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GOETHE
al santuario di Monte Pellegrino

Giunti alla vetta del monte, dove questo forma come una nicchia nella roccia, ci troviamo di fronte a una parete a picco, alla quale la chiesa e il convento sembrano come appesi.
L’esterno della chiesa non ha nulla di attraente; si apre la porta con indifferenza, ma già all’entrata si rimane colpiti della più grande meraviglia. Ci troviamo in un atrio, che continua per tutta la lunghezza della chiesa, e s’apre in direzione della navata. Vediamo le solite pile con l’acqua benedetta e qua e là dei confessionali. La navata è un cortile aperto, racchiuso a destra da rocce nude, a sinistra da una continuazione dell’atrio. È lastricata di pietra e un po’ inclinata per agevolare lo scolo dell’acqua piovana; una fontanina scorre press’a poco nel centro.
La grotta propriamente detta è stata trasformata in coro, senza toglierle nulla del suo naturale carattere silvestre. Vi sono apposti soltanto alcuni gradini. Di fronte c’è un grande leggio col messale, da ambo i lati gli stalli. Tutto è rischiarato dalla luce naturale, che entra nel cortile o dalla navata. In fondo, nel buio della grotta, sorge in posizione centrale l’altar maggiore.
Come ho detto, la grotta per sé è rimasta intatta; ma poiché la roccia gocciola continuamente, occorreva mantenere il luogo asciutto. E ciò si è ottenuto mediante canali di piombo infissi alle pareti della roccia e variamente comunicati tra loro; essendo poi questi in alto larghi e in basso appuntiti, e come imbrattati di un colore verde sporco, tutta la grotta sembra rivestita di cactus giganteschi. L’acqua vien condotta in parte dai lati, in parte dal fondo della grotta in un limpido serbatoio, al quale i devoti attingono per guarire tutti i mali.

J. W. GOETHE

Italienische Reise.

Palermo, 6 aprile 1787.


Brano tratto dalla visita al Santuario di S. Rosalia al Monte Pellegrino. Traduzione di E. Zaniboni in: Goethe viaggio in Sicilia, ed Edi.bi.si. 1997.

ILLUSTRAZIONE. J.J.HITTORFF, Veduta del golfo e della città di Palermo. 1835."Questa veduta è presa vicino alla rampa che conduce alla vetta del monte Pellegrino, divenuto la meta di un pellegrinaggio continuo dei palermitani verso la cappella di S. Rosalia, il cui corpo riposa da più di sei secoli in una grotta di questa montagna."J.J.H. - In Architecture moderne de la Sicile, S.F.Flaccovio, Palermo, 1983.


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