Approfondimento
La Diagnostica
Luce Radente
Luce Trasmessa
Macrofotografia
L'Infrarosso
Riflettografia IR
Radiografia RX
Fluorescenza UV
Indagini Invasive
craquelure
Manfredi Faldi
Restauratore di dipinti ed esperto di diagnostica artistica,
laureato in Storia dell'Arte all'Università di Firenze.
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dei Tensioattivi
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Tecnica
Restauro di Affresco
Strappo e Stacco
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Il
Restauro Pittorico: La Diagnostica - Luce Trasmessa
La possibilità di
ottenere immagini variate e diversamente significanti da uno stesso
dipinto è legata a vari fattori: le caratteristiche dell'oggetto da
indagare, il variare della direzione di illuminamento, la diversa
natura della radiazioni rilevate e il rapporto di ingrandimento con
il quale l'oggetto può essere indagato. Nel caso dell'uso non
convenzionale di una normale sorgente luminosa, si pensi alle
infinite variabili in cui può apparirci un qualsiasi oggetto
illuminato con incidenze diverse. Nella realtà specifica di un
dipinto è possibile accentuare le differenze di andamento della
superficie ricercando l'angolo di osservazione dal quale si possa
ottenere un riflesso speculare della zona interessata, come spesso
avviene, quasi automaticamente, quando un dipinto viene sollevato
per una osservazione ravvicinata; ma esiste un'altra possibilità,
ingiustamente trascurata, di indagare l'opera variando semplicemente
la posizione della sorgente luminosa: si tratta dell'esame in luce
trasmessa o transilluminazione. |
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Utilizzando un
fascio di luce che attraversi un dipinto su tela posto tra la
sorgente luminosa e l'osservatore, si potranno ottenere varie
informazioni sia sulla preparazione che sulla disomogeneità degli
strati pittorici, individuando la presenza di eventuali realtà
sottostanti alla superficie visibile. Molto semplicemente si eviterà
così il ricorso ad altri esami, le cui informazioni non saranno
necessariamente più precise solo perché ottenute con metodi più
sofisticati. Apparirà d'altronde ovvio constatare, qualora il
supporto o la preparazione non consentano una trasmissione delle
radiazioni luminose, come il ricorso all'infrarosso o alla
radiografia ai raggi X potrà rivelarsi indispensabile per acquisire
una certa serie di informazioni. |
La
transilluminazione consiste quindi nell'illuminare il dipinto dal retro e
osservare il comportamento delle radiazioni che riescono ad attraversare i
suoi strati. Logicamente i limiti dati da alcuni supporti sono insuperabili
e spesso anche nei dipinti su tela, dove non è raro incontrare una notevole
trasparenza, la luce non riesce a oltrepassare gli strati. Bisogna tuttavia
considerare anche quest'ultimo caso come una informazione importante poiché
è indicativo della presenza di una preparazione spessa e colorata. La tela,
anche se di notevole spessore o già rintelata, ha una parziale trasmissione
alla luce e lo strato pittorico, data la trasparenza dei leganti e di alcuni
pigmenti, difficilmente riesce a bloccarla completamente.
I casi di opacità della preparazione in luce trasmessa riservano però spesso
sorprese inaspettate: una accentuata craquelure di invecchiamento potrà
manifestare con estrema chiarezza l'andamento e il variare della larghezza
del suo reticolato. |
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Una
toppa incollata sul retro di un'opera generalmente maschera una lacerazione
o uno strappo nel supporto, la luce trasmessa può, in questi casi, essere di
aiuto nel valutare l'estensione e la forma del danno. |
Un
ritocco, in transilluminazione, può nettamente delinearsi come macchia scura
quando il suo spessore, o i materiali di cui è composto, sono più opachi
alla luce di quanto non lo sia il colore originale. Sono tuttavia più
frequenti i casi in cui l'aggiunta risulta più trasparente, accade allora
che le zone di maggiore luminosità indichino non tanto l'estensione del
ritocco, dato che in parte questo può sovrapporsi allo spessore della
pittura originale risultando ancora più opaca, quanto quelle della mancanza
sottostante. Il confronto delle informazioni ottenute con altri esami - ed
in particolare con la fluorescenza ultravioletta- è in questo caso
assolutamente indispensabile poiché spesso parti di pittura fortemente
abrase, ovvero ridotte fortemente come spessore, così come stesure originali
eseguite con materiali a basso potere coprente, possono prendere una forte
trasparenza. |
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Naturalmente lo spessore dell'impasto pittorico farà schermo alla
trasmissione dei raggi, così come vi saranno pigmenti più o meno
trasparenti. Saranno questi due aspetti a dare il contrasto all'immagine la
cui lettura potrà fornirci utili indicazioni sullo studio della tecnica
dell'artista: uso di impasti più o meno densi, sicurezza nel maneggio del
pennello, riprese e rielaborazioni di parti dell'opera, rivelandosi un
valido supporto nel momento critico di attribuzione di un'opera.
In
quest'ultimo caso è doveroso insistere sulla necessità di un confronto con
immagini dello stesso autore, riprese nelle stesse condizioni di
illuminazione, e insistere, perciò, sulla necessità di un ampio archivio
diagnostico, di opere sicuramente certe al quale sia possibile fare
riferimento. |
Da un punto di vista
tecnico l'esame non richiede particolari attrezzature ma soltanto alcuni
accorgimenti e una certa cautela perché il dipinto non rischi di essere
danneggiato. Un fascio di luce condensato sul retro di un'opera tende a
produrre un notevole riscaldamento anche in tempi piuttosto brevi: un
ventilatore dovrà quindi essere posto vicino all'opera, comunque illuminata
soltanto per il breve periodo necessario per eseguire la fotografia.
Una valida alternativa è
in questo senso costituita da una lampada a fibre ottiche, sia perché
adattissima nel delimitare il fascio evitando luci parassite che
illuminerebbero la superficie dell'opera, sia perché esente dalla
possibilità di riscaldare la parte illuminata.
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