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Introduzione

La visione che abbiamo avuto entrando nel Salento nell'agosto del 2000 per la nostra vacanza è stata quella di vedere un paesaggio lasciato quasi intatto dalle mani dell'uomo ma allo stesso tempo valorizzato con strutture alberghiere all'altezza e mai nvasive. Un paesaggio unico, crudo e selvaggio ma anche romantico e pieno di poesia.

Le coste frastagliate, le insenature, le baie, i porticciuoli, le grotte, gli scogli e i faraglioni, le spiagge sabbiose di dolce declivio, offrono allo sguardo del visitatore la veduta d'insieme del paesaggio più caratteristico della Puglia, quello della penisola salentina.

Un paesaggio che si completa con la panoramica del territorio esteso tra moderate alturecolline, massimo di 200 metri e terre di pinete, stagni, macchie: un paesaggio naturale policromo interrotto qua e là da costruzioni secolari, e resti archeologici di antiche civiltà, e paesi, interni o costieri, di grande interesse culturale e turistico.

IL TERRITORIO
Il territorio leccese, confinante a nord-ovest con le Province di Brindisi e di Taranto, si protende verso sud-est come un vascello che sia per essere varato in mare; anzi, in due mari: lo Ionio, ad ovest, e l'Adriatico, ad est, le cui acque si incontrano e si fondono davanti alla prua di questa nave rappresentata dal Capo di Santa Maria di Léuca, estrema punta del « Tallone d'Italia ».
Oltre che con questo nome, indicante la parte orientale dello Stivale italiano, la Provincia di Lecce viene designata con il nome di Penisola Salentina o Salento, che deriva dall'antico popolo dei Salentini.
I Salentini, infatti, pur abitando il solo territorio circostante il Golfo di Taranto, facevano parte della più grande popolazione dei Messápi, che erano diffusi in tutta l'attuale provincia leccese e che, come dimostrano i resti di antichi monumenti rimasti nel territorio, raggiunsero un notevole grado di civiltà prima della conquista romana.

Dal tempo degli Angioini, inoltre, il Leccese fu chiamato col nome di « Terra d'Otranto ».

Come si può osservare dalla cartina, il territorio della Provincia di Lecce, è quasi interamente pianeggiante, solo qua e là ondulato dalle modeste groppe delle Murge Salentine, varianti dai cinquanta ai duecento metri d'altitudine. La natura del suolo è in prevalenza cársica, il che significa, come si è già detto altrove, che le acque sorgive e piovane anziché affluire verso il mare, s'infiltrano nel sottosuolo attraverso inghiottitoi chiamati « vore », « puli » o « grave ».

La roccia affiora di frequente allo scoperto fra gli strati di terra che costituiscono il terreno coltivabile. Si tratta di sottili strati di terra magra e
rossastra, cosparsa di pietre e di sterpi e, per di piú, resa sitibonda da lunghissimi periodi di siccità.

Eppure, questa terra è generosa di frutti e si ammanta di colture rigogliose sotto la tenace ed amorosa fatica dell'uomo.

In talune zone, poi, come a nord di Otranto, nei dintorni dei due suggestivi bacini dei Laghi Alímini (Alímini Grande e Alímini Piccolo), le bonifiche hanno trasformato vaste lande, un tempo paludose e desolate dalla malaria, in scacchiere di campi verdeggianti di piantagioni, costellati di bianche casette coloniche e intersecate da canali e da strade.

Le coste. Al paesaggio dell'interno, piuttosto monotono nonostante la ricchezza delle coltivazioni, fa contrasto per vivacità di forme e varietà di aspetti, il paesaggio delle coste.

I due litorali salentini, sia quello sul Golfo di Taranto (Ionio), sia quello sul Canale d'Otranto (Adriatico), sono, infatti, fra i piú attraenti della Puglia.

Specialmente nella parte terminale del « Tallone », fra Gallipoli, il Capo di Santa Maria di Léuca e Otranto, le coste si orlano di scogliere e di rocce che dirupano alte sul mare, incorniciando dolci insenature e porti pittoreschi.

Tutto il litorale orientale fra Santa Cesarea Terme e il Capo di Santa Maria di Léuca, poi, è perforato di grotte marine, alcune delle quali (come la Grotta Zinzulusa e la Grotta Romanelli ) sono famose per la loro bellezza e per le testimonianze di vita preistorica che vi sono state ritrovate.

In altri punti, come lungo l'incantevole Riviera Neretina, subito a nord di Gallipoli, si susseguono spiagge deliziose, lussureggianti pinete, animate da località balneari in continuo sviluppo.

La grande ricchezza del Salento - scrive Giovanni Russo - sono le coste, un paesaggio che credevamo impossibile trovare ancora in Italia, con bellezze che superano quelle della costiera amalfitana, ai tempi in cui era ancora intatta.

Da San Cataldo a Torre dell'Orso, a Santo Stefano, a Otranto, a Castro, a Santa Maria di Léuca, fino a Gallipoli è tutto un susseguirsi di rocce bianche, di spiagge dalla sabbia purissima, di grotte meravigliose.

È un tesoro che ha per sfondo una campagna fitta di olivi, con paesi che hanno conservato l'atmosfera genuina della civiltà agricola ».

Ed è un tesoro che i paesi del Salento devono difendere ad ogni costo.

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