Questo è un tema particolarmente delicato anche perché sia la Riforma che
la Controriforma hanno preso come vessillo di espressione proprio la
giustificazione, con alcuni abbagli storici ed esegetici piuttosto notevoli, sia da
parte cattolica che protestante.
Questo movimento che ha ruotato attorno alla
giustificazione ci fa capire l'importanza che ha questo tema in Paolo.
Con il nostro metodo diamo subito un’occhiata alla terminologia:
Paolo Nuovo Test
57 91 62,6%
2 2 100%
5 10 50%
2739 69,2%
Dikaiôsùnê, significa giustizia, ma noi la traduciamo anche giustificazione;
è un tema che stando alla terminologia è caro a Paolo; dikàiôsis significa giustificazione in senso attivo, e abbiamo una prevalenza del 100%, ma data la
presenza così esigua non possiamo dire che è sconvolgente. Lo stesso è per
dikàiôma, atto giusto, perché abbiamo 5 presenze in Paolo sulle 10 complessive del Nuovo Testamento.
Il verbo dikaiòô, giustificare, è presente questa volta più
dei sostantivi. Questo per dire che troviamo in Paolo 91 ricorrenze di questo
grappolo terminologico riferite alla giustificazione sulle 142 di tutto il Nuovo
Testamento, la cui proporzione del 65% è notevolmente alta, e questo fa capire cheè un termine molto presente in Paolo: questo sempre come ipotesi di lavoro.
Infatti sarebbe un grave errore metodologico se prendessimo queste
statistiche come delle dimostrazioni, sono solo degli indizi.
Di fronte a questa abbondanza di ricorrenze vediamo quali sono i significati
di fondo da attribuirsi a giustificazione in senso attivo dikàiôsis, giustificazione
come atto giusto dikàiôma e al verbo dikaiòô. C'è un significato di fondo? Questo
tema è centrale ed è molto discusso, un po' a causa della storia che lo ha molto
sovraccaricato, un po' dal modo originale e vario in cui Paolo lo ha usato. Ne
tentiamo una spiegazione che capìta adeguatamente apre la porta a capire la portata
di questo termine in Paolo e ci aiuta in concreto a capire e spiegare i singoli brani.
La giustificazione in Paolo viene da un termine ebraico equivalente, “sedakà” che
si traduce con giustificazione, e che ha un senso molto preciso. Sedakà è tipico
dell'Antico Testamento ed indica un pareggio tra una misura e una realtà
concreta che corrisponde alla misura. Quando tra la realtà concreta e una misura
abbiamo una corrispondenza piena abbiamo una sedakà, giustificazione.
Vediamo alcuni esempi. C'è una sedakà in senso fisico: se si comprano due
misure di grano, di olio o di vino, se a queste misure corrisponde poi la realtà
tangibile del grano, olio e vino che viene dato, allora abbiamo una sedakà; se
comprando una bottiglia di vino di un litro, il suo contenuto è un litro di vino allora
abbiamo una sedakà.
C'è anche una sedakà a livello legale: la legge mi indica un comportamento
da eseguire; la legge è una misura che indica una condotta; se tra questa formula e
il comportamento di una persona c'è pareggio e rispondenza avremo allora la
giustificazione in senso legale.
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