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cura di Flavio Archetti
Empty
Frames, tra Anni 70 e innovazione
Il gruppo
Gli
Empty Frames, "cornici vuote", sono invece ragazzi
pieni di talento e iniziativa. Infatti non si
occupano solo della propria musica ma, collaborando
con l'associazione bresciana BSound, si dedicano
anche a un progetto di più ampio respiro:
sviluppare e organizzare il notevole fermento di
cui Brescia è protagonista in questo
periodo, nell'ambito della musica giovanile. E' sul
finire del 1996 che, da un incontro tra Raffaele
Caenaro e Stefano Cagninelli, entrambi chitarristi,
è nata l'idea di creare il gruppo. Pochi
mesi e l'insieme si è completato con
l'arrivo degli altri due elementi: Nicola Veneziani
bassista irruento dai trascorsi "punk grunge" e
Paolo Zaninetta bassista con velleità da
cantante. Dopo
poche prove e con una buona dose di coraggio, gli
Empty Frames sono saliti sul palco e hanno
così iniziato a esibirsi dal vivo in locali
e piazze del bresciano (fra le quali piazza
Loggia), mettendosi in evidenza anche fuori
provincia con alcuni concerti nel Varesotto. Il
lavoro di incisione invece ha dato i primi frutti
nel 1998, anno di uscita dell'album "Empty Frames"
che ha fissato in modo tangibile le esperienze e i
risultati del lavoro di questo primo periodo di
vita. I progressi e la crescita artistica hanno poi
portato il gruppo alla produzione di dieci nuovi
brani, raccolti nell'album "Anise" del '99, a cui
è seguito per la band un cambio di
direzione: maggior rigore stilistico e un nuovo
componente, Alberto Loda, che si alterna nel ruolo
di batterista con Nicola Veneziani. Con questa
nuova formazione si è resa necessaria la
rivisitazione dell'album "Anise", pubblicato in
nuova veste all'inizio del 2000. E proprio questo
ultimo lavoro, più omogeneo nelle
sonorità e più curato nella forma,
con i suoi otto brani vuol essere il biglietto da
visita dei nuovi Empty Frames.
La
loro musica
Genericamente
pop-rock, più precisamente psycho-wave,
questo lo stile musicale attraverso il quale si
esprimono gli Empty Frames, anche se qualsiasi tipo
di definizione è sentita dal gruppo come
limitativa. Il loro rock melodico, ricorda in parte
la new wave inglese dei primi anni '80, anche se le
chitarre, nei solo e nelle ritmiche effettate,
danno a tratti l'impressione che ci siano
acidità più aderenti alla psichedelia
degli anni '70. "L'inglese è la lingua che
meglio si adatta al nostro stile", dice a
Quibrescia Raffaele, autore non solo dei
testi ma anche delle melodie degli Empty Frames.
Stefano, clarinettista jazz e chitarrista,
dà invece il suo apporto suggerendo o
sottolineando alcuni passaggi della composizione;
Paolo e Alberto, rispettivamente al basso e alla
batteria, completano il lavoro aggiungendo alle
ritmiche quel carattere "americano", che emerge dai
sapienti cambi di tempo e dalle rifiniture
armoniche del basso. Gli argomenti dei testi,
spesso autobiografici, raccontano le esperienze di
vita di personaggi disadattati, perdenti,
completamente disarmati nei confronti dei grandi
meccanismi che regolano il mondo. Tra le righe non
mancano le critiche alla massificazione culturale
che, secondo gli Empty Frames, impedisce alle nuove
generazioni di pensare con la propria testa e li fa
rinunciare a lottare. Storie d'amore e vicende
curiose legate a esperienze personali completano il
quadro, inserito in una cornice che, a dispetto del
nome, non pare affatto vuota.
Per
contattarli: Raffaele Caenaro 0347 0817867
Guarda
il videoclip degli Empty Frames in formato
RealPlayer
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