SENORBI OGGI
Presentazione
Sensazioni, profumi...
Mappa
Morfologia
Scorci
Clima
Associazionismo
Monumento

Alberghi & ristoranti

Vie & piazze

 

LE CHIESE

Parrocchia S. Barbara
Santa Mariedda
San Sebastiano

Foto parrocchiale


FESTE E TRADIZIONI
Feste
Appuntamenti
Folk & tradizioni
S. Antonio Abate

S'Incontru


LA STORIA

La leggenda: Simieri
L' illuminaz. pubblica
L'attentato a E. Lussu

La 2°guerra mondiale
Portale '500
L'età romana
Inauguraz. stazione

Cacciata del rettore

Attività ludica

Galleria fotografica

MUSEO-ARCHEOLOGIA
Museo Domu Nosta
Necropoli Monte Luna
Ins.punico Santu Teru
Civiltà nuragica

 

ITINERARI
Percorsi in bicicletta
Passeggiate a cavallo
Case padronali

Itinerari
Villa Aresu [Sisini]



PERSONAGGI
Giuseppe A. Lonis
Gen. Carlo Sanna
Cav. Giuseppe Atzeni
Massimo Coraddu
Susanna Loi Zedda

 

Per la realizzazione di questa pagina si ringrazia il dott. M. Melis per la cortese collaborazione

Il forno, nell'ambito della casa rurale, assumeva un'importanza fondamentale in relazione al tipo di economia familiare, basata principalmente sulla panificazione manuale. In esso venivano immessi, dopo la cottura del pane, i cereali da adibire al consumo familiare per la  disinfestazione da eventuali parassiti che avrebbero potuto comprometterne la conservazione.

Veniva inoltre utilizzato per la cottura di alcuni dolci tipici della zona, in occasione di festività, per lo più religiose. Solo in poche circostanze, quindi, si verificava che le famiglie incluse in questa categoria si apprestaSsero alla confezione dei dolci, ancorché richiedessero solo modesti sacrifici finanziari. E' significativo che tali dolci, pur nella loro non elaborata manipolazione, fossero di apprezzabile gusto e di eccellenti qualità. Tale considerazione si porta come esempio per evidenziare sia la funzionalità del forno sia la bontà del prodotto.

La costruzione del forno veniva eseguita su una piattaforma di base, per lo più circolare, ad una altezza variante di circa un metro, al di sopra di un basamento di pietre o anche in mattoni crudi, di forma quadrangolare.

Nel basamento e sempre ricavato un locale adibito principalmente a ricovero per animali domestici, come conigli e galline. La piattaforma di base, costituita da uno strato di scorie di carbon fossile (materiale che si prelevava dal fabbro "su ferreri ") misto a frammenti di mattoni cotti, era piastrellato da una sorta di mattonelle artigianali composte di materiale refrattario.

Da questa piattaforma circolare si ergeva una cupola costruita con frammenti di piccole dimensioni di tegole cementati con un impasto di terra "bianca" con paglia.

La costruzione della cupola veniva eseguita dall'interno generalmente da un muratore considerato di poco valore rispetto ad un artigiano finito con una tecnica particolare, consistente nell'accostare i frammenti di tegole secondo il loro asse longitudinale fino a compiere un giro completo dell'intera circonferenza, quindi la volta emisferica veniva ultimata inclinando progressivamente, verso l'interno, le varie circonferenze concentriche sovrapposte.

La "bocca" del forno, che generalmente è di forma semicircolare, di dimensioni ridotte, occupava un tratto di parete della cucina ove si affacciava altresì la mensola ad essa relativa.  

In corrispondenza della mensola, in alto, a lambire la parte superiore della "bocca", era costruito il camino del forno, la cui estremità fuoriusciva di circa 80 cm dalla tettoia della cucina. Lo spazio vuoto sotto la mensola era adibito a scarico della brace e delle ceneri, che da qui venivano successivamente asportate e depositate nel caminetto della cucina.

La cupola, situata all'esterno rispetto alla cucina, aveva ad un'altezza di 30 - 40 centimetri circa un foro (fumaiolu) per lo sfiato del fumo e del calore. La superficie esterna della cupola era cosparsa di argilla impastata con paglia e all'esterno veniva protetta dalle intemperie tramite una tettoia, che poggiava anteriormente sul muro della cucina e posteriormente su due piccoli pilastri realizzati in pietra o mattoni crudi, edificati ai due angoli posteriori del basamento di sostegno dell'intera struttura del forno. Le dimensioni interne del forno variavano, secondo le esigenze delle diverse famiglie, e mediamente erano di circa 1,80 - 2,00 metri nel senso del diametro della piattaforma e cm. 60-90 nel senso dell'altezza della semisfera.

Le massaie facevano raggiungere la temperatura ideale, nel forno, per la cottura delle diverse cibane mediante paglia, arbusti, specialmente euforbia (lua) sarmenti o sterco di bue raccolto nelle tanche. La specialista di questa operazione era generalmente la capofamiglia, che a vista si regolava sulla temperatura raggiunta, osservando il calore della volta del forno.

Quando il forno raggiungeva la temperatura desiderata venivano asportate le brace e le ceneri con uno speciale attrezzo (su tirabraga), che era formato da un'asta di ferro della lunghezza di circa due metri, su cui si innestava un manico di legno di quasi pari lunghezza e all'estremità opposta aveva una lama semicircolare che, poggiata nei diversi punti della piattaforma del forno e tirando verso l'esterno della bocca del forno, convogliava brace e ceneri nel punto desiderato. A questa sommaria pulizia seguiva quella che si faceva con una scopa rudimentale. Questa si componeva di una lunga asta di legno ad una delle cui estremità si legava con fil di ferro un mazzo di erbe selvatiche come ortiche, occiau, oppure altri arbusti come ferula (ferra) che fungevano da scopa. Dopo queste operazioni il forno era pronto a ricevere il pane o altro per la cottura.

Si infornava il pane seguendo il criterio di disporre il civraxu sulla circonferenza rasente alle pareti, il pane bianco (su kokkoi - su pani pesau) più all'interno, ed infine su madditzosu ancora più internamente.

Tale disposizione veniva usata al fine di proteggere il pane più pregiato che doveva restare bianco dal calore troppo forte delle pareti. Quando, infine, si verificava che, per il tipo di legna usata, il forno era stato portato ad una temperatura troppo elevata, la messaia, dopo aver infornato, apriva per un tempo limitato il fumaiolo della cupola per far fuoriuscire un po' di calore e con quella sorta di scopa di cui si serviva per la pulizia del fondo del forno, all'uopo rifatta con un mazzo di erbe fresche, stemperava il calore passandola ripetutamente tra la volta ed il pane. Oggi il forno non trova più posto nelle nuove case rurali e tanto meno in quelle del bracciante dato che risulta economicamente più conveniente acquistare il pane nelle apposite rivendite. La lolla ha sempre avuto, nella casa del bracciante un ruolo di preminenza rispetto agli altri locali.

[da: "edilizia e manifattura domestica in Trexenta" (1900-1960) M.Melis]

indietro

 

      senorbi@katamail.com