Io, vetro, non sono un invisibile.

Si tende ad assegnare al vetro come una specie di lasciapassare di amaterialità che porta a pensare alle architetture di vetro come ad oggetti ad ingombro visivo zero. Come se la trasparenza talvolta mirabilmente ingannevole ne dissolvesse la materialità in una sostanza magica, misteriosa posta al di la della portata dei limiti sensoriali dell'essere umano tale da creare l'illusione dell'inesistenza inconfutabilile dalla percezione. E' oltremodo evidente alla ragione che così non è. Pur nella sua specialisissima consistenza il vetro è materia che gioca si a rimpiattino con la luce, sfuggeno speso alla sua forza rivelatrice, ma non sempre. Talché basta solo in istante, un baleno del divino investigatore, per riportare il vetro nel mondo delle terrene cose visibili meschine o meravigliose. Non c'è, ne potrà mai esservi, architettura di vetro in grado di sfuggire all'implacabile legge della riflessione. Delle cose che inevitabilmente esistono e dichiarano in maniera totale la propria presenza ed esistenza.

Quindi una copertura vetrata, come quella della Queen Elizabeth ll Great Court, non é per niente un intervento, per così dire morbido, che lascia pressocché immotato lo stato preesistente. Che non interferisce, o interferisce in maniera trascurabile con la precedente architettura, lasciandone immutati gli originari caratteri. Al contrario, dopo le onde trasparenti del sinuoso reticolo steso tra le monmentali pareti della corte, il British Museum è integralmente mutato. Non c'è come erroneamente si potrebbe pensare l'architettura originaria di..... più l'architettura contemporanea ideata da Foster c'è una nuova, nuovissima architettura, contemporanea, in cui ne fanno parte completa tutti gli elementi che la costituiscono, siano esse storiche o attuali.
AFC 08/01 - 10/01

Allo specchio della preistoria.

Un'architettura per contenere la "fedelissima riproduzione" delle grotte con i preziosissimi affreschi preistorici di Altamira. Ecco il cuore del progetto. E' proprio questo rimbalzare tra gli estremi più remoti dell'intera vicenda artistica umana -da oggi alla preistoria e ritorno, in un moto del pensiero forse senza fine- l'elemento maggiormente coinvolgente del progetto di Juan Navarro Baldeweg. Un'avventura estetica senza precedenti tra passato e presente, dentro e fuori, vero e falso.
AFC 08/01 - 10/01