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Il Salento

E' una penisola - antica Messapia - bagnata dal mare Adriatico meridionale e lo Jonio, che i geografi del passato definirono "il tallone dello stivale". Suoi capoluoghi notevoli sono: Brindisi, Lecce, Otranto, Gallipoli,nonché Taranto all'estremità ovest, e numerose città e paesi storici di antichissima origine, per questo circondati da resti archeologici e tracce evidenti di antiche civiltà.

Attraversando i suoi 5.800 kmq. circa tale è la superficie dell'intero territorio si incontrano, specialmente lungo il versante orientale del leccese, monumenti megalitici dell'età del bronzo: dolmen e menhir. Ma le attrattive della subregione non si limitano soltanto a tali reperti, né alle mura e resti di costruzioni e oggetti conservati nel museo di Lecce. Le bellezze naturali qua e là sono particolarmente pittoresche, la stessa flora e fauna di certe zone, i paesaggi attorno ai centri abitati, consentono di definire la piccola penisola come un luogo di tranquilla e originale vacanza, per molti viaggiatori una vera scoperta.

La natura del Salento è leggermente ondulata, dolce e malinconica all'occhio per i colori del grano, delle vigne bruciate dal sole e del tufo. Poche sono le case isolate; e qua e là si apre improvvisamente fra i campi, o sotto le finestre delle case, il vuoto profondo di una cava.

Questa terra piana è cinta e serrata da una scogliera dirupata, una costa avara di approdi che non lascia posto che a poche spiagge, e che si snoda e si contorce fino all'estremo promontorio di Léuca. Il mare che si vede piú în basso, a picco, è un mare color indaco, selvaggio nella sua bellezza... Ogni cosa è un invito a scoperte inesauribili: le zone archeologiche disseminate per la penisola; la tipica edilizia del passato fatta di tufo, pietra su pietra, spesso voltata in archi potenti;l'intimità con cui borghi, castelli, torri di guardia e campanili si iscrivono a catena nel paesaggio; la ricchezza di ornati delle case patrizie e delle chiese romaniche e barocche; le sculture dei portali, gli altari settecenteschi, i púlpiti scolpítí e dorati; gli stucchi dipinti di bianco, di rosa e di celeste; le oreficerie, i ferri battuti, le pitture medioevali e barocche..

 

 

 

A completare il discorso sui caratteri della penisola salentina, è opportuno ricordare anzitutto l'aspetto carsico del territorio. Quindi mancano fiumi superficiali; i corsi d'acqua esistenti sono sotterranei, peraltro facilmente recuperabili, ai fini dell'irrigazione, con lo scavo di numerosi pozzi. Pertanto gli oliveti e i verdi vigneti si estendono su ampie aree irrigate; ad essi si aggiungono piantagioni di fichi e ortaggi, che crescono grazie a tali pozzi. Ma in particolare nella provincia di Terra d'Otranto troviamo il fenomeno geologico del sedimento roccioso: un falso piano solcato a mezzo dalle Murge, di mediana altezza sul livello del mare. Quest'ultime sono formate da ammassi pietrosi, residui calcarei, macigni, che poi concretano caverne numerose e grandi, voragini, anfratti. Qui si trovano facilmente fossili divario tipo, comprese conchiglie calcinate, mentre più in pianura tali gusci marini - bivalvi o univalvi - abbondano conservando i vivaci colori del loro aspetto primitivo. Altrove, ma sempre in zone pianeggianti, si trova il tufo altrettanto conchiglifero, nonché una marna calcarea tenera che fa pensare ad un sedimento marino formato attraverso tempi secolari: quindi, ammasso di strati cretosi con "tritumi" di conchiglie zoofite, sabbia e vari materiali. Tra l'altre curiosità: in queste marne si sono scoperti denti di squali fossilizzati - il popolo locale li definiva "lingue di tuono" e conchiglie che farebbero la gioia dei malacologi, i collezionisti, prevalentemente del genere Cardium aculeatum e Pecten.

Uno sguardo panoramico all'interno collinare: il rilievo è rappresentato a sud dalle Serre, ovvero Murge Salentine - altezza massima, come s'è detto. di circa 200 metri s.l.m. fra queste la più nota è la Serra dei Cianci . A settentrione, a ridosso della costa ionica, le alture costituiscono le cosiddette Murge Tarantine.

