Approfondimento
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Radiografia RX
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Indagini Invasive
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Manfredi Faldi
Restauratore di dipinti ed esperto di diagnostica artistica,
laureato in Storia dell'Arte all'Università di Firenze.
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Il
Restauro Pittorico: La Diagnostica - La Radiografia RX
I raggi X o Rontgen (dal nome del fisico tedesco che ne scoprì
l'esistenza nel 1895) sono delle radiazioni elettromagnetiche la cui
lunghezza d'onda si situa fra quelle degli U.V. e quelle dei raggi
gamma. L'impiego dei raggi X nel campo della conservazione e prezioso in
quanto essi possono attraversare anche corpi opachi di notevole
spessore. L'immagine che appare sulla lastra radiografica è determinata
dal minore o maggiore assorbimento di raggi X da parte dell'oggetto in
esame e soprattutto dalla maggiore opacità ai raggi X di certi pigmenti.
Infatti i pigmenti con elevato peso atomico, come quelli che contengono
piombo o mercurio (biacca, minio, litargirio e cinabro), assorbono
maggiormente i raggi X per cui, sulla lastra, risultano più chiari
mentre i pigmenti organici e certi pigmenti minerali (di basso peso
atomico) appaiono scuri.
Per l'esame radiografico della pellicola pittorica è inoltre di
fondamentale importanza che il supporto sia relativamente trasparente ai
raggi X ma, fortunatamente, i supporti dei dipinti da cavalietto, su cui
di solito viene attuato questo tipo d'indagine, assorbono poco i raggi X
come pure le preparazioni a base di gesso e colla (a differenza di
quelle a base di biacca, bianco di zinco o di titanio, tipiche del XIX
secolo).
La radiografia di un quadro può fornire informazioni:
-
sulla tecnica usata dal pittore;
-
su eventuali stesure sottostanti e
-
può anche aiutare a stabilire l'autenticità di un'opera.
Se l'abbozzo di un quadro viene tracciato con pennellate
di biacca (come spesso avviene nei quadri del XVI e XVII secolo) risulta
perfettamente visibile nella radiografia, mentre nel caso di quadri
condotti con leggere velature successive (come quelli di Leonardo),
l'indagine radiografica è poco contrastata e leggibile. Se il pittore ha
usato una tela od una tavola già dipinta o ha coperto stesure precedenti
(specialmente se queste erano ottenute con spesse pennellate di biacca)
le immagini sottostanti risultano chiaramente visibili (si vedano le
radiografìe dell'«Olympia» di Manet, del «Ritratto di un giovane uomo»
di Rembrandt e del «Martirio di S. Matteo» di Caravaggio).
Infine, disponendo delle radiografie di un certo numero
di quadri dello stesso autore, è possibile identificare alcune
caratteristiche «interne» della sua tecnica difficilmente imitabili da
un falsario.
I raggi X purtroppo sono di scarso aiuto nell'analisi delle sculture
poiché i vari piani, che risultano sovrapposti sulla lastra, provocano
notevoli difficoltà di lettura. I raggi X vengono impiegati anche per
altri tipi di indagini «invasive» e precisamente: la fluorescenza e la
difrattometria ai raggi X (si veda il paragrafo sulle analisi
«invasive»).
La radiografia ai
raggi X permette di indagare la struttura più profonda dei dipinti
su tela e tavola, carta e cartone: i valori di chiaroscuro
restituiti sulla lastra posta a diretto contatto della superficie
pittorica e investita dal fascio di raggi X (opportunamente dosati
variando il voltaggio del tubo) risulteranno in funzione del
maggiore o minore assorbimento delle radiazioni da parte
dell'oggetto in esame. Nella lettura della lastra radiografica è
importante tenere presente, oltre allo spessore degli strati, la
decisa opacità dei pigmenti a forte peso atomico (in particolare
bianco di piombo).
Sulla lastra si formeranno perciò delle zone più chiare e più scure
in funzione della resistenza che le varie parti dell'oggetto
opporranno al passaggio dei raggi X: a parità di spessore
appariranno più chiare le zone di maggiore densità. |
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L'interpretazione
dei risultati radiografici presenta delle oggettive difficoltà che
spesso finiscono per limitare il numero di informazioni: ciò che si
ottiene con l'esame è, infatti, un'immagine bidimensionale nata
dalla proiezione sul piano di elementi distribuiti nello spazio
(supporto, preparazione, film pittorico), con ciò che questo
comporta sulla difficoltà di una loro precisa identificazione. Anche
se l'indagine si basa prevalentemente sullo studio delle variazioni
provenienti dalla composizione dello strato pittorico (sarà perciò
sempre questo ad essere restituito nella maniera più nitida proprio
per la scelta nella posizione della lastra), l'immagine radiografica
dovuta al supporto ed alla preparazione può comunque aiutare a
chiarire alcuni aspetti del processo creativo e della tecnica di
esecuzione e a valutare il reale stato di conservazione dell'opera. |
Un
disegno preparatorio eseguito dal pittore con una punta di piombo o inciso,
pur sfuggendo ad altri esami come la riflettografia infrarossa, darà una
precisa immagine sulla lastra radiografica.
Ben evidente sarà poi l'entità del danno provocato dai cunicoli dei tarli
che, se non sono stati colmati con stucco, assumeranno una gradazione scura.
Si identificherà l'andamento dei chiodi impiegati per fissare le traverse di
sostegno nei dipinti su tavola e il diffondersi della ruggine all'estremità
dei chiodi o, ancora, la presenza di altri elementi come cavicchi in legno o
metallo (incastro a caviglia). Tutte informazioni, queste, che possono
risultare determinanti nel momento della scelta del tipo di intervento da
eseguire. |
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Talvolta la radiografia rileva la presenza di pitture sottostanti più
antiche e più importanti, o anche di firme o scritte nascoste, ma simili
fortunati casi rischiano di fare considerare la radiografia come un mezzo
che trae principalmente frutto da un esame isolato mentre essa si rivela uno
strumento essenziale dell'indagine artistica quando applicata con
sistematicità e metodologie comparative.
L'indagine radiografica non si esaurisce nella valutazione dello stato
fisico dell'opera (lacune, craquelure, consunzioni, etc.), ma acquista
sempre più importanza nella conoscenza del modo di operare del pittore fino
a rendere possibile uno studio comparativo che possa condurre a facilitare
il riconoscimento di opere autentiche o appartenenti ad un determinato
autore. |
Da
quando, con la nascita della pittura ad olio, il tono finale non viene più
raggiunto attraverso stratificazioni di colore successive ma mescolando i
diversi pigmenti col bianco l'impasto diviene ricco e corposo. L'immagine
radiografica, di conseguenza, permette di distinguere chiaramente i singoli
tratti di pennello: se la materia è più o meno carica di colore, se è stata
applicata con maggiore o minore pressione, il carattere, la sicurezza e la
precisione della pennellata ed anche quando è stato necessario ritornare a
correggere quanto già era stato dipinto, esaltando così certi aspetti
grafici dello stile.
Ciò che viene messo in maggiore evidenza sono gli strati profondi, densi e
corposi, ai quali l'artista lavora con maggiore spontaneità e impeto anche
perché destinati ad essere coperti da stesure successive. Si comprende
allora quanto decisivo risulterà il contributo della radiografia eseguita su
più versioni di una stessa opera o, ancor più, estesa a un folto gruppo di
opere di un singolo artista. |
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