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La Chiesa Madre  (Tutti Santi)

 

La chiesa Matrice, o di Tutti i Santi, o Collegiata, di proprietà comunale, occupa il lato ovest di Piazza IV Novembre (già Piazza Sedile) ed é stata soggetta nel tempo a varie modifiche. L’attuale costruzione fu progettata nel 1650 dal sacerdote mesagnese Francesco Capodieci, dal frate Francesco da Copertino e dal chierico mesagnese Antonio Leugio. E’ una chiesa a croce latina, ad unica navata. Il prospetto esterno, composto da tre ordini architettonici, sormontati da un timpano, è davvero maestoso (24 metri, quanto la cupola). Il primo ordine é costituito da sei pilastri di ordine ionico, nei cui interspazi vi sono quattro nicchie con quattro apostoli. Il cinquecentesco portale maggiore é sostenuto da quattro colonne doriche, con capitello corinzio, che nella parte bassa sono intagliate da motivi vegetali ed antropomorfi. E’ sormontato dalle statue di S.Oronzo (erroneamente indicato, nell’architrave come S.Eleuterio) e di Anthia e Corebo, secondo la tradizione (errata), martirizzati a Mesagne. Il portale fu recuperato e inserito nella facciata seicentesca.
Il secondo ordine é di tipo corinzio e tra le sei lesène, che continuano quelle del primo ordine, vi sono altri quattro apostoli.
Il terzo ordine é di tipo composito e contiene le statue di altri quattro apostoli. Al centro vi è un bassorilievo rappresentante la Madonna del Carmine. Nel timpano vi è lo stemma di Mesagne in bassorilievo; sopra il timpano vi sono quattro angeli che facevano ala alla statua del Cristo, andata distrutta da un fulmine sul finire dell’ottocento.
La chiesa era stata costruita sulla cappella bizantina di S.Nicola Vetere (attuale succorpo), nel periodo della seconda colonizzazione (X secolo) e si tramanda che fosse stata dedicata, in quel periodo, ai tre santi Eleuterio, Anthia e Corebo.
Poi, attorno al 1450 (come afferma lo storico Cataldo Antonio Mannarino) fu ristrutturata e dedicata a Tutti i Santi. Nel 1580 circa, fu nuovamente ristrutturata, a spese dell’Università (Amministrazione Comunale), per impulso del Vescovo mesagnese Luca Antonio Resta. In quell’occasione fu probabilmente riorientata ad est, mentre prima l’ingresso era ad ovest, dalla parte del Castello.
Il 31 gennaio 1649 la chiesa crollò e fu poi ricostruita tra il 1650 ed il 1660. Nel 1766, quando il tetto fu trasformato a volta, alla facciata seicentesca fu evitato lo smantellamento dall’architetto Giuseppe Palmieri di Monopoli. 
Nel 1989 fu chiusa al pubblico e dopo i lavori di consolidamento e restauro, con fondi del Comune e con le offerte generose dei cittadini mesagnesi raccolte dall'Associazione Chiesa Matrice, progettazione e direzione lavori dell'ing. L.Castellano e del geologo M.Del Prete e dell' arch. Maria Rosaria Cipparrone e dell'arch.Franco Cutrì, è stata riaperta al culto alla fine del 1994. Tra le opere d’arte possedute ed esposte nella chiesa, si evidenziano: nel transetto destro l’Adorazione dei pastori (1619 circa) di G.P.Zullo e A.Cunavi; sull’altare di questo transetto, la Madonna del Carmine (1736) di G.Bonito; sul primo altare sinistro, l’Assunzione di Maria Vergine (1722) di Saverio Lillo; sul primo altare destro, la Crocifissione di S.Pietro (1770) e sul portale maggiore la Cacciata dei mercanti dal tempio (1770) entrambe di Domenico Pinca, autore anche della Vergine del Carmine e dell’Ultima cena; sul secondo altare destro, S.Oronzo che protegge Mesagne (1660 circa), opera che ripropone fedelmente i canoni artistici di Giovanni Antonio Coppola. Notevole anche l’altare maggiore, opera del maestro Mario Pagano di Napoli. Degno di nota é l’organo, realizzato nel 1648 dal maestro Tommaso Mauro di Muro Leccese e, poi, ristrutturato nel 1710.
La chiesa, pur essendo un insigne monumento religioso, porta scolpita sul timpano della facciata l'arma dell'Università, in segno di patronato da sempre vantato e mai messo in discussione da nessuno; in essa si rifletteva l'orgoglio proprio di tutti i cittadini e dei suoi rappresentanti e questo spiega le ingenti somme in tempi diversi impiegate per renderla più maestosa. Nessun altro edificio mesagnese nel seicento poteva vantare, infatti, un'altezza superiore a quella della prospettiva della chiesa matrice, la cui sagoma era (ed è ancora oggi) perfettamente distinguibile a ragguardevole distanza, anche quando la città era circondata dalle alte mura e aveva ancora integro il maniero orsiano. Il vetusto tempio oltre a svolgere funzioni religiose era anche utilizzato per manifestazioni civili e l'Università custodiva il proprio archivio nei locali della sacrestia. Infatti all'interno della chiesa, secondo un rituale vecchio di secoli, avveniva la cerimonia con cui erano immessi nell'esercizio delle loro funzioni i capitani o governatori della città, chiamati ad esercitare annualmente la loro carica nel rispetto di tutti i privilegi concessi a Mesagne dai vari sovrani, soprattutto gli aragonesi e con l'obbligo di non violare gli statuti municipali e di non tramare coi feudatari del luogo. Tante volte la Chiesa Matrice fu al centro di accesi dibattiti pubblici tra i mesagnesi ogni volta che maturava la decisione di operare interventi tesi al restauro della stessa. I costi erano sempre a carico della collettività ed il reperimento del denaro avveniva in aggiunta alle tasse ordinarie la qual cosa non era sempre gradita ai cittadini. 
Allora, come oggi, la storia si ripete.

