Se gia' il padre Cristoforo non si era
interessato granche' alle vicende economiche e militari
delle Baronia, nemmeno i figli del Portugues, forse troppo presi dalle
loro diatribe legali, ebbero grande parte nelle sorti del
feudo.
Le preoccupazioni circa la difesa militare, un interesse non solo di
prestigio per la Corona, sfociarono
finalmente nella nomina di un "capitano delle
milizie della baronia di Posada". Si trattava del sardo Simone Castagner,
investito della carica il 6 maggio del 1611
direttamente da don Giacomo de Aragall,
luogotente generale e presidente del Regno di Sardegna.
Tra le motivazioni della nomina si legge: "... acciocche'
destinasse le guardie in quella marina per difenderla
dalle incursioni turchesche, e chiamando a rassegna, per
addestrarle in tutti i movimenti di guerra e le
esercitasse nel tiro al bersaglio e nelle simulate
battaglie...".
La sicurezza di queste zone era praticamente irrisoria. 
I predoni stranieri ed i briganti locali vi si trovavano tutti assai
comodi per le loro scorrerie, al punto che anche il Sant'Uffizio di Sardegna,
filiale regionale del famigerato organismo pesudo-religioso di Torquemada, che doveva operare le visite
della Santa
Inquisizione anche nei nostri territori, soffri' in
queste zone un... rallentamento della propria produttivita':
due ufficiali dell'Inquisizione confessarono espressamente in atti di
ritenerle infatti eccessivamente pericolose a causa dell'infestazione
di banditi e della frequenza delle invasioni piratesche, e ammisero di
aver omesso per questo motivo di recarvisi.
La Baronia di Posada, dunque, non pote' godere dell'opera
di purificazione dogmatica del clero, o almeno non la si
ritenne cosi' importante da giustificare molto zelo nel
combattere il suo endemico paganesimo.
Malgrado il sicuro impegno del buon
Castagner, il 2 giugno 1623 tunisini ed
algerini attaccarono insieme; forse avevano avuta notizia
che qualcosa si andava facendo per rafforzare le difese,
oppure avevano previsto a tavolino che qualcosa sarebbe
stato fatto, fatto sta che gli assaltatori sferrarono un attacco di
violentissima potenza prima che i luoghi fossero fortificati.
Sbarcarono a La Caletta e proseguirono senza resistenze
verso la rocca di Posada. Qui, ahime', trovarono il Castello non
vigilato e le porte non protette, ed il resto e'
facilmente immaginabile.
Responsabile principale della sciagura fu
subito riconosciuto il Francesco Portugues,
inquisito dal Consiglio del Real Patrimonio che il 27
giugno 1623 (un tempo fulmineo se si considerano
i tempi di collegamento e di trasporto di allora)
confisco' i suoi beni e le sue rendite per destinarle
alla fortificazione della Baronia.
Fu quindi dichiarata una sorta di amministrazione
controllata del patrimonio dei Portugues, con un
cittadino baroniese nominato depositario; questi, per
usare termini del diritto fallimentare moderno, ne
governava un esercizio provvisorio e si curava anche di
organizzare un presidio di soldati.
Il provvedimento del Consiglio istituiva infatti un
reparto di cavalleggeri ed autorizzava anche l'acquisto
di alcune granate, tra le prime armi da
fuoco di cui si andavano dotando le armate del tempo.
Le "granadas de fuegos artificiados" sarebbero state usate il
meno possibile (immaginiamo dato il costo), perche' dopo
che le prime avessero spaventato i mori, "baste despues
la reputacion por defenza" (sarebbe bastata la notizia del
possesso di simili potenti armi a dissuadere i mori da
altri attacchi).
Il progetto di una squadra navale che potesse proteggere
queste coste veniva ancora una volta rinviato.
SEGUE