Come abbiamo visto parlando della fede l' accoglienza deve essere piena.
Non solo l'uomo che crede
deve accogliere tutto il Cristo che gli viene presentato, ma questa totalità deve
essere lasciata penetrare in tutta la vita. Fin dall'inizio la fede non è un atto
separato, scontato, ma è un'accoglienza che entra fino a riempire tutti gli spazi
della vita: accoglienza totale, perché è assenza di limitazione all'accoglienza,
e piena, perché questo contenuto tende a penetrare in tutti gli aspetti della vita.
La prima accoglienza del contenuto del vangelo è quella accoglienza che, nella prassi paolina, precedeva il battesimo; questa è la trafila che Paolo
seguiva: parlando a dei Giudei presupponeva la credenza in Dio, parlando ai
pagani il primo passaggio è quello di spostarsi dal livello di idolatria al livello di
accettazione del Dio vivente; così Paolo si esprime in 1Ts:
“Siete passati dal
servizio della divinità morta al servizio e all'adorazione del Dio vivente”.
Questo è il primo passo: Paolo infatti non annunciava Cristo come una
voce nel deserto, ma prima a coloro che non ammettevano l'esistenza di Dio
parlava loro della sua esistenza, come del resto fece Paolo sull'Areopago negli
Atti degli Apostoli al capitolo 17, dove egli parlando a pagani parte dalla loro
esperienza e li porta alla concezione di Dio e infine parla di Cristo.
Quando c'è
una accettazione piena di Dio egli parla subito di Cristo, che è considerato come
un dono di Dio; una volta capito Cristo e il contenuto del mistero pasquale, c'è
l'esplici-tazione piena della fede, l'accettazione definitiva di questo contenuto
del mistero pasquale di Cristo nella propria vita che è appunto l'apertura della
fede; a questa poi segue il battesimo che fa scattare la giustificazione.
Paolo in 1Cor 15,11, dove vengono rievocati i contenuti del mistero
pasquale, dice:
“Pertanto, sia io che loro, così predichia-mo e così avete
creduto ”.
Accogliete questo annuncio in questi termini in cui ve lo abbiamo annunciato e
presentato. La fede al secondo livello si può chiamare una assimilazione progressiva che tende a coprire tutta la vita, che si realizza quella pienezza
scelta nella prima apertura della fede.
La prima apertura della fede,
l'accoglienza dell'annuncio di Cristo morto e risorto è una accoglienza che va
mantenuta continuamente, cioè è un’applicazione della morte e della
risurrezione di Cristo che tende a interessare tutti i dettagli della vita. È quello
che Paolo esprime quando dice in Gal 2,20:
“Non sono io che vivo, ma è Cristo che vive in me. La vita che vivo nella carne
la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per
me”.
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