Da: La Guida di Mesagne a cura di D.Urgesi - Ed.Capone 
La chiesa Matrice di Mesagne fra storia e restauri 1996-1997 Ed. Vari

 

 

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E' NATALE PER LA CHIESA MADRE

 

Sembra imminente, questione di qualche mese, forse prima di Natale, la riapertura della Chiesa Madre. I lavori di consolidamento della struttura erano già stati ultimati da un pezzo, quelli di restauro degli interni, più laboriosi e pieni di incognite, continuano ancora..
Ora con maggiore alacrità: le bianche sculture e gli stucchi ornamentali sono stati completati, le pareti ultimate, l'illuminazione messa a punto, le porte sono in laboratorio, le strutture interne in legno stanno riacquistando il loro originario colore e splendore, l'organo dalle oltre quattrocento canne si prepara a riacquistare fiato, il pavimento di pietra della nostra regione è pronto per la messa in opera, i finestroni (altissimi) sono stati rifatti e motorizzati.
La Chiesa Madre è davvero un cantiere frenetico, sembrano che tutti ora sono impazienti di portare a termine la loro parte e vederla inserita nell'effetto finale che siamo sicuri, sarà eccezionale.
Giungono commenti, suggerimenti, critiche, apprezzamenti, quale segno di interesse ed affetto dei cittadini verso questo "pezzo" di Mesagne che da circa sei anni ci è stato "sottratto". Anche l'Associazione Chiesa Matrice, costituitasi qualche anno fa a livello cittadino con lo scopo di "prendere a cuore" il restauro continuo della chiesa Madre, sta moltiplicando il suo operato per onorare l'impegno assunto con l'Amministrazione Comunale ( che dal canto suo ha fatto la propria parte) e la cittadinanza tutta, di contribuire con duecento milioni per ultimare i lavori necessari. Ma gli imprevisti hanno fatto lievitare la somma, i lavori sono quasi ultimati e bisogna saldare le spese! Poi altre cose dovranno anche esser fatte, ma con minore urgenza: il grande coro ligneo, i candelabri, gli arredi….
Ciascuno, in quanto mesagnese può contribuire alla riuscita dell'impresa investendo, per sé e per quelli che verranno, in questa opera che è vanto ed orgoglio della nostra gente, luogo artistico, storico e spirituale dei mesagnesi.
Il Centro Storico, il "cuore" di Mesagne, non sarebbe più tale se la Chiesa non ritornasse a pulsare; noi saremmo mesagnese "diversi", senza continuità con chi ha preceduto se perdessimo questo riferimento, questo luogo della memoria, e dell'identità (come la Porta Grande, l'Orologio, la Villa).
Molti cittadini hanno dato spontaneamente una o più volte, altri sono stati sollecitati, ciascuno secondo la propria possibilità; tutti in questi giorni verremo ulteriormente richiesti della nostra partecipazione: direttamente a casa ( porta a porta), attraverso Radio Libera 102, tentando la sorte con la lotteria (in palio un Tv color maxi schermo, mezzo milione per viaggiare, un TV color tascabile, una mountain bike, un'agenda elettronica tascabile).
Per tutti la soddisfazione e l'orgoglio di contribuire, col proprio "mattone", alla costruzione di una Mesagne migliore e più bella ad onta di chi cerca di degradarla e picconarla nelle cose e nell'onore: un Natale non solo per la Chiesa Madre ma per tutta Mesagne.

Mino Falcone
Da: Articolo pubblicato su "Prima Pagina" - Ottobre 1994

 

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Aggiornato il: 13 novembre 2001