5. Governo attivo: cooperazione e
decentralizzazione
Democrazia allargata e
affidabilità del governo sono state le materie su cui più aspra è stata la divisione
tra destra e sinistra in gran parte degli ultimi due secoli. E' tuttora così in Gran
Bretagna, dove la destra combatte strenuamente contro le riforme volte a decentralizzare
il potere e a mettere fine all'incredibile anacronismo di una aristocrazia ereditaria con
diritto di voto in Parlamento. La nostra disponibilità a sottoporre le principali riforme
costituzionali al giudizio degli elettori tramite referendum è un ulteriore passo avanti
nella democrazia.
L'impeto democratico
dev'essere rafforzato con la ricerca di forme nuove attraverso le quali i cittadini
possano intervenire direttamente sulle decisioni che li riguardano più da vicino. Per
troppo tempo si è sostenuta la falsa antitesi tra democrazia "rappresentativa"
e "diretta". La verità è che in una società matura i rappresentanti
riusciranno a decidere meglio se terranno conto appieno dell'opinione popolare e
incoraggeranno dibattiti pubblici sulle decisioni più importanti che incidono sulla vita
quotidiana della gente. In tutto l'Occidente si stanno varando nuovi esperimenti
democratici, dall'elezione diretta dei sindaci alle giurie popolari. Sono lieto di vedere
iniziative simili fiorire in Inghilterra, soprattutto nelle amministrazioni locali e nel
pubblico impiego. L'era del "governo numeroso significa governo migliore" è
finita. E' la qualità che conta, non le dimensioni. E' ciò che il governo fa, e come lo
fa, non quanto fa, a rappresentare la chiave del ruolo che esso deve occupare in una
società moderna.
Il fisco sta al cuore
stesso della Terza Via. Negli anni ottanta la questione fiscale era più importante di
qualunque altra nell'ottica di tenere a bada la sinistra. Contrariamente alle convinzioni
della destra, ciò non dipendeva dal fatto che le classi medie volevano una riduzione
fiscale a qualunque costo. Derivava piuttosto dalla percezione che si aveva della sinistra
come l'indefettibile propugnatore di una spessa pubblica più elevata, indiscriminata e
spesso inefficiente. Sembrava che volessimo profondere fiumi di denaro per risolvere
qualsiasi problema, con poca o nessuna preoccupazione per l'efficienza con cui le risorse
pubbliche venivano spese. Una delle dichiarazioni più energiche della Terza Via è che la
pressione fiscale dev'essere tenuta sotto controllo, e che qualsiasi spesa pubblica
dev'essere "denaro per risultati e per riforme". Ecco perché ho sottolineato
con grande forza la modernizzazione dei servizi pubblici da attuarsi con gli investimenti
sostanziali di cui necessita. Il National Health Service (Servizio sanitario nazionale) è
il più grande datore di lavoro di tutta l'Europa: siamo decisi a evitare che diventi una
fabbrica di scartoffie. Non ci sarà alcun ritorno al vecchio potere centralizzato e ai
sistemi di controllo, che soffocavano ogni innovazione e ogni responsabilità, e
respingiamo la creazione di mercati interni burocratici e senza senso. Favoriamo invece la
cooperazione a livello locale, con investimenti legati a obiettivi ben precisi e con esiti
prefissati, secondo gli standard nazionali ma con la libertà a livello locale di gestire
e rinnovare.
Educazione
e salute
Per quanto riguarda i
servizi pubblici essenziali, la Terza Via significa denaro per la modernizzazione - un
nuovo investimento di 40 miliardi di sterline suddiviso nei prossimi tre anni finalizzato
alla riforma del sistema e al miglioramento delle prestazioni. Il nostro obiettivo è
quello di assicurare un servizio pubblico eccellente per la prossima generazione, servizio
che sarà edificato sulla base della partnership e costruito all'insegna della qualità
nelle prestazioni. Ciò significa:
Una crociata
senza precedenti per migliorare la scuola attraverso investimenti vincolati a obiettivi
ben precisi ed esigenti: miglioramento della formazione e delle strutture di supporto per
il corpo insegnante, nuove risorse e nuovi approcci per combattere l'abbandono scolastico,
rigorose ispezioni nelle scuole e negli uffici delle autorità locali.
