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TURCHIA 2002

maggio 2002: di nuovo nella baia degli squali!
E' passato un anno e siamo di nuovo in Turchia a osservare gli squali plumbei. Questa volta oltre a effettuare riprese foto e video vogliamo cominciare a capire qualcosa di più di questi animali. Per questo ci raggiungeranno presto Simona Clò e Milena Modena, due ricercatrici dell'ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca applicata al Mare), che cominceranno a studiare dal punto di vista scientifico questa straordinaria situazione. Leggete il nostro "diario di bordo".

PER SAPERNE DI PIU'
- scheda riassuntiva
- risultati preliminari
- il diario 2002
- progetto 2003
- opportunità sponsor
- lo squalo plumbeo
- l'equipe
- squali in Mediterraneo
- il diario 2003

3 maggio: noi siamo arrivate ma... gli squali?
Grazie alla segnalazione di tre subacquei, Harry Hausl, Marcello La Bua e Massimo Grassadonia, eravamo venuti a conoscenza di una baia in Turchia dove poter osservare un gran numero di squali. Lo scorso anno decidevamo di venire a vedere, seguiti dalla troupe di Gedeon/Discovery Channel con la quale realizzavamo uno documentario sugli squali in Mediterraneo.

Lo squalo plumbeo è una specie di squalo grigio ed è un po' una caricatura disneyana de Lo Squalo: ha infatti una "gobbetta" dietro il capo che gli dà un'aria un po' tozza e da "bullo". Oltre che da noi in Mediterraneo vive in tutte le acque temperate e tropicali del mondo, cioè a temperature comprese fra i 15° e i 30°. E' uno squaletto tranquillo che mangia soprattutto piccoli pesci, razze, altri piccoli squali ma anche seppie, polpi e calamari, granchi e gamberi, che cattura di giorno ma soprattutto di notte.

Dopo quel primo sopralluogo è ora arrivato il momento di coinvolgere anche la scienza, per poter cominciare a capire qualcosa di piu' di questi squali e del perche' si radunino in cosi' gran numbero in questa baia. Il fatto che gran parte di esse fossero femmine, molte delle quali con una bella pancia, fa supporre che la piccola baia sia una "nursery", cioe' il luogo scelto dalle mamme per far nascere i loro piccoli. Progettiamo la "missione" con Luigina Aggio, videoperatrice, Simona Clo' e Milena Modena, ricercatrici dell'Icram. E il 3 maggio partiamo per la Turchia. Con un po' di patema d'animo: ci saranno anche quest'anno gli squali? In fondo siamo in anticipo di ben due settimane rispetto allo scorso anno e in piu' quest'anno la stagione è in ritardo un po' ovunque in Mediterraneo: le temperature sono piu' basse rispetto al solito, ci confida Simona impegnata nella ricerca sullo squalo elefante. In Adriatico non si è ripetuta la straordinaria stagione di avvistamenti dello scorso anno e uno dei motivi potrebbe essere proprio la temperatura dell'acqua, ancora troppo fredda. Speriamo in bene...

4 maggio: ci sono ancora!
Lo ammetto: ho passato una notte agitata. Cosi' come la prima mezz'ora di nuotata. Poi... l'emozione di scorgerne uno, l'eccitazione di vederne cinque assieme, la gioia di mostrarli a Gigia, la video operatrice. Gli squali ci sono, eccome! La "missione" è salva. Son salita sugli scogli a vederli passare senza disturbarli, per scorgerli con la coda dell'occhio guardando tutta la baia, come fossero - come in effetti sono - solo e semplicemente uno dei tanti elementi che la compongono. Mi diverte pensare di aver "rispettato" un incontro; l'idea di (ri?)vederli dopo un anno. Noi abbiamo preso persino un aereo, loro vengono chissà da dove e alla fine questo 4 maggio 2002 ci si incontra sotto una scogliera alla fine di una spiaggia al termine di una strada sterrata di un bivio nascosto di una grande strada trafficata.E' passato un anno e ci ritroviamo qui. Chissà dove hanno passato lo scorso 11 settembre, quando il nostro mondo cambiava di colpo. Chissà cosa facevamo noi, quando un giorno loro han preso con decisione la rotta per questa baia. E' passato meno di un anno, 350 levate di sole, soltanto un ciclo di acqua calda-fredda-calda o chissà quale altro fattore li spinge a venire fino a qui - e loro e noi siamo qui, ora.
Anche quest'anno la prima constatazione è che si tratta in gran parte di femmine. E' un fatto abbastanza caratteristico di questa specie: mentre i piccoli vivono in gruppi misti (il rapporto alla nascita è di 1 a 1) gli adulti vivono per lo più vite separate e indipendenti.

