramite l’uscita periodica di bandi sulle GUCE, che sono sotto la diretta responsabilità di Bruxelles, che talvolta però si avvale di alcuni intermediari nazionali per l’istruttoria o addirittura per la valutazione delle domande di contributo.

Raramente il finanziamento copre l’intero costo dei progetti.

 

PRESTITI BEI

I prestiti globali della Banca Europea per gli Investimenti hanno un meccanismo di funzionamento simile a quello delle sovvenzioni globali.

La BEI apre delle linee di credito con istituti finanziari dello Stato membro, che a loro volta gestiscono il prestito vero e proprio.

I prestiti BEI sono orientati a progetti di investimento di piccole e medie imprese (o di grosse reti transeuropee, ma in questo caso agisce direttamente la BEI).

Le facilitazioni riguardano i tassi di interesse, le garanzie e le scadenze dei prestiti.

In Italia circa 20 banche hanno simili linee di credito aperte con la BEI.

Sono direttamente i funzionari delle banche italiane a decidere sulla bontà dei progetti di investimento a loro presentati e quindi sull’effettiva erogazione del prestito.

 


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