Un nuovo
impulso per migliorare la qualità e la rapidità dell'assistenza offerta dall'intero
servizio sanitario nazionale (NHS), con obiettivi precisi volti al miglioramento della
salute pubblica, alla riduzione dei tempi di attesa e a un'insieme di prestazioni che
garantiscano un monitoraggio rigoroso dei costi, della qualità e delle cure prestate.
La fine di uno
dei dogmi della nuova destra, abolizione dei ticket per l'assistenza infermieristica e del
piano dei posti assistiti, e cessazione del mercato interno al servizio sanitario, costoso
e fonte di sprechi.
Scelte rigorose
nell'allocazione delle risorse, volte a riformare il sistema di finanziamento degli
studenti e a fissare un tetto ai costi gestionali dell'NHS per incrementale la percentuale
di spesa destinata all'assistenza sanitaria.
Nuove
partnership per interventi di modernizzazione, come le scuole di specializzazione, le
cooperazioni per i primi anni, e il finanziamento di gruppi di assistenza primaria per
integrare e migliorare i servizi per tutti i pazienti.
Incentivi per
premiare le prestazioni migliori, con la promozione di scuole e ospedali che si
distinguono per la loro qualità, segnalazione di ambulatori medici efficienti e
introduzione di nuovi ruoli professionali, come insegnanti specializzati e consulenti
infermieristici.
Altrettanto importante
è l'impulso a "reinventare" lo stesso governo nazionale. Poiché crediamo che
il governo abbia il potere di promuovere il bene comune, è prioritario per noi
promuoverne l'immagine e l'efficienza. Abbiamo bisogno di far conoscere con maggiore
chiarezza i nostri obiettivi e i problemi da affrontare, e di effettuare con maggiore
rapidità i cambiamenti da adottare per risolverli. La nostra Social Exclusion Unit
(unità contro l'esclusione sociale) è uno dei primi frutti di questo approccio , un
nuovo gruppo interministeriale chiamato a risolvere dei problemi sociali urgentissimi,
trascurati sinora perché non erano "di competenza" di nessun ministero.
Un nuovo pragmatismo
va affermandosi nei rapporti tra settore pubblico e settore privato. L'accento dev'essere
posto sugli obiettivi, non sulle norme, e sul monitoraggio dei risultati ottenuti anziché
sul processo ai fallimenti.
La richiesta di forme
di autogoverno più democratiche è alimentata da cittadini meglio educati, e dal libero
flusso delle informazioni diffuso dalle nuove tecnologie e dai mezzi di comunicazione.
Dobbiamo andare incontro a questa esigenza delegando il potere e rendendo il governo più
aperto e più vicino all'opinione pubblica. Deleghe e governi locali non sono soltanto
importanti di per sé: un dibattito democratico aperto, vibrante e diversificato è un
laboratorio di idee sul modo migliore di affrontare i bisogni sociali. Dobbiamo attrezzare
il governo dotandolo di capacità, conoscenze e abilità nuove. Vogliamo rivitalizzare
l'etica del servizio pubblico. I funzionari pubblici devono fare qualcosa di più della
semplice amministrazione di servizi: il loro compito è incrementare il valore pubblico
derivante dall'insieme dei beni pubblici.
6.
