Eventi del mese

Indirizzi utili

 
       

Attualità, cultura, eventi dal mondo delle donne
a cura di Mary Nicotra e Elena Vaccarino


 

01 marzo 2003

UGANDA: GUERRA E DISPERAZIONE di Chiara Guerzoni

 

La vita nei campi profughi dove Azione Aiuto, organizzazione non governativa internazionale, 


lavora per sostenere gruppi di donne che vogliono combattere il loro destino di povertà ed emarginazione

I conflitti che si sono verificati nell'Uganda del dopo-indipendenza sono fra le principali cause delle sofferenze degli abitanti del paese e in particolare delle donne.40 anni di guerra, interna, fratricida. Figli contro padri, fratelli contro fratelli. Niente più case, niente campi da coltivare.

Dal 1997 quando Bundibugyo divenne il quartiere generale dei ribelli, la popolazione fu costretta a lasciare le proprie case e a vivere in campi profughi. Questa zona è stata particolarmente colpita dalla violenza della guerra a causa della sua posizione geografica ( 450 km dalla capitale e circondata da foresta).

L'estrema povertà e la mancanza dei mezzi di minima necessità portarono i rifugiati ad un totale degrado sociale.

Per le donne dei campi anche la sopravvivenza era una lotta da affrontare ogni giorno in quanto in alcuni campi il cibo veniva distribuito solo alle coppie sposate, e tornare ai loro orti alla ricerca di cibo era difficile perché per strada rischiavano di essere violentate o uccise dai ribelli nascosti nella boscaglia. Anche per questo molte donne e adolescenti iniziarono a prostituirsi.

Dal 2002 il governo è riuscito a mettere fine alla ribellione nel distretto di Bundibugyo e gli sforzi di Azione Aiuto sono concentrati nel recupero delle attività agricole e di un equilibrio psicologico per le donne vittime delle violenze e di conseguenza anche, per la maggior parte, vittime dell'AIDS.






Con la fine delle ostilità si sta affrontando il difficile ritorno alla normalità, il ritorno ai propri villaggi, la ricostruzione delle case e il ripristino dei campi coltivati.

Azione Aiuto Uganda, con il progetto Azione Donna, sta formando gruppi di donne e fornendo loro attrezzi agricoli e micro finanziamenti in modo che inizino a lavorare insieme nei campi, aiutandosi a vicenda.

Si sta impegnando anche a migliorare le relazioni domestiche, a promuovere i diritti sulla terra e ad assicurare la partecipazione delle donne alle decisioni che influenzano la loro vita, quella dei loro figli e della comunità in cui vivono.

Tra le tante storie di donne, qualcuna è a lieto fine come quella che ci racconta Suzan Kabakumbya :

"Ho 45 anni. A 17 anni ho sposato Sanasio Byensi un contadino di 20 anni povero come me. Eravamo ancora giovani e nessuno di noi due aveva mai avuto la possibilità di studiare. 
A 35 anni avevo già 8 figli e per dare loro da mangiare lavoravo sodo tutti i giorni sia in casa che nell'orto, dall'alba al tramonto. Ma il poco che ricavavo dalla vendita dei prodotti agricoli non era mai sufficiente per soddisfare i bisogni della mia casa.
Un giorno ho deciso di provare a vendere la mia farina di cassava al mercato della regione e ho camminato per 20 chilometri con un sacco da 30 chili di farina sulle spalle. Appena arrivata al mercato ho venduto subito la farina. Un altro giorno, ho portato altri 10 kg di farina di cassava e appena arrivata già ero riuscita a vendere tutti i sacchi. 

Ho capito, quindi, che la farina di cassava era molto richiesta nei mercati più grandi e, sulla strada per tornare a casa ho deciso di iniziare un piccolo commercio.
Ero in grado di comperare 60 kg di cassava grezza alla volta, la macinavo al villaggio con l'aiuto di altre donne che si erano unite nel progetto e andavo a venderla al mercato
Le cose andavano avanti bene e con i guadagni del mio commercio avevo iniziato a comperare utensili per la casa, abiti per me e i miei figli e a pagare loro la scuola.

Ma poi è scoppiata la guerra civile e abbiamo dovuto rifugiarci nei campi profughi per non essere massacrati dai ribelli. Nessuno lavorava più la terra, sopravvivevamo tutti solo grazie agli aiuto del Programma Alimentare Mondiale. 

Durante la permanenza al campo ho iniziato a frequentare un corso di alfabetizzazione per adulti sostenuto da Azione aiuto. Eravamo in 30 e oltre alle lezioni facevamo anche molte discussioni per capire le ragioni della nostra povertà e cosa si poteva cominciare a cambiare. Le donne sono coloro che lavorano più duramente nei villaggi e non possono studiare, così io ho proposto di comprare un mulino per sollevare le donne dal peso di dover macinare manualmente la cassava. Il suggerimento ha raccolto l'appoggio di tutte le donne del gruppo.

