...Ti scrivo una specie di "poesia". No, non è scritta per te; l’ho scritta ieri in facoltà. Dopo le lezioni mentre mangiavo qualcosina, prima di andare in biblioteca, ho letto il giornale. Già avevo saputo di quel ragazzo che è morto l’altra notte mentre era di guardia all’Altare della Patria. Ho riletto la notizia sul giornale ed ho pianto. Subito dopo ho scritto questa cosa:
Con il pianto nel cuore
Mi soffermo a pregare
Per la spiga recisa
Su quell’ara sì sacra.
Nella gelida notte
Di un inverno silente
Una lama di ghiaccio
Ha reciso un giacinto.
Non riesco a pensare
A quel tenero stelo
Non riesco a capire
Posso solo tremare.
Non conobbi il tuo volto
Non udii la tua voce
Non potrò mai sapere
Il tuo muto pensare.
Offrirti lacrime è vano
Non porteranno indietro il tempo
Non ridaranno la linfa vitale.
Posso solo sognarti già in cielo
Ammantato di luce divina
Circondato da tutto l’amore
Che ti ha, il mondo crudele, negato.
Senza averti mai conosciuto ma con un profondo dolore nell’anima.
Chiara
Non so come mai mi sono venute fuori queste parole, che sono meno che nulla, so solo che non si può morire a vent’anni, non è giusto, non è giusto. Mi potresti dire che ogni giorno muoiono tante persone giovani e tanti bambini a questo mondo. Lo so anche io. Ma sono rimasta colpita da questo avvenimento, non so nemmeno io il vero perché. Tu hai un’anima sensibile e forse puoi capire che a volte certi avvenimenti ci colpiscono più di altri, così senza un motivo apparente. Oppure sono proprio queste cose che ci fanno riflettere e pensare che è vero che in questo mondo "nessun uomo è un’isola", come è scritto all’inizio di quel grande libro di Hemingway...