Internazionale, non isolazionista
Per quaranta anni dopo
la seconda guerra mondiale, Est e Ovest sono stati divisi. Oggi l'Europa è unificata ed
è rimasta una sola superpotenza mondiale. Dobbiamo affrontare nuove sfide e nuove
minacce. Tuttavia le nostre istituzioni di governo globale non si sono adeguate con
sufficiente rapidità. Il centrosinistra ha qualcosa di specifico da dire sull'argomento:
la cooperazione è un'opportunità, non una minaccia. Lo dimostrano i dati dell'UE, della
NATO, del WTO. Di fronte ai nuovi pericoli, dobbiamo approfondire e ampliare queste
iniziative, non certo respingerle.
La Gran Bretagna è
l'erede di una tradizione di apertura, di capacità commerciale e di diplomazia. Noi
intendiamo raccogliere questa eredità impegnandoci con fiducia in un mondo in cui
economia e finanza, media e cultura, criminalità e inquinamento sono internazionali.
Possiamo contare su una posizione straordinaria, con una forte cooperazione con l'Unione
Europea, con gli Stati Uniti e con l'Asia, per dar vita a un ruolo globale fondamentale.
Nella sfera
internazionale il centrosinistra deve rimanere rivolto verso l'esterno, non assumere una
posizione isolazionista. L'economia è internazionale, l'ambiente è internazionale, la
criminalità è internazionale. Noi vediamo nell'impegno internazionale la risposta logica
ai problemi che valicano i confini degli stati, non certo una minaccia alla sovranità
interna a tali confini. Vogliamo istituzioni internazionali più solide, per la gestione
dei commerci e della finanza, per la soluzione pacifica dei conflitti e per assicurare
rapide risposte ai nuovi e pressanti problemi, quali le crisi in Asia e in Russia e la
minaccia contro l'ambiente in tutto il mondo. Il libero commercio si è dimostrato un
motore fondamentale per lo sviluppo economico, la cooperazione politica e gli scambi
culturali. Lo sviluppo dei modernissimi media globali andrà ad intensificare questo
processo.
All'interno della UE
sosteniamo il nobile scopo dell'apertura verso l'Est, per portare prosperità ma anche
sicurezza e protezione ambientale. Sosteniamo un'Europa che guardi oltre se stessa, non
una fortezza contro gli aggressori esterni. Riguardo all'unione monetaria, la Gran
Bretagna prenderà una decisione in base a quelli che sono i suoi interessi economici, e
la popolazione del nostro paese sarà chiamata ad esprimersi con un referendum.
Allargando
ulteriormente il nostro orizzonte, le questioni transnazionali più evidenti sono la
sicurezza e la protezione ambientale. Noi sosteniamo gli sforzi di chi si adopera per
costruire e mantenere la pace all'esterno, considerandoli un'estensione della nostra
missione in patria. Affrontando la minaccia ambientale in seguito alla conferenza di
Kyoto, ci siamo impegnati a perseguire obiettivi - vincolanti anche sul piano normativo -
mirati alla riduzione dell'inquinamento. Su tali norme, oggetto di un accordo
internazionale, vigilerà un corpo di polizia internazionale.
I governi di
centrosinistra sono da decenni gli architetti di un ordine internazionale che promuove
sicurezza e prosperità. Davanti a noi si apre la stessa prospettiva. Viviamo in un mondo
con una sola superpotenza, in cui i paesi europei devono lavorare insieme per ottenere
molto più di quel che otterrebbero da soli ; adottiamo sulla scena internazionale la
medesima filosofia che adottiamo in patria.
Riforma dell'
unione Europea
L'Europa dovrebbe
svilupparsi come una Terza Via tra lo stato nazionale - troppo piccolo per molti dei
problemi contemporanei che valicano i confini nazionali - e un superstato europeo troppo
grande, troppo lontano e troppo irrispettoso delle diversità di lingua, nazionalità e
tradizione.
Non solo siamo
favorevoli all' Europa, ma a un' Europa riformata.
