Il patrimonio ormai consunto dei Portugues,
prosciugato dalle cause
giudiziarie e dalle imposizioni regali,
terminate le rendite della Baronia, ben presto non fu piu'
sufficiente a garantire i creditori.
Nel 1642 la Reale Udienza dichiaro' di
fatto quello che chiameremmo un fallimento e dispose la
vendita del feudo a Giovanni Stefano Masones
per pagare i creditori col ricavato.
Ad evitare che potesse ripensare l'acquisto, nel 1646 il
Masones fu anche nominato conte di Montalvo
(Montalbo).
Il Masones veniva anche lui dalla classe
borghese cagliaritana, da una famiglia mercantile
bisognosa solo di darsi un rango para-nobiliare.
La fortunata coincidenza dello sviluppo di alcune linee
di navigazione che interessavano il porto di Posada e dei
relativi commerci, mascherarono il fatto che nemmeno i
nuovi baroni si sarebbero dedicati con molta attenzione
al territorio.
Ma nel 1652 l'epidemia di peste,
che duro' quattro anni, decimo' la popolazione
uccidendone almeno i tre quinti.
Solo Lode', forse anche
per la distanza geografica, per il riparo del Montalbo e
per la conseguente scarsita' di contatti con l'esterno,
ne ebbe danni limitati; un paese come Torpe', invece, che
al 1627 contava 128 abitanti, ne ebbe censiti solo 11 nel
1678.
Nel 1660, stante questa
grave situazione di miseria, furono finalmente varate tre
delle sei navi che gia' da quasi un secolo erano state
richieste per la protezione delle coste, e le tasse per
mantenerle si aggiunsero a quanto gia' pesantemente
sofferto dalla popolazione.
La poverta' dei sopravvissuti alla peste,
insieme all'accresciuta oppressione fiscale, ebbe come
fisiologico effetto una recrudescenza della criminalita'.
Nel 1665 si istitui' una sorta di commissione
governativa che intervenne con mano pesante, ma
gli effetti, se ve ne furono davvero, durarono poco.
La zona era preda dei "balentes"
che vivevano di grassazioni locali.
Questo, unitamente
alla riduzione della produzione seguita alla pestilenza,
rese assai difficile (o spesso inutile, visto che i
prodotti ne venivano rapinati) praticare le attivita'
agricole. Sempre piu' indigeni abbandonavano quindi le
campagne e il bestiame; nell'assenza di azioni utili a
riportare l'ordine da parte di un barone poco accorto, di
li' a non molto, nel 1681 sarebbe
iniziato un bienno di carestia che
avrebbe del tutto inginocchiato la Baronia.
Il censimento successivo, nel 1688
avrebbe infatti registrato la scomparsa di Torpe'
(nessun abitante) ed un'ulteriore riduzione degli
abitanti di Posada, scesi a soli 70 dai 640 del
rilevamento del 1627 (prima della peste).
Siniscola era
passata dai 748 del 1627 ai 209 del 1688.
Solo a Lode' erano aumentati gli abitanti, dopo la
flessione della pestilenza, ed anzi ora erano 161, un po'
di piu' dei 132 del 1627.
SEGUE