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Home > Lettere Paoline > Il progetto di Dio (2)


Lettere Paoline: il progetto di Dio (2)

Quando Paolo pensa a questo progetto-progettare, due volte lo riferisce a sé, le altre volte a Dio. Quando appunto parliamo di un progetto di Dio espresso con il sostantivo e con il verbo che abbiamo appena indicato, siamo abbastanza aderenti al testo paolino.
Non ci occupiamo adesso del progetto di Paolo, ma cosa significa questo progettare da parte di Dio? Per rispondere alla domanda dobbiamo considerare come in Paolo si è formata l'idea che Dio ha un progetto e che Dio progetta.
Paolo presenta un senso acuto di Dio, e questo si può vedere di più nella lettura delle sue lettere, infatti quando ne parla non riesce mai ad essere freddo o indifferente, si riscalda sempre: il tema “Dio” provoca una forte e irresistibile risonanza di Dio, un grande entusiasmo verso Dio.
In Paolo c'è stata un'esperienza personale di Dio nell'ambiente giudaico di tendenza farisaica, che diverge da quella forma ipocrita che troviamo condannata nel Vangelo o in alcune lettere di Paolo, dove si parla della degenerazione del fariseismo; invece il fariseismo di cui parla Paolo è un movimento in cui si cerca di attualizzare il
massimo possibile la Legge, il fariseo è il “separato” dalla massa per fare le cose religiose più in profondità.
Paolo appartiene a quella corrente farisaica e viene educato secondo questa tendenza del giudaismo impe-gnato del tempo e non frammisto di ellenismo.
Egli poteva frequentare, seppur nell'ambiente ellenistico di Tarso, la sinagoga e fare tutte le preghiere che un ebreo di quel tempo compiva, come lo šema Israel recitato tre volte al giorno.
Questa educazione personale di Paolo avuta fin dalla sua prima giovinezza ha avuto una forte risonanza su di lui; anche l'esperienza di Gerusalemme ha aperto molto gli orizzonti di Paolo.
Come carattere Paolo era particolarmente sensibile alla dimensione umana, quindi anche le cerimonie dell'acqua, della luce tutto ciò che si faceva nel tempio era per lui importante.
Ciò è dimostrato dal fatto che anche quando la liturgia del tempio sarà superata e il tempio non avrà più quell'impor-tanza avuta nell'Antico Testamento, Paolo rimarrà affezionato al tempio, al punto da essere catturato nel tempio e portato a Cesarea.

 


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