Un'
Europa decentralizzata
Il principio guida
dev'essere l'integrazione ove necessario, la decentralizzazione in tutto il resto. Il
potere decisionale precipuo deve rimanere a livello nazionale. Ciò significa maggiore
chiarezza riguardo alle aree in cui è necessario intervenire a livello europeo, insieme a
meccanismi più efficaci che assicurino l'adesione pratica al principio di sussidiarietà.
Con
un mercato unico dinamico
L'obiettivo
dell'Europa dovrebbe essere quello di conciliare il dinamismo del mercato unico degli
Stati Uniti senza smarrire i valori della coesione sociale condivisa dagli Stati Membri.
Ciò significa perfezionare il mercato unico facendolo funzionare nel modo più efficace.
Ciò esige un sistema normativo a livello europeo, con una Commissione e una Corte di
Giustizia validi e funzionali. Una moneta unica forte potrà favorire il mercato unico.
L'Europa deve impegnarsi nelle riforme economiche se vuole che i suoi prodotti, la sua
forza lavoro e i suoi mercati finanziari siano abbastanza flessibili, così da favorire
l'affermazione dell'euro e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Capace
di affrontare efficacemente i problemi transnazionali
Vogliamo che l'Europa
dimostri la propria importanza rispetto alle preoccupazioni dei comuni cittadini,
concordando un'azione efficace e più decisa nella lotta contro la criminalità
internazionale e il traffico di stupefacenti e nella gestione dei problemi ambientali, che
ignorano i confini tra gli stati.
Che
sappia incarnare i valori politici europei
L'Europa è qualcosa
di più che un libero mercato più vasto. Noi vogliamo un'Europa che riaffermi i valori da
tutti condivisi: democrazia, apertura, affidabilità, giustizia, coesione sociale e
solidarietà; e che sappia difenderli quando vengono minacciati.
Allargata
verso Est
Allargare l'Unione
Europea per abbracciare le democrazie dell'Europa centrale e orientale porterà a un
rafforzamento della sicurezza del continente e della sua prosperità. Noi appoggiamo le
riforme politiche necessarie a un'Europa allargata per funzionare al meglio.
Conclusione
Questa è la Terza Via
- una democrazia sociale moderna per un mondo in trasformazione, che costruisca la propria
prosperità su un capitale sociale e umano. E' un progetto costruito su valori
incrollabili, e un fermo impegno verso la modernizzazione per edificare il futuro
abbracciando il cambiamento, non cercando di sfidarlo. Nel sostenere la causa della
giustizia, noi affermiamo la pretesa storica del centrosinistra, che non si ha vero
progresso se non ne ha parte ciascun cittadino. Senza un'equa distribuzione dei benefici
derivanti dal progresso, le società rischiano di crollare sotto il peso di divisione,
rancore e sfiducia.
In tutto il mondo, i
governi si impegnano per venire incontro alle esigenze della società contemporanea. Io
credo che una di queste esigenze sia la richiesta di un rinnovamento della politica, di
una politica nuova. Ma quale debba essere questa nuova politica, non è una scelta
astratta, è una scelta che in pratica è già stata fatta. In Gran Bretagna il New
Labour è la nuova politica.
Oggi i tempi sono
maturi per superare un atteggiamento difensivo, per andare oltre le recriminazioni per gli
errori del passato e oltre la necessità di giudicare la politica e le sue azioni sulla
base della vecchia faziosità tra partiti. Abbiamo invece l'opportunità di dar vita, per
il futuro, a una nuova piattaforma positiva, secondo i termini dettati da noi. Sarà
all'insegna dei valori e delle tendenze del centrosinistra, e finalizzata a rispondere a
un mondo in rapida trasformazione.
La sfida
consiste nel trasformare il cambiamento in progresso. Non possiamo contare
sull'ineluttabilità della storia: dobbiamo essere noi ad agire.
(
Questo testo è stato presentato da Tony Blayr in occasione dell' incontro di New York con
Clinton e Romano Prodi nel Settembre 1998 , ed è stato pubblicato dalla rivista della
Fabian Society. )
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