Su queste zone territoriali si sono realizzati lavori di bonifica, che hanno consentito anche un parziale rimboschimento di terreni in precedenza brulli o paludosi.

Non soltanto dal punto di vista geologico il Salento si distingue dalla restante Puglia, ma anche da quello linguistico, per il dialetto con caratteristiche sue proprie, rispetto a quello pugliese. La penisola infatti era stata occupata dai Messapi, di origine non precisata, che giunsero in Italia circa mille anni a.C. Il loro linguaggio resta un sostrato fondamentale nella formazione del vernacolo locale, su cui la stessa lingua greca dei successivi colonizzatori riuscì a influire in maniera superficiale, pur affermandosi notevolmente in alcune zone, che tuttora conservano il dialetto greco.

Centri principali dove si parla un dialetto derivato dai discendenti della storica Magna Grecia sono: Calimera (in greco "Buongiorno"), Martano, Sternatìa, Castrignano, Corigliano, Martignano, Zollino e Soleto.

Va ancora accennato che a documento dell'antica lingua messapica restano un paio di centinaia di iscrizioni, forse non tutte autentiche, che sono state pubblicate a cura del Mommsen e di altri scrittori ricercatori. Le iscrizioni risalgono quasi tutte al II e I secolo a.C. e provano l'origine indoeuropea del messapico, quindi di quel popolo, con contaminazioni di voci illiriche, venete e germaniche. Tradotti, con una approssimativa certezza dei loro significati, sono peraltro pochi vocaboli; es. penkaheh "cinque, aran "terra coltivabile"...

Come nelle altre zone della Puglia, si verifica nel Salento una costante crescita dell'industria del turismo: ciò determina il miglioramento della situazione generale della regione, anche considerando la cura data in zona alle strutture ricettive turistiche, in special modo a riguardo delle località marine adriatiche e ioniche.

I prodotti del suolo. I principali prodotti del suolo salentino sono: l'uva, l'olivo e il tabacco.
La vite, coltivata con le cure piú assidue, prospera in vigneti che si estendono fitti sui ripiani delle Murge Salentine.

In autunno, tra i filari, splendono pesanti grappoli neri o dorati da cui si ricavano vini notíssimi quali il Lacrima di Gallipoli, il Parosani e gli Asprigni del Capo di Santa Maria di Léuca, il Salento di Copertino, e poi le Malvasie, i Moscati, gli Aleatici.
Quanto agli oliveti, anche qui, come nella Provincia di Brindisi, essi sono tanto estesi e folti e con piante tanto grandi da sembrare veri e propri boschi.

Pure assai vaste sono le piantagioni di tabacco, la cui elevata produzione permette all'Italia di non importare quasi piú tabacchi biondi dai Paesi dell'Oriente.

Altri minori, ma notevoli prodotti del suolo, sono i pomodori e i fichi.

Notevole, lungo la costa, è l'attività peschereccia, che trova il suo centro principale in Gallipoli, sullo Ionio.

Fra i prodotti minerari vanno ricordate le sorgenti salso-sulfuree che alimentano le Terme di Santa Cesàrea e la celebre pietra leccese, tenero càlcare con cui gli architetti e gli scultori salentini hanno creato i capolavori del « Barocco Leccese ».

Le industrie, nel Salento, sono poche e tutte collegate alla produzione agricola.

Troviamo, quindi, in ogni centro importante della provincia: stabilimenti vinicoli, distillerie, oleifici e, a Lecce, una delle più grandi e moderne manifatture di tabacchi.

Fra le industrie artigianali, ricordiamo quella della cartapesta, assai fiorente a Lecce con la produzione di statue religiose, di giocattoli modellati da valenti artigiani che hanno ereditato la maestria degli intagliatori della pietra leccese; e, ancora, i prodotti della ceramica rustica, la lavorazione del giunco e dei tessuti casalinghi, i preziosi ricami e i ferri battuti di Maglie.

Sempre piú vivace e attrezzata, infine, è l'industria turistica, che richiama ogni anno un grande numero di turisti italiani e stranieri ad ammirare le innumerevoli attrattive naturali ed artistiche di questa terra non meno interessante di ogni altra d'Italia.

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