La terminologia con cui Paolo si esprime circa questo termine (Vangelo) può essere
analizzata secondo questa statistica:
Paolo Nuovo Test
60 76 78, 94 %
21 58 37, 5 %
Son nate pertanto varie ipotesi: tra le altre ne ricordiamo due:
1) Paolo è colui che ha coniato il termine , riprendendolo
dall'uso dell'Antico Testamento.
2) Paolo ha preso il termine ad Antiochia, nel periodo che
intercorre tra la sua vocazione (ca. 36 d.C.) e il suo primo viaggio
missionario (ca. 46 d.C.). Antiochia era infatti una Chiesa vivace, dove
per la prima volta i credenti in Cristo furono detti cristiani.
Vi è, nella statistica, una prevalenza del sostantivo rispetto al verbo: è un
indizio che ci può far capire che Paolo da buon intellettuale, fa una sintesi dei
fatti e la esprime con il sostantivo . Ecco che “vangelo” è la sintesi,per Paolo, di tutto ciò che ha osservato circa l'annuncio apostolico.
Fondamentale è il contenuto espresso dal termine
1. Non è semplicemente “lieto” ( ) “annunzio” ( )
così come ci dice l'etimologia;
ma è:
I. Annuncio di Cristo morto e risorto “per”...
II. “Interpella” l'uomo, raggiungendolo dov'è;
III. L'uomo deve scegliere: “si” o “no”;
IV. Da questo dipende la sua situazione escatologica:
“salvezza”- “perdizione”.
È la somma di questi quattro punti che costituisce “la lieta novella” che Paolo
an-nuncia.
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