5 maggio: confermato: c'è anche un maschio nella baial
Cominciano le prime osservazioni interessanti: uno degli squali è un maschio, inconfondibile per la presenza degli organi genitali esterni. .
La baia continua a stupirmi per la quantità di pesce che ci gira. Dagli avannotti alle ricciole giganti (oggi ne abbiamo incontrate un branco di almeno una ventina di esemplari, tutte gigantesche), pompàno, barracuda, pesci balestra, pesci pappagallo, cernie più o meno strane - questo mare è davvero ricco, e assai diverso dal nostro. Il fondale invece è molto spoglio, pelato, povero e questo contrasta con la ricchezza di sostanze nutritive che intorbidiscono un poco l'acqua. E' l'acqua dolce che sgorga dalle rocce - e che quando si mischia all'acqua di mare rende impossibile vedere - a innescare questa catena virtuosa: tante sostanze nutritizie per i piccoli pesci, e quindi un ambiente ideale dove i piccoli squali possono crescere con tanto cibo a disposizioneNon vedo l'ora che arrivino le ricercatrici: vedere questi squali è un privilegio assoluto, ma non ci basta piu' solo vederli. Vogliamo capire qualcosa in piu' di loro e della loro vita. Vedere un animale per una frazione di secondo o pure un minuto intero è come non aver visto nulla. Cosa potrebbe capire della razza umana un alieno che ci scorgesse per un minuto a passeggio per strada

6 maggio: riprese da sogno e arrivano le ricercatrici
Man mano che riprendiamo acquaticità e le apnee si fanno più lunghe, le riprese sia foto che video diventano sempre più spettacolari. Poiché gli squali sono diffidenti e non si avvicinano a un sub in immersione, bisogna cercare di sorprenderli con la tecnica dell'aspetto rubata ai pescatori. In pratica ci nascondiamo sul fondo dietro alle rocce, sperando che qualche squalo passi di lì mentre ancora abbiamo fiato nei polmoni. E' ovvio che molte calate si concludono con un bel nulla di fatto, ma oggi Luigina ha centrato due riprese da sogno di un faccia a faccia con una squaletta a pochi centimetri di distanza. Brava Gigia! Nella tarda serata arrivano le due ricercatrici, Simona Clò e Milena Modena dell'Icram. Hanno con loro provette, termometri, sonde e lavagnette e soprattutto tanta voglia di osservare i "nostri" squali.i

7 maggio: dieci squali assieme, che spettacolo!
Non poteva esserci accoglienza migliore per Simona e Milena, le due ricercatrici. Pochi minuti dopo essere entrate in acqua sono accolte da un carosello di DIECI squali. Non potevano credere ai loro occhi, e noi con loro: uno spettacolo davvero unico. Peccato per le foto: nell'inquadratura sono entrati "solo" sei squali...

8 maggio: "scarface", "tacca bianca", "lenza", "punto e virgola". Cominciamo a conoscerli uno per uno.
Oggi siamo scese in acqua munite di lavagnetta e matita e ci siamo guardate tutti gli squali nel tentativo di individuare tagli, graffi, cicatrici - particolari che ci permettessero insomma di identificare ciascun esemplare. Fantastico! Man mano che ne coglievamo le caratteristiche hanno smesso di essere semplicemente "squali" e hanno cominciato anche ai nostri occhi ad acquistare una loro individualità. Avvistare "tacca bianca", "bolla d'oro" (ha una macchia tonda color bronzo), "scarface" (taglio in testa), "lenza" (le pende di bocca), l'"infestata" (ha un parassita esterno) è tutta un'altra storia rispetto a vedere semplicemente "uno squalo" (o cinque, o sei, o sette o nove come oggi). A proposito: i maschi sono diventati due!

9 maggio: cominciamo a osservare le interazioni fra maschi e femmine
Proseguono le nostre immersioni nella baia. Oggi ci siamo divise i compiti: mentre Gigia, prossima alla partenza, conclude le riprese video, io mi dedico al riconoscimento dei diversi esemplari scattando anche molte foto dei particolari distintivi. Simona e Milena osservano invece le interazioni fra i diversi animali. E scoprono che...

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