Dopo sei mesi di duro lavoro, grazie anche al sostegno di Azione Aiuto, abbiamo potuto comperare un mulino, ora tutte le donne dei dintorni vengono al mulino con la loro cassava per macinarla a costi molto contenuti.

Sembra che la guerra stia per finire. Adesso anch'io porto la mia cassava al mulino e vado a venderla al mercato, con i soldi che ho accumulato compero il riso per i miei figli e ho comprato un carretto per raggiungere il mercato più grande in riva al lago, a 65 km di distanza dal mio villaggio.
Sono molto felice e con i guadagni che ho realizzato sono in grado di garantire ai miei figli un'istruzione e con, l'aiuto di mio marito, stiamo costruendo una piccola casa che appartenga alla nostra famiglia." 

Un ulteriore problema che Azione Aiuto in Uganda sta affrontando con il progetto Azione Donna è quello legato alla diffusione dell'AIDS.
Le comunità africane hanno reagito in modi diversi all'epidemia. In alcune la paura di questa malattia "sconosciuta" ha portato a "marchiare" le persone colpite e a discriminarle, contribuendo a nascondere ulteriormente il virus.

In Uganda, la mobilitazione di massa delle comunità ed un'apertura senza precedenti da parte del Governo, hanno portato ad una diminuzione del diffondersi della malattia. Ma c'è ancora molto da fare. 

ActionAid Uganda lavora, a fianco delle donne, per sradicare alcune consuetudini e attitudini culturali negative, per esempio addestrando le levatrici tradizionali che aiutano le donne incinte a partorire, anche in mancanza di moderne unità sanitarie; preparando assistenti volontari ad aiutare le donne ad uscire dalla depressione conseguente le loro terribili esperienze; organizzando iniziative per aiutare le donne a riconoscere i comportamenti rischiosi in materia sessuale ed evitare così di essere contagiate da HIV/AIDS.


Chiara Guerzoni


Per chi volesse aderire ad Azione Donna



Ogni sostenitore potrà conoscere lo stato dei progetti scambiando e-mail con uno dei responsabili di Azione Aiuto sul campo che si occupa dei progetti stessi. Inoltre, due volte all'anno, riceverà un report dettagliato sempre dalla sede operativa locale di Azione Aiuto.

La quota base di adesione annua è di 80 Euro e, poiché AzioneDonna lavora su progetti a medio lungo termine, sarebbe auspicabile un impegno pluriennale.
I fondi raccolti verranno utilizzati in corsi di educazione, in strumenti di lavoro per avere indipendenza e sicurezza e in programmi per prevenire o curare malattie.

Per aderire:
· Visitate il sito www.azioneaiuto.it 
· Telefonate ad Azione Aiuto, Tel: 02 725771
· Scrivete a : infodonna@azioneaiuto.it 


 


 




 






Articoli

In Marocco, tante le donne in movimento


Storia di una donna che divenne teatro: 
la Nautnaki dell'India 


Le donne zingare


Donne Palestinesi a Gaza. Intervista a Mariangela Barbieri


Giovani donne nicaraguensi "ri-scattano" la realtà


Il ruolo della donna nella cultura tibetana 


Donne e scrittura. Un approccio al caso Viet Nam


Streghe e sciamane. La religione delle donne dalla Lapponia alle Alpi


Nepal: la condizione femminile nel più piccolo regno indù al mondo


In un libro avvincente, la storia della prima spedizione femminile al Pik Lenin, in Pamir


I Loro d'oro: quando le donne non dovevano camminare


 

Milioni di bambini inpiegati in guerra come soldati, spie ...


A colpi d'ascia le pakistane cadono vittime del delitto d'onore


Dietro la cinepresa: intervista a Ingrid Runggaldier


Le donne e il cinema di montagna


Intervista a Zoya: una donna afghana


Il governo afghano in lotta contro le donne


La lotta delle donne afgane del Rawa


Un voto alle donne per le donne


Mutilazioni genitali femminili: una pratica da sconfiggere


Intervista a Nadia, mutilata a 7 anni


Io, donna vado in Palestina. Il progetto delle "Donne in nero"

 

 

Eventi del mese

Indirizzi utili

 

www.donneinviaggio.com
Sito ottimizzato per una visualizzazione a 800x600 con Internet Explorer 4.x e successivi
Copyright © - DonneInViaggio® - 2000

Ideazione e Progettazione SaraNet®

restyling 2001