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Home > Lettere Paoline > La formula dell'uomo


Tematiche Teologiche Paoline: la formula dell'uomo

La formula dell'uomo è possibile trovarla in Gn 2,26: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza» immagine e somiglianza sono sinonimi, ma non formano una tautologia (Proposizione nella quale il predicato ripete il concetto già espresso nel soggetto), ma l'immagine è la somma di quei tratti di Dio che l'uomo può realizzare, cioè l'intelligenza, l'amore, la bontà, la capacità creativa, e diventa somiglianza quando questa immagine si realizza davvero.
L'uomo quindi a immagine di Dio è l'uomo progettato da Dio e come appare nella Genesi, la formula dell'uomo quindi è essere immagine di Dio nel senso appena citato, cioè di realizzazione dei valori di Dio, ciò che è specifico di Dio, perché Dio vuole l'uomo con questi elementi e costellazioni di valori che vengono comunicati e immessi nella formula uomo.
A questo si può aggiungere, secondo Paolo e Giovanni, i tratti tipici di Dio nei tratti tipici di Cristo, perché Cristo è visto come la realizzazione piena a livello umano, concreto, dei valori propri di Dio.
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù dice: «Chi vede me vede il Padre» e questa è una espressione che sicuramente Paolo condividerebbe. Non che ci sia una somiglianza a livello fisico, una banalizzazione grezza, del tutto aliena al testo, ma le scelte proprie di Gesù sono quelle anche del
Padre. Chi capisce quello che fa Gesù, l'atteggiamento di Gesù, capisce le motivazioni, gli atteggiamenti e i grandi valori del Padre. In questo senso allora Gesù è immagine viva del Padre.
Se questo è chiaro allora la formula tipica di uomo per Paolo è l'uomo a immagine di Dio, che esprime i tratti caratteristici di Dio, dei tratti visti concretamente in Cristo. Paolo poteva affermare: Cristo vive in me, perché sentiva
in lui la forza purificatrice di Cristo e avvertiva in lui la spinta operativa propria della Risurrezione.
Applicando queste esperienza di Paolo in generale all'uomo, quindi l'uomo per realizzarsi in quanto uomo deve esprimere i tratti tipici di Cristo stesso, gli atteggiamenti di Cristo.
Non per nulla abbiamo per Paolo un primo Adamo e un ultimo Adamo, e non è un gioco di concetti: il primo Adamo è l'Adamo da cui tutti deriviamo; sulla stessa linea in cui portiamo i tratti tipici di Adamo siamo destinati a portare i tratti tipici di Cristo, infatti la linea uomo comincia con Adamo ma non termina con Adamo, ma in Cristo, per cui si ha un autentico uomo nella misura in cui emergono nell'ambito dell'uomo i tratti tipici e caratteristici di Cristo.

 


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