|
|
quiBresciaMostre
a
cura di Nino Lo Castro
Anna
Coccoli, la donna tra mito e
povertà
Qui sopra un'immagine
dell'artista nel suo studio di S.Giuseppe, 1974.
La mostra. "Anna
Coccoli". A cura di Valerio Terraroli e dell'Associazione
artisti bresciani. Vengono presentate le opere di Anna
Coccoli prodotte tra il 1959 e il 2000.
Dove, come, quando. Brescia, galleria Aab, vicolo
delle Stelle, 4. Aperta fino al 28 febbraio 2001. Orari:
feriali e festivi dalle15,30 alle19,30; chiuso il
lunedì. Ingresso libero. Tel. 030 452222 , fax. 030
2898077.
In alto a sinistra: Ragazzi sulla spiaggia, del
1989, acrilico 200x190cm. A destra: Brasil, 1978,
acrilico 150x140 cm. Sotto a destra: Donne, 1997,
acrilico 120x150 cm. Più in basso a sinistra:
Carnaval, 1980, acrilico 140x180. A destra: Indios
- Uomo e donna, 1983, acrilico 100x120.
La recensione. Anna Coccoli è nata a Brescia
nel 1929 ed è figlia d'arte: il padre Elidoro
Coccoli, infatti, è stato un fine pittore e
decoratore, importante
figura nel panorama artistico bresciano del primo trentennio
del '900. La carriera artistica della Coccoli, iniziata
negli Anni '50, ha raccontato quest'ultimo secolo,
attraverso una pittura cangiante, mai uguale a se stessa, ma
sempre specchio di una società malata, in corsa verso
la meccanizzazione e la negazione dei diritti umani. Molti
sono stati i cambiamenti stilistici che la sua opera ha
espresso nel corso degli anni, tutti documentati nella
mostra allestita alla Aab, che vuole proporre un itinerario
nella vita artistica della Coccoli, documentandone le
trasformazioni e le evoluzioni. La figura umana, e in
particolare quella femminile, sono state sempre al centro
del racconto pittorico della Coccoli, ritratte prima alla
maniera del realismo ottocentesco, poi, con il passare degli
anni, attraverso la stratificazione delle superfici dei
quadri, divenute più sofferte con un segno che, da
sottile ed elegante, si è asciugato tanto da
diventare essenziale, secco.
Durante gli Anni '70, contemporaneamente all'incalzare dei
nuovi linguaggi concettuali, Anna Coccoli ha prodotto delle
strutture metalliche tridimensionali ispirate alla pulizia e
alla geometrizzazione della figura umana, esplicito omaggio
agli Uomini Macchina di Fernad Léger. I suoi ripetuti
viaggi in Brasile, a partire dai primi Anni '80, le hanno
poi permesso di venire a contatto con diverse realtà,
fonte di nuove ispirazioni. Le Favelas, per esempio, la
profonda miseria e la condizione inumana nella quale vivono
gli indios, la splendida e lussureggiante vegetazione
pluviale con i vivacissimi colori e il mistero che
l'avvolge, e infine la festa del Carnaval, tra corpi, colori
e ritmi. In questi quadri della Coccoli le anatomie si sono
fatte più grandi, sempre geometriche, fino a
costituire delle composizioni di segno, passando
dell'estremo cromatismo dell'inizio fino all'uso di una sola
tinta. Le superfici sono sempre più spesse, sabbiose,
con i corpi che fuoriescono dai colori della terra, di
grande forza poetica. Un misto insomma tra le cupe atmosfere
giacomettiane e i segni primitivisti di Penk. Sono proprio
questi ultimi lavori, del periodo brasiliano, i più
rappresentati alla Aab, quadri di grande dimensione e di
forte impatto emotivo, esempio dell'opera più matura
di questa importante artista bresciana.
Qui sopra a sinistra:
Donne in giardino, 1994, acrilico, 190x210cm.
A destra: Donna sulla spiaggia, 1999, sabbia e
acrilico 190x200 cm.
Consulta
l'archivio di mostre
La
galleria completa degli artisti
bresciani
Torna
alla prima pagina di
quiBresciArte
Scrivi
a quiBresciArte
|
|
|