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quiArtePittura
a
cura di Nino Lo Castro
Le atmosfere
oniriche di Giuseppe Gallizioli
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Qui sopra:
Notte magica, olio su tela, 80x180
cm.
L'artista
Giuseppe
Gallizioli ha iniziato la sua avventura pittorica
giovanissimo. Infatti, bresciano del 1935, a 13
anni già frequentava la scuola di pittura
della Aab, allora tenuta da maestri come
Migliorizzi, Rosetti e Cattini. Nei primi anni '50,
solo diciottenne, ha partecipato a esposizioni
collettive cittadine e nel 1960, ha esordito in una
personale alla galleria Alberti di Brescia, che
aveva ospitato artisti del calibro di Burri o
Guttuso. La sua pittura in quegli anni seguiva
inevitabilmente lo stile informale che, in arrivo
dalle sponde atlantiche del nuovo mondo, stava
infiammando tutta l'Europa. Spinto dai cambiamenti
stilistici che sconvolgevano le gerarchie e il
gusto estetico fino ad allora in voga, il giovane
Gallizioli, nel 1970, decise di trasferirsi a
Parigi, fulcro del dibattito artistico europeo.
Così, nella capitale francese, è
entrato a far parte del gruppo "Phas", una
formazione di giovani pittori che raccoglieva
l'eredità di Breton e del surrealismo
simbolico. Da quel momento in poi le sue pitture
sono state ospitate dalle gallerie di mezza Europa:
da Milano a Bruxelles, da Amsterdam alla Polonia
dove nel '74 ha esposto per ben tre volte. Sarebbe
impossibile citare tutte le collettive di prestigio
alle quali Gallizioli ha partecipato tra il 1970 e
i primi anni '80, ma tra le tante spiccano la
Biennale d'arte moderna di Milano ('73), quella
internazionale di grafica a Crakovia ('74) e la
Triennale dell'incisione ospitata nel 1975 al
palazzo della permanente di Milano; la sua pittura
inoltre, nel 1976, è arrivata fino alla
World surrealist exibition di Chicago. Nonostante
abbiano cambiato forma estetica con il passare
degli anni, le opere di Gallizioli sono sempre
rimaste profondamente ancorate alla natura e al suo
racconto e non hanno mai smesso di affascinare gli
appassionati d'arte. Ancora oggi i suoi quadri sono
molto richiesti: l'ultima sua personale è
del '99, organizzata alla galleria dell'incisione
di Brescia.
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Sopra a sinistra: Lo
stagno in fiore, 1999, pastello, 40x33 cm. A destra:
San Giorgio combatte il drago, 1994, olio su tela,
60x45 cm. In basso a destra: La preda, 1999, olio su
tela, 23x31 cm.
Le
sue opere
Il
lavoro di Gallizioli, a partire dai primi anni '60,
ha inevitabilmente subito una serie di cambiamenti,
dovuti in parte a esigenze personali e in parte ai
naturali passaggi stilistici che l'arte ha
subìto in questi 40 anni. L'artista infatti
ha cominciato giovanissimo a dipingere ed è
subito stato investito dalla potenza espressiva
della pittura informale che scardinava i dettami
dell'arte e raccoglieva tanti estimatori tra i
giovani quanti detrattori tra gli artisti
più tradizionali. In seguito Gallizioli,
totalmente assorbito dalla passione per la pittura,
si è trasferito a Parigi, entrando a far
parte del gruppo "Phas" di giovani surrealisti. La
sua pittura, allora come oggi, traeva ispirazione e
forza dalla natura; apparivano infatti nei suoi
quadri elementi simbolici che contrapponevano
l'uomo a strutture meccaniche. Oggetti metallici e
spesse coltri di fumo fuoriuscivano dalle anatomie,
appesantivano e minavano l'armonia della natura
stessa. Già negli
anni '70 l'inquinamento ambientale è stato
uno dei soggetti più rappresentati da
Gallizioli e, nonostante non ci fosse uno stato
d'allarme come quello attuale, il suo pennello
denunciava già la contaminazione degli
ambienti naturali e la sofferenza del genere umano.
Nel 1973 poi, in occasione di una delle mostre
allestite in Polonia (a Cracovia), l'artista
bresciano ha visitato il campo di sterminio di
Auschwitz, esperienza questa che ha urtato
pesantemente la sua sensibilità e lo ha
spinto a riflettere sul problema della memoria
storica. Ispirata alla Shoa, è nata
così una delle opere indimenticabili di
Gallizioli: "L'angelo di Auschwitz". Il tempo
però ha poi alleggerito i toni della sua
pittura, sopito le passioni e pian piano ha
trasformato in ricordi le lotte combattute in
gioventù. La pittura di Gallizioli anche
oggi continua a ritrarre la natura, ma in maniera
più realista ed emozionale: gli olii
più recenti rappresentano paesaggi onirici,
notturni eterei, lavorati con una fitta trama
pittorica quasi divisionista, che gli permette di
trasmettere il pulsare della natura cosmica che lo
circonda. L'impasto inestricabile di segno e colore
riesce a evocare lo sciabordio delle onde, il suono
dei grilli notturni e la luminosità delle
stelle sul bosco, lasciando trasparire il profondo
amore dell'artista nei confronti del mistero che
circonda il creato. La fede di Gallizioli si
esplica con le sue opere ultime, legate alle icone
religiose e più in generale al tema del
sacro, nelle quali l'artista descrive i volti e le
espressioni dell'iconografia classica attraverso la
sua fine tecnica pittorica.
Giuseppe
Gallizioli vive e lavora a Brescia, per
contattarlo: 030 393473.
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Sopra a sinistra:
Apparizione, 1998, olio su tela 52x 72 cm. A
destra: Riflessi nello stagno, 1998, olio su tela,
65x